Solid State Logic SiX, l’anello che mancava – Parte Prima

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

 

Solid State Logic (SSL per semplificare) costruisce console super-professionali dal 1969. Da allora sono circa 3000 i clienti che si sono avvalsi del brand per attrezzare i loro studi.

Fondata da Colin Sanders e passata per le mani di Peter Gabriel, l’azienda è attualmente proprietà del gruppo Audiotronix, una multinazionale dell’estremo oriente che possiede anche altri marchi di prestigio (Allen&Heath, Calrec, DiGiGrid, DiGiCo tra questi). Gabriel ci risulta ancora in possesso di una quota minoritaria del pacchetto azionario.

di Emiliano Girolami

La nuova proprietà ha mantenuto il target di SSL UK allargando contemporaneamente la produzione a fabbriche proprietarie di alto rango situate, indovinate un po’, in Cina.

SiX

La mossa consente di muoversi su due fronti a tutto vantaggio dei clienti. Da una parte l’ovvia riduzione dei prezzi e, dall’altra, la possibilità di sviluppare chip specificamente disegnati per le esigenze della casa. Tutto questo mantenendo la qualità inalterata come vedremo tra poco.

Il primo prodotto del nuovo corso è Fusion. Un processore per segnali stereofonici con molte funzioni utili sia in mix (sul main bus) che nel mastering.

In modo del tutto inaspettato è appena arrivata sul mercato una console (chiamarla così e pensare alle 4000 o le 9000 ci lascia un po’ perplessi) dedicata al mercato degli home e project studio. Il prezzo (inaspettatamente abbordabile per un prodotto con questo marchio) e il form factor (il mixer è piccolo) non lasciano dubbi sulla scelta. Approfondiamo.

 

over

 

SiX è realizzato seguendo i dettami della famiglia Superanalogue. Questo vuol dire dinamica, livello di rumore, distorsione, banda passante e risposta ai transienti senza compromessi. Non riportiamo i valori (consigliando un giro sul sito SSL per i più curiosi) perché sono, semplicemente, quanto di meglio si può trovare sul mercato. Citiamo, a titolo di esempio, la risposta in frequenza che va da quasi 0Hz a quasi 100KHz. I risultati sono ottenuti grazie a soluzioni originali nelle topologie dei circuiti, utilizzo di componenti di qualità (strizzando l’occhio al progresso) e decenni di esperienza ai massimi livelli. Se avete tempo trovate maggiori dettagli su questo articolo: http://sslweb.solidstatelogic.com.s3.amazonaws.com/content/SSL_LiftingTheVeil.pdf

Nonostante le dimensioni contenute, sul SiX troviamo sei blocchi principali:

  • channel strip (due canali mono)
  • stereo line channel (due canali stereo)
  • una sezione foldback stereo (due mandate)
  • una sezione monitor
  • due ingressi ausiliari
  • un master bus

La costruzione del mixer è completamente bilanciata (anche qui nessun compromesso) e cura particolare è stata data al matching dei livelli tra le varie sezioni oltre che alla accuratezza del metering.

 

Channel strip

Ogni canale ha due ingressi Superanalogue selezionabili attraverso un commutatore. Il primo (Mic) con connettore XLR ha un controllo per il Gain (fino a 72dB) e uno switch per HPF a 75Hz. L’ingresso Line utilizza un plug TRS classico e può diventare Hi-Z quando necessario. Abbiamo modo di ritenere che i circuiti impiegati per lo stadio di guadagno siano nuovi e sviluppati appositamente per SSL. Proseguendo troviamo un Channel Compressor configurato in modalità Feed-forward per il quale abbiamo a disposizione, oltre al selettore di attivazione, il solo controllo di soglia. Il livello di compressione è misurato attraverso tre LED a semaforo (il giallo rappresenta il raggiungimento della soglia). Il livello di compressione è fisso a 2:1, l’attacco varia in funzione del programma da 8msec a 30msec, il rilascio è fisso a 300 msec. Segue un Channel Equalizer a due bande che possono essere configurate Bell o Shelf. Scegliendo la prima opzione le frequenze di intervento si spostano verso il centro della banda audio (furbo!). Le due mandate, inseribili con apposito comando, hanno un controllo di livello e uno di Pan. Nella prima di queste (Fold-Back1) si nota anche un pulsante Alt che, se attivato, abilita un ulteriore ingresso di linea che può essere indirizzato sul Master Bus. Il canale dispone anche di un insert bilanciato e attivabile con un pulsante. La mandata di questo è sempre attiva e può essere utilizzata per il direct recording. Il Mute (attivabile) manda il segnale su un ulteriore Bus B e lo switch PFL consente di regolare il guadagno di input. La dotazione dei controlli è completata da fader da 100mm e manopola di Pan. I livelli si controllano attraverso una barra LED a otto segmenti che prevede un LED specifico per i 18dB (corrispondente allo 0dBFS dei convertitori A/D). Tutti gli switch sono dotati di status LED. Si poteva desiderare di più?

