ROLI Seaboard

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Particolarmente interessante, per quanti siano rimasti coinvolti dalla Haken Fingerboard, ma abbiano paura ad avventurarsi sopra una superficie piatta, è la nuova ROLI Seaboard, unione di master keyboard con una struttura “monosuperficie” che, tuttavia, rispetta la normale alternanza volumetrica dei tasti naturali e delle alterazioni, permettendo al musicista nuove esperienze gesturali durante la performance.

Di Enrico Cosimi

Schermata 01-2456687 alle 23.18.17

Detto in maniera meno poetica, ROLI Seaboard può essere assimilata a una normale tastiera di pianoforte, disponibile a trentasei, sessantuno o ottantotto note, su cui venga stesa una membrana gommosa da premere, sfiorare, strizzare, suonare con impeccabile tecnica a martelletto o come meglio si crede. Il fascino esplorativo c’è tutto, il prezzo che intimidisce, anche.

 Se preferite, immaginate un ribbon controller preformato per rispettare, nelle increspature della superficie tattile, l’andamento di tasti bianchi e tasti neri: è possibile efffettuare glissandi morbidi e indefiniti, si può premere con sicurezza la nota desiderata, si possono coprire tutti gli intervalli desiderati rispettando le dimensioni della normale tastiera pianistica. 

Alla precisione del controllo sull’intonazione, si aggiunge l’enorme gamma di sensibilità dinamica e l’irresistibile seduzione del continous touch. Niente male.

L’unico controllo sulla plancia comandi è il sounddial, utilizzato per aggiustare le configurazioni di funzionamento, per scegliere le timbriche residenti prodotte dal Sound Engine Equator.

Schermata 01-2456687 alle 22.58.22

I tre modelli, Seaboard GRAND Studio a tre ottave, Seaboard GRAND Stage a cinque ottave e Seaboard GRAND Limited First Edition a ottantotto note, condividono tecnica costruttiva e funzionalità di esercizio:

  • comunicazione attraverso protocollo USB
  • due ingressi per pedali continui assegnabili nel modello base, tre ingressi negli altri
  • due uscite adio bilanciate per i suoni generati internamente
  • connettore USB doppio formato (A e B) con funzione MIDI over USB
  • alimentazione esterna 9-12V
  • compatibilità con Mac OsX 10.7
  • gestione di pitch curve
  • doppio ribbon controller incorporato
  • supporto, ovvio, del polyphonic aftertouch
  • sound engine in FM, subtractive, multi layer sample playback
  • inviluppi regolabili
  • matrice di modulazione
  • controllo completo sulla dinamica applicabile ai motori di sintesi
  • delay, distortion ed equalizer assegnabili
  • il modello a 88 note (ottantotto waves, come puntualizza il fabbricante) è dotato di supporto rigido integrato, realizzato in alluminio

I prezzi corrispondono a1999 dollari, 2999 dollari e 8888 dollari.

You pay what you got.

 

 

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Comments (13)

  • NICOLA

    |

    rivolgo questa domanda, chi usa Kurzweil della serie K 2…, Korg Wavestation, Radikal Technologies Accelerator, ed altre che non conosco, sa che possiamo tenere ancora con la mano sinistra il preset precedente e cambiare contemporaneamente un preset a piacere senza bloccare o staccare il suono o preset della mano sinistra per poter creare in una sola sessione una demo , provate a sentire la demo Bizarre Ambient sul sito Radikal Technologies. E’ fantastico.

    http://www.radikaltechnologies.com/accelerator_sound_examples.html
    copio ed incollo la citazione fatta da Jorg:

    Bizarre Ambient(mp3)
    The dark side of the Accelerator. Because of the voice remain feature one can switch from one sound to the next without any sound or FX interruption. One can hold one sound while selecting and playing the next one without any interruption as well. So – all you are listening to has been recorded in one go as a kind of live improvisation. I recommend listening to this on valid speakers;-)

    Ma questa particolare FUNZIONE come si chiama? a cosa è dovuta?
    E’ un circuito integrato o semplicemente software implementato nella macchina?

    Insomma se volessi questa caratteristica in un presunto synth che io volessi costruirmi, cosa dovrei aggiungere per ottenere questo risultato?

    Grazie a della pazienza e soprattutto a chi mi sa rispondere in modo esauriente.

    Nicola

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la tenuta del suono sulle voci impegnate non è una funzione, purtroppo, ma una scelta di caricamento dati seguita dal costruttore; era presente nell’antico – e fin troppo sottovalutato – Ensoniq ESQ-1 Synthesizer, una macchina che avrebbe avuto MOLTO da dire…

      In pratica, l’aggiornamento dati è effettuato al nota on e non prima; questo permette di lasciare i canali di voce già impegnati sulle regolazioni caricate in precedenza; è una scelta software, non una tecnica costruttiva.

      p.s. ma cosa c’entra questo con la ROLI Seaboard?

