Sequential Prophet-6 Desktop
Alla fine, Dave Smith ha messo tutti d’accordo… Se le quattro ottave sensibili alla dinamica e all’aftertouch del Prophet-6 potevano sembrare poche, ora sarà possibile acquistare la versione Desktop, da usare con qualsiasi master keyboard di estensione ritenuta sufficiente.
Di Enrico Cosimi
Premesso che il nuovo Prophet-6 è una macchina originale, analogica, con qualche punto in comune con la versione 5 di tanti anni orsono, ma non è un remake del grande classico – per certi versi, è più potente… – è piacevole notare che la versione Desktop può essere utilizzata in Chain Mode, agganciando due apparecchi per incrementare la polifonia disponibile. L’articolazione di pannello è la stessa della versione a tastiera, con accesso immediato a tutti i parametri significativi. Un paradiso della programmazione analogica…
Ricordiamo in breve le caratteristiche salienti dell’architettura Prophet-6/Prophet-6 Desktop:
- Voci: 6
- Split/Stack: nessuno
- Oscillatori per voce: 2 più sub oscillatore
- Tipo di oscillatori: analog VCO
- Filtri analogici: 1 low pass custom, 1 high pass custom
- Effetti: doppio DSP (chorus, phaser, delay, bbd delay, reverb hall, room, plate, spring), Stereo analog distortion
- Mod Matrix: Poly Mod; 2 sorgenti (Filter Env, Osc 2), 5 destinazioni (Freq 1, Shape 1, PW 1, LPF, HPF)
- LFO: 1 globale
- Envelope: 2
- Sequencer: 64 step, polifonico
- Arpeggiator: si
- CV I/O: non disponibili
- Ext Audio In: non disponibile
- Performance Touch Slider: non disponibili
- PolyChain: si, nella versione Desktop
- Tastiera: solo nella versione non desktop, quattro ottave
- USB: si
- MIDI: In, Out, Thru
- Pedal Input: sustain, volume, lp cutoff, seq start/stop
Tags: Dave Smith, Desktop, Prophet 6, Sequential
Comments (17)
Attilio De Simone
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Rispetto alle possibilità di modulazione del tetra, dei prophet 8 e 12, il 6 è molto limitato. Sicuramente l’operazione nostalgia ha il suo peso su questo synth. Bisogna capire quanto il suono del 6 si avvicina all’originale, che aveva il punto di forza proprio nel suono, nonostante i tanti difetti dello strumento (intonazione “ballerina”, hardware ingestibile ed estreme difficoltà per i tecnici nell’effettuare interventi di riparazione).
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Enrico Cosimi
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sono strumenti concettualmente molto diversi; il tipo di utente che sceglie il P6 è interessato – miei 2 cent – ad un comportamento timbrico meno complesso, dal punto di vista delle modulazione… dove basta solo una sezione polymod, un modulo lfo “ufficiale” e la gestione dell’aftertouch in sovrapprezzo
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synthy
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my two cents: l’ho provato al TSM, sicuramente immediato, intuitivo, “facile”, ma non sono rimasto convinto dalla timbrica, forse perchè a fianco c’era il 5 e proprio non c’era competizione, anzi paradossalmente mi è piaciuto molto di più il p12. ma sono solo mie impressioni sonore
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Attilio De Simone
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è quello che dico io: il prophet 6 ha senso solo se il suo suono è molto vicino a quello del 5, altrimenti quanto a matrice di modulazione e caratteristiche generali il prophet 8 e il 12 se lo “mangiano”.
Il Prophet 5 ha tanti difetti che lo rendono ingestibile (ho un amico che, dopo molti anni di attesa, ha ricevuto il suo pro5 dal tecnico che lo ha riparato, che gli ha detto: “adesso mettilo su uno stand, non lo muovere nemmeno di un centimetro, accendi delle candele e metti dei santini e prega che non gli accada più nulla), se ne dovrebbe sempre sconsigliare l’acquisto, ma ha un suono di base che è incredibile. Già un semplice lead è così ricco di sfumature armoniche (con il suono che subisce lievi modifiche man mano che ci si sposta di ottava) che davvero lo rendono uno strumento unico, anche se ormai è un reperto. Se nemmeno Dave Smith riesce a replicare il suono del Prophet 5, vuol dire che il segreto del suo suono resterà sepolto con gli integrati Curtis.
