Ipad e live: una nuova era per il tastierista moderno? – Quarta parte

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear, Recording, Software, Tutorial

Dopo aver spianato la strada con i discorsi preliminari (plus versus minus), aver proseguito con le competenze indispensabili relative a connessioni di controllo e gestione del flusso audio, terminiamo la nostra panoramica (inevitabilmente incompleta) sulle app che producono Suoni orchestrali per iPad.

Di Attilio De Simone

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La domanda è semplice e drammatica al contempo: …e se abbiamo bisogno di suoni orchestrali (che in un live possono sempre servire), come facciamo?

In questo caso possiamo, ricorrere ad IK Multimedia SampleTank

L’immagine la trovate in apertura; stiamo parlando della riedizione per iPad del celebre VST per computer. Acquistando l’estensione Miroslav Philharmonik l’investimento comincia fa farsi abbastanza sostanzioso, se rapportato ai costi delle app per iPad, e tra SampleTank e estensione orchestrale si vanno superare i 35 € di investimento… Ma, in questo modo la libreria garantirà ottima qualità sonora e ampia disponibilità di strumenti.

Un’alternativa più economica (quella scelta da me) è rappresentata dall’acquisto  di un lettore di soundfonts (formato sf2, raccolte di campioni contenente informazioni circa la nota di root, eventuali loop, ecc.) e utilizzare alcune delle librerie orchestrali freeware disponibili in rete in questo formato.

Io, per esempio, ho convertito la famosa libreria orchestrale “Sonatina” dal formato sfz al formato sf2 e la utilizzo con l’app Soundfont Pro

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che consente di caricare fino ad 8 files sf2 gestendo indipendentemente le singole regolazioni di volume e di mandata effetti (un effetto di modulazione, un filtro e un riverbero assegnabili a tutte le tracce).

Per chi dubita della qualità di questo tipo di librerie, basta evidenziare che una parte limitata (100 MB su circa 500 MB) della libreria viene impiegata sugli strumenti Clavia per uso professionale. Basta dare uno sguardo qui, a conferma.

Sempre nel formato sf2 sono disponibili librerie gratuite con tutti i preset più noti del Mellotron che vanno a fornire un campione per ogni singola nota in tutta la sua durata e quindi, di fatto costituiscono una replica perfetta del Mellotron.

 

Sintetizzatori di nuova concezione: basta orchestra!

Veniamo ora a quegli strumenti pensati e sviluppati espressamente per l’ipad e che cercano di sfruttare al meglio le possibilità espressive dell’interfaccia touchscreen.

 

Partiamo dal notissimo Animoog

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le cui caratteristiche sono state ottimamente sviscerate dal collega Antonio Antetomaso nei seguenti articoli

prima parte e

seconda parte.

 

e continuiamo con il Waldorf Nave

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anch’esso ottimamente analizzato da Antonio:

prima parte e

seconda parte.

 

Continuiamo con due applicazioni ideate per computer, ma che sembrano aver trovato nuova vita con iPad:

 

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Alchemy

E’ basato su wavetable particolari e su un engine sonoro che potenzia e stravolge i suoni di base grazie ai suoi parametri e al pad centrale che consente di gestire 8 preset differenti in morphing (ottenendo delle sonorità cangianti e vitali). L’applicazione è freeware, viene offerta con una libreria gratuita abbastanza ricca di preset, che consente di farsi un’idea molto precisa delle librerie offerte a pagamento (ad un prezzo comunque molto interessante, meno di 5 € per singola libreria) e suddivise per famiglie sonore. I suoni sono molto ricchi, densi, moderni, pieni di espressività, in grado di ispirare e di stupire con soluzioni davvero innovative.

 

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Addictive Synth

Ho deciso di citare questa app perché sono sempre stato un estimatore di Virsyn, una software house che esiste da oltre una dozzina di anni e che ha visto i propri prodotti su computer forse penalizzati da interfacce grafiche un po’ troppo spartane, rispetto alla grafica iper realistica della concorrenza – in grado di far stimolare maggiormente le “papille gustative” di utenti che non amano approfondire i dettagli tecnici. Con l’iPad, Virsyn sembra aver trovato nuove energie proponendo le versioni ios dei propri software: Cube, MicroTera, iVoxel, vedono potenziate le proprie caratteristiche grazie al touchscreen dell’ipad ed ora possono esprimere al meglio tutto il loro potenziale.

