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Elektron introduce Analog Four e Analog Rytm MkII

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo quattro anni dalla loro presentazione – un periodo tecnologicamente lunghissimo… – è arrivato il momento di salutare i popolarissimi parallelepipedi neri e aspettare qualcosa di nuovo. La versione MkII riunisce interessanti aggiunte funzionali e ormai inevitabili miglioramenti hardware ad apparecchi che, piaccia o no, sono diventati lo standard per un certo tipo di produzione elettronica e che, ancora per molto tempo, continueranno a dettare la linea. Ora, le versioni MkII, rispettivamente disponibili a 1499 e 1699 euro, rimettono tutto in gioco – quantomeno, le quotazioni dei precedenti modelli.

Di  Enrico Cosimi

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Analog Four MkII  è un sintetizzatore table top a quattro voci, con sequencer incorporato che garantisce accesso immediato alla memorizzazione di note e di tutti i valori parametrici raggiungibili durante la programmazione timbrica. Oltre a gestire le quattro parti timbriche interne, il musicista può controllare quattro flussi di dati analogici CV/Gate configurabili V/Oct standard o Hz/Volt (per le vecchie macchine Yamaha e KORG). La circuitazione analogica, già migliorata con il modello a tastiera Analog Keys, è stato ulteriormente potenziato per accrescere ancora di più la risposta sulle basse frequenze; allo stesso modo, è stato riscritto il circuito di distorsione/overdrive.

Gugabox ARR – Analog Rytm Randomizer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software

Ci siamo occupati recentemente della Analog Rytm by Elektron, una batteria elettronica analogica (ma non solo) che, dotata di un corposo sequencer di bordo, sembra destinata a riscrivere diversi standard della programmazione e della produzione elettronica. Il problema, più o meno riconosciuto da tutti gli utenti, è che AR è, per l’appunto, fin troppo corposa, al limite della complicazione. Per questo motivo, Gugabox ha recentemente presentato un randomizzatore “su donazione” che sembra fatto apposta per risolvere le eventuali crisi da mancanza d’ispirazione o da eccessiva difficoltà.

Di Enrico Cosimi

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La randomizzazione può avvenire in maniera globale o filtrando, selettivamente, uno o più blocchi operativi; in questo modo, si può lasciare a disposizione del motore automatico di ri-programmazione le pagine di Synth, o Sample, o Filter, o Amp o LFO… o fare un bel ALL Randomize e godersi il risultato.

Attenzione! Il motore di randomizzazione non interviene sui campionamenti digitali (casomai, sulla selezione numerica del campionamento) e neppure sulla programmazione ritmica dei trigger.

Con una semplice donazione, vi mettete la coscienza in pace e (per Mac e PC) siete pronti ad affrontare le delizie della programmazione casuale.

 

Elektron Analog Rytm – quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Finalmente, la luce in fondo al tunnel: stiamo per terminare la lunga cavalcata che ci ha portato a conoscere le innumerevoli funzionalità offerte dalla potente batteria elettronica made in Sweden. Questa volta, è il turno delle ultime – ma non meno importanti – caratteristiche relative alle pagine di sintesi (compreso il motore di sampling) e a quelle degli effetti. Buona lettura.

Di Enrico Cosimi

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Come accennato nelle volte precedente, il suono prodotto dalla AR è il risultato della coabitazione di una linea di sintetizzatore vera e propria con una linea di sample player; i due generatori confluiscono all’interno di un filtro multimodo, di un amplificatore, per poi terminare nei quattro effetti compressore, distorsione, delay e riverbero. Mentre la pagina di sample player è sufficientemente “stabile”, quella relativa al comportamento di generazione in sintesi analogica del suono è sottoposta alle “variazioni contestuali” offerte dalle diverse Machine, cioè agli algoritmi di comportamento generativo che – pur rimanendo nel dominio analogico – è possibile scegliere per realizzare al meglio la cassa piuttosto che il cowbell o l’open hat rispetto al floor tom; la volta scorsa, abbiamo fatto una full immersion nelle Machines. Ora, è il momento di passare alle finestre/pagine di sintesi e gestione.

