U-He Diva e i synth Roland: Jupiter 8

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Ormai è noto, i virtual synth di casa U-HE hanno fatto e continuano da sempre a far parlare di loro, in particolare DIVA, synth semi modulare versatile e potente dotato altresì di un motore di sintesi capace di produrre una pasta sonora come pochi altri prodotti. Di DIVA abbiamo parlato a lungo in una mini serie incentrata sulle sue peculiarità e sui suoi punti di forza ragion per cui, per meglio comprendere quanto si dirà nel corso di questo articolo, vi invito caldamente a cliccare qui e a fare una breve ripassata.

Di Antonio Antetomaso

COPERTINA

Orbene, girovagando in rete, ho notato che a Diva viene quasi sempre associato il successo legato alla più che efficace emulazione delle macchine Moog ed in particolare del Minimoog Model D, emulazione che, mi risulta, essere capace di competere con Monark in ambiente Reaktor, di casa Native Instruments…senza nulla togliere ad altri prodotti a tema ugualmente validi naturalmente.

Non ho trovato quasi mai, invece, articoli e recensioni inerenti alla capacità di questo meraviglioso prodotto di emulare le macchine storiche che hanno portato la gloria in casa Roland, come la serie Juno e Jupiter.

Ne consegue la ragion d’essere di questo nuovo appuntamento insieme, ovverosia una chiacchierata su cosa si possa fare con Diva per emulare al meglio uno dei synth più belli e impossibili di casa Roland: il tonante JUPITER 8.

FIGURA1

Di emulazioni virtuali significative del Jupiter, purtroppo, al di là del JUPITER 8V di casa Arturia non si trova molto altro, giusto qualche tentativo con Reaktor che però si è rivelato incompleto e poco preciso.

Lo stesso prodotto di casa Arturia, benché completo e capace di regalare in ogni caso belle soddisfazioni, dal punto di vista della fedeltà timbrica alla “real thing” purtroppo delude un po’: sembra quasi che più che emulare il Jupiter 8, mamma Arturia abbia puntato a costruire un soft synth ispirato alla macchina originale ma dotato di diversi accorgimenti e possibilità aggiuntive che lo strumento originale non aveva, in linea con le possibilità espressive dei sintetizzatori moderni. Questione di gusti, io resto della mia assolutamente opinabile opinione che, quando si emula, la fedeltà alla macchina originale debba essere la “conditio sine qua non”. Poi eventualmente tutto il resto.

Proprio a tale proposito, Diva sembra alzare la mano e dire:” Scusate, ci sono anche io, guardate un po’ di cosa sono capace!”. E allora, abituato alla qualità di casa U-HE, affascinato dalla macchina originale come non mai, un po’ deluso dalle altre emulazioni, non ho saputo proprio resistere e mi sono deciso ad intraprendere un viaggio: la ricostruzione con DIVA di TUTTE (e sottolineo TUTTE) le timbriche di fabbrica del Jupiter 8 originale allo scopo di:

  1. Toccare con mano il grado di fedeltà ad esso;
  2. Approfondirne la conoscenza;
  3. Approfondire la conoscenza di Diva, che da sempre mi affascina come poche altre cose.

Andiamo per ordine, iniziando con le caratteristiche di massima del nostro protagonista, riassunte nello schema seguente:

FIGURA2

Due oscillatori potenzialmente impostabili in sync tra loro, un filtro passa alto, un filtro passa basso risonante, un mixer, un VCA, un LFO dirottabile su oscillatori e filtro, due inviluppi ADSR, pitch bending, modulation wheel…..e tanta tanta pasta!!

A tutto ciò si aggiunge la simpatica caratteristica del Jupiter 8 di essere organizzato come l’insieme di due synth indipendenti capaci di essere posti in split o in layering. Di referenze quante ne volete: Duran Duran (vi dice niente “Save a prayer”?), Depeche Mode, Howard Jones, Tears for fears, Elvis Costello, Toto, Yes….devo continuare?

Sperando di non avervi infastidito con la rapidità del mio excursus e rimandandovi a questo autorevole link per ulteriori approfondimenti del caso, direi di spostarci sul tema centrale, l’emulazione di questa macchina con DIVA.

E’ stato il sito www.synthmania.com a dare la scintilla per far esplodere il tutto, fornendo niente popo’ di meno che la lista completa di tutti i presets, un esempio in mp3 di ciascuno di essi e un manuale PDF con raffigurate le configurazioni di pannello per ciascun timbro della lista. Trovate tutto qui.

E veniamo ordunque alla configurazione da adottare per DIVA perchè diventi il nostro Virtual Jupiter, dove per configurazione si intende (ricordiamo), il set di moduli da adottare per oscillatori, filtri, inviluppi e compagnia cantante.

