Qualche riflessione su Modal Argon8

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Modal Argon8 è un sintetizzatore polifonico a otto voci che, annunciato nel Settembre 2019, è finalmente disponibile sul territorio nazionale; ne abbiamo avuto un esemplare in prova e, dopo il consueto ringraziamento all’importatore Midiware, possiamo tracciare un primo bilancio frutto di giorni di uso intenso.

Di Enrico Cosimi

front

La costruzione dell’apparecchio è molto buona: metallo solido per il pannello, scocca in metallo e pesante materiale plastico, meccanica Fatar sensibile a dinamica e ad aftertouch (tre ottave di passo standard); il peso rende giustizia alla solidità e, unito alle dimensioni compatte, facilita il trasporto del’apparecchio; l’alimentatore esterno potrebbe avere un filo più lungo; i pomelli sono in plastica: è facile rimpiangere le manopole fresate dal pieno dei modelli Modal di fascia più alta, ma Argon8 si rivolge sicuramente ad un pubblico più ampio e il prezzo d’acquisto ha la sua importanza; praticamente tutti i comandi rotativi del poannello frontale sono encoder a corsa continua.

Per i dettagli “serrati”, potete consultare il precedente articolo su Argon8 pubblicato in Audio Central Magazine: http://www.audiocentralmagazine.com/modal-argon8/

family

Al momento di andare in macchina, apprendiamo la futura disponibilità di una versione con tastiera 5 ottave passo standard (con spazio per poggiare il laptop che ospita l’editor gratuito) e una terza versione standalone, con pannello appena leggermente ridotto nella disponibilità dei comandi operativi per rientrare nel montaggio rack standard da 19”. I prezzi, afaik, dovrebbe differenziarsi di un +100 e qualcosa e un -100 e qualcosa nei confronti della versione intermedia a tre ottave.

Lo strumento è monotimrico: le otto voci fanno riferimento alla stessa patch programmata configurando i due oscillatori (ulteriori particolari in seguito) che insieme all’eventuale segnale esterno passano nel filtro configurabile, nell’amplificatore, nel distorsore e nei tre slot effetti. La polifonia di bordo è equamente raggiungibile da tastiera locale, MIDI ricevuto su pentapolare DIN e/o USB. Allo stesso modo, il Sequencer di bordo (con 100 pattern memorizzabili lunghi fino a 4 battute) condivide con la tastiera realitme o con l’Arpeggiator l’esecuzione delle otto voci residenti.

 

Navigare con Argon8

La gestione dei parametri da pannello è organizzata per layer; l’impressione è che – a fronte di una impostazione sufficientemente generosa di comandi dedicati, ad un certo punto lo sviluppo del firmware abbia preso la mano ai progettisti facendoli aderire alla logica SHIFT+comando generico per raggiungere parametri in doppia fila (ma c’è anche qualche parametro in tripla fila). Di fondo, le label in inchiostro chiaro sono relative ai parametri raggiungibili immediatamente con la rotazione/selezione dei potenziometri/interruttori; i parametri scritti in inchiostro azzurro sono raggiungibili a seconda delle sezioni con il tasto SHIFT+, o con il tasto VELO+, o con il tasto PATCH+ o ARP+… è meglio mettere in conto da subito un riscontro di tipo topografico/localizzato: mentre il comando SHIFT+ agisce su tutto il pannello, le selezioni alternative VELO+ e ARP+ agiscono rispettivamente sul gruppo di parametri in doppia fila nella fascia inferiore sinistra e destra del pannello comandi.

Come è facile immaginare, usando l’editor gratuito MODALapp è tutto più immediato; volendosi incaponire, magari senza leggere il manuale, nel duello col pannello comandi, dovrete mettere in conto qualche momento di frustrazione.  

Chiariamo subito il numero degli oscillatori disponibili all’interno dell’apparecchio: per ciascuna delle otto voci di polifonia, ci sono due oscillatori attivi da pannello e altri due “fantasma” che vengono utilizzati come master nelle funzioni di hard sync. In questo modo, è possibile dichiaraare quattro oscillatori per voce (raggiungendo il totale di 32 oscillatori), ma se ne controllano fattivamente solo due (raggiungendo il totale di 16 oscillatori). In aggiunta, è possibile rinforzare significativamente il peso melodico intervenendo con il parametro Spread, che clona il segnale audio generando copie opportunamente detunate.

Se lasciamo per un attimo da parte le possibilità offerte dalle wavetable disponibili – non modificabili (per ora) e dotate ciascuna di 5 frame in morph, la struttura di sintesi dello strumento è rassicurante: le sorgenti sonore entrano dentro al filtro, poi passano nell’amplificatore e, successivamente, raggiungono la sezione effetti. Però, ci sono delle cose interessanti: ciascun oscillatore tabellato può far processare il proprio suono attraverso un elenco di 32 possibili Wavetable Modifier (32 funzioni di trasferimento pre-configurate assai diversificate tra loro); in aggiunta, i due oscillatori possono interagire tra loro (o con le due coppie di “master fantasma”) scegliendo uno di sette Oscillator Mode che spaziano dalla Phase Mod/RingMod/AM all’Inversion, Hard Sync, eccetera.