      Reply

      • Nicola

        |

        Con Roli, speravo di avere oltre che una masterkeyboard, che comunque dovrei comprare, anche questo tipo di ” opzione “.
        Il modo di suonare del Seaboard a me piace molto ed è molto espressivo e ci ho fatto un pensierino, tanto che a marzo vado a Francoforte per provarla ed eventualmente prenotarla.
        Speravo che tra tutte le sue caratteristiche ci fosse anche questa da me citata.

        Non a caso ho nominato Kurzweil, Korg e Radikal, perché le ho tutte e tre, e mi trovo benissimo.

        Grazie della spiegazione dettagliata, non potevo trovare miglior consulente.
        Mi fa piacere dirti, se mi permetti di darti del TU, che ho appena comprato il tuo libro ” MANUALE DI MUSICA ELETTRONICA ” e non vedo l’ora di cominciare a leggerlo, magari c’è anche spiegato ciò che mi hai appena detto in dettaglio.

        GRAZIE DI ESISTERE

        Nicola

        Reply

  • Camillo

    |

    Mi sono innamorato di questa Roli Seaboard…versione RISE, quella piccolina e meno costosa (si fá per dire). Per quello che mi interessa, quindi piú Sound Design, meno Performance….vedo questa Roli come uno strumento massimo di espressione ed esplorazione sonora delle varie timbriche.
    L’Ableton Push, mi entusiasmó a suo tempo, anche adesso lo trovo come valido strumento di espressione…ma scomodo e limitato.

    Questa Roli, la vedo come una evoluzione da prendere….il prezzo é diventato piú o meno umano, si interfaccia con vari software/hardware, di suo giá viene con un valido soft synth (da come ho ascoltato e letto)…

    Professor Cosimi…lei cosa ne pensa? Avrá futuro, o sará un buco nell’acqua? Ditemi che prima o poi ci sará una bella recensione della Rise.

    Grazie in anticipo.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non sono la persona più adatta a cui chiedere: da pianista, mi sembra “durissima” da usare e a rischio tendinite; è probabile che un musicista di estrazione diversa possa trovare subito e meglio un modo per usarla.

      tutte le volte che l’ho provata – non il modello piccolo, quelli più grandi – mi ha sempre dato l’impressione di richiedere uno sforzo spaventoso per articolare, oltre al fatto che – pur con le unghie corte da pianista – ho sempre paura di rovinare la superficie esterna quando articolo e quando faccio bend o movimenti laterali…

      Reply

      • Camillo

        |

        La rigrazio Prof, ottimo punto di vista come sempre.
        Effettivamente per godersela…bisogna cambiare, e ri-imparare di nuovo le varie articolazioni.

        Il modello Rise quindi il piú piccolo, rispetto al Grand, dicono sia migliore da questo punto di vista, ed amplifica le possibilitá di articolazione con lo SLIDE nella striscia in alto ed in basso…un XY pad…e sliders assegnabili.

        Come ha sottolineato Lei, un musicista di estrazione diversa potrebbe trovarsi bene.

        Grazie ancora.

        Reply

  • cyrus

    |

    buongiorno a tutti; al di là di tocco pianistico, probabili tendiniti e via discorrendo, tutte cose da tenere ovviamente presente prestando le doverose precauzioni, trovo molto interessante l’approccio, che potrà avere magari uno sviluppo ed una evoluzione in senso migliorativo; premetto che non parteggio per la sostituzione del violinista o altro musicista, se vuoi sentire un violino vero meglio di un violinista direi non ci sia nessun altro per farlo suonare. sostengo che la musica e la tecnologia possono esprimere cose interessanti insieme, nuove tecniche strumentistiche diventano necessarie e da approfondire; un poco come un percussionista che abbia a che fare con dei pad elettronici. probabilmente anche ai tempi di bach e successivamente, quando ancora non esisteva il pianoforte, chissà quali discussioni nel momento in cui fece la sua apparizione. è giusto che le cose vadano avanti, possibilmente senza troppe speculazioni.

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    • Enrico Cosimi

      |

      la cosa che stride è questa: fai un’interfaccia diversa (non inedita, ma insomma diversa) e poi ti fermi a metà strada lasciandomi sotto le sporgenze dei semitoni? mah…

      Reply

      • Attilio De Simone

        |

        A sto punto meglio l’interfaccia dell’ipad, che è completamente liscia.
        Comunque quello che si fa con il Roli si può fare bene o male anche con una normale tastiera midi con funzione di aftertouch e ribbon controller.

        Reply

  • Vivi

    |

    A mio avviso la seaboard ha senso solo per il live elettronics, la ricchezza di messaggi midi che manda può tornare vantaggiosa per chi programma con Max, e quindi sfruttare al meglio codesti messaggi.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      a me, ha dato la stessa impressione di quando ho provato a tamburellare sulla guarnizione di uno sportello… 😀

      Reply

    • Camillo

      |

      Confermo la grande espressivitá che si ha con la Seaboard ed i vari messaggi midi mappabili…
      Personalmente non ho un background “pianistico”, non suono Live ….ma la trovo validissima in produzione in particolare suonandola a mó di “brainstorming” per nuove idee…
      PS…alcuni passaggi che ho scoperto con la Rise, non sarei mai riuscito a farli con una tastiera normale.

      Reply

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