Esattamente come Addictive Synth, che riesce a rendere facilmente fruibile la complessa sintesi additiva, grazie ai menu facilmente gestibili con le mani si riesce ad ottenere con pochi passaggi e in modo quasi immediato qualsiasi tipologia di suono. Gli strumenti Virsyn usano spesso grossi pad all’interno dei quali si possono pilotare contemporaneamente più funzioni; gestire i pad su pc con il mouse non è mai stato il massimo, perché si perde l’aspetto dell’immediatezza, aspetto che si recupera con l’iPad.

È sicuramente una bella notizia vedere questi strument, immeritatamente sottovalutati dall’utenza pc, rinascere su iPad.

 

Per ora, è tutto, penso che la nuova era per i musicisti sia già iniziata! Quale sarà la prossima?

Integrate con piacere le vostre esperienze nei commenti.

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Comments (36)

  • Marco

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    Esiste qualche app in grado di creare patch con split e layer per gestire più timbri? Per esempio il classico pianoforte con sotto un pad o degli archi, o magari un piano elettrico e un lead in split. Audiobus ad esempio sarebbe in grado di farlo? Ciao grazie.

    Reply

  • Attilio De Simone

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    Ciao, se lavori con i soundfonts, l’applicazione Soundfonts Pro consente di splittare e sovrapporre fino a 8 strumenti in contemporanea. Su Audiobus puoi gestire più strumenti in tempo reale, ma non ho mai provato a fare split di tastiera, quindi non so dirti.

    Reply

  • Marco

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    Grazie.

    Un’altra domanda: si possono convertire campioni wav o aiff in sf2?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      prova con quick time; in generale, non è un’operazione complessa…

      Reply

    • Attilio De Simone

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      Ciao, si l’operazione è semplicissima. Puoi usare un editor freeware come il Viena
      http://www.synthfont.com/Viena_news.html
      che riprende lo scomparso Vienna della Soundblaster. Il Viena ti consente di importare i files audio, di assegnarli ad una o più note, di impostare i valori di velocity assegnando a diversi valori di velocity anche campioni diversi. Insomma, si tratta di un vero e proprio campionatore che ti consente di realizzare delle mappature complete, anche se non hai tutte le funzioni di un sampler come il Kontakt. In pratica hai tutto l’essenziale per lavorare e esportare le mappature nel formato sf2.

      Reply

  • Marco

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    Ringrazio per le risposte e i vostri consigli: ma questa roba gira su mac?
    Arrivo al punto: sto cercando un campionatore per iPad per crearmi una semplice patch con tre suoni in split. Il problema è che al momento mi tocca portare un expander apposta in giro per il pianeta solo per tre suoni che mi hanno richiesto, per giunta da suonare in un brano soltanto e facendo avanti e indietro per aeroporti l’iPad mi sembrava la soluzione più…leggera! Ho già in valigia un macbook ma serve per le sequenze.
    Posso sempre far cambiare la scaletta del concerto ed eliminare il brano in questione :-)

    Reply

    • Attilio De Simone

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      Il Viena gira solo su pc. Di campiomatori per mac ce me sono tanti, inutile elencarli. Di app che fanno quello che richiedi anche freeware idem.

      Reply

    • Enrico Cosimi

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      le app per iPad girano solo su iPad, non su Mac…

      Reply

      • Marco

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        Beh fin li ci arrivavo!
        Forse mi sono spiegato male io, intendevo se programmi come Viena esistessero anche per mac.
        Comunque la cosa più veloce credo sia usare un vecchio pc per convertire gli wav in sf2 e poi scaricarmi soundfont pro su iPad.
        Ho cercato sul web ma programmi o app per mac che possano convertire i file non ne ho trovati e neppure validi campionatori per iPad che siano in grado di leggere campioni creati dall’utente e disporli su “zone” o layer con la corretta intonazione.
        Grazie ancora ad Attilio ed Enrico per l’aiuto.