 

Pillole di conoscenza: il minimo indispensabile sulla struttura di sintesi

Argon8 ha otto voci abbastanza dense, non prive di sorprese, con parecchie conferme nel modo della wavetable synthesis. Velocemente, passiamo in rassegna cosa c’è sotto al cofano.

osc

Sorgenti sonore: Oscillator 1 & Oscillator 2 & External Audio Input

I due oscillatori sono identici tra loro, ma il secondo ha quattro tabelle in più. Ciascun oscillatore prevede la selezione di “banco” (leggi: tabella), la specifica della forma d’onda, che viene letta in morph obbligato nel passaggio da frame a frame. L’intonazione è regolabile in semitoni e centesimi di semitono.

banks

Non è consigliabile, a meno che non si voglia sfruttare creativamente l’allineamento forzato in fase sul Nota On, giocare con il classico detune tra i due oscillatori, specie sei insegue un risultato Virtual Analog: meglio lasciare spazio al comporamento Spread, in grado di clonare “n” il numero delle voci di sintesi tanto in detune progressivo quanto per raggiungere intervalli paralleli di raffinato ed efficace peso espressivo.

wavmod
Il suono di ciascun oscillatore è personalizzabile attraverso una corposa lista di funzioni di trasferimento (distorsori, rettificatori, crusher, eccetera) che possono far male alla timbrica di base o potenziarla in modo sottile (non è previsto alcun tipo di intervento a parte la selezione del trattamento).

oscmode

Gli oscillatori possono interagire tra loro in configurazione modulante/portante (osc2/osc1) secondo i classici algoritmi FM/Phase Mod, Ring/Amp Mod, Sync/Window Sync, eccetera. In questo caso, si può dosare la quantità dell’intervento e sottoporre il parametro a modulazione dinamica.

Il mixer è, difatto, un crossfader modulabile tra i due oscillatori; l’eventuale segnale audio esterno viene sommato all’ingresso del filtro e/o all’ingresso della sezione di triplice trattamento FX (più distorsore indipendente).

filter

Modificatori di segnale: filtri e amplificatori

Come sempre, quando si ha a che fare con sorgenti audio più complesse di semplici forme d’onda analogiche, il design del filtro preferisce lo slope a -12dB/Oct, disponibile nelle configurazioni Standard e Classic (con o senza compensazione sulle basse frequenze) a comportamento continuo low-band-notch-high. A parte il morph tra un modo e l’altro, non ci sono sorprese per l’utente.
L’amplificatore, come al solito, è incarnato dall’interfaccia utente del generatore d’inviluppo dedicato ADSR. Attenzione! Anche in questo inviluppo è presente un amount/Depth bipolare che, se non tenuto al massimo dell’escursione, può influenzare significativamente la dinamica dello strumento.

envelope

Sorgenti di controllo: Envelope Generator e LFO

I tre generatori d’inviluppo Filter, Amplifier e Modulation sono di identico formato composto da Attack Time, Decay Time, Sustain Level, Release Time. La profondità Depth bipolare permette di ottenere curve peculiari e rimbalzi nel trattamento. Nel firmware attuale, non sono previsti trucchi e trucchetti ormai quasi standardizzati relativi alla scelta della Gate Source, a eventuale numero di ripetizioni e altre piacevolezze.

lfo

I due oscillatori a bassa frequenza LFO sono altrettanto classici, con l’unica apertura in avanti fornita dalla possibilità di subordinare il proprio funzionamento al modo one shot, oppure di agganciare il ciclo di forma d’onda al restart forzato sul nota on. Interessante caratteristica, è possibile controllare globalmente la profondità del segnale di controllo generato agendo sulla Depth in uscita al modulo LFO stesso (un pochino come si faceva nei vecchi strumenti EMS…).

fx

Sezione Effetti

Gli Effetti sono particolarmente interessanti: quattro stadi di elaborazione, il primo è dedicato esclusivamente alla distorsione/waveshaping, gli altri tre caricabili con libera scelta di algoritmi originali. Non è possibile caricare più volte volte lo stesso algoritmo nei diversi slot FX-1, FX-2 e FX-3. Ogni effetto ha diritto a sei parametri di pannello (tre diretti A-C e tre D-F raggiungibili attraverso combinazione SHIFT+). Si possono salvare preset di effetti ricaricabili a posteriori.

Distortion

Può essere regolato in escursione d’intervento da 0 a 127; non ci sono altri parametri.

