Qualche riflessione su Arturia DrumBrute – Ultima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Ora, parliamo del suono. Ogni volta che il mercato propone un nuovo strumento basato su tecnologia evoluta, c’è una grande massa di utenti che spera di trovare in esso la soluzione di tutti i propri problemi, compresa la varietà timbrica e la possibilità di fare a meno – definitivamente – di qualsiasi altro hardware precedentemente desiderato. È facile immaginare come questa sia una pia illusione destinata alla costante, e ricorrente, frustrazione; detto molto semplicemente: lo strumento perfetto, lo strumento che risolve tutti i problemi non esiste e – probabilmente – non esisterà mai. Ogni macchina incarna infatti visione e obiettivi del proprio creatore: anche se esiste un patrimonio di competenze e di prestazioni che, dopo decenni, diventano standard irrinunciabili, ogni progettista riversa nel proprio prodotto le aspirazioni e preferenze individuali che (auspicabilmente) rendono il suo strumento unico e alternativo.

Di Enrico Cosimi

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È il caso delle timbriche presenti all’interno della DrumBrute: prima ancora che fosse disponibile un esemplare per qualsiasi forma di ascolto, prima che su YouTube circolasse il minimo contributo video sul quale farsi una – fallace – opinione, in rete circolavano opinioni, proiezioni e discussioni basate più sulla concretizzazione dei propri desideri che sulla realtà circuitale dell’apparecchio.

L’esempio più evidente è rappresentato dalla coppia Kick 1 e Kick 2: in totale assenza di prove a suffragio della teoria, velocemente si è sparsa nella comunità dei musicisti elettronici la convizione che fossero, rispettivamente, la Kick della 909 e la Kick della 808. Non è così.

Le timbriche in questione riprendono taluni concetti inevitabili nella costruzione delle timbriche percussive analogiche (ad esempio, la presenza di un impatto-click iniziale, l’impiego di onde sinusoidi e il pitch envelope), ma la somiglianza si ferma a questo: così come due sintetizzatori dotati di oscillatore, filtro low pass e amplificatore non necessariamente suonano allo stesso modo, anche la DrumBrute può generare timbriche riconducibili ai blasonati modelli sopra citati… ma può fare centinaia di suoni differenti ottenibili con la semplice regolazione dei parametri di sintesi disponibili sul pannello comandi. Da questo punto di vista, un sintetizzatore è un sintetizzatore e come tale non ha senso rimanere impiccati ad un modello timbrico desiderato: i comandi sono sotto le dita di tutti, basta decidere cosa fare.

La dotazione timbrica della DrumBrute offre 17 sonorità analogiche; di queste, 15 sono completamente indipendenti per articolazione e incastro ritmico mentre la coppia Closed/Open Hat condivide lo stesso motore; se, per dire, Conga e Tom condividono lo stesso Pad dinamico, possono essere caricati in programmazione Pattern all’interno della stessa griglia rispettando l’indipendenza timbrica.

Che suoni sono disponibili? Le due Kick (caratterizzata da impatto, pitch sweep, decay la prima; regolabile in pitch e decay la seconda) sono differenziate per gommosità e “fattore di devastazione”.

Personalmente, reputiamo più divertente la Kick 2, dotata di quell’impatto sinusoide adatto a fracassare i woofer da 18”, con la possibilità di regolare su durate assurde il Decay Time; per le produzioni mid tempo, l’effetto può essere devastante. Si può fare ancora di meglio (o di peggio, a seconda dei punti di vista) con la Acidlab MIAMI, ma la Kick 2 di Arturia è destinata a diventare un nuovo riferimento timbrico della boominess controllabile.
La Kick 1 è più versatile, può essere configurata con maggior libertà operativa, accorciandola in maniera full impact, che ovviamente perde la componente bassa, o privilegiando la natura sintetica conferita dal pitch sweep regolabile in intensità del trattamento; lo ricordiamo: un sintetizzatore è un sintetizzatore.

