Alchemy Mobile: Camel Audio approda anche su iOs

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

Proseguendo il nostro discorso sullo stato dell’arte in merito al tema “musica con gli iDevice”, vorrei presentarvi uno dei prodotti che, a mio avviso e senza ombra di dubbio, può candidarsi perfettamente a rappresentare tale stato dell’arte. Sto parlando della versione “mobile” del synth virtuale Alchemy prodotto dalla Camel Audio.

Di Antonio Antetomaso

Per chi si fosse sintonizzato solo ora sul canale, ricordo che sono disponibili altri due articoli che analizzano alcuni aspetti del “fare musica” con i dispositivi di casa Cupertino.

Il primo affronta il tema “interfacce MIDI” e il secondo presenta una delle app più ghiotte del momento  per controllare con successo via MIDI la moltitudine di synth virtuali offerti per il sistema operativo “mela-compliant”. Nell’ordine e rispettivamente:

1. http://www.audiocentralmagazine.com/line-6-midi-mobilizer-midi-mobilizer-ii/

2. http://www.audiocentralmagazine.com/midi-bridge-tutto-il-midi-che-vuoi-sul-tuo-idevice/

In merito ad Alchemy, ricordiamo brevemente che tale prodotto si configura come un potentissimo virtual synth basato sul morphing di campioni e sulla sintesi granulare, particolarmente adatto alla creazione di PADS morbidi e avvolgenti, soundscapes evolventi e, in generale, suoni sintetici tutt’altro che banali.

Basta avere un set di campioni di partenza, darli in pasto ad Alchemy per ritrovarsi catapultati in un mare di possibilità dai risultati tutt’altro che prevedibili. Senza contare la distesa di preset e di sound packs aggiuntivi a disposizione dell’utente. Non vorrei dilungarmi troppo sulla versione “Desktop” del prodotto e rischiare di finire fuori tema, motivo per cui senza indugio vi rimando al link apposito per maggiori dettagli e, soprattutto, per le demo audio.

Parliamo invece della versione “mobile” disponibile tanto per iPhone e iPod, quanto (assai più ghiotta) per iPad. Inutile dirvi che parliamo naturalmente di una versione ridotta del prodotto, appositamente concepita per un uso “touch” e con meno risorse di calcolo. Ridotta si, ma ottimizzata!!

La versione “mobile” si presenta infatti come dotata dello stesso motore audio di Alchemy e già questo non è poco. Le differenze sono sostanzialmente nei seguenti punti:

  • Meno controlli di editing
  • Impossibilità di importare propri campioni
  • Meno suoni e expansion packs a disposizione

Ma:

  • E’ possibile importare e utilizzare suoni creati con Alchemy desktop
  • E’ possibile comandare interamente via MIDI Alchemy desktop usando comode gestures
  • E’ possibile scaricare gratuitamente la versione mobile di ogni sound pack di espansione acquistato per la versione desktop

E inoltre, solo per gli utenti della versione mobile, sono state rese disponibili le seguenti features:

  • Salvataggio/caricamento di progetti USER
  • Virtual MIDI: è possibile controllare Alchemy da altre app attraverso un bus MIDI virtuale oltre che attraverso una interfaccia Core MIDI (vi dice niente Midibridge? E Soundprism pro?)
  • Esportazione di files WAV e MIDI contenenti le proprie composizioni
  • Pitchbending di ogni nota utilizzando gestures
  • Registrazione dei movimenti effettuati mediante il remix pad (buoni, tra poco ne parliamo!!)
  • Catalogazione dei suoni e marking delle timbriche preferite
  • Layering di un qualsivoglia numero di synth
  • Auto sync con clock midi esterno
  • Poly control: impostazione della polifonia massima

Tutto questo ben di Dio al prezzo di 14.99 euro, senza contare che il prodotto può essere comodamente provato in versione free prima di decidere se valga la pena effettuare l’acquisto o meno. Il prezzo di ogni sound pack di espansione varia da un minimo di 2.99 euro a un massimo di 4.99. Ciascun sound pack è una versione ridotta (nel numero di timbriche e loops a disposizione, oltre che di campioni per timbrica naturalmente) della versione desktop e, ripeto, avendo acquistato la versione full della libreria di espansione è possibile effettuare il download “gratis et amore Dei” della versione per “aicoso”.

Andiamo ad analizzare maggiormente nel dettaglio come si presenta il prodotto, puntando un attimo il dito indice sulla versione per iPhone, dato che posseggo quella. Iniziamo dalla schermata iniziale, quella che appare quando si lancia l’app, una volta scaricata.

Chi ha usato la versione desktop non avrà difficoltà a sentirsi subito a casa. Oltre alla tastiera virtuale (che su iPhone è ovviamente ridicola dal punto di vista della superficie di controllo dell’applicazione) predomina imponente il remix pad che su iDevices assume un colore del tutto nuovo rispetto alla versione desktop. Per chi non sa di cosa stiamo parlando, tale aggeggio altro non è che una superficie di controllo divisa in 8 settori ciascuno dei quali, una volta selezionato, consente di attivare una variazione del preset caricato. La cosa bella è che nella versione mobile, come è facilmente intuibile, si può usare una gesture per glissare da una zona all’altra con un effetto di crossfading da far rabbrividire anche i più scettici, provare per credere. Basta trascinare il ditino da una zona all’altra tenendolo ben saldo sulla pallina luminosa e il gioco è fatto!