 

Algoritmi assegnabili

Sono disponibili effetti di Chorus, Phaser, Flanger Negative, Flanger Positive, Tremolo, LoFi, Rotary, Stereo Delay, Ping-Pong Delay, X-Over Delay, Reverb. Per tutti gli algoritmi, il primo dei parametri disponibili (per un massimo di sei parametri) corrisponde alla regolazione Dry:Wet. Una volta scelto l’algoritmo, il display garantisce l’accesso al corredo di regolazioni contestualizzate.

Chorus

Prevede i controlli di Modulation Depth, Modulation Rate, Time, Feedback e Phase.

Phaser

Controlli di Modulation Depth, Modulation Rate, Frequency, Feedback e Phase.

Flanger Negative e Flanger Positive

Sono differenziati per la polarità del segnale in feedback (i picchi risonanti alternano comportamento arcotangente o coseno). I parametri comprendono Modulation Depth, Modulation Rate, Frequency, Feedback e Phase.

Tremolo

Controlli di Phase, Rate e Shape.

LoFi

Comandi di Redux Amount, Sample Rate Redux, Bitcrush, Bitcrush Amount, Noise.

Rotary

I comandi comprendono: LFO Rate, Vibrato, Balance, Width.

Stereo Delay & Ping-Pong Delay & X-over Delay

Comprendono i comandi di Time, Feedback, HPF e LPF. L’algoritmo Ping-Pong offre anche un comando di Mod Depth. La regolazione del time delay è generica (0-127) se si muove il comando in senso orario; se lo si ruota in senso antiorari, si raggiungono i valori delay time quantizzati in figure ritmiche comprese tra 1/16 e 6/4 (è ovviamente disponibile il valore 1/8dotted).

Reverb

Comandi di Time, Size, Dampening, Pre-Delay, Modulation.

 

 

Organizzazione su display

Da display, i parametri sono organizzati in pagine; ci si muove da una pagina all’altra usando l’encoder Page a sinistra dello schermo; si clicca sull’encoder per scendere a livello di singolo parametro, visualizzando quelli disponibili in ciascun gruppo, e si modifica il valore di parametro lavorando con l’encoder Preset/Edit a destra dello schermo.

Di seguito, l’organizzazione dei parametri, pagina per pagina:

Keyboard

  • Voice Mode (Mono, Poly, Unison-2-4-8, Stack 2-4-8
  • Glide (-64 / +64; valori negativi: fingered)
  • Octave (-3 / +4 ottave)
  • Transpose (-24 / +36 semitoni)
  • Chord (On/Off)
  • Voice Drift (0 – 127)
  • Voice Width (0 – 127)
  • Sustain (Off/On)
  • Velo Assign (Select Destination)
  • Velo Depth (-63 / +64)
  • Aft Assign (Select Destination)
  • Aft Depth (-63 / +64)
  • Note Assign (Select Destinatio)
  • Note Depth (-63 / +64)
  • Expr Assign (Select Destination)
  • Expr Depth (-63 / +64)

Osc 1 & Osc 2

  • Wave (cinque forme d’onda, morphable 0-127)
  • Bank (24 banchi per Osc 1; 28 banchi per Osc 2)
  • Tune (-24 / +24 semitoni)
  • Fine (-100 / +100 centesimi)
  • WavMod (32 possibili trattamenti)

Osc

  • Mix (-63 / +64)
  • Mode (PhaseMod, RingMod, AmpMod, HardSync, WindSync, Shaper, Inverter, SyncRM)
  • OscMod (0 – 127)
  • Spread (0 – 63, Maj3rd, 4th, 5th, Oct, Oct5th, 5th-, Oct-, Oct–)

Filter

  • Cutoff (0 – 127)
  • Reso (0 – 127)
  • Morph (0 – 127)
  • Type (Standard, Standard Notch, Classic, Classic Notch)

FEG & AEG & MEG (Filter, Amplifer, Modifier Envelope Generator)

  • Amount (-63 / +64)
  • Attack (0 – 127)
  • Decay (0 – 127)
  • Sustain (0 – 127)
  • Release (0 – 127)

LFO 1 & LFO 2

  • Shape (Sine, Triangle, Ramp, Square, S&H morphable 0 – 127)
  • Rate (1/64 – 4/1; 0 – 127)
  • Depth (-63 / +63)
  • Mode (Retrig, Free, Single)
  • Sync (On / Off)
  • Assign (Select Destination)

Mod Slot 1-2-3-4-5-6-7-8

  • Status (On / Off)
  • Source (11 sorgenti – vedere elenco)
  • Destination (51 destinazioni – vedere elenco)
  • Depth (-63 / +64)
  • Clear (Clear)

Mod

  • Note > Cutoff (-63 / +64)
  • Y+ > LFO Depth (-63 / +64)
  • Aft > Cutoff (-63 / +64)
  • Velo > AEG Amount (-63 / +64)

Joystick

  • XYLock (On / Off)

 