        Reply

        • Attilio De Simone

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          Ciao Marco, purtroppo Viena lavora solo su Win. Penso che ci sia poco o nulla per Mac visto che il formato Soundfonts si è sviluppato prevalentemente in ambito Win. Comunque quando lavori con gli sf2 in realtà non fai una semplice conversione (a quel punto di basterebbe un qualsiasi wave editor), ma da un file audio (wav o aiff) ottieni qualcosa di più complesso, cioè un formato che contiene non solo uno o più files audio ma anche la loro mappatura sulla tastiera, la loro eventuale assegnazione a diversi livelli di velocity e la gestione degli inviluppi oltre a tanti altri parametri che variano a seconda del formato e del sampler con cui si lavora. Comunque se devi solamente far partire dei campioni senza bisogno di mapparli, non ti serve comprare soundfont pro. Ti basta un’app dotata di pad, assegni a ogni pad un campione premi il pad e il campione parte. Ci sono app freeware che svolgono benissimo questo lavoro.

          Reply

  • jackmau

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    ma come si fa a fare una guida sull’utilizzo dell’ipad live senza citare mai Imidipatchbay, che è forse l’app più utile in assoluto in contesto live? Molte delle app qui citate, (come animoog e alchemy ad esempio) per quanto ben suonanti non rispondono ai program change, che in contesto live sono fondamentali, mi sembra che chi abbia scritto questi articoli l’ipad live non l’abbia mai usato…

    Reply

      • Attilio De Simone

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        A questo punto devo pensare che gli articoli non vengono nemmeno letti e criticati a prescindere. Nella serie di articoli c’è scritto in modo chiaro che la lista di prodotti disponibili è dettata esclusivamente dalle app da me acquistate e testate e che eventuali integrazioni da parte di altri utenti sarebbero state più che ben accette (d’altra parte non posso spendere qualche migliaio di euro per acquistare tutte le app in modo da evitare di espormi alla critica di qualche lettore che vuole trovare a tutti i costi la citazione dell’app x o y). Quindi, anzichè criticare, invito a rileggere gli articoli e a scrivere dei paragrafi integrativi delle app che si ritengono interessanti ed utili per gli altri utenti. Sarebbe molto più utile.

        Reply

        • Jackmau

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          certamente, ma nell’introduzione alla tua simpaticissima pappardella di quattro articoli tu dici esplicitamente che questa guida è “sul fronte tastieristico per i musicisti interessati a sfruttare questo sistema per il live.” Si possono prendere informazioni sulle applicazioni anche senza acquistarle, sai? La filosofia dell’acquisto-poi-vedo-quello-che-ci-riesco-a-fare-e-lo-scrivo non mi sembra all’altezza di un sito come questo che in altri settori fornisce articoli ben più dettagliati. Parli di musica dal vivo, ma poi ti concentri sulle interfacce audio (di cui un tastierista in contesto live può benissimo fare a meno), sull’hard disk recording e sorvoli invece su argomenti come program change e split? Dici che “Sarebbe utile se gli utenti si scambiassero una lista di interfacce alimentabili da Ipad” quando una lista del genere esiste già da un paio d’anni e non è certo un segreto di stato (https://web.archive.org/web/20130130230734/http://iosmidi.com/devices/). Nel 2011 la tua serie di articoli sarebbe potuta risultare anche originale, ma nel 2014, quando ormai il fare musica su iOs è una realtà affermata, questi quattro articoli risultano quanto meno anacronistici. Prima di scrivere una serie del genere su un argomento che hai esplicitamente dichiarato “nuovo anche per me”, dovresti documentarti di più a mio avviso, gli articoli del tuo collega Antonio Antetomaso in questo senso sono su un altro livello. Ed è un peccato perché l’argomento è molto interessante…trovo stupido citare solo le app che si possiedono, quando è evidente che non sono adatte ad un contesto live e non citarne altre che lo sarebbero di più solo perché non le si possiede fisicamente.

