Chirality Audio Splinter Overdrive

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Un attore a caso pronuncerebbe, in maniera stridula: “come può un distorsore per chitarra trovare utilizzo e dare emozioni con i sintetizzatori e con le batterie elettroniche”? Parafrasi a parte, è sempre più frequente l’uso trasversale di effetti, tecniche e strutture al di fuori del loro contesto originale e – da questo punto di vista – non deve sorprendere l’impiego dei classici floor processor per il trattamento del “normale” suono elettronico.

Da questo punto di vista, lo Splinter Overdrive prodotto da Chirality Audio – marchio orgogliosamente italiano – balza subito all’attenzione.

Splinter Overdrive

Di Enrico Cosimi

Il progetto Splinter Overdrive parte dai risultati ottenibili con lo storico Ibanez Tube Screamer TS808 per migliorare e incrementare le prestazioni originali; la costruzione – rigorosamente a mano – è di qualità elevata e, esteticamente, ogni pedale è leggermente diverso dagli altri grazie alla decorazione ottenuta incidendo direttamente l’involucro in alluminio; peso, realizzazione e feel sono quelli giusti sia in una catena di floor processor sotto al vostro theremin, sia al fianco della vostra 808 (questa volta, by Roland) o del vostro Sub 37.

Il vecchio Tube Screamer TS808 prodotto da Ibanez basava molto del proprio suono su un classico integrato JRC4558D, doppio amplificatore operazionale prodotto da New Japan Audio Company; come tutti i prodotti la cui tecnologia ha segnato il suono (elettronico e non) della musica pop nello scorso secolo, la sua vita commerciale è stata caratterizzata da complesse fasi evolutive che non sarebbe rispettoso riassumere in queste poche righe; il lettore interessato, troverà succose informazioni qui.

In questa sede, basterà segnalare come, nella rigorosa interfaccia utente originale, ci fossero solo i tre controlli di Overdrive, Tone, Level e l’interruttore On/Bypass.

Da questa base, lo Splinter Overdrive muove i suoi passi potenziando la dotazione di controlli e le prestazioni raggiungibili.

 

L’apparecchio

Splinter Overdrive può gestire segnali con un ampia varietà di livelli: dai classici magneti single coil/doppio avvolgimento di chitarre e bassi (…orrore!!!) ai ben più devastanti valori raggiungibili con le uscite di linea di batterie elettroniche, monofonici analogici e/o polisynth o cloni elettrofonici; non ultimo, opportunamente alimentato con power unit esterno Boss compatibile – per non sottostare al tacito ricatto delle pile a 9 volt, può essere collegato set and forget su una aux del vostro mixer… o della vostra scheda audio.

La struttura di funzionamento è immediatamente comprensibile: dopo gli opportuni collegamenti, si regola il livello in entrata DRIVE, si definisce il trattamento timbrico TONE e si regola il volume di uscita LEVEL; questo, nella tradizione Ibanez del secolo scorso.

Da qui, Chirality Audio ha movimentato le cose prevedendo un selettore a tre posizioni Clipping con il quale far interagire la regolazione Drive; si possono scegliere i comportamenti: aggressive, 808 style e mild, rispettivamente esasperati nel trattamento timbrico, aderente al classico funzionamento con diodo al silicio, o più morbido e rispettoso dell’ambiente. La regolazione più aggressiva comporta una caduta di volume, che deve essere recuperata incrementando il valore del parametro LEVEL.

La regolazione timbrica avviene facendo lavorare insieme il controllo TONE e il selettore Low Cut: il primo agisce come un super tilt eq control chiudendo le acute (in senso antiorario) o le basse (in senso orario); con il selettore a tre posizioni, si asciuga progressivamente la presenza di basse sul segnale passante. E’ possibile scegliere tre comportamenti relativi a: treble boost (ottenuto segando le basse in maniera severa, come nella vecchia implementazione 808), medium low cut o lowest low cut.

Come è facile immaginare, una analog kick dotata di regolamentare decay può rispondere in modo molto diversificato ai tre tipi di taglio sulle basse (sperimentare è sempre la miglior cosa…).

A seconda delle necessità, o per recuperare quanto perso con eccessivi interventi timbrici, è sempre possibile pompare il volume in uscita regolando il valore del comando LEVEL.

L’inserimento del circuito è in modalità true bypass.

 

In uso

Un distorsore agisce sul livello del segnale passante e, conseguentemente, ne altera dinamica e contenuto armonico. Opportunamente regolato, il suo funzionamento può influenzare in maniera notevole il suono di un synth lead o bass e la tenuta di kick, snare, tom e groove complessivamente prodotto da una generazione ritmica analogica. Tralasciamo, per carità di patria, l’interazione ottenibile tra distorsione e voicing negli accordi di piano elettrico e/o di organo elettrofonico… anche limitandosi agli esempi d’uso più comune, le cose possono diventare molto interessanti. A patto di prendere le opportune precauzioni.

Per saturare un segnale, deve esserci sufficiente margine operativo: fatto salvo il caso eclatante del bit reducer e dell’audio mangling, un’onda quadra è la scelta meno adatta per sperimentare il comportamento della distorsione sul sintetizzatore; meglio prendere una sinusoide, o una triangolare, e regolare progressivamente la saturazione fino a quando non si raggiunge qualcosa di micidiale.

Con le percussioni analogiche, entrano in gioco altri due fattori: l’incastro ritmico del pattern e i decay dei singoli suoni, che possono portare a condizioni di incremento di livello complessivo tale da far lavorare diversamente il distorsore. Non deve essere sottovalutato, in questo caso, il comportamento di filtraggio applicato al segnale da distorcere, magari lasciando intatte le componenti basse per concentrare la saturazione sulle medie e alte frequenze.

L’apparecchio è caldamente consigliabile agli avventurosi…

Qui, tutte le informazioni dettagliate.

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