 

Stereo Line Channel

Molto più semplici dei precedenti, hanno un controllo di Gain, uno di Balance e il Fader (100mm anche qui). Le mandate ai fold-back hanno, oltre lo switch, il relativo controllo di livello. La barra LED di monitoraggio (con LED a 18dB) è doppia e i pulsanti di Mute/Bus-B e PFL completano la dotazione. Diventano mono se si connette il solo ingresso Left.

 

Sezione Foldback

Le linee sono due, stereo e bilanciate. La prima può essere mandata sul Master Bus (e, in combinazione agli ingressi Alt, fornisce – come detto – ulteriori due segnali mixabili). Su entrambe è attivo (ma sempre con comando dedicato) il Talkback che ha un sui ingresso microfonico (anch’esso Superanalogue) con Phantom e (udite-udite) il Listen Mic Compressor per quel classico slammed drum sound. Entrambe possono essere configurate pre o post fader.

 

Sezione Monitor

Completa e ben organizzata consente di gestire due coppie di monitor e l’ascolto in mono. Può essere indirizzata sui vari bus ed è dotata di Dim (regolabile) e Mute.

 

Ingressi ausiliari

Sono due input di linea stereo con livello regolabile. Insieme a quelli di linea con fader alle due channel strip e gli ingressi Alt, fanno del SiX un sommatore (Superanalogue) a 12 input.

 

Master Bus

Questo è dotato di fader da 100mm, insert stereo e barra di LED a 12 segmenti (anche qui con indicazione specifica dei 18dB). Fiore all’occhiello della sezione è il G-Series Bus Compressor. È una versione specifica per SiX. Ha la stessa topologia del circuito storico e, anche qui, un nuovo Quad-VCA sviluppato per l’occasione a supporto della gestione della dinamica. I controlli sono soltanto due (Threshold e Make Up Gain) con una striscia di cinque LED per visualizzare la riduzione del guadagno. Il rapporto di compressione è fissato sui 4:1. I tempi di attacco e rilascio non sono stati comunicati, è invece descritta nel manuale la presenza di un filtro a 50Hz sulla sidechain per favorire l’equilibrio generale per programmi bass heavy.

Le connessioni sono distribuite tra la parte alta del pannello e il retro dove spiccano due plug DB25 dedicati soprattutto agli insert.

 

SiX_backpanel

Dove e come utilizzare il SiX

Riassumendo abbiamo sei canali (due mono più due stereo) da cui deriva il nome dell’unità. A questi possono essere aggiunti ulteriori sei (quattro + due) ingressi stereo.

Quando il numero di sorgenti da registrare (Mic, Line o ad alta impedenza) è limitato si può ricorrere ai due Superanalogue e al TalkMic che è comunque dotato di preamp di qualità e del famigerato Listen Mic Compressor (LMC). Numero di canali a parte, si hanno le stesse possibilità (routing, prestazioni e connettività) offerte dalle console serie 9000 fatte salve le limitazioni relative ai compressori e gli equalizzatori dei canali mono (si può sempre ricorrere agli insert per aggiungere outboard nel caso ce ne fosse bisogno).

Questa situazione è ideale per gli home e applicabile anche nei project studio.

Quando il numero di tracce da registrare aumenta si deve far ricorso a mic pre esterni. In questo modo si può arrivare a cinque tracce contemporanee sufficienti, ad esempio, per riprendere una batteria con cassa, rullante, due overhead e il microfono di ambiente dotato di LMC. Posizionando i microfoni in modo adeguato il setup è sufficiente per registrazioni professionali in molti contesti.

Per i sostenitori della somma analogica si hanno a disposizione dodici ingressi e un sommatore Superanalogue con più di 27dB di overhead con rumore bassissimo e risposta ai transienti invidiabile.

