Creiamo un brano chill-out con Logic: seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Nello scorso appuntamento ci siamo lasciati con la nostra struttura di base bella e pronta: un pattern di piano, un loop di batteria sintetica, un synth bass percussivo e un pad avvolgente. In questa seconda e ultima puntata useremo questa struttura per dare vita alla nostra composizione. Per fare questo utilizzeremo l’approccio descritto nel primo articolo, non come ferrea regola di composizione, sia ben chiaro, ma solo per descrivere un possibile modo di procedere step by step.

Di Antonio Antetomaso

FIGURA1

Personalmente trovo tale approccio molto efficace per questo tipo di musica perchè non obbliga a pensare a TUTTO SUBITO, ma invoglia a sperimentare sempre di più, un passettino alla volta dando sfogo alla propria creatività e al proprio gusto. Si ma, scusa, così non c’è il rischio di non finire mai? Obiezione accolta, avvocato….

La risposta è si….il rischio c’è, ma tanto per cominciare non è detto che questa sia una cosa brutta, potrei costruire una struttura con cui divertirmi finchè voglio. Personalmente ritengo che il tutto debba terminare quando non si ha più nulla da aggiungere!! Noi non siamo infiniti, solo UNO lo è….pertanto arriveremo ad un punto in cui cambiamenti ed aggiunte alla nostra composizione non migliorano quasi per nulla il risultato finale o, peggio ancora, lo peggiorano. Ecco, quello è un buon momento per mettere la parola fine propendendo verso la sezione di ending.

Perdonate la divagazione mistica…andiamo avanti. Dunque, abbiamo tra le mani la nostra struttura, diciamo così, di regime. Se la paragoniamo ad un aereo, possiamo associarla al nostro velivolo bello che decollato ed a velocità di crociera. Si ma dobbiamo arrivarci alla velocità di crociera e prima ancora, dobbiamo decollare no? Parliamo quindi della sezione di decollo. L’analogia direi che calza a pennello perchè fornisce un’idea dell’approccio seguito per questo brano per arrivare alla struttura di regime.

FIGURA2

Nel caso in oggetto, si è scelta una partenza abbastanza classica: abbiamo il nostro pad morbido e avvolgente? Dobbiamo produrre una sensazione di relax? Facciamo partire il brano proprio dalla sezione tappeti!! Un paio di accordi tratti dalla struttura principale, conditi con una bella dissolvenza in entrata ed il gioco è fatto.

In realtà prima di arrivare al tema principale di piano, per la sezione introduttiva ho usato un altro “trucchetto” che, a mio avviso, è efficace, anche se non bisogna abusarne: ho creato un altro pattern che “inganna” l’ascoltatore lasciandogli intendere che sta ascoltando proprio il tema principale. Questo pattern atterra proprio sul main theme un paio di battute più avanti e, cosa simpatica, perdura fino a che non parte la sezione ritmica. Nel caso in oggetto ho scelto un timbro abbastanza fesso di “chitarra elettrica clean” arricchita con un pizzico di chorus e un po’ di delay.

FIGURA3

Anche per questa timbrica, potete servirvi dell’ottima libreria e degli effetti di Logic o attingere da Kontakt se lo possedete (basta anche la versione free). Io ho scelto Kontakt corredato con gli ottimi effetti di Logic (stereo delay, chorus ed equalizzazione).

 

Riassumendo, l’intro è così composto:

PAD → PAD + CHITARRA → PAD + CHITARRA + PIANO

Per agganciare definitivamente l’intro alla struttura di regime, ho usato un altro espediente: sustain dell’ultimo accordo dell’armonia principale + una misura di batteria.

Quello che viene fuori è questo

 

Torre,  qui alpha bravo charlie zulu 1, decollo effettuato…e adesso?

Abbiamo il nostro pezzo con la nostra brava intro e la struttura di base che va, come procediamo? Nel caso in oggetto si è scelto di replicare la struttura di base creandone un’altra arricchita con una sequenza synth di cui è variata la frequenza di taglio e la risonanza, a creare un po’ di movimento. Ancora, cose semplici e poche variazioni alla volta; dobbiamo creare un sottofondo piacevole e assuefacente non stupire con virtuosismi, ricordate?

Rompiamo un po’ la monotonia del brano, replichiamo la struttura di base e variamola ancora. Per questa terza e ultima variazione vi propongo le seguenti modifiche:

  1. Eliminiamo il loop di batteria
  2. Creiamo un botta e risposta tra il piano ed un altro synth

Per la realizzazione del  punto due ho adottato una timbrica a me assai cara, il SARARR del Fairlight che nel contesto in questione ci sta bene come il pomodoro nella caprese!!

FIGURA4

Direi che tre ripetizioni della struttura base (o, meglio, tre chorus) sono sufficienti, avviamoci verso la pista di atterraggio! L’aver eliminato la traccia di batteria dall’ultimo chorus ci facilita la vita, potremmo lasciar infatti intendere che desideriamo ritornare sui passi dell’introduzione.
E difatti è proprio così: l’ending del nostro brano riprende l’idea iniziale,  piano+pad+chitarra e chiude semplicemente con una coda di delay.

L’opera completa è udibile qui

Ho inoltre pensato che potesse essere un pensiero carino rendere disponibile il sorgente Logic per il download, ragion per cui esso è disponibile qui. Naturalmente dovete assegnare le tracce virtual instrument ai prodotti di vostro gradimento…

E’ tutto. Sperando che vorrete inviarvi i vostri commenti/suggerimenti, vi saluto augurandovi buon ascolto e buona musica.

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