Posts Tagged ‘Crumar’

A lezione di Crumar Mojo con Max Tempia – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events, Tutorial

Il mese scorso, presso gli accoglienti saloni della Sonus Factory in Roma, si è tenuto un interessante pomeriggio di confronto e aggiornamento tra Hammond C3 (thanks Marco Montaruli) e l’instant classic Crumar Mojo, il clone elettrofonico low-cost powered by Guido Scognamiglio.

Di Enrico Cosimi

Schermata 01-2456665 alle 12.30.50

Nel corso del denso pomeriggio, c’è stato spazio per ascoltare, vite per vite, filo resistivo per filo resistivo, una puntuale disamina de “l’oggetto Hammond” da parte di Guido Scognamiglio e poi una vera e propria lezione/concerto sull’uso dell’organo nei vari contesti pop, rock, blues, gospel, prog…

Qui, trovate la prima parte del video reportage, inevitabilmente parziale. Buona visione.

Una chiacchierata su Hammond e Cloni

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events

Complice l’ospitalità della Sonus Factory (attiva struttura didattica della Capitale) e la disponibilità di Crumar (storico marchio italiano, recentemente revamped con l’esperienza di Guido Scognamiglio/GSI), il prossimo Venerdi 20 Dicembre 2013, negli accoglienti saloni della Sonus – in via Bartolomeo Borghesi 1, 00162, Roma, si svolgerà un denso pomeriggio di confronto tra Mojo Crumar e Hammond elettrofonico. Il tutto, condito dal simulatore BURN di cui abbiamo recentemente parlato.

Di Enrico Cosimi

Crumar_2013-12-20_Loc-700px-fb

L’occasione è resa ghiotta da diversi motivi: la possibilità di mettere le mani sul Crumar Mojo; la possibilità di scambiare chiacchiere e discussioni tecniche con Guido Scognamiglio; la possibilità di sentire Max Tempia imperversare sui due manuali a cinque ottave; il confronto diretto tra vero e virtuale; l’approfondimento storico/tecnico sullo strumento originale, tenuto dal già citato Guido S.

Crumar Mojo

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il giorno in cui due o più organisti si troveranno d’accordo sul suono migliore di un elettrofonico, farà freddo all’inferno. La stessa constatazione è valida per i cloni Hammond. Nella nostra gioconda penisola, da anni si assiste a uno scambio di cortesie tra customizzatori di organi elettrofonici, produttori di cloni DSP based, produttori con  motherboard, restauratori, collezionisti, venditori e clonatori di antiche apparecchiature valvolari. In mezzo a tutto questo, la massa (incredibilmente più ampia di quanto si possa pensare) degli utenti che, come a Wembley, seguono il volo della pallina da una parte all’altra del campo da gioco, sempre tenendo c’occhio il tabellone dei punti.

Di Enrico Cosimi

Schermata 09-2456561 alle 12.28.45

Tutto questo per introdurre, in maniera aulica, ma non per questo priva di una punta polemica, il seguente enunciato: non esiste il clone perfetto di Hammond, così come non esiste l’Hammond perfetto. In tutti e due i casi – ma, in questa sede, ci limiteremo al primo dei due – è il genere musicale che si frequenta, insieme alla tecnica tastieristica posseduta, a dettare le suggestioni interne che spostano verso uno strumento piuttosto che verso un altro. Da non sottovalutare, infine, le attitudini e le preferenze personali di chi fisicamente crea il suono del clone, il suo motore timbrico: è cosa nota che la seconda edizione del KORG BX-3/CX-3 è stato modellato da uno sviluppatore particolarmente rock addicted… di sicuro più di quello che, in casa Roland, mise a punto il motore della storia serie VK.

Oggi, ci occupiamo dell’efficace, prestigioso e conveniente Crumar Mojo, un clone doppio manuale sviluppato da Crumar in collaborazione con Guido Scognamiglio, padre del già lungamente apprezzato VB3.

LFO a briglia sciolta: una modulazione strategica

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Tutorial

Avete mai a che fare con una linea di basso sintetico? Io sì, e ogni volta rischiano di essere dolori: il timbro programmato con tanta cura magari è bello, incisivo… ma piatto.

di Jacopo Mordenti

bassman

Alla prova del nove (tradotto: ascoltando e riascoltando il pezzo nel suo complesso) i nodi vengono al pettine: tanto più se pilotato da un arpeggiatore o da una sequenza prestabilita, nell’arco di poche battute il basso mi finisce per risultare noioso, stancamente ripetitivo, musicalmente inefficace.

ga('send', 'pageview');