Lo Snare offre i classici componenti analogici: impatto iniziale, tono pitchato non modificabile, cordiera Snappy; le regolazioni sono ampie, concentrate su Snap Level, Decay e Tone, con in più la possibilità di variare il Drum Tone principale. È molto di più di quanto non sia mai stato disponibile sulla epocale 808, ci si possono tirare fuori cose decisamente notevoli – a patto di imparare il funzionamento dei parametri e di non fermarsi al primo risultato. Come è facile immaginare, ogni parametro in più è un’incognita che può risultare pericolosa in mani poco esperte.

Nulla da dire sul Clap: meglio degli originali storici, bello come il sole. Può essere modificato timbricamente grazie ad una sezione di filtraggio Peak/Band che è stata concepita con grande sensibilità e maestria.

Stessa valutazione positiva per Rim e Clave: suoni classici nella tenuta analogica, adattissimi tanto alla puntualizzazione ritmica quanto alla creazione di glitches subliminali (meglio se gestiti in punta di Roller/Looper).

Closed e Open Hat sono strutturalmente identici tra loro – giustamente, del resto: sfruttano lo stesso motore di sintesi dando due corredi indipendenti di parametro al musicista: mal regolati, suonano uguali (la rete, e nello specifico, famigerati social network vibrano di accanite discussioni in merito); è possibile/obbligatorio regolare durata di Decay/articolazione e Pitch (in realtà è la frequenza di taglio dei sistema di filtraggio multiplo Band/High che caratterizza il suono) per dare il giusto “taglio” al suono, liberando le frequenze medie a favore dello Snare. Personalmente, non ci sarebbe dispiaciuto poter raggiungere ancora più zzzzzing scavando “sotto”, ma la disponibilità delle uscite separate rende questa e altre espressioni d’incontentabilità a dir poco obsolete. Se suonati insieme, la logica di DrumBrute privilegia sempre il canale Closed nei confronti dell’Open… e se si vuole privilegiare la struggente lunghezza del charlie aperto? Basta usare il canale Closed per programmare un lungo suono open usare il canale Open per programmare un corto suono closed; del resto, i margini operativi sui parametri servono a questo.

Tom Hi/Low e Conga Hi/Low funzionano alla grande; hanno un range d’intonazione differente dai canonici modelli analogici del secolo scorso, sono solo due contro tre, ma bastano ed avanzano per interagire-disturbare-arricchire il disegno delle due Kick. Provare per credere.

Un disorso a parte per il Cymbal: nel vecchio mondo analogico dello scorso secolo, il suono metallico dei piatti era ottenuto con due costose strade basate sull’impiego di un cluster di sei oscillatori square wave opportunamente accordati o attraverso un network di fm reciproche tra due o tre oscillatori; non sappiamo quale delle due strade sia stata scelta da Arturia per la loro DrumBrute (da musicisti militanti, guardiamo sempre con sospetto chi si arma di cacciavite per lurkare sotto le gonne altrui…) ma, in ogni caso, il suono del Cymbal è bello e carnoso come poche volte nella nostra analogica vita. Per di più, con un raffinato gioco di inviluppi, è disponjbile anche una versione Reverse Cymbal che farà la fortuna di più di una produzione elettronica: l’inesorabile, struggente, apertura dello swooosh in reverse è quanto di più irresistibile possa anticipare un serrato groove tutto kick and snare.

Maracas/Tamb lavorano con ineccepibile correttezza; le frequenze medio acute ci sono tutte, pronte – ancora una volta – per suggerire incastri glitchanti. La timbria Tamb potrà far brillare gli occhi a più di un producer CR-78 equipped: ci limitiamo a caldeggiare la sperimentazione con il comando dedicato al suo Decay.