Elektron Analog Rytm 8 Voice Drum Computer – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Una batteria elettronica, in base alla tecnologia con cui è costruita, mette a disposizione del musicista diversi circuiti (o diversi campioni) finalizzati alla produzione ottimizzata delle timbriche percussive che compongono il drum kit – se poi questo debba essere aderente all’idea tradizionale Ludwig, DW, Pearl, Sonor, o più sperimentale, è un discorso che ci riguarda fino ad un certo punto. L’ottimizzazione di funzionamento è antica quanto la tecnologia stessa applicata alle drum machine. Già nelle storiche SP-12 e SP-1200 targate Emu Systems, i canali di generazione erano differenziati per risposta in frequenza, presenza o meno di filtri inviluppati, eccetera. Lo stesso approccio variegato e ottimizzzato è presente oggi nella Analog Rytm, con i più il duplice vantaggio di un’oggettiva profonda ri-configurabilità di sintesi e, per corredo, di un ampliamento stilistico accettato e consolidato dell’oggetto “batteria elettronica”. Come dire: non c’è momento storico migliore per avere una drum machine analogica che, in realtà, è l’insieme di diversi sintetizzatori dedicati.

Di Enrico Cosimi

APERTURA MACHINES

Da questo punto di vista, per apprezzare fino in fondo le funzioni e le conseguenze timbriche sulla programmazione/produzione, non c’è niente di meglio che fare una bella immersione nel mondo delle Machines e delle strutture di sintesi dei Sound e degli FX o – se preferite – affrontare il come e quando che si cela dietro i singoli meccanismi timbrici previsti nella AR. Non sarà facile, ma – specie nei confronti delle numerose abbreviazioni utilizzate per comprimere il tutto all’interno del display di bordo – è la strada migliore per conquistare completamente il funzionamento della macchina. Andiamo per ordine.

Elektron Analog Rytm 8 Voice Drum Computer – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Continuiamo con la nostra panoramica sul funzionamento della, notevolissima, Elektron Analog Rytm, la batteria analog/sample based che sta riscrivendo i canoni di performance e interazione tra musicista elettronico in performance. E’ l’ora di approfondire l’organizzazione delle sequenze di programmazione, per Pattern, chain e song e le tecniche d’inserimento dati.

Di Enrico Cosimi

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Come accennato altrove, la struttura della batteria elettronica è di tipo Pattern based, cioè organizzata per spezzoni di programmazione che possono avere lunghezza variabile fino ad un massimo di quattro battute. Il Pattern, come unità di programmazione, prevede la memorizzazione di una serie di argomenti relativi non solo all’incastro ritmico, ma anche correlati al funzionamento performativo della batteria stessa. Andiamo per ordine.

Elektron Analog Rytm 8 Voice Drum Computer – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Lungamente attesa, è arrivata la drum machine analogica – ma non solo – che Elektron affianca ai suoi strumenti; come sicuramente è noto a chiunque abbia a che fare con la produzione elettronica contemporanea, Elektron ha – di fatto – creato uno standard timbrico e funzionale che si è imposto senza fatica; non privo di aspetti poco comodi, il funzionamento delle macchine nere è, di base, quasi sempre quello, ma questa volta l’intera struttura è concentrata sulla programmazione/produzione di pattern ritmici che sfruttano a fondo le capacità del motore di sintesi ottuplo.

Di Enrico Cosimi

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Analog Rytm produce otto voci indipendenti che possono essere usate per dare suono ad altrettante timbriche percussive generate con diverse modalità di sintesi; il tutto, organizzabile in pattern ritmico attraverso le 12 pad retro illuminate, sensibili alla dinamica e alla pressione, o con la consueta fila di 16 Trig Button. Per chi ha già avuto esperienze di programmazione sulla Analog 4 (con o senza tastiera), il percorso di apprendimento risulterà significativamente semplificato; per tutti gli altri, sarà necessario mettere in preventivo una serie di grattacapi che potranno essere superati con pazienza, lettura concentrata dello scarno manuale e un minimo di sacrificio.

Dal punto di vista hardware, l’impostazione è quella – ottima – delle macchine Elektron: cabinet metallico di dimensioni contenute, finitura a prova di graffio, connessioni ben allineate sul retro e chiaramente etichettata sul margine superiore, per non annaspare alla cieca durante i collegamenti. L’impostazione della scheda connessioni è ben configurata: oltre all’uscita per la cuffia e alla coppia di Main Out Left/Right, ci sono altre quattro prese TRS di diametro standard ¼” che supportano ciascuna due segnali individuali, accoppiati tra loro in modo da non creare problemi nel caso il musicista avesse solo cavi sbilanciati. In questo modo, la prima uscita TRS supporta BD e BT (cassa e timpano), la seconda SD e LT (rullante e tom basso), le altre due supportano ciascuna due coppie timbriche: CH/OH (hat chiuso e aperto) in coabitazione con MT/HT (tom medio e acuto); CY/CB (piatto e cowbell) in coabitazione con RS/CP (rim shot e clap). Si consiglia caldamente l’acquisto di quattro cavi ad Y, del tipo con connettore TRS da una parte e due connettori TS dall’altra.

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