Gestione delle modulazioni

Le modulazioni di Argon8 sono configurate su diversi livelli: la struttura è quella classica sorgente – amount – destinazione (non è prevista, con il firmware attuale, la moltiplicazione di una modulazione per un’altra; non è possibile, insomma, scalare l’amount di una sorgente di controllo pilotandola con una seconda sorgente di controllo).

modulation

Modulation Slot
Il sistema prevede otto Modulation Slot liberamente configurabili dall’utente scegliendo attività On/Off, sorgente di modulazione, amount di controllo, destinazione di modulazione. Se si vuole avanzare più spediti, è possibile premere il tasto che identifica la sorgente di modulazione (ad esempio, LFO1), entrare in assign mode latched, poi ruotare il parametro di destinazione e, successivamente, ripremere il tastino di sorgente per confermare e uscire.

Percorsi di modulazione pre configurati
In aggiunta, è sempre disponibile un livello di controllo che prevede la disponibilità di quattro percorsi pre-accoppiati per coprire le più comuni richieste: Note/Pitch Tracking su Filter Cutoff, Asse Y positivo su ampiezza LFO-1 Depth (per il vibrato), Aftertouch di tastiera su Filter Cutoff, Key Velocity su Amplitude Envelope Amount.

Value Scaling sulle sorgenti principali di performance

Non è finito: le otto sorgenti Velocity, Aftertouch, Note, Expression, X+, X-, Y+, Y- sono dotate di gestione amount complessivo che permette la scalatura del valore trasmesso anche in presenza di eventuali destinazioni multiple; l’intervento correttivo non influenza i percorsi preconfigurati elencati al paragrafo precedente.

 

arp seq

Automatismi di esecuzione: Arpeggiator e Sequencer

L’Arpeggiator dello strumento è di tipo relativamente semplice e pone come unica difficoltà il passaggio da parametri di pannello a parametri SHIFT+ di pannello a, ancora, parametri a display.

I parametri a schermo permettono di definire:

  • Arp Status (On / Off)
  • Arp Division (1/32 – 1/1)
  • Arp Direction (Fw, Bw, Pndl, Shuffle, Random, Octave 1-2-3-4)
  • Arp Swing (-63 / +64)
  • Arp Gate (1- 100%)

Con il firmware attuale, per mettere in memory latch l’arpeggio (cioè, per farlo continuare anche quando si levano le mani dalla tastiera, occorre agire con la combinazione di tasti VELO+ Sustain.

Il Sequencer registra l’esecuzione in tempo reale (sottoponibile a quantizzazione) sulla tastiera o ricevuta via MIDI/USB. La sequenza è memorizzabile in una di 100 possibili locazioni che, a discrezione del musicista, possono essere agganciate ad un particolare preset o mandate in esecuzione indipendente dal timbro per il quale erano state concepite.
Ciascuna sequenza può durare 1, 2 o 4 battute; è possibile specificare un metronomo ai quarti, con fino a due battute di pre-roll; il metronomo, se attivato, è presente solo durante le fasi di registrazione.

Ciascuno step memorizza da 1 a 8 note e offre quattro corsie di automazione parametro Anim 1-2-3-4 che sono liberamente assegnabili ad altrettanti parametri di pannello. Tenendo legata la nota a cavallo di due o più step, se ne allunga la durata in maniera corrispondente.

La registrazione può essere dimensionata in modo differente, eliminando la quarta, la terza o la seconda battuta e lasciando solo la prima; non è possibile saltare l’inizio del materiale, a meno di non ricorrere alle funzioni di edit – invero particolarmente spartane. Sul pannello comandi, l’avanzamento della traccia è visualizzato dall’accensione dei sedici LED in sequenza: sono fisicamente disposti in quattro gruppi da quattro (due a destra e due a sinistra del display, nella fascia bassa del pannello comandi) e hanno illuminazione blu per l’accento forte e bianca per le altre locazioni. Cambiando la durata della sequenza, da 1 a 2, a 3, a 4 battute, si farà comunque riferimento all’accensione sequenziale dei 16 LED (come dire: non c’è un quinto gruppo di LED che visualizzano page/bar 1-2- 4) e, per questo motivo, la velocità di accensione può essere nominale (sequenza lunga una battuta), dimezzata (sequenza lunga due battute), divisa per quattro (sequenza lunga quattro battute)

L’esecuzione della sequenza può essere messa in Hold, congelando il flusso di dati e ripetendo lo step corrente fino a quando non si rilascia la combinazione di tasti ARP+ SeqHold; è possibile isolare un segmento di sequenza catturandolo in ripetizione loop più piccola dell’intero pattern: occorre premere e rilasciare la combinazione ARP+SeqLoop per definire da dove a dove si ripete il pezzo di pattern. In questo modo, a fronte di una registrazione che dura 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-16 sedicesimi, si può innescare il loop per ripetere solo da 4 a 10 (4-5-6-7-8-9-10-4-5-6-7-eccetera…); ovviamente, occorre fare un poco di pratica per catturare al volo la dimensione giusta corrispondente al segmento desiderato.

