La musica dei Cluster: un profilo di Dieter Moebius

Written by Attilio De Simone on . Posted in Events

Dieter Moebius rappresenta, assieme a Roedelius, l’anima dei Cluster: cofondatore e membro del gruppo, presente in tutte le produzioni. Sembra, però, avere un percorso artistico e una visione delle cose differenti rispetto a quanto analizzato nel profilo di Roedelius.

Di Attilio De Simone

moebius

Iniziamo ad approfondire i dati biografici di Moebius. Originario della Svizzera, le montagne e la vita tranquilla delle Alpi gli stanno strette e comincia da ragazzo a muoversi in Europa. Inizia a studia arte a Brussels e poi completa gli studi a Berlino dove incontrerà Roedelius e Schnitzler, con i quali darà vità all’avvenutra dei Kluster/Cluster (i cui dettagli biografici possono essere letti nell’articolo dedicato al gruppo) durata fino all’inizio degli anni ‘80 (salvo successive riunioni).

Nella metà degli anni ‘80 partecipa ad un tour nel Sud dell’America assieme al produttore/musicista Conny Plank e ad Arno Steffen. Con Plank darà vita a varie produzioni di musica elettronica (Material, Zero Set, En Route) che influenzeranno la musica elettronica del trentennio successivo. Basta ascoltare qualche brano di quelle produzioni degli anni ‘80 per avvertire la freschezza e la modernità di lavori che dal punto dell’architettura sonora se la giocano alla pari con lavori dei migliori artisti di musica elettronica contemporanea. Alla fine degli anni ‘90, cogliendo le nuove tendenze della musica elettronica e in un periodo di forte revival per le formazioni storiche di fine anni ‘60 inizio anni ‘70, partecipa all’ultimo tour dei Cluster in Giappone e USA.

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Attualmente Moebius è molto attivo, come esecutore (tiene regolarmente concerti, da solo o con altri colleghi) e come compositore (tra album solisti e cooperazioni, la discografia di Moebius è davvero ricca.

Moebius è un musicista chiaramente orientato alla musica Noise e Industrial e, coerentemente con i suoi gusti musicali, la sua musica odierna non si discosta da quelle che erano le sonorità dei Cluster, anche se il linguaggio odierno è arricchito da strutture ritmiche molto più presenti e variegate rispetto al passato.

Analizzando la discografia di Moebius, sicuramente emerge un amore per il noise che diventa elemento stesso della musica.

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Discografia significativa

  • 1978 Liliental
  • 1980 Rastakraut Pasta (con Conny Plank)
  • 1981 Material (con Conny Plank)
  • 1983 Zero Set (con Conny Plank)
  • 1983 Tonspuren
  • 1983 Double Cut
  • 1990 Ersatz
  • 1992 Ersatz II
  • 1996 Other Places (come Cosmic Couriers)
  • 1999 Blotch
  • 2006 Nurton

Harmonia-Brian-Eno-1976

L’intervista

1) La storia dei Cluster inizia grazie alle possibilità offerte dalla scena artistica europea, che offrivano un terreno di coltura molto creativo per tutti, con opportunità espressive che oggi sembrano molto ridotte. Cosa è cambiato rispetto al passato?

1) Io credo che ancora oggi sia ancora possibile esibirsi in gallerie d’arte e musei. Ci sono nel mondo molte strutture culturali che danno la possibilità di ospitare eventi musicali oltre ad esporre opere pittoriche e scultoree. In questo non credo ci siano stati cambiamenti, anche se questo tipo di possibilità sono diminuite.

2) Lei è conosciuto in Europa prevalentemente come cofondatore di formazioni quali Cluster, Harmonia e per le interessanti cooperazioni con Roedelius, Brian Eno e Conny Plank. Che cosa può dirci su questi progetti? Lei ha avuto la possibilità di partecipare ad alcuni degli ultimi progetti artistici di Plank (scomparso solo pochi mesi dopo queste cooperazioni). Plank è stato senz’altro uno dei produttori/musicisti che maggiormente hanno influenzato la musica elettronica, purtroppo il suo contributo nel tempo è stato sottovalutato o dimenticato. Quali sono i processi di lavoro impiegati da Plank durante la vostra cooperazione?

2) Molte delle cooperazioni da Lei segnalate hanno sicuramente a che fare con Plank. A differenza del mio studio o di quello degli altri colleghi, nello studio di Conny avevamo le migliori tecnologie di registrazione, la genialità di un abilissimo tecnico del suono quale era Plank (oltre ad essere una grande amico), inoltre nel suo studio erano sempre disponibili le apparecchiature più nuove e migliori.

 

3) Cosa può dirci sul processo creativo dietro il quale si nasconde il segreto del successo della musica di Cluster?

3) A casa avevamo un Revox e abbiamo quindi lavorato in multitraccia. Successivamente si è aggiunto anche un Teach a 4 tracce di Rother e ognuno di noi ha registrato e aggiunto tracce su tracce. Spesso improvvisavamo per ore e alla fine conservavamo le parti migliori, tagliandole e riutilizzandole per elaborazioni ulteriori.

