SYNTHOGY IVORY II – WHAT DO YOU WHAT FROM YOUR PIANO?

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

Oggetto di questo nuovo appuntamento insieme è l’analisi di uno dei “giganti” dell’ emulazione del piano acustico. Gigante in prima istanza per la quantità di campioni adoperata… capiremo insieme se gigante anche in termini di resa timbrica. Ivory II di casa Synthogy, nasce, appunto come evoluzione della versione 1.x del prodotto, disponibile sul mercato da almeno  5 anni e ormai fuori mercato. Quindi sostanzialmente un software ultra collaudato e che nel tempo ha subito notevoli miglioramenti.

Di Antonio Antetomaso

Dicevamo gigante, perché Ivory II viene venduto come un set di 11 DVD per un totale di 77 GB su disco solo per il pacchetto base, che copre l’emulazione di tre pianoforti celebri:

  •  Yamaha grand C
  • Bosendorfer imperial 290
  • Steinway model D

Opzionalmente, è possibile acquistare dei pacchetti di espansione. Il primo (Italian Grand) è dedicato al campionamento dell’orgoglio Italiano, il Fazioli, e pesa circa 28 GB. Il secondo pacchetto (Upright pianos) è invece dedicato ai pianoforti verticali e pesa 15 GB. Il terzo, di recentissima concezione è American Concert D, dedicato ai campionamenti di un meraviglioso Steinway model D di genesi Statunitense.

Dove finisce tutta sta roba? Beh su un hard disk esterno sufficientemente veloce (almeno 7200 RPM se non di più, ma meglio se a stato solido). E poi? Quanta RAM ci vuole per caricare tutto questo ben di Dio? Un tera di RAM è sufficiente? Tranquilli: i campioni sono infatti codificati in un formato proprietario, studiato appositamente per l’esecuzione dal vivo e per l’ottimizzazione dei tempi di caricamento e delle latenze. Essi sono letti da un programma eseguibile sia in modalità standalone, che VST, AU, RTAS. Tale software, che svariati controlli per operare sul timbro di piano di partenza, necessita di un dongle iLok per essere eseguito, altrimenti non suona.

Facciamo una piccola parentesi su iLok, visto che ormai se ne parla.

Cos’è? E’ una marca di prodotti dedicati all’anti contraffazione mediante dei dongle USB dotati di chip crittografico. In pratica, su tale chiavetta vengono registrate, mediante un’interfaccia WEB appositamente studiata, le licenze dei prodotti acquistati e protetti mediante tale sistema. Così facendo, il software è “quasi incraccabile”, dato che si fa uso di un hardware dedicato per la verifica dei diritti di utilizzo di esso. Dico “quasi” perché in informatica l’impossibile diventa possibile (“Il cucchiaio non esiste” diceva qualcuno in un film recente e celeberrimo). Diciamo che gli algoritmi alla base di iLok al momento mi risultano non essere stati ancora “crackati” mentre quelli alla base di Syncrosoft eLicenser (il cuginetto che protegge Cubase) invece si…

Passiamo all’interfaccia di Ivory II, mostrata in figura.  Assolutamente in linea con lo scopo del prodotto, essa è assai complessa e permette di intervenire su praticamente tutti gli aspetti che incidono sul timbro di un pianoforte.

Quattro le sezioni in cui è organizzata l’interfaccia:

1) Program: la sezione di default. Consente di scegliere il tipo di piano e il relativo preset che si intende suonare e ospita i parametri che regolano la generazione timbrica in senso stretto. Da sinistra verso destra (senza entrare troppo nel dettaglio), si può intervenire sulla risonanza simpatetica e sul pedale, sui livelli di dinamica e sui rumori della meccanica, sull’apertura del coperchio del piano e sulla prospettiva di microfonazione (musicista/surround) e infine si può scegliere di abilitare un layer di pad molto convincente. In questa, come nelle altre sezioni è possibile salvare i propri settaggi per richiamarli in un secondo momento. I settaggi in questa sezione si portano appresso anche i settaggi delle altre sezioni: richiamare un preset dalla sezione “Program” significa sostanzialmente caricare il piano con i parametri e tutti i preset delle altre sezioni presentate di seguito, associate al medesimo timbro di piano in fase di salvataggio.

2) Session: Tale sezione è incentrata sull’accordatura dello strumento (sinistra) e sui settaggi relativi alla curva di dinamica, in base al controller che si ha a disposizione (destra). E’ interessante l’opzione di auto configurazione della curva di dinamica che semplifica di molto il lavoro.

3) Effects: il nome parla da solo. Sezione ricchissima dedicata ai controlli di  equalizzazione e agli effetti disponibili ed eventualmente applicabili al timbro finale. Trattandosi di un piano, non è che ci si possa sbizzarrire con gli effetti, se si vuole rimanere in tema. Due quelli disponibili: Chorus e Riverbero o, meglio, “Ambience”.

4) Preferences: sezione generica in cui è mostrata la versione del software e i settaggi relativi ai controller midi per il volume e per il sustain.

 

In action 

Arriviamo ai commenti sulla resa timbrica. Beh ragazzi, ma che volete che vi dica, il prodotto suona da Dio. Le timbriche sono eccezionali, di un dettaglio impressionante e con una risposta al tocco assolutamente degna di nota. Non mento se vi dico che il programma è nella hit parade dei prodotti che costituiscono il mio arsenale da guerra. Con la quantità e la diversità dei pianoforti messi a disposizione ci si può affrontare qualsiasi genere musicale.