A fronte della possibile sincronizzazione con il mondo esterno, e nei limiti imposti dal caricamento real time, si può contare sulle funzioni di editing grafico offerte da MODALapp per alterare il contenuto e l’assegnazione delle quattro tracce di automazione parametro. Non è possibile scrivere o inserire note di sequenza tramite MODALapp.

Il contenuto delle quattro linee di automazione può essere selettivamente cancellato in modo veloce con la combinazione di tasti SHIFT+Anim 1-2-3-4. La pressione prolungata del tasto Hold permette di cancellare velocemente le note programmate (ma non il contenuto delle quattro linee di automazione, che richiedono un’intervento dedicato alla loro eliminazione – in questo modo, si può rischiare la sorte inserendo una sequenza di note diverse sotto al playback delle automazioni di parametro).

Questi sono i parametri Sequencer raggiungibili da display:

  • Play
  • Record
  • Length (1-2-3-4 battute)
  • Note Mute (Off / On)
  • Note Clear
  • Anim 1 Status
  • Anim 1 Clear
  • Anim 2 Status
  • Anim 2 Clear
  • Anim 3 Status
  • Anim 3 Clear
  • Anim 4 Status
  • Anim 4 Clear
  • Loop (Off / On)
  • Hold

 

Configurare lo strumento usando le funzioni Settings

Questo è l’elenco dei parametri compresi nel modoSettings, suddivisi per sezione:

  • Cloc Source (Int, Sync, MIDI, Auto)
  • Global Tune (-63 / +64)
  • MIDI Channel (1 – 16)
  • MIDI Omni (On / Off)
  • MIDI PB Range ( 1 – 12 semitoni)
  • MIDI DIN In Notes (On / Off)
  • MIDI DIN In CCs (On / Off)
  • MIDI DIN In Program (On / Off)
  • MIDI DIN In Aftertouch (On / Off)
  • MIDI DIN In PBend (On / Off)
  • MIDI DIN In Transport (On / Off)
  • MIDI DIN In Clock (On / Off)
  • MIDI DIN In SysEx (On / Off)
  • MIDI DIN Out Notes (On / Off)
  • MIDI DIN Out CCs (On / Off)
  • MIDI DIN Out Aftertouch (On / Off)
  • MIDI DIN Out PBend (On / Off)
  • MIDI DIN Out Transport (On / Off)
  • MIDI DIN Out Clock (On / Off)
  • MIDI DIN Out SysEx (On / Off)
  • MIDI DIN Thru (On / Off)
  • MIDI USB Thru (On / Off)
  • MIDI Arp/Seq Out (On / Off)
  • Keyboard Local (On / Off)
  • Keyboard Velocity Curve (V.Light – V. Heavy)
  • Keyboard Aft Curve (V.Ligth – V. Heavy)
  • Joystick ModW Out (On / Off)
  • Joystick PB Out (On / Off)
  • Sequencer Metronome (On / Off)
  • Sequencer Pre-Roll (On / Off)
  • Sequencer Quantise (Off, 1/32, 1/16, 1/18)
  • Sequencer Transport (On / Off)
  • Screen Brightness (1 – 10)
  • Screen Switch (Regular – All – MIDI – Panel)
  • Screen Saver (Mai – 10 minuti)
  • LEDs Brightness (1 – 64)
  • Expression Type (TRS 1-2-3, RTS 1-2-3)
  • Reset
  • Version

 

Caveat emptor. Le principali combinazioni di tasti

Personalmente, non approviamo gli strumenti che mettono un poco di cose sul pannello e un pochino sotto al tappeto, specie se le indicazioni serigrafate non sono più che a prova di idiota; tuttavia, i progressivi miglioramenti nel firmware possono obbligare il softwarista ad adottate una o più combinazioni di tasti per raggiungere determinate funzioni.

Le combinazioni usano diversi tasti di pannello, quasi sempre evidenziati da bordo serigrafato. In questo modo, ci sono:

  • quattro combinazioni ottenute attraverso VELO+
  • due combinazioni ottenute attraverso PATCH+ (prive di riscontro grafico)
  • cinque combinazioni ottenute attraverso ARP+
  • trentatre combinazioni ottenute attraverso SHIFT+

 

VELO+ XY/Lock

Memorizza i due valori orizzontale e verticale raggiunti dal Joystick, anche se questo torna nella posizione meccanica di partenza. Per riportare a zero le cose, occorre sbloccare il parametro.

VELO+ Sustain

Simula la presenza di un pedale sustain premuto e, ad esempio con l’Arpeggiator, garantisce accesso al comportamento Arpeggio Latch Memory.

VELO+ ModSlot

Sintonizza il display su primo Modulation Slot degli otto disponibili. Da qui, è possibile entrare nella programmazione/modifica dei percorsi sorgente-destinazione.