 

FIGURA3

OSCILLATORI

Il modulo oscillatore che fa al caso nostro è il DUAL VCO, ispirato, per l’appunto, ai synth di casa Roland. Il modulo contiene due oscillatori, il primo dei quali, VCO1, offre:

  1. Triangolare
  2. Dente di sega
  3. Impulsiva a simmetria variabile
  4. Rumore bianco

Il secondo oscillatore offre le stesse forme d’onda tranne il rumore che è sostituito dalla sinusoide. E’ possibile porre l’oscillatore 2 in sync con l’oscillatore 1 (vco2 slave e vco1 master) ed effettuare un lieve detuning per valori pressochè continui, fino ad un massimo di + o – cinque semitoni e mezzo (una quarta aumentata o una quinta diminuita). Delle forme d’onda impulsive è possibile regolare la simmetria, come pure è possibile modulare la frequenza dell’oscillatore 2 ad opera dell’oscillatore 1, in modo dosabile. Presente infine un potenziometro che miscela a dovere VCO1 e VCO2.

E’ possibile inoltre modulare un po’ tutto:

  1. PWM;
  2. Pitch degli oscillatori per mezzo di due sorgenti di modulazione (in genere un inviluppo e un LFO);
  3. Modulazione di frequenza (cross modulazione).

Rispetto alla macchina originale sono apprezzabili alcune differenze. Capiremo alla fine insieme come esse possano incidere sulla programmazione delle timbriche originali, in bene o in male:

  1. Le forme d’onda degli oscillatori sono regolabili per valori discreti e piedaggi d’ottava, a differenza della macchina originale dove i potenziometri consentivano variazioni continue. Questo significa che non è possibile (a meno di accorgimenti) regolare il VCO1 una quinta sopra il VCO2, ad esempio. Buoni…..ho detto a meno di accorgimenti;
  2. Nella macchina originale è il VCO1 ad essere modulato in frequenza ad opera del VCO2 e non il viceversa. Come pure non è possibile modulare la cross modulazione, mentre in DIVA è possibile;
  3. Nella macchina originale, il VCO2 può essere degradato ad LFO, in Diva questo non succede. Conoscendo DIVA, secondo voi è un problema o no? Eheheheh;
  4. Nella macchina originale la sinusoide è fornita da VCO1, il rumore dal VCO2;
  5. Nella macchina originale lo slider di PWM agisce su entrambi gli oscillatori, DIVA consente di scegliere se farlo agire soltanto sul VCO1 o su entrambi.

E, in generale, ma questo vale un po’ per tutti i restanti moduli, i valori degli sliders e dei potenziometri non corrispondono uno a uno con quelli della macchina originale, come è lecito attendersi. Diciamo che uno slider regolato a 100 sul Jupiter, deve essere impostato a 70 su DIVA.

Tant’è che nella programmazione delle timbriche originali, pur essendo partito dallo schema riportato nel documento PDF fornito da Synthmania, alla fine ho dovuto comunque operare degli aggiustamenti “a orecchio”, basandomi sugli esempi audio.

 

FIGURA4

FILTRI

Qui andiamo lisci come l’olio: un filtro passa alto a valle del mixer e uno passa basso risonante a seguire. I moduli che fanno al caso nostro sono:

  1. HPF PRE per il filtro passa alto;
  2. VCF CASCADE per il filtro passa basso;

FIGURA5

Il secondo può essere modulato nella frequenza di taglio da due sorgenti di modulazione a scelta (generalmente un inviluppo ed un LFO), può essere commutato a 12db o a 24db, esattamente come nella macchina originale, consente di dosare l’incidenza dell’altezza delle note sulla frequenza di taglio e offre le seguenti features aggiuntive rispetto al filtro del Jupiter 8:

  1. Controllo ROUGH/CLEAN che dosa la quantità di risonanza sulle alte frequenze dello spettro del segnale originale;
  2. Modulazione della frequenza di taglio ad opera dell’oscillatore 1.

 

FIGURA6

INVILUPPI

Anche con la sezione inviluppi ce la caviamo alla grandissima. Il modulo che fa al caso nostro è ANALOGUE ENV per entrambi gli inviluppi, ENV1 e ENV2.

Due differenze rispetto alla macchina originale: la prima risiede nel fatto che, mentre nel Jupiter 8 ENV1 modula il filtro e ENV2 l’amplificatore, in DIVA accade l’esatto contrario senza possibilità di assegnazione di un altro inviluppo al VCA.  La seconda, nel fatto che in DIVA manca un esplicito pulsante per commutare l’inviluppo del filtro in modalità invertita: per modulare in questo modo basta semplicemente regolare l’indice di modulazione ad opera dell’inviluppo su valori negativi e, scusate se è poco, questa feature vale per tutte le sorgenti di modulazione previste nel prodotto di casa U-HE.

In merito alle sorgenti di modulazione cicliche i due LFO di Diva bastano e avanzano ad emulare l’unico LFO della macchina originale. Tutto quello che DIVA offre di più in termini di modulazioni, effetti, controlli ecc….è ben oltre quanto si possa trovare nel Jupiter 8 hardware e, perchè no, può essere usato all’occorrenza per arricchire le nostre timbriche bypassando i limiti del synth originale.