Per finire, Zap: ricordate il classico synth tom che prima ha caratterizzato il Brit Pop Anni 80 (a colpi di pad esagonale), e poi è migrato verso più seri lidi reggae? Bene: è lui, con ampie possibilità di personalizzazione Pitch (basso e cavernoso-quasi-come-la-cassa o acuto e penetrante come ogni buon disco volante in atterraggio dovrebbe essere) e Decay. Anche in questo caso, la sperimentazione è d’obbligo. Il divertimento è assicurato.

È possibile automatizzare i parametri dei suoni? In una sola parola: no. DrumBrute è una batteria analogica – full analog – e non prevede, per la fascia di prezzo impegnata, la conversione ADC dei valori di pannello e la loro successiva restituzione DAC. Esistono, sul mercato, batterie elettroniche “analogiche” che offrono questo comportamento e, non a caso, costano 3 o 5 volte quanto la DrumBrute. Ad ogni modo, se Carl Cox (ci giunge notizia di un endorsement di CC nei confronti DrumBrute… staremo a vedere) e – su altra macchina – Jeff Mills suonano e suonano e suonano girando pippoli in tempo reale, privi di automazione, chi siamo noi per lamentarci?

 

Regolazioni “default timbrico” per DrumBrute (ad horas)

Di seguito, suggeriamo un’impostazione di default per gli strumenti interni, utile per portare la DrumBrute in condizioni timbriche di facile gestione, simili a quelle ottenibili con storiche apparecchiature analogiche vintage dello scorso secolo.

 

Kick 1

  • Level              = Ore 5
  • Pitch              = Ore 10
  • Decay             = Ore 1
  • Impact           = Ore 5
  • Sweep            = Ore 8

 

Kick 2

  • Level              = Ore 5
  • Pitch               = Ore 3
  • Decay             = Ore 5

 

Snare

  • Level               = Ore 5
  • Snap Level     = Ore 12
  • Snap Decay    = Ore 11
  • Snap Tone      = Ore 12
  • Drum Tone    = Ore 12

 

Clap

  • Level              = Ore 5
  • Tone               = Ore 12
  • Decay             = Ore 1

 

Rim/Claves

  • Level              = Ore 5
  • Rim Tone       = Ore 12

Closed Hat

  • Level              = Ore 5
  • Pitch               = Ore 7
  • Decay             = Ore 8

 

Open Hat

  • Level              = Ore 5
  • Pitch               = Ore 7
  • Decay             = Ore 1

 

Tom Hi

  • Level              = Ore 5
  • Pitch               = Ore 2

 

Tom Low

  • Level              = Ore 5
  • Pitch              = Ore 12

 

Cymbal

  • Level              = Ore 5
  • Tone               = Ore 7
  • Decay             = Ore 2

 

Maracas/Tamb

  • Level              = Ore 5
  • Tamb Decay = Ore 1

Zap

  • Level              = Ore 5
  • Pitch               = Ore 9
  • Decay             = Ore 7

Filtro

Il filtro Steiner incorporato nella DrumBrute può lavorare come LowPass (scurisce progressivamente il suono, lasciando solo Kick e Low Tom prima di chiudere ogni cosa) o High Pass (schiarisce progressivamente il suono, lasciando HiHat e Cymbal, prima di chiudere ogni cosa), con Resonance variabile.

Non è previsto un meccanismo di Envelope Follower, per cui occorre suonare manualmente il parametro Cutoff senza possibilità di automazione. Allo stesso modo, sarebbe stato – incontentabilmente – comodo avere anche un percorso di Brute Factor attraverso reiniezione del Main Out all’interno del percorso di filtraggio.

 

Da canali privilegiati di informazione, direttamente dal quartier generale Arturia, sembra che l’opzione Brute Factor sulla DrumBrute sia stata provata e scartata per apparente scarsa utilità; personalmente da sempre affezionati fan del Metal Muff Electro Harmonix, non avremo problemi a distruggere esternamente la timbrica residente…

 

Personalizzazione dei parametri attraverso MIDI Control Center

Come consuetudine Arturia, il MIDI Control Center (di seguito, indicato come MCC) serve sia per trasferire bidirezionalmente firmware e/o programmazioni, sia per personalizzare il corredo di parametri con i quali – anche senza riscontro sul pannello comandi – si può influenzare il comportamento degli apparecchi.