L’utilizzo come solo sommatore, però, non rende merito al dispositivo che può essere pensato come lo stadio intermedio di una console di dimensioni maggiori dotata di quattro bus stereo (gli ingressi Line del SiX) e due canali mono fully featured. A questi si aggiunge il Master Bus con eventuale Insert (dello SSL Fusion?) e con l’ovvio utilizzo del G-Series Bus Comp disponibile al tocco di un pulsante.

In home/project studio non è inusuale trovare interfacce audio con otto uscite. Se si utilizza il mixer della DAW per il processing delle singole tracce (tranne le due più importanti che possono essere delegate al SiX) mandando in uscita i gruppi per strumenti omogenei (chitarre, tastiere, batteria e percussioni, ecc) si ottiene un mixer ibrido che vede il SiX (e tutte le sue possibilità di elaborazione) al centro della catena audio con eventuale outboard a completare la dotazione.

 

In uso

Per questa prima parte del test ci siamo concentrati sul mix di un brano già registrato. Il primo test lo abbiamo fatto senza outboard (fatta eccezione per il riverbero) per ascoltare il suono della console e dei suoi componenti. Voce e basso sono stati mandati sui canali uno e due, la batteria sugli ingressi stereo tre e quattro, le chitarre su cinque e sei e le tastiere su Ext1 (stereo). Ext2 è stato utilizzato per il ritorno del riverbero.

La prima sensazione che si ha è di un suono completo e dettagliato. Non si perde nulla del messaggio sonoro originale e si ha la certezza che eventuali elaborazioni portino subito ai risultati desiderati. Difficile (impossibile?) mettere in crisi l’unità anche con i controlli sui livelli estremi. Siamo lontani dalle saturazioni della serie 4000 ma il risultato è sempre gradevole nella sua pulizia.

I compressori dei canali mono non hanno il timbro caratteristico che troviamo, ad esempio, nel modulo serie 500 611DYN. Qui tutto è più pulito anche se l’effetto sull’inviluppo (sia della voce che del basso) è ben evidente anche con gain reduction bassa. Il suono è indubbiamente SSL. La presenza di un solo controllo non crea particolari problemi, segno evidente che la scelta dei parametri di default e l’attacco program dependent sono stati indovinati.

L’equalizzatore è più gentile, a volte si sente il bisogno di spingere a fondo e arrivare ai 15dB disponibili. Lo shift di frequenza che si ha quando si passa da Shelf a Bell è utile. Il device è da immaginare più per assecondare che per correggere. Anche qui suono molto pulito e, in questo caso, molto più vicino al cugino (611EQ) della serie 500.

Sugli ingressi stereo c’è poco da dire. Quello che entra si ritrova in uscita senza aggiunte e con, ancora, quella sensazione di solidità.

Lodi sperticate per il compressore sul master (G-Series Bus Comp). Funziona bene, anzi benissimo. Fa esattamente quello che ci si aspetta senza alcun tipo di compromesso. Insieme al sommatore fa una coppia perfetta che, inserita in home/project studio, ne innalza il livello qualitativo. Da quando le DAW lavorano a 32bit in virgola mobile il dibattito su somma digitale o analogica ha perso il suo senso. Inserire il compressore SSL nella contesa fa pendere inevitabilmente la bilancia sull’opzione analogica.

Lavorare sul pannello controlli è facile nonostante l’affollamento. Il metering è efficace e conforme agli standard. Le indicazioni serigrafate rappresentano effettivamente la realtà. Lavorare con SSL SiX è un piacere. Nel video che segue un resoconto del test senza dispositivi esterni:

Schermata 2019-04-26 alle 13.37.50

Se alla solidità del suono Superanalogue si vuole aggiungere un po’ di colore basta inserire outboard nei percorsi audio. Un resoconto di questo approccio nel prossimo video:

 

Schermata 2019-04-26 alle 13.39.19

Per finire con gli esempi riportiamo il risultato dei mix nei due casi (rispettivamente senza outboard e con utilizzo di componenti esterni). Il pezzo è Vite parallele (di E.Girolami eseguito da NTFC Band).

 

 

 

Conclusioni

Lo street price di SSL SiX è 1.400€ circa. Non è basso in assoluto, lo è se si considera il livello dei prezzi medi per il brand e le caratteristiche della piccola (grande) console. Il nuovo corso di Solid State Logic, iniziato con Fusion, sembra essere indovinato. SiX è utilissimo per chi preferisce lavorare out of the box e apprezza ancora il suono e il workflow dei componenti analogici. E poi quel G-Series Bus Comp

Nella prossima parte ci occuperemo della registrazione. A presto!

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