Vediamo brevemente come hanno inciso le differenze rilevate rispetto alla macchina originale, sulla programmazione delle timbriche originali:

  1. Intonazione per valori discreti: fastidioso per le timbriche in cui uno degli oscillatori è intonato più di una quarta aumentata sopra o sotto rispetto all’altro. In questo caso bisogna lavorare di fantasia e ricordarsi la regoletta della somma di un intervallo e del suo rivolto che fa sempre 9: intonato una quinta sopra è equivalente ad intonato una quarta sotto, partendo dall’ottava successiva. Ad es. VCO1 intonato a 16’ e VCO2 intonato  una quinta sopra è stato risolto impostando VCO1 a 16’, VCO2 a 8’ ed operando un fine tuning una quarta sotto. Le cose si complicano quando si desidera intonare VCO1 una quinta sopra VCO2 e non abbiamo il fine tuning per il primo oscillatore. Il giochino è più o meno lo stesso, basta intonare VCO1 una quinta sotto e VCO2 una quarta sotto l’ottava successiva a quella di VCO1; non è proprio la stessa identica cosa dato che è VCO2 ad essere intonato una quinta sopra…ma è il meglio che si può fare;
  2. VCO1 che modula in frequenza VCO2: non ci son santi, tocca scambiare il ruolo dei due oscillatori, contando sul fatto che 3 forme d’onda su 4 coincidono. Se vogliamo modulare la frequenza di VCO1 con la sinusoide del VCO2….’un se po’ fa;
  3. Impossibilità di degradare VCO2 ad LFO: ce la caviamo alla grande usando 2 LFO. In particolare, per le timbriche in cui LFO modula VCO2 degradato ad LFO e quest’ultimo che cross modula VCO1, il trucco è semplice e funziona bene: si modula il rate dell’LFO2 con l’LFO1 e si usa l’LFO2 per modulare la frequenza dell’oscillatore VCO1. Questo approccio è stato usato per le timbriche di tipo EFX del Jupiter, in cui si fa largo uso della cross modulazione e del VCO2 degradato ad LFO;
  4. Sinusoide offerta da VCO2 e rumore da VCO1: vedi punto 2;
  5. Inviluppi invertiti: basta saperlo e poi non ci si pensa più.

Non manca qualcosa? Come no? Il layering e lo split!! Purtroppo l’unico modo di ottenerlo è, CPU permettendo, aprire due istanze di DIVA regolare il canale MIDI delle due tracce (stesso numero per il layering, numeri diversi e corrispondenti ai canali associati alla zona upper e lower del nostro controller MIDI per lo split). Questo, purtroppo, è l’unico vero limite significativo di DIVA, in merito alla vicinanza al Jupiter 8.

 

AL DUNQUE

A dispetto delle differenze emerse, dopo aver programmato 88 timbriche il mio giudizio si riassume in due parole che credo possano rendere bene cosa penso di questa esperienza: BELLA STORIA!!

Bella per come vengono ancora una volta confermate le potenzialità espressive e la versatilità di questo synth, bella per la semplicità e la rapidità con cui si raggiungono certi risultati, bella perchè la pasta sonora di DIVA rende giustizia alla macchina originale e bella perchè…..perchè….perchè è davvero appagante udire questa botta nelle cuffie e rendersi conto che proviene da un software e non da una macchina analogica vera.

Senza nulla togliere ad altri prodotti, azzardo con l’entusiasmo e mi permetto di definire DIVA l’emulazione del Jupiter 8 più riuscita al momento presente sul mercato. Non ci credete? Beh, che dire, aprite le orecchie ed ascoltate le demo presenti qui, paragonandole ai samples in mp3 presenti su Synthmania.com, avendo cura di scegliere il campione corrispondente naturalmente.

Dite la verità, li volete o no questi presets? Si? Bene, li trovate a questo link, assieme agli stessi presets programmati per il Jupiter 8V di Arturia. Scaricate e divertitevi e se vorrete inviarmi le vostre impressioni, critiche e commenti ve ne sarò come sempre grato.

Come pure, i presets vengono forniti in logica “open source”. Qualunque miglioramento vi sentiate di apportare, apportatelo pure e se vorrete inviarmi le vostre modifiche ve ne sarò di certo grato citando il vostro contributo.

 

A presto….magari con il prossimo synth Roland emulato!

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Comments (3)

  • Fabio Macor

    |

    Ottimo lavoro, complimenit e grazie per aver reso disponibili i preset!!

    Reply

  • Antonio Antetomaso

    |

    Ciao Fabio, grazie degli apprezzamenti. Sono contento che il tutto ti sia piaciuto. Buon divertimento.
    😉

    Reply

  • Gigi Pitossi

    |

    Ottimo articolo ottima idea!

    Reply

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