          Reply

          • Enrico Cosimi

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            ma c’è anche necessità di periodici approcci generalisti, per chi si sta avvicinando la prima volta all’argomento…

            Reply

          • Attilio De Simone

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            A me sembra chiaro che l’articolo sia finalizzato ad illustrare le potenzialità dell’ipad dal punto di vista sonoro, selezionando un pacchetto di app che possano essere utili ai musicisti per arricchire il proprio arsenale sonoro. E visto che ho ricevuto molte richieste in tal senso e dato che in questo momento tante persone cominciano a guardare seriamente all’ipad come alternativa al pc si è ritenuto opportuno approfondire. Le questioni da te sollevate non sussistono proprio. Se ritieni che quest’app sia utilissima per il lavoro che tu svolgi e la conosci bene, scrivi un articolo su di essa, sono sicuro che tutti, io per primo, saremo ben lieti di saperne di più. Altra questione: io non scrivo,di software o hardware che non conosco (al massimo si può dare una news su qualcosa che non si conosce riportando le info del produttore) dopo averlo testato e non posso mettermi ad acquistare tutte le app del mondo solo per redigere un articolo al fine di evitarmi gli insulti di qualche lettore poco cortese. Chiedo venia se non ho citato la tua app preferita anche se quest’app non rientrava nel tema dell’articolo, che, ripeto, era quello di illustrare le possibilità sonore dell’ipad suddividendo le app per famiglie sonore.
            Circa le tue accuse di anacronismo, beh a questo punto possiamo sospendere qualsiasi redazione di articoli riguardanti prodotti realizzati nel passato. Pensiamo a tutti gli articoli scritti sul Minimoog, c’è bisogno ancora di articoli sul Minimoog scritti nel 2014? Io dico che finchè c’è qualcuno che li scrive e qualcuno che li legge vuol dire che c’è bisogno di questi articoli. E dato che c’è stata la richiesta di fare il punto della situazione sull’ipad da parte di chi voleva capirne e saperne di più sull’ipad e sul suo potenziale sonoro, vuol dire che c’era bisogno di un articolo che facesse il punto della situazione ora che l’ipad comincia ad essere davvero uno strumento maturo per andare sul palco. Aspetto con ansia il tuo articolo di approfondimento sulla tua app preferita e non risponderò ulteriormente ad ulteriori commenti di chi vuole coscientemente accendere un flame (cosa che periodicamente accade purtroppo tra i lettori scontenti di trovarsi a disposizione una risorsa che offre un servizio d’informazione quotidiano su base esclusivamente gratuita).
            Quanti agli insulti, credo che qualifichino sempre l’autore degli stessi e non chi li subisce.

            Reply

          • Attilio De Simone

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            Ultima cosa, Animoog è una delle app più scaricate ed usate in contesti studio e live. Io stesso uso con ampia soddisfazione Animoog dal vivo.
            Le interfacce audio sono molto utili sia in studio che dal vivo, visto che consentono di lavorare a risoluzioni audio migliori e visto che consentono,di emanciparsi dall’uscita mini jack, che non rappresenta il massimo della stabilità e della professionalità. Penso che Antonio Antetomaso che stimo tantissimo e di cui anche tu ti fidi, sicuramente non potrà che confermare il fatto che un’interfaccia audio migliora la qualità del segnale audio e la stabilità della connessione (vuoi mettere passare dall’insicura minijack all’uscita jack?). Forse quello che non interessa a te, può interessare ad altri lettori?

            Reply

          • Antonio Antetomaso

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            Attilio, la stima è ovviamente reciproca.
            In merito alla connessione minijack dell’iPad, benchè la qualità audio sia buona, ti confermo che dopo essermi munito di una scheda esterna (Roland DUO CApture EX, ma ce ne sono tante altre valide) i risultati sono nettamente migliorati.

            Per non parlare del cavo mini jack….ne cambiavo uno al mese. Sono fragilissimi, anche quelli che costano di più.

            Un saluto.

