Reaktion Sound Tools

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Da molti anni, Native Instruments Reaktor rappresenta un punto di riferimento nella comunità dei programmatori elettronici di buon livello: meno ostico di Max/MSP, meno antico di CSound, il linguaggio berlinese è giunto ormai alla sua incarnazione 5.9 e – dopo un potente revamping da parte di Vadim Zavalishin – offre due livelli diversi di programmazione, definiti primary level e core level.

Di Enrico Cosimi

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Con il primo, si possono fare tante cose a patto di accontentarsi dell’uso di moduli compilati da altri; con il secondo, dal 2005 in poi, si può scendere (sempre rispettando la metafora grafica degli oggetti da collegare) a livello di semplice istruzione C++, e quindi (avendo le capacità) si possono ottenere comportamenti personalizzabili al massimo. Ovvio che, per usare al massimo della capacità il programma, è necessario studiare, studiare, studiare, studiare e studiare. Non tutti i musicisti hanno il tempo e la voglia di imbarcarsi in un’operazione simile. A questo punto, entrano in scena power user che, commercialmente, mettono a disposizione la propria esperienza per realizzare ensemble di livello assai raffinato o per affittare le loro competenze sotto forma di didattica d’alto livello. Reaktion Sound Tools, al secolo Michele Laneve e Gabriele Achilli, rappresenta l’ultima – interessantissima – entry in questo settore.

Con un notevole impegno grafico (Achilli) e ricerca nelle funzioni di livello primary (Laneve), Reaktion si è lanciata nel mondo commerciale proponendo due prodotti di immediata comprensione e apprezzabilità: la riedizione freeware del Doepfer Dark Energy Mark I Synthesizer e la riedizione a pagamento del Doepfer Dark Time Step Sequencer. Il prezzo richiesto è – fino a tutto Novembre – pari a 19 euro; poi, salirà a 29 euro.

 

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Deep Energy

La ricostruzione del circuito originale, apparentemente semplice, ma dotato di non poche “trappole” per il programmatore, è rispettata in tutto e per tutto. Punti tradizionalmente critici (come la gestione dei range differenziati short-mid-long su inviluppi e lfo) sono stati svolti brillantemente e la ensemble suona con la stessa cattiva arroganza dell’apparecchio originale.

La parte grafica è utilizzata in maniera pesante, sfruttando i comportamenti Mouse Area e Multi Picture per convertire il recall delle automazioni bitmap richiamate in punta di mouse (interruttore acceso/spento) in valori numerici con i quali controllare i parametri veri e propri. E’ una soluzioen elegante, che ha comportato una grossa mole di lavoro in sede di design grafico, ma che ripaga con un bellissimo colpo d’occhio.

Il suono, come dicevamo, c’è tutto. La struttura è facile da utilizzare, come nell’apparecchio hardware di riferimento. A questo prezzo, poi… 😀

 

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Deep Energy  

Le cose cambiano di complessità quando si va a lavorare con l’architettura dello step sequencer: lo strumento originale Doepfer riunisce una serie di funzioni molto sofisticate (opera del lavoro congiunto di Doepfer e del suo programmatore storico Christian Assall) che, apparentemente, non emergono dall’interfaccia utente. Che questo sia uno dei motivi per i quali parecchia utenza poco esperta finisca per sbattere la faccia contro la complessità del Dark Time è un altro paio di maniche… rimane il fatto che modellare tutte le funzioni dell’apparecchio orginale è decisamente impegnativo, ma anche in questo caso il bilancio dell’operazione è più che positivo.

La prima difficoltà è relativa ai parametri di step, cioè alle funzioni che possono essere applicate nella gestione dello step stesso: On, Off, Skip e Bend definiscono come e se lo step deve essere interpretato durante la lettura della sequenza; Cont, Emph e Jump definiscono se il funzionamento è standard, se comporta un ricarico sulla dinamica delle singole note o se – con lo stesso livello di ambiguità del design originale – si debba considerare lo step come terminale (o iniziale) per il range di passi presi in esame.  Il tutto è gestito mascherando le scelte di menu sotto i cambiamenti di grafica dell’attuatore a tre posizioni.

Ci sono diverse aggiunte rispetto al design originale: la più evidente è la possibilità di leggere la nota MIDI programmata nello step grazie a una finestra display/numeric readout che è automaticamente sintonizzata sullo step ruotato a colpi di mouse; i valori di lettura non sono aggiornati durante il playback (sarebbe uno spreco di risorse e, alle velocità più elevate, non si capirebbe nulla comunque), ma in questo modo è possibile facilitare molto le procedure di programmazione. Ovviamente, come nella macchina originale, si può definire il range del potenziometro step value in una, due o cinque ottave, con trasposizione indipendente per ciascuna delle due file, definizione della direzione di avanzamento, modalità duale o singola, sincronizzazione interna o esterna.

Assai utile, specie se paragonato al mondo hardware originale, la possibilità di influenzare il comportamento di avanzamento con un parametro di clock divider (da ½ a 1/16T per lo step in corsa) e un secondo parametro di Shuffle.

Attenzione! A Differenza del normale comportamento “ritmico” delle ensemble Reaktor, qui non basta premere la barra spaziatrice per far partire il sequencer: occorre ricordarsi di accendere l’interruttore generale della ensemble e premere il tasto Start, altrimenti non cammina nulla.

Il collegamento tra sequencer e sintetizzatore, come tra sequencer e altre ensemble di terze parti, avviene – come è ovvio – nella property window, all’interno della sotto pagina Connect.

Promosso a pieni voti.

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Comments (3)

  • Max

    |

    Grazie.

    Mi fa molto piacere scoprire questa italianissima ditta che ha fatto di NI Reaktor uno dei propri punti di forza. Bravi Michele e Gabriele, siete la prova che non tutti i cervelli sono fuggiti all’estero!!! 😉

    Audio Central Magazine seguo sempre con piacere e, soprattutto, con molto interesse i Vostri articoli, di nuovo grazie per la vostra professionalità e competenza.

    Max.

    Reply

  • Reaktion Team

    |

    Grazie mille da parte del Team Reaktion!

    Una piccola precisazione per gli utenti: l’avvio del sequencer può essere controllato alternativamente da pannello (tramite i pulsanti Start/Reset) nel caso in cui il Sync sia impostato su Internal, e dalla main transport bar di Reaktor (quindi anche con la BarraSpazio) nel caso in cui sia impostato su Host. In questa maniera, si garantisce pieno controllo in ogni situazione e diventa, inoltre, possibile utilizzare simultaneamente diversi sequencer tutti sincronizzati e pilotabili da Host.

    Grazie ancora, alla prossima!

    Team Reaktion.

    Reply

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