VELO+ pomello MOD (Depth)

Permette di allargare la profondità stereo accoppiata alle micro variazioni di intonazione del parametro Drift.

 

PATCH+ Wave1 o Wave2

Per cscegliere l’algoritmo Wavetable Modifier applicato all’Oscillator 1 o Oscillator 2.

 

ARP+ pomello ARP (Swing)

Imposta la percentuale di swing applicata alle note eseguite dal motore di arpeggio.

ARP+ Arp Rest

Mette temporaneamente in pausa l’esecuzione dell’arpeggio.

ARP+ Seq Loop

Permette di isolare la porzione di sequenza che si vuole ripetere in loop incondizionato. Con la pressione dei due tasti ARP+ e SeqLoop si identifica il punto di Loop Start; lasciando andare i due tasti, si specifica lo step corrispondente a Loop End.

ARP+ SeqHold

Permette di ripetere all’infinito lo step corrente. Lasciando andare la combinazione dei tasti, la sequenza riprende il normale andamento.

ARP+ Quantize

Definisce la griglia di quantizzazione applicata alla sequenza.

 

SHIFT+ LFO1/2 Rate = LFO1/2 Shape

SHIFT+ LFO1/2 Depth = LFO 1/2 Mode

SHIFT+ OSC1/2 Wave = OSC 1/2 Bank

SHIFT+ OSC1/2 Tune = OSC 1/2 Fine Tune

SHIFT+ OSC1 Spread = Glide Time

SHIFT+ MIX = Audio In Level

SHIFT+ OSC2 OscMod = Mode (per la scelta dell’algoritmo inter-oscillatori)

SHIFT+ VELO = Assign mode latched per mod source X+

SHIFT + Aft = Assign mode latched per mod source X-

SHIFT+ Note = Assign mode latched per mod source Y+

SHIFT+ Expr = Assign mode latched per mod source Y-

SHIFT+ pomello MOD = Voice Width

SHIFT+ Oct- = Mono Mode

SHIFT+ Oct+ = Poly Mode

SHIFT+ Transpose = Unison Mode

SHIFT+ Chord = Stack Mode

SHIFT + Distortion = FX Level

SHIFT+ pomello FX A = pomello FX D

SHIFT+ pomello FX B = pomello FX E

SHIFT+ pomello FX C = pomello FX F

SHIFT+ tasto FX A = Selezione algoritmo per motore FX A

SHIFT+ tasto FX B = Selezione algoritmo per motore FX B

SHIFT+ tasto FX C = Selezione algoritmo per motore FX C

SHIFT+ Preset/Edit = Bank Select

SHIFT+ PATCH = Sequence # Select

SHIFT+ Init = Randomize

SHIFT+ pomello ARP = Arpeggio Direction

SHIFT+ ARP = selezione traccia Anim 1

SHIFT+ Play = selezione traccia Anim 2

SHIFT+ Record = selezione traccia Anim 3

SHIFT + Mute = selezione traccia Anim 4

SHIFT+ pomello SEQ = sequence length

 

MODALapp apertura

MODALapp

Senza se e senza ma, la comodità offerta dall’editor a schermo è insuperabile e sicuramente non paragonabile al normale lavoro sulla plancia hardware dello strumento. MODALapp è disponibile a gratis per le più diffuse piattaforme e permette l’accesso immediato ai parametri, alla gestione delle patches, eccetera. Il collegamento USB è bidirezionale: quanto modificato a schermo è immediatamente trasferito nello strumento hardware (sintonizzando il display OLED), quanto modificato da pannello comandi trova riscontro nella grafica dell’Editor.

L’interfaccia utente è organizzata in precise aree a contenuto statico (toolbar superiore, main area e modulation strip) cui si affianca la fascia inferiore, a contesto variabile e organizzato in sei sotto pagine.

MODALapp toolbar upper

Nella toolbar superiore, è possibile richiamare la patch desiderata, alterarne il nome, salvarla, randomizzarla. È anche possibile accedere ai più indispensabili comandi di play/rec per il sequencer, con regolazione della velocità BPM interna (gestita anche attraverso Tap Tempo). I cursori di Patch Gain e Volume completano il tutto; ricordiamo che il volume hardware sul pannello comandi è gestito attraverso encoder: in questo modo, diventa possibile accoppiare immediatamente il feel fisico con la posizione memorizzata nella patch corrente.

Se il pannello comandi hardware possono lasciarvi interdetti per la presenza delle combinazioni Shift, Play, Velo e Arp, a schermo tutto è semplice. Si può discutere sull’omogeneizzazione dei valori numeri 0 – 127 data alle forme d’onda, ma è una scelta pressochè obbligata visto il morph non modificabile che è costantemente attivato per navigare tra le cinque frame che compongono ciascuna tabella.