Per la DrumBrute, a prescindere dalle consuete operazioni di Sync tra i contenuti della memoria nel PC e nell’apparecchio, si lavora sul duplice fronte della programmazione di Pattern – con ausilio grafico drum grid – e della personalizzazione vera e propria dei parametri.

 

Parametri

Si interviene su:

  • Global MIDI Channel; il canale MIDI della DrumBrute.
  • Clock In/Out Density; un unico parametro in ingresso e in uscita, con valori disponibili pari a 1, 2, 24 e 48 impulsi per Step.
  • Auto Sync; automatizza il passaggio di funzionamento tra clock esterno (appena ne viene rilevata la presenza) e clock interno (appena cessa l’impulso esterno).
  • Tap Tempo; la precisione/arrotondamento del calcolo effettuato su 2, 3 o 4 impulsi esercitati sopra il Tap Tempo Pad.
  • Global BPM; abilitazione dell’unico BPM di sistema, cui fanno riferimento tutti i Pattern e tutte le Song – come nelle batterie elettroniche di una volta.
  • Wait To Load Pattern; il cambio di Pattern può avvenire alla fine del Pattern attualmente in esecuzione o interrompere qualsiasi altra cosa si stia eseguendo.
  • Accent Velocity Threshold; il valore di Key Velocity corrispondente alla soglia che separa Accent Off da Accent On.
  • Pad Send MIDI Notes; abilitazione o meno della trasmissione di note MIDI per ciascun Pad della batteria elettronica. Ogni Pad/Instrument è sintonizzabile sulla nota MIDI desiderata dall’utente.
  • Metronome; scelta della densità di metronomo desiderato; sono presenti densità non raggiungibili da pannello comandi.
  • Step Repeat Randomizer; la quantità di randomizzazione applicata alla programmazione originale; valori più alti corrispondono a inserimento di note eseguite con strumenti più distanti da quelli di partenza.
  • Step Repeat Probability; la probabilità variabile che ci sia una nuova nota casuale.
  • Vegas Mode; dopo cinque minuti di inattività, DrumBrute accende gli special.
  • Pause Mode; quando si riprende il playback dopo una pausa, DrumBrute può riprendere da dove ci si era fermati o ripartire dall’inizio.
  • Next Bank; per passare fluidamente dall’esecuzione del Pattern #12 nel Bank A al Pattern #12 nel Bank B.
  • Transport Settings; definizione indipendente dei MIDI CC necessari all’automazione bidirezionale dei comandi Start, Stop, Continue, Pause, Rec. Si possono scegliere comandi MIDI Machine Control, MIDI Control Change o tutti e due.
  • Drum Map; la mappatura di note MIDI selezionate, una per una, per l’accoppiamento con i Pad/Instruments della DrumBrute.

 

Drum Grid Sequencer

La finestra grafica riproduce il contenuto del Pattern ritmico: ogni riga orizzontale corrisponde a un diverso Pad/Instrument, con regolazione individuale di Swing e Randomness. Ciascun Pattern è personalizzabile separatamente in:

 

  • Time Division
  • Swing %
  • Randomness %
  • Polyrhythm On/Off
  • Tempo

 

Se Polyrhythm è in Off, la lunghezza del Pattern (ovvero, il numero degli Step) è comune tutti gli Instrument/Pad; se il parametro è in On, ogni Instrument – ogni riga orizzontale nella grafica del MCC – può avere lunghezza differente.

L’evento programmato in griglia può essere spostato nella cella desiderata, può essere copiato e personalizzato nella sua dinamica, è sottoposto a shift timing e può essere fatto rimbalzare (ratchet, o roller, se preferite…) 1, 2, 3 o 4 volte suddividendone la durata complessiva. Ricordiamo che il rimbalzo per tre non è disponibile da pannello comandi hardware.

