Studiologic Sledge Polyphonic Synthesizer – In action
Ogni volta che un nuovo sintetizzatore vede la luce, i musicisti – e non solo quelli elettronici – dovrebbero accendere una candela e innalzare preghiere di ringraziamento: l’impegno strutturale, economico, progettuale e culturale che c’è dietro questa (apparentemente) semplice operazione è una conferma della salute del mercato. Come si diceva negli Anni 80: alive and kickin’. Se poi lo strumento in questione – pur con un cuore tedesco – nasce nei patrii lidi, le cose diventano ancora più interessanti.
Di Enrico Cosimi
Ci eravamo già occupati di Sledge in occasione del Winter NAMM e della presentazione europea tenutasi in concomitanza con la Frankfurt Musikmesse 2012; le caratteristiche sono note e, da questo punto di vista, basterà un veloce riassunto prima di tuffarci nella materia viva. Sledge è un sintetizzatore polifonico virtual analog, che sfrutta il motore di sintesi prodotto da Waldorf per il ben noto Blofeld Synthesizer. Da questo a dire che Sledge sia uguale a Blofeld, alla luce dell’esperienza diretta, ce ne corre e – con il capo cosparso di cenere – anche noi dobbiamo fare ammenda di diverse imprecisioni frutto delle (all’epoca) scarse informazioni che circolavano.