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riccardo
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Sarebbe interessante poter provare in uno stesso spazio il prophet 6 – 8 e 12 e verificare , confrontandole, le timbriche di ogni strumento. Ma in Italia Dave Smith non è ben distribuito ed è molto difficile trovare i 3 modelli nei negozi per poter fare una prova seria. Vi risulta qualcuno che tratta questi strumenti abitualmente?
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Enrico Cosimi
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Play Music Store, a Roma.
Comunque, le tre timbriche e le loro peculiarità individuali sono ben note.
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Attilio De Simone
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I tre strumenti non sono confrontabili perchè hanno delle architetture sono differenti:
Il pro 12 ha oscillatori digitali e doppio filtro e una ricca matrice di modulazione senza sequencer e una catena di effetti digitali
Il pro 8 ha oscillatori analogici (ma controllati digitalmente) ma un solo filtro, una ricca matrice di modulazione e un ricchissimo sequencer, senza effetti.
Il pro 6 ha oscillatori analogici (ma controllati in digitale), il doppio filtro, una matrice di modulazione, un sequencer (non ricco come quello del pro 6) e una catena effetti digitali
Fatte queste premesse si evince che raffronti fra gli strumenti non possono essere fatti, l’unica cosa che si può fare è provarli e dire quale di essi corrisponde di più alle proprie esigenze.
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Gianfranco
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Secondo voi quindi, ed in particolare mi rivolgo al mitico Enrico cosimi, quale è più vicino al Prophet 5 come timbriche?
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Enrico Cosimi
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ma quale “mitico” e mitico…
il prophet 5 è il polifonico più SELVAGGIO mai costruito; le sue caratteristiche sono pressoché uniche e oggi difficilmente ripetibili: possibilità di generare simultaneamente diverse forme d’onda, struttura di voce interamente basata sui componenti CEM (dopo) e SSM (prima)
rispetto al P6, che è comunque STUPENDO, manca la possibilità di generare contemporaneamente triangolare, quadra e rampa e il comportamento degli inviluppi, per quanto eccezionalmente realizzati, potrebbe risultare differente dall’efficacia tipica degli inviluppi “di una volta”…
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gianfranco grilli
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Grazie Enrico della tua risposta !! Sto pensando seriamente di prendermi il prophet 6 desktop, se tu dici che è stupendo non posso che fidarmi. tra i tre prophet recenti (6, 8, 12) quale ritieni sia più vicino al prophet 5 come corposità e fascino dei suoi pads ?
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Enrico Cosimi
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NESSUNO dei tre: il P5 ha un’architettura diversa a livello di oscillatore… può generare simultaneamente TUTTE le forme d’onda (triangolare, rampa e impulsiva a simmetria variabile);
scarterei il P12 perché è quello più “digitalizzato” dei tre; scarterei il P8 perché mi si dice avere alcuni problemini di stabilità; propenderei per il P6 perché – pur nella diversità di funzione – è una gran bella macchina analogica 😉
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Gianfranco Grilli
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Grazie Enrico, le tue indicazioni sono molto importanti e tu rimani sempre un mito, ti seguo dai tempi di Fare Musica….
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Enrico Cosimi
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non esageriamo, eh?
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gianfranco grilli
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Grazie Enrico, i tuoi suggerimenti sono sempre molto importanti, per me sei un mito e ti seguo dai tempi di Fare Musica….
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Enrico Cosimi
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yuk
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manuel
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Anch´io indeciso tra P06 e P08 solo per una questione di prezzo alla fine.
Perche´ onestamente parlando opterei a scatola chiusa per il P06 .
Enrico qualche consiglio che metta realmente le macchine con chiarezza a confronto e per fare una scelta a scatola chiusa ?
Grazie !!
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Enrico Cosimi
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il P06 è molto più analogico, meno “intrugliato” e più simile al vecchio concetto di polysinth Anni 80; il P08 è un prodotto di transizione…
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