DrumBrute è una gran bella batteria elettronica analogica. Usatela.

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Comments (40)

  • enzo

    |

    sei eccezionale!

    Reply

    • Igor

      |

      Vorrei proprio comprarmela! Ma piccola domanda: come la collego al pc? Ho bisogno di una scheda audio oppure un semplice cavo midi-usb può bastare?

      Reply

      • Enrico Cosimi

        |

        per acquisire il segnale audio, hai bisogno di una scheda; per controllare l’apparecchio e “farlo suonare dal computer”, puoi usare direttamente un semplice cavo USB

        Reply

    • enzo

      |

      fai sempre ottime e imparziali recensioni, come già detto, annulli le distanze e le attese!

      Reply

  • Bolz

    |

    Sono molto tentato…da quello che sento nei vari test, mi pare che Arturia stia tentando di mettere sul mercato una macchina che vuole andare oltre l’emulazione dei vecchi standard (diversamente da altri Brand che si sono buttati su nuove versioni più o meno clonate dal passato), riuscendo comunque ad ottenere un prodotto di qualità (idea su cui altri Brand, diversi da quelli più cloni-oriented invece non sono riusciti a spuntare di tanto)…

    Reply

  • enzo

    |

    preordinata 😉

    Reply

  • Bolz

    |

    Enrico scusa un’altra domanda. Ho visto la presentazione che hai fatto della suddetta macchina per la Nut accademy. Tralasciando i commenti negativi più o meno divertenti (tipo il fenomeno che definisce PENOSI i SAMPLE …Qualcuno ha parlato di Sample???Mi sfugge qualcosa???) …volevo chiederti se la macchina essendo analogica, avesse bisogno di un periodo di rodaggio e se i suoni che si sentono hanno un margine di miglioramento!

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    ah ah ah, il mondo è bello perché vario… :-)

    seriamente, gli unici strumenti che hanno bisogno di un periodo di rodaggio e assestamento sono quelli acustici; le apparecchiature elettroniche sono quelle e rimangono quelle nel tempo – casomai, peggiorano con l’invecchiamento dei componenti

    Reply

  • Manfred

    |

    Professore, ho da qualche giorno la drumbrute. La ho accoppiata come master al BeatstepPro slave. Ho notato dopo diverse prove che il sinc tramite midi la BSP sballa, mentre invece funziona benissimo tramite l’ingresso cloc analogico. Le volevo fare gentilmente 3 domande:
    1. Come è meglio settare il sinc analogico 1, 2, 24 o 48
    2. Naturalmente lo devo settare uguale per entrambe le macchine
    3. Volendo collegare tramite sinc analogico anche il korg monologue, è possibile reperire in commercio sdoppiatori di segnali o multipli in questo caso stereo?
    Grazie mille anticipatamente

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    devi caricare l’aggiornamento firmware: risolve praticamente tutti i problemi, ti conviene comunque usare il clock MIDI

    per korg, devi usare 1, 2 o 48, a seconda dei modelli; il segnale di sync è di tipo TRS, cioè “stereo”… e, purtroppo, sdoppiatori stereo non è facile trovarne in giro; puoi provare a cercare quelli per le cuffie con connettori mini da ⅛”

    in ogni caso, se usi il MIDI OUT con il suo Clock, non dovresti avere problemi

    non dimenticare l’aggiornamento firmware!!!

    Reply

    • Manfred

      |

      Professore grazie per la celere risposta.
      Ho già aggiornato la DB all’ultimo firmware e nel ftattempo ho anche trovato il duplicatore su Amazon. Ha 5 uscine TRS 3,5.
      Purtroppo il problema midi persiste.
      “Prima mi impazzisco e poi mi sparo”
      Spero di risolvere il problema. Semmai ci riuscissi, Le faccio sapere.
      Buon fine settimana

      Reply

  • Enrico Cosimi

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    non ho capito la configurazione che stai usando; quando mandi il clock midi DB, ti ricordi ovviamente di metterla in clock midi, vero?