MODALapp main parameter

La fascia centra raggruppa i più importanti parametri presenti sull’hardware: le regolazioni dei due oscillatori (i menu sono sempre gestiti attraverso draggin verticale), controlli del filtro, impostazioni dei due inviluppi principali filter e amplifier. In aggiunta, è possibile accedere alla gestione polifonia, al link tra patch e sequenza, agli andamenti di Drift e Width per l’arricchimento timbrico.

MODALapp main mod

Costantemente raggiungibile con lo sguardo e col mouse, la modulation strip permette di accoppiare sorgente, amount e destinazione per le otto mod strip principali; parallelamente, è possibile controllare i valori delle quattro modulazioni preconfigurate. In alto in questo testo, abbiamo avuto modo di approfondire l’argomento.

MODALapp Page Preset Manager

A colpo d’occhio, è possibile navigare nei cinque banchi A-E da 128 locazioni di Patch timbrica, o nelle 100 possibili sequenze (linkabili a determinati preset), nelle 100 locazioni di FX preset. Con normali operazioni drag & drop, si mette tutto a posto secondo l’ordine desiderato.

MODALapp Page Modulation

Trovano posto in questa fascia operativa la simulazione del Joystick, con tasto Lock, i due oscillatori a bassa frequenza, il Modulation Envelope Generator e i quattro macro controlli di Depth dedicati alla gestione complessiva delle sorgenti Velo, Aft, Note, Expr, X+, X-, Y+ e Y-.

MODALapp Page FX

Superato lo stadio di Distortion, i tre slot FX 1-2-3 possono essere impostati sull’algoritmo desiderato e personalizzati nei valori dei sei parametri attivabili.

MODALapp Page SequencerNon è possibile scrivere le note, ma si può assegnare, mettere in mute, cancellare, ciascuna delle quattro corsie di automazione parametrica. L’editing grafico è comodo e permette di tenere sotto occhio l’intero andamento. Durata della sequenza e sua quantizzazione sono raggiungibili insieme alle capacità di seq name, save e init.

MODALapp Page Keyboard

Oltre alla miniatura, ingigantibile a 3-2-1 ottava e traslabile a discrezione, di tastiera, si gestisce bend e modulation, con tutti i parametri relativi alla personalizzazione dell’arpeggio, del pattern di arpeggio, eccetera.

MODALapp Page Settings

Piuttosto che impazzire con il display di pannello, perché non impostare direttamente da questa pagina i filtri MIDI bidirezionali e le altre regolazioni complessive di Argon8? Da non sottovalutare, specie in certe applicazioni ambient sognanti, la possibilità di lavorare attenuando l’illuminazione dei LED di pannello.

 

In conclusione: Modal Argon8 è uno strumento solido, con i piedi ben piantati nel terreno della wavetable synthesis (l’aver incorporato le migliori tabelle del modello 002 parla assai chiaro…), dotato di una struttura di sintesi semplice da apprendere e facile da gestire attraverso MODALapp. L’organizzazione del pannello comandi paga un tributo – seppure minimo – all’implementazione di quattro diversi tasti shift (Velo, Shift, Patch e Arp) che non sempre sono etichettati come dovrebbero. Il suono è stabile, privo di estremismi timbrici che ne potrebbero rendere difficile la collocazione in un normale contesto produttivo. Usato con consapevole rispetto, può dare ampie soddisfazioni al musicista.

 

 

 

 

 

 

 

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Comments (16)

  • ferdinando sorbo

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    In un regime economico di concorrenza, le aziende cercano di imitare i prodotti di successo ( Korg minilogue xd) fornendo però qualcosa in più di originale ed innovativo. Credo che Argon 8 sia architettonicamente-progettualmente relativamente innovativo.Qualcuno si ricorda almeno che esiste la potenza numerico-sonora del digitale.

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      è sorprendente come l’industria stia riscoprendo le wavetable hardware… in questa stagione ci sono stati tanti segnali interessanti (Hydrasynth, Argon8, Wavestate)

      se son rose…

      Reply

  • ferdinando sorbo

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    Aspettando Godot-Wavestate.

    Reply

  • ferdinando sorbo

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    L’Argon 8 anche esteticamente, tranne che nei potenziometri, sembra la riedizione del D.P.M. Peavey, potente synth in digital phase modulation…

    Reply

  • Cris

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    Buona sera, molto interessanti tutti e 3 ,difficile da scegliere,non resta che provarle..il suono e più interessante la Korg e argon ,Hydra e un ni,sentito su you tube..come sound design credo sia Hydra,vero?

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    • Enrico Cosimi

      |

      personalmente, preferisco hydrasynth come progetto complessivo, wavestate come innovazione sul vecchio concetto vector/waveseq e argon come semplicità…

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  • Dave

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    Preso da pochissimo versione tastiera, condizioni immacolate a un prezzo che è stato un vero affare e con 1 anno residuo di garanzia.