Proseguendo nell’analisi dell’interfaccia abbiamo, nella parte superiore, le “select boxes” di scelta del suono da caricare (sulla sinistra) e del loop da riprodurre (sulla destra) mediante il canonico pulsante di play/stop. Accanto a quest’ultimo pulsante abbiamo un bel bottoncino di recording con cui registrare le nostre composizioni e un altro pulsantino per accedere alle altre schermate dell’applicazione.

Prima di passare all’analisi di queste ultime, citiamo a volo d’uccello le possibilità offerte dai pulsanti immediatamente al di sopra della tastierina virtuale. Da sinistra verso destra:

  1. Pulsante di selezione della chiave, del bending mediante gestures e della polifonia
  2. Pulsanti maj/min di selezione della modalità “chord”. Premendo uno dei due pulsanti, alla pressione di un singolo tasto sulla tastiera verrà riprodotto un accordo maggiore o minore rispettivamente.
  3. Pulsante di holding (utile per la riproduzione di sequenze) dei tasti premuti
  4. Pulsante di regolazione del tempo dei loops e delle sequenze
  5. Pulsante di scorrimento/ridimensionamento della porzione di tastiera visualizzata. Se posto in posizione di unlock è possibile regolare la dimensione dei tasti bianchi e neri e la porzione di essi visualizzata, il tutto ancora mediante gestures

Passiamo alle altre schermate, accessibili, si è detto, mediante il pulsantino posto in alto all’estrema destra.

Questa è una delle due schermate offerte per l’editing del suono riprodotto. Dall’alto verso il basso, quattro sezioni di due controllers l’una:

  • Sezione di controllo del motore di sintesi granulare di Alchemy: mediante i due sliders (dens e size) è possibile regolare il numero di frammenti (grani) e la durata di ciascuno di essi, per ciascun campione costituente il suono riprodotto. Per maggiori approfondimenti sulla sintesi granulare vi rimando all’apposita pagina web di approfondimento disponibile sul sito di Camel Audio (http://www.camelaudio.com/alchemymanual/source/granular/)
  • Sezione di filtering passa basso con sliders di regolazione della frequenza di taglio e della resonance
  • Sezione effetti con sliders di regolazione del dosaggio di riverbero e delay interni
  • Sezione di controllo delle modulazioni: intensità della modulazione e rate dell’oscillatore a bassa frequenza

Andiamo avanti con un’altra sezione tipica di Alchemy, le superfici di controllo bidimensionali, anch’esse arricchite dalla possibilità di utilizzare gestures.

Due le superfici di controllo bidimensionali: ciascuna offre un parametro sull’ascissa e uno sull’ordinata e il punto al centro rappresenta una combinazione di valori di entrambi. Il tipo di parametro controllato varia in base al timbro. Nella versione desktop i parametri sono assegnabili, in quella mobile no. Per controllare il tutto, ancora il nostro infallibile ditino.

L’ultima schermata fornisce l’accesso alla selezione dei suoni, offrendo altresì la possibilità di selezionare il sound pack di espansione desiderato e, all’occorrenza, di acquistarlo. Pochi altri parametri di impostazione, relativi per lo più al protocollo MIDI.


Diamo un rapido sguardo a come si presenta la versione per iPad, dove, complice anche il display più ampio, tutto è reso in modo più organico e rapidamente accessibile.

E come controllo seriamente tutto sto popo’ di roba? Semplice, via MIDI naturalmente, utilizzando una qualunque interfaccia Core Midi oppure, per coloro che hanno un prodotto di controllo più datato (leggi Midi Mobilizer I o Synthstation 25/49) mediante Midibridge, con il quale l’app e assolutamente compatibile.

Concludiamo con il giudizio finale. L’applicazione è davvero degna di nota, non c’è che dire e chi è abituato alle meraviglie della versione desktop non rimarrà certo deluso dalla versione mobile. Le gestures sono davvero ben programmate e fanno venire quasi la voglia di utilizzare la versione per iDevices dal vivo, piuttosto che quella desktop data in pasto ad un lungo midi learning. Anche le performance non sono niente male: io dispongo di un iPhone 3GS (il minimo per far girare il tutto) e debbo dire che l’applicazione fa il suo lavoro senza problemi. Naturalmente dovete chiudere tutti i programmi in background…

Figuratevi su iPad 3 che cosa può essere, avete ancora timore a portarla in live con voi? Il prezzo è lievemente superiore allo standard delle app musicali per iOS, tenendo conto del numero di presets a disposizione senza expansion packs (100 suoni e 50 loops) ma, a conti fatti, il gioco vale assolutamente la candela. Se poi avete speso i soldini per Alchemy Desktop, non ditemi che resistete alla possibilità di portare i vostri suoni in tasca o, meglio ancora, di controllare la versione “big” mediante lo schermo dell’iPad?? E andiamo..

Vi lascio con questo video, con il quale assaporare ulteriormente le caratteristiche del prodotto.

Alla prossima.

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