    Reply

  • Manfred

    |

    Eureka, la pistola non mi serve più, ho scoperto l’arcano.
    Mi sono accorto che anche se se una delle 2 è in slave, continua ugualmente ad inviare il clock midi.
    Avendo nella mia configurazione le 2 Arturia che entrano entrambe in una pathbay midi, per il motivo di cui sopra, il clock si raddoppiava mandando in tilt l’apparecchio in slave.
    Tolto il midi out della BSP, che è in slave, tutto perfetto in sincronia. L’unica pecca che la BSP ha quando arresto la DB è che mi rimane in pausa e se riavvio la DB la BSP non riparte dall’inizio ma da dove si era fermata.
    Comunque no problem.
    Saluti e grazie della pazienza che ha avuto nei miei problemi

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      controlla, sul MIDI CONTROL CENTER, la disponibilità di un parametro per avere restart da capo o continue da dove si era interrotto il playback… a seconda dei modelli, potrebbe essere disponibile

      Reply

  • Isacco

    |

    Domanda forse banale ma nemmeno nel manuale ho trovato risposta. Gli output individuali usano mini jack stereo o mono? Immagino mono, ma se li uso stereo?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      mini jack mono; se usi quelli stereo, finisci per cortocircuitare antisegnale e massa… dipende da cosa colleghi all’altra estremità del cavo stereo; se è un altro connettore mono, non succede nulla, ma se entri in un ingresso stereo, non è bello.

      Reply

  • Giuseppe Ranalli

    |

    Salve, è un po’ che navigo fra queste pagine e ho da poco acquistato il “Manuale di Musica Elettronica” e “La produzione Musicale con Logic Pro X”. Per tanti anni ho fatto musica rock con gruppi, sono un performer vocale. Ultimamente sono “uscito dal gruppo”. Ho trovato lavoro in una fabbrica e avendo ora qualche soldino, ho deciso di ricominciare a fare musica ma slegandomi dai gruppi. Sto mettendo su un mio piccolo spazio per suonare, sfruttando un vecchio fondaco. E ho acquistato un po’ di macchine per creare il mio set-up. Sono abbastanza ignorante di musica elettronica. Vorrei solo riuscire a buttare giù i miei pezzi da solo. Ho acquistato la Drumbrute, la TB-03 e il Beatstep Pro a cui ho intenzione di collegarle. Come Synth ho preso il System-1 che collegherò al Keystep da usare come sequencer polifonico. Metterò tutto in sync. Per la voce ho acquistato il Voice Live 3 Extreme a cui attacco in cascata altri pedalini singoli per voce: il Mic Mechanic, il Voicetone X-1 e il Critical Mass. Come scheda audio ho preso una Focusrite Scarlett 18|20 2nd a 8 canali. Adesso vorrei acquistare due effetti a pedale da attaccare al synth: SL-20 della Boss, una specie di generatore di loop che è possibile mettere in sync con le altre macchine, e un distorsore. Vorrei qualcosa che mi permetta di “rimanere stereo”, visto che l’SL-20 me lo permette. L’unico distorsore che ho trovato finora è l’Overlord della Electro Harmonix. La strumentazione acquistata non è ancora sotto le mie mani purtroppo. Dovrebbe arrivare tutto in settimana. Mi chiedevo, se avrò problemi, posso chiedere consigli qui?
    Oppure dove? Ripeto, per me è tutto nuovo.
    Grazie.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non sarebbe stato male chiedere consigli PRIMA di fare tanti acquisti… comunque, nei limiti del possibile, rimaniamo a disposizione :-)