Infatti:

  1. Lo Steinway, morbido e delicato si presta benissimo per le ballads in piano solo
  2. Il Bosendorfer, imponente e dinamico ma anche caldo e avvolgente per la musica classica
  3. Lo Yamaha C7 dal suono più cristallino e maggiormente presente, per i brani in gruppo. Rende benissimo sui brani Jazz in trio o in quartetto ed eccelle nella musica POP.
  4. Il Fazioli (il mio preferito assieme allo Steinway) è versatilissimo e ci si riesce a fare di tutto. Opportunamente equalizzato dà veramente l’impressione di suonare il piano di Keith Jarrett in trio con Peacock e Dejohnette. Provare per credere (naturalmente di Jarrett ce n’è uno solo).

Non ho provato gli “Upright pianos” perché non ce li ho e lo stesso dicasi per l’American Concert D, ma dalle demo e considerando anche il fatto che si tratta di prodotti recenti, non sembrano offrire niente di meno. Insomma, un gigante dal punto di vista delle dimensioni, ma anche del livello di dettaglio a cui esso abitua l’utente. I rimanenti prodotti sul mercato sembrano davvero dei giocattoli a confronto. Anche la resa dal vivo non è da meno. OK, OK abbiamo capito, sei in estasi. Ma dov’è la fregatura?? La fregatura, o, meglio, il prezzo da pagare per tutto questo ben di Dio è sostanzialmente nei seguenti punti:

  • Prezzo: 269 euro + 39 euro di dongle iLok (mediamente). Se volete l’estensione “Italian Grand” e, credetemi, ne vale la pena, altri 149 euro. Totale 459 euro di listino euro più euro meno. Naturalmente potete trovare offerte o bundle.
  • Obbligo di un dongle: su un notebook significa adottare quasi certamente un hub USB (scheda audio, chiavetta, hard disk). Sul macbook sicuramente si.
  • Obbligo di uno storage esterno bello capiente. In merito alle performance, Ivory II funziona egregiamente su un normale HD esterno di mercato. Ovviamente l’eccellenza la si ha con dischi più veloci, USB 3.0 o, meglio ancora, a stato solido. Sempre ovviamente, almeno un’altra settantina di euro da mettere in conto, se si è costretti a comprare un hard disk.

Qualche critica mi sento di farla solo sulla scarsa possibilità di selezione della configurazione dei microfoni di ripresa: da un prodotto del genere mi sarei aspettato una gestione alla Pianoteq ed invece si hanno solo due possibilità: musicista e surround.

Buona musica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Comments (10)

  • Giorgio

    |

    Veramente bell’articolo. Ma qualche demo audio?? 😀

    Reply

    • Giorgio

      |

      Grazie mille!! La mia richiesta nasce soprattutto (ma non solo) per sentire il Fazioli! Poi dopo quest’articolo!! :)

      Reply

  • Antonio Antetomaso

    |

    Ciao Giorgio, sono contento ti sia piaciuto l’articolo. Dunque, in merito alle demo trovi tutto, ma veramente tutto, sul sito di Synthogy.

    http://www.synthogy.com/demos/grandpiano.html

    Se hai una scheda audio carrozzata e una connessione Internet decente (una normale ADSL) puoi anche provarlo direttamente attraverso la rete andando qui:

    http://www.synthogy.com/news/announcements/a2011-1101b.html.

    Basta scaricare un piccolo client e prenotare una sessione demo. Io l’ho fatto, una vera chicca.

    Che vuoi di più? 😀

    Un saluto.

    Antonio.

    Reply

  • Giorgio

    |

    Wow, non sapevo della sessione demo!! Ti ringrazio infinitamente per questa segnalazione!! 😀

    Reply

    • Antonio Antetomaso

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      Figurati, è un piacere. A presto.

      Reply

  • davide

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    Salve,corre porre una domanda.
    Ho acquistato l’italian grand piano’s, e ho trovato qualche problema con la latenza, un mio amico mi ha suggerito di scaricare Asio 4 All , cosa ne pensate? Grazie e buona musica a tutti. Davide

    Reply

    • Antonio Antetomaso

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      Ciao Davide,

      se hai una scheda audio dedicata alla musica non hai bisogno dei drivers ASIO4ALL. I driver della scheda audio sono già disegnati per fornirti latenza bassa. Prova a vedere nella sezione “Preferences” di Ivory, lì dovrebbe esserci la regolazione del buffer che dovrebbe essere non superiore a 256. Valori superiori provocano un minimo di latenza (es. 512).

      Se invece stai suonando con la scheda audio interna del computer allora la latenza è normale. In tal caso scarica i driver ASIO4ALL, ma ti consiglio quanto prima di comperare una scheda audio esterna (USB o FIREWIRE) dedicata.

      Antonio.

      Reply

  • Gianfranco

    |

    salve ho acquistato ivory II grand pianos , tutto ok ma problemi di latenza insuperabili , scheda audio esterna akai eie pro , e setting interno software , 256 baffer, problema resta , mi dicono cambire scheda con una focusrite 18i8 , hai una idea di come si possa risolvere o un problema della casa produttrice? grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la latenza, di solito, è dovuta a insufficienti risorse a disposizione per l’elaborazione dei dati; o si velocizza il computer, o si rallentano le pretese – lecite ovviamente – del musicista accettando un buffer di dimensioni maggiori; i requisiti tecnici richiesti dal programma sono soddisfatti?

      Reply

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