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4) La storia dei Kluster ha inizio nei primissimi anni ‘70, in un’epoca in cui era difficile o addirittura impossibile reperire o acquistare sintetizzatori. Nei primissimi anni ‘70 ordinare un Minimoog, significava contattare Bob Moog in persona telefonicamente, richiedergli il synth, effettuare un bonifico transoceanico (con le difficoltà e le tempistiche che tutto ciò implicava, non esistevano i bonifici telematici o i computer) pari al 50% del valore dello strumento dando la possibilità a Moog di acquistare la componentistica necessaria, e attendere dai 6 a 12 mesi per la ricezione dello strumento. Gioco forza avete dovuto utilizzare strumenti tradizionali stravolgendone il suono. In che modo siete riusciti ad ottenere quelle sonorità d’avanguardia che hanno caratterizzato il sound marchiato Kluster?

4) Abbiamo utilizzato normalissime apparecchiature, effettate tramite distorsori, macchine per l’echo, pedali wahwah o effetti come il tremolo. All’epoca io utilizzavo un organo, una macchina per i ritmi, un generatore sonoro, una viola da gamba e una macchina particolare realizzata per me: una sorta di scatola generatrice di suoni simili a squittii o cinguettii. Attualmente utilizzo tutto ciò che è piccolo e che si può trasportare agevolmente con l’aereo: Korg Kaosspads, Morpho, il sampler SP-404 e basi su CD. In studio invece utilizzo diversi sintetizzatori.

 

5) Lei è Svizzero, ma ha studiato a Berlino e lì è iniziata la Sua carriera artistica. Ritiene che la cultura musicale tedesca abbia influenzato il Suo percorso musicale? Inoltre che differenze ci sono tra il contesto musicale tedesco e quello svizzero?

5) Io non sono stato influenzato né dalla cultura svizzera né da quella tedesca. Mia madre era una pianista classica, mio fratello ascoltava sempre musica jazz, mia sorella cantava in un coro e io suonavo nell’orchestra della scuola. Ritengo di essere stato stimolato dal contesto familiare. Inoltre non conosco per nulla l’ambiente musicale svizzero, in quanto ho iniziato da subito ad operare in un contesto più ampio, quindi non so proprio cosa poter rispondere.

 

6) Cosa pensa delle nuove tecnologie, che permettono di realizzare, grazie ad un computer e con pochi passaggi, operazioni ottenibili in passato solo con passaggi complessi e con tecnologie molto costose? Ascoltando la Sua musica, Lei è rimasto fedele alla direzione musicale dei Cluster: musica Industrial e Noise. Col tempo, però, la sua musica è diventata più incisiva e completa. Si direbbe che Lei approfitti dei vantaggi dati dalle nuove tecnologie (sincronizzazione, gestione semplificata di apparecchiature complessi, effetti, ecc.).

6) In verità non ho una grande considerazione delle nuove tecnologie. Si tratta spesso di facilitazione per aspiranti musicisti e anche i risultati che si ascoltano sono spesso molto simili gli uni agli altri. L’unico vantaggio che vedo è nella possibilità di poter viaggiare solo con un computer. Del resto, per la mia musica io utilizzo solo hardware.

 

7) Che sviluppi prevede per il futuro della musica? Secondo Lei ci sono possibilità di nuove tendenze artistiche, che siano più interessati del semplice continuo riciclaggio di stili e sonorità del passato? E secondo Lei la musica sta risentendo di questo periodo di crisi e stagnazione in cui stiamo vivendo attualmente?

7)Non vedo le cose in termini così negativi. Il mondo musicale non è così scadente, c’è sempre qualcosa di nuovo da ascoltare, a volte scadente e a volte interessante. Devo dire che ultimamente mi capita di ascoltare materiale interessante e nuovo. Stagnazioni e ritorni al passato sono cose che ci sono sempre state nella storia, così come le crisi mondiali non sono qualcosa di nuovo.

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8) Sotto il profilo artistico, Lei è ancora molto attivo. Tiene regolarmente concerti, non solo in Germania e Austria, ma anche al di fuori (Londra e Vancouver). Inoltre le pubblicazioni regolari dimostrano la stessa vitalità creativa del passato. Quali nuovi progetti sta portando avanti in questo momento?

8) Attualmente lavoro a più progetti contemporaneamente: un CD con il gruppo sperimentale statunitense di Tim Story e John Leidecker (Negativland, attivo dal 1979), un CD con Dweight Ashley, un nuovo Moebius solistico, un EP per una label alternativa inglese, un CD con  Neumeier e Engler (con i quali Moebius in passato aveva già sviluppato il progetto Cosmic Couriers ndr).

 

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Comments (2)

  • ferdinando sorbo

    |

    non ha compreso l’importanza dei software per la sperimentazione sonora……

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    • frabb

      |

      o forse non gli piace sentire le lamette arrugginite…

      Reply

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