      Reply

  • Mario

    |

    Buongiorno, ho da poco comprato un Drumbrute, ma non riesco a interfacciarla con Cubase LE 7 Elements. Premetto che sto’ cominciando ora ad approcciare la musica elettronica e ne sono totalmente a digiuno. magari il mio problema è banale ma per me è insormontabile. Avete qualche consiglio da darmi?
    Grazie in anticipo, Mario.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      scarica – a gratis – il midi control center di arturia e verifica, attraverso questo, che i canali midi di trasmissione/ricezione siano corretti nei confronti della traccia midi che usi dentro cubase

      Reply

      • mario

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        grazie per la risposta. nel frattempo sono passato ad Ableton. il mcc l’ho scaricato e settato subito (Pad send MIDI notes e Sequencer sends MIDI notes sono impostati su MIDI). infatti il canale midi di ableton mi legge i segnali inviati dalla drumbrute. ma me li fa ascoltare come un suono di tastiera, non sento i suoni nativi di arturia. come mai? ho letto da qualche parte che bisogna far uscire il suono da un canale audio che a sua volta è collegato al canale midi di ingresso, ma non riesco a mettere in collegamento MIDI To con AUDIO from. è il procedimento adatto? inoltre sarà possibile in seguito creare un canale indipendente per ogni canale(17) del drumbrute? forse ha a che fare con il settaggio Global Midi Channel 1-16?
        della cortesia, Mario.

        Reply

        • Enrico Cosimi

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          la drumbrute NON trasmette audio su midi o su usb; per registrarla, occorre per forza collegare la sua uscita Audio Out a un ingresso audio del computer e poi è necessario registrare il segnale in una traccia audio.

          per farla breve, bisogna mandare note midi (o usb, è la stessa cosa) all’apparecchio, “fargliele suonare” e poi catturare il suono dell’esecuzione; non ricordo se, allo stato attuale, sia possibile avere canali midi separati per ciascuno strumento… in ogni caso, è un problema minimo: ogni pad/strumento trasmette e riceve su una nota midi liberamente assegnabile dal musicista, quindi eventuali editing possono comunque essere fatti con relativa comodità all’interno delle tracce midi di programmazione

          Reply

  • Ivo

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    Ciao, sto valutandone l’acquisto, anche grazie alla tua ottima recensione.
    Ti è capitato di usarla come slave del Kaoss Pad della Korg? Ho avuto parecchi problemi ad interfaccaire drum machines con il Kaoss e vorrei sapere se la Drumbrute ne è in qualche modo immune.
    Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non ho mai avuto modo di provarla con la kaoss pad, ma se molte macchine hanno problemi con quell’hardware, è probabile che lei sia il punto debole della struttura…

      comunque, ora c’è anche la impact, che costa molto meno

      Reply

  • FRANCESCO

    |

    Buonasera Prof!
    Posseggo da poco meno di un mese una DrumBrute e sono molto soddisfatto del mio acquisto. Non le nascondo che ho deciso di prenderla solo dopo aver letto attentamente le sue ottime recensioni.
    Ho tradotto il manuale, ho già una buona padronanza dello strumento ma trovo un po’ “limitante” la modalità Song. Diciamo che la flash memory non è proprio il suo forte… anche se un po’ me l’aspettavo (non pretendevo mica astronave con “sole” 350 euro).
    Vengo alla mia domanda: sa dirmi se all’interno del Midi Control Center è presente un sequencer come Dio comanda?
    La ringrazio!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Caro Francesco,
      nel MIDI Control Center – che si scarica a gratis – non c’è sequencer per la Drumbrute, ma puoi tranquillamente pilotarla a distanza con un QUALSIASI sequencer MIDI presente nel tuo computer…
      buon divertimento!

      Reply

  • Alessandro

    |

    Salve prof.

    Innanzitutto la ringrazio per il suo lavoro e le sue recensioni.

    Ho deciso, dopo aver letto questo suo articolo, di provare ad acquistare un drumbrute e devo dire che la qualità timbrica è davvero sbalorditiva per la fascia di prezzo dello strumento.
    Suonare sotto questo bel tappeto di suoni caldi e analogici è davvero di grande ispirazione.