            Reply

          • jackmau

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            mamma mia quanta suscettibilità! Non è il fatto di non avere citato iMidipatchbay che mi da fastidio, ma il fatto di ignorare quella che è la seconda richiesta ragionevole di ogni tastierista che suoni dal vivo: come cambiare velocemente i suoni e creare split e layer, che si usi midipatchbay, midibridge o una master esterna poco importa, ma in ogni caso trovo assurdo fare una guida dedicata al tastierista e sorvolare su questi particolari, come se l’ipad non fosse in grado di gestire più di 2 app in contemporanea! Prendere una lista di app, che si possiedono e metterle giù scrivendo 4 articoli siam buoni tutti, ora tu mi spieghi che utilità può avere citare queste app se non spieghi al prossimo come utilizzarle insieme? Ne usa una sola alla volta? E come passa da un app all’altra. Io fortunatamente queste cose ho idea di come funzionino, ma un lettore interessato da questi 4 articoli trarrebbe conclusioni errate, come il fatto che l’ipad si debba utilizzare con una scheda audio e una master apposita, quando in realtà è molto facile contestualizzarlo in un setup già formato (altrimenti l’utilità derivante dalla portatilità dell’oggetto andrebbe a farsi friggere). Non parlarmi di insulti perché non ho insultato nessuno, mi sono limitato a prendermi gioco del pressapochismo imperante in questa serie di 4 articoli, che ci tengo a sottolineare, non sono nemmeno lontanamente al livello del resto degli articoli presenti in questo sito. E come dici tu: “dato che c’è stata la richiesta di fare il punto della situazione sull’ipad da parte di chi voleva capirne e saperne di più sull’ipad e sul suo potenziale sonoro, vuol dire che c’era bisogno di un articolo che facesse il punto della situazione ora che l’ipad comincia ad essere davvero uno strumento maturo per andare sul palco”. Da questi articoli non sembra affatto uno strumento maturo, piuttosto un giocattolino con cui fare i bei suoni con animoog muovendo il ditino sullo schermo…

            Reply

          • Attilio De Simone

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            Hai ragione tu, ho già chiesto venia. In futuro quando vedi che sono io l’autore degli articoli fai una cosa, evitati il fastidio di leggerli.

            Reply

          • Michele

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            @ Jackmau ovvero Un altro “Monteverdi” (e forse ancora lui…)
            Con il tuo intervento e le tue cattive maniere hai rovinato una discussione che poteva giovarsi delle tue informazioni e invece hai fatto ingastrire tutti…
            Bastava poco : risparmiarsi le critiche e aggiungere il proprio contributo.

            Cerca di ricordartene almeno per un’altra volta.

            Reply

          • Attilio De Simone

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            La colpa è mia, non dovevo replicare. Mi spiace che jackmau si sia detto infastidito dai miei articoli, non pensavo di poter arrivare al punto di infastidire qualche lettore con un articolo riguardante delle semplici app. Cercherò di migliorarmi al fine di evitare di arrecare fastidio a chi legge gli articoli.

            Reply

          • synthy

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            stai sereno Attilio, la tua unica colpa è quella di spendere del tuo tempo a scrivere su un forum gratuito e pubblico.
            so bene, ed Enrico può confermarlo, quanta fatica e quanto tempo ci vuole per mettere nero su bianco in italiano corretto e comprensibile le nostre piccole o grandi conoscenze che ad alcuni saranno utili, ad altri superflue, ad altri ancora inutili, ma non per questo vane.
            grazie e …non ti curar do lor ma scrivi a man bassa! (concedimi la citazione rivisitata e corrotta tratta dalla divina di Dante: “Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna:
            non ragioniam di lor, ma guarda e passa” inferno canto terzo)

            Reply

    • Antonio Antetomaso

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      Sinceramente credo che i contesti live siano talmente tanti e variegati che non mi sentirei di dire in modo assoluto che la mancanza di una funzionalità per una o più app determini la sua completa inutilità in tali contesti.

      Mi spiego meglio: se io dal vivo uso sempre e solo un timbro di piano, un organo e un paio di lead e decido di programmare solo questi lead su Animoog (ad esempio), chissenefrega di usare quaranta app simultaneamente, magari comandabili mediante program change? Scelgo una sola app che fa al caso mio e mi ci programmo i due lead di cui ho bisogno.