    Che dire…si sente tanto che è digitale, soprattutto per chi è abituato ai suoni dei mostri sacri degli anni ’70-’80. Questo però non significa che non possa fare dei buoni lead sound anni ’70 o quei suoni brass anni ’80 che tanto ci piacciono.
    Richiede solo più smanettamento e sapere dove andare ad intervenire. Di base comunque rimane un synth dal suono molto “glassy” e arioso, ci vengono fuori dei bellissimi suoni in stile Roland D-50, tanto per intenderci, ma al bisogno suona anche più ciccione e grosso.
    Aggiungeteci il fatto che:
    – si trova facilmente nell’usato a 500€ o meno
    – ha una tastiera Fatar pazzesca
    – per una tastierina MIDI 3 ottave ci vogliono 150-200€, e spesso hanno una meccanica oscena
    – è zeppo di pomelli e pulsanti che facilitano l’editing
    – si gestisce da cima a fondo in tempo reale da app su telefonino, senza passare attraverso MIDI, sysex, programmi di editing non ufficiali da cercare in capo al mondo

    alla fine direi che è un progetto ben riuscito e che vale la pena farci un giro.
    Se poi uno ha soldi e spazio per ospitare un ASM HydraSynth, e magari ama il ribbon controller perchè gli ricorda quella astronave che è il Yamaha CS80, che HydraSynth sia!

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  • Massi

    |

    Ciao enrico, vorrei un consiglio, erro indeciso tra Argon8 o Blofeld. Mi piace l’Argon8 ma ho paura della limitata polifonia ad 8 voci. Questo significa che posso premere massimo 8 tasti? Cioè se dovessi trovarmi a suonare uno stile tipo piano-ambient con accordi e pedale sustain, la macchina regge solo l’equivalente di 8 tasti contemporaneamente suonati? Mi sembrano davvero poche contro le 25 di un Blofeld di 10 anni fa. Oppure mi sbaglio nel concepire in questo modo le voci. Fra l’altro anche Synth come il Quantum da 4.000€ hanno 8 voci, quindi immagino che forse il concetto che ho di voci è sbagliato, considerandole come il numero di tasti smontabili simultaneamente? Fra l’altro il Blofeld permette addirittura di creare un suono complesso composto da 16 preset contemporaneamente (multimode). Grazie

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    • Enrico Cosimi

      |

      io mi preoccuperei più del fatto che il processore usato nel blofeld è da 5 anni diventato un “componente obsoleto” e, se qualcosa va storto, lo strumento – semplicemente – non può più essere riparato…

      seriamente, otto voci sono più che sufficienti per scrivere parti armonicamente molto dense, ma non abbastanza per una scrittura che preveda la pedalizzazione di tipo pianistico…

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  • Saverio Lipari

    |

    Argon 8 bello, anzi bellissimo. Ma non sono riuscito a gestire i preset direttamente dalla macchina, senza passare per l app. Peccato perchè il giocattolo é veramente valido, ma la impossibilitá o la macchinosità per il preset change, lo relegano ad un uso eslcusivamte in studio.

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    • Enrico Cosimi

      |

      loro prevedono gli otto quick recall slot come mezzo per velocizzare le selezioni; è probabile che considerino normale l’uso dell’apparecchio sotto program change esterno
      (è un problema che c’è con tutte le macchine prive di tastierino numerico)

      Reply

      • AnalogDoc

        |

        Mi inserisco in questa conversazione.
        Possiedo l’Argon8 da un paio di mesi e mi sto pian piano inoltrando tra i meandri di questo synth piuttosto interessante (nonché il mio primo a wavetable, quindi tocca studiare!).

        Purtroppo l’utilizzo live è piuttosto macchinoso per via di due problematiche:
        1) gli otto quick recall sono scomodissimi e necessitano di entrambe le mani (per cui non si suona quando si cambiano le patch!)
        2) la manopola di cambio patch è in condivisione con altri parametri, es: se agisco su un qualsiasi parametro cambia la schermata di riferimento e prima di poter cambiare patch usando l’apposita manopola tocca ruotare la manopola delle schermate fino a giungere a quella giusta con il nome della patch.
        3) modalapp ti permette di avere la lista di patch ma sono così piccole che sbagliare e pescare lucciole per lanterne è facilissimo.

        Comunque (mi sono un po’ dilungato) come pensi si possa ovviare con un program change esterno? Pedaliera midi?
        (Perdona magari la domanda banale)

        Grazie in anticipo…

        Reply

  • Carlo

    |

    Ciao Enrico!

    Tra Argon e Cobalt (considerando la maggior organicità del suono di quest’ultimo) quale consiglieresti per lavorare su musica ambient/cinematografica senza rinunciare a suoni acidi e ruvidi?

    Grazie per tutto quello che fai!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      caro Caro, mi scuso per il ritardo nella risposta…
      io andrei risolutamente di Argon

      Reply

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