    L’unica mia insoddisfazione è quella di un kick, anzi due Kick, clap e snare poco presenti. Sto utilizzando l’uscita mixed perché ho un solo canale disponibile purtroppo. Cmq nonostante anche alzare di un pelo il fader del volume del mixer mi mandi in saturazione l’uscita, casse rullante e clap non sono incisivi come pensavo a livello di presenza di suono.

    Certo non pretendo un pugno sui denti ad ogni botta come nel black album dei metallica, ma come si può fare per ottenere qualcosa di più sotto questo aspetto?

    Ci sono regolazioni sul pannello che possono venire in aiuto o magari è necessario qualche altro hardware, tipo un compressore? In tal caso saprebbe cosa suggerire per una fascia di prezzo massimo intorno ai 200€?

    Grazie mille in anticipo per la sua attenzione.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Userei principalmente Kick 2 che è più “cattiva” se opportunamente accordata e lascerei Kick 1 a semplice contributo timbrico sulla percussione iniziale, “stringendola” come regolazione audio nei confronti di Kick 2. é una rottura di scatole programmarle con lo stesso disegno timbrico, ma almeno si supera il limite…

      Per il rullante, occorre trovare il giusto equilibrio tra componente noise/snap e timbro composto dai due oscillatori; con un minimo di sforzo, si arriva a un risultato accettabile.

      Piuttosto che spendere 200 euro su un compressore esterno, non vale la pena fare un giro di ricongnizione e trovare qualche hardware che soddisfi completamente in partenza? Considerando il valore di una DrumBrute second hand + i 200 euro aggiuntivi, potrebbe uscire fuori qualcosa di interessante… magari usato…

      Reply

      • Alexdiesis

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        Tipo!

        Reply

  • Alexdiesis

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    Tipo quale?

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    vedi tu…
    digita “analog drum machine” dentro google e approfondisci 😀

    Reply

  • Luca

    |

    Vorrei acquistare la mia prima drum machine, e come per la totalità delle mie macchine vorrei che anch’essa sia analogica. Purtroppo noto che non ci sia molta scelta e in qualche modo dovrò accontentarmi e accettare qualche compromesso perché, come Lei stesso ha scritto in questo articolo, lo strumento perfetto non esiste. Se fosse ancora in produzione sarei orientato all’acquisto di una MFB Tanzbär mk I perché alle mie orecchie possiede una timbrica impeccabile. Detto questo ho molta indecisione. Nella fattispecie, cosa sente di consigliare maggiormente tra Arturia Drumbrute, Arturia Drumbrute Impact, Mode Machines ADX-1 e Behringer RD-8?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      io farei un giro “virtuale” con la drumbrute impact, con la acidlab miami, con la tanzbar mk1, con l’inevitabile behringer rd-8 e deciderei – prezzo alla mano – quella che mi convince di più in base al tipo di complessità che pretendo dalla sua programmazione

      Reply

  • michele

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    Buonasera professore,

    Sto cercando di dare un senso alle uscite separate della drum brute, per caso, posso entrare in un canale IN con il risultato dello split dei 2 kick, cioè accorparli ed entrare in un canale del nel mixer IN, avendo in un unico jack tutti e due i kick, utilizzando quindi (avendo un mixer con prese INSERT ) tutti gli effetti del caso ( a catena ) che utilizzerei per processare i due Kick in questione?
    Cioè per quanto riguarda le uscite individuali, esiste un metodo per farle diventare uscite non più separate ma quindi farle uscire in gruppi?

    Grazie per l attenzione.
    M

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    • Enrico Cosimi

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      non ho capito niente.

      comunque, quando si preleva il segnale da una delle uscite separate (tipo quello della kick), lo si toglie dall’uscita MIX – quindi non ci sono mai DUE segnali uguali processabili in modo diverso, perchè la Kick o esce dall’uscita separata o esce dall’uscita principale Mix.