      Ma non per questo (credo) dovrei essere additato come uno che l’iPad dal vivo non lo ha mai usato…semplicemente ho un’esigenza diversa e l’iPad usato così soddisfa tale esigenza.

      Ovvio che se suono Jean Michelle Jarre e decido (sto ovviamente estremizzando) di far fare tutto all’ipad, ammesso che ci riesca, devo scegliere con cura le mie app e massimizzare la possibilità di controllare via MIDI il dispositivo.

      Se poi vogliamo discutere sul fatto che nel 2014 ancora sulla maggior parte delle app non si implementi tutto il protocollo MIDI , quello è un altro paio di maniche e mi trovo d’accordo con te che probabilmente ha poco senso, specie se si dà la possibilità di far girare e suonare un’app musicale in background.

      My two cents.

      Reply

      • Paolo Cocco

        |

        Antonio, ho trovato strano vedere un simile flame in una discussione, sia pure tecnica, incentrata sulla musica. E’ una situazione che mi potrei aspettare di trovare in un sito dove si parla di calcio. In epoche pre-internet ho assistito a disquisizioni tra chi preferiva (ad esempio) Roland a Korg, ma il tutto era sempre caratterizzato dalla correttezza; mai si sarebbe arrivati a dare dell’imbecille, anche in modo velato, a chi preferiva il suono di un filtro rispetto ad un altro.
        Per questo non posso che concordare con quello che dici tu, e l’attacco ad Attilio avrebbe dovuto essere una più civile manifestazione.
        Aggiungo due piccole cose:
        – magari esistesse un ipad che da solo ti consenta di fare J.M. Jarre! Ma è solo una questione di tempo…
        – credo che un qualsiasi strumento musicale tecnologico (o assimilato tale) deva rispondere ai comandi MIDI, ancora di più se per uso professionale o semi.

        Reply

    • Roberto

      |

      Concordo

      Reply

      • Roberto

        |

        Concordo con jackmau

        Reply

  • Rigel Cat

    |

    Intanto un pomposo GRAZIE ad Attilio e Antonio (e naturalmente al buon Enrico) per l’approfondimento… credo che questa sezione sia destinata a crescere tantissimo.
    Personalmente, ho testato tutte le app di cui si parla (ho realizzato diversi brani con Animoog nelle prime settimane dopo l’uscita) e i limiti rispetto alle versioni desktop (qualora esistano) sono più “concettuali” che tecnici (ad esempio la registrazione tramite Audiobus che richiama decisamente un approccio old-school, pieno di limiti ma indubbiamente divertente).
    Ancora soffro per qualche limite tecnico (qualche click durante la modifica del Delay Time su Nave, distorsioni non volute su Sunrizer) ma credo riguardino principalmente difettucci delle app, visto che Animoog e Thor sono praticamente perfetti.
    Aggiungo che il mondo dei software “desktop” dovrebbe solo imparare da quello che sta succedendo su iOS; un esempio è il terrore che molti di noi provano quando si tratta di aggiornare un OS desktop, che su iPad praticamente non esiste: tutto si aggiorna subito, tutto funziona sempre, tutto si può cancellare e riscaricare alla velocità della luce, senza chiavette, driver, aggiornamenti e service center. Per non parlare del rinnovato feeling sui software, grazie al display multi-touch, che categoricamente non può esistere con mouse e trackpad vari.
    Come già successo nell’annosa questione hardware vs software, anche in questo caso i due mondi (desktop e “mobile”) possono solo essere complementari, con grande beneficio di noi musicanti :-)

    Reply

    • jackmau

      |

      “un esempio è il terrore che molti di noi provano quando si tratta di aggiornare un OS desktop, che su iPad praticamente non esiste: tutto si aggiorna subito, tutto funziona sempre, tutto si può cancellare e riscaricare alla velocità della luce, senza chiavette, driver, aggiornamenti e service center” ahaahah si infatti si è visto dopo l’aggiornamento ad iOs8 (che mi guardo bene ancora dal fare) file ai vari store Apple per i vari Ipad 2/3 bloccati dall’aggiornamento. Diamo a Cesare quel che è di Cesare: l’interfaccia è un grosso plusvalore, ma la stabilità non è il punto forte dei dispositivi iOs, specie nel multitasking e nella gestione delle app in background, che sia colpa dei programmatori Apple o delle singole applicazioni non saprei, ma direi che siamo ancora lontani dalla stabilità di un desktop/portatile

      Reply

      • Enrico Cosimi

        |

        il passaggio a 8 non è stato indolore, ma la cosa – mi sembra – si è risolta nel giro di un aggiornamento; come al solito, quando si cerca di mettere insieme le esigenze di un’utenza numericamente enorme e disparata come interessi, si finisce per appesantire l’intera struttura…

        Reply

        • Antonio Antetomaso

          |

          C’è poi da considerare un altro fenomeno nel business dell’informatica: uscire un mese prima sul mercato o, peggio ancora, uscire in tempo magari con un prodotto meno stabile ha MOOLTO più significato che uscire in ritardo avendo cura di correggere tutto. il mercato, ahimè, pretende queste leggi, ne so qualcosa facendo questo di mestiere. E poi, si sa, il beta testing di un prodotto lasciato fare alle masse “gratis et amore dei” produce risultati ai quali non arriverebbe neanche la più efficace delle squadre di testing e qualità assurance. Perché rinunciarci? Quindi, non ha senso parlare di stabilità riferendosi alle prime versioni di un prodotto software. Tocca valutarlo nelle versioni di regime..ed in quello, credo, la Apple ha parecchio da dire ancora. Se non altro perché continua a “cucire l’abito addosso al corpo del suo cliente”: ti fornisce hardware e software assieme.

          Reply

          • Attilio De Simone

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            La strada mi sembra comunque segnata, indipendentemente da un aggiornamento di un OS (problema che comunque è stato risolto molto rapidamente). Nessuno pretende da un ipad le stesse prestazioni di un computer con un hardware molto più performante, ma l’ipad è qualcosa di differente in grado di offrire prestazioni complementari e in qualche caso suppletive, offrendo a chi fa musica la possibilità di fruire delle tecnologie virtuali recuperando, grazie al touch screen, un approccio manuale più vicino a quello che si aveva con le strumentazioni reali e che con l’avvento dei computer si era perso. Non è poco.

            Reply

  • Vincenzo

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    Salve, qualcuno che ha Soundfont Pro può dirmi prima di comprarlo se per cambiare velocemente effetti c’è bisogno di imidipatch, midibridge, se si può fare via program change oppure via touch?

    Reply

  • Attilio De Simone

    |

    Salve, si può fare solo via touch ma la gestione è semplicissima. Considera che puoi gestire contemporaneamente un effetto di modulazione per volta (non più di uno), un filtro multimodo, un riverbero e un delay.

    Reply

  • lorenzo

    |

    Ciao a tutti, vorrei acquistare un iPad ed usarlo con un piano elettrico, in particolare per organi e strings. Mi potreste gentilmente consigliare nell’acquisto? 16gb? 32gb? Quale generazione? 2, 3.. air è meglio? Non so nulla sui processori e mi domando se cambia qualcosa in termini di polifonia, latenza ecc…. grazie mille a chi volesse darmi qualche delucidazione!

    Reply

  • Stefano

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    Ciao, sapete darmì un consiglio. Ho da poco preso iPad air, sono un pianista e vorrei avvicinarmi all’uso live dell’ipad…quello che mi sarebbe utile e’ trovare un luogo dove poter provare le connessioni ottiminali tastiera/iPad e uscite audio e magari anche provare delle applicazioni. Questo per evitare di fare acquisti sbagliati, tipo capire quale tastiera midi si connette al meglio con iPad, se e quale scheda audio e’migliore, quali applicazioni scaricare x non comprare a caso….sapete dirmi se in zona Firenze ci sono negozi o qualcuno che permette di provare sul campo tutto questo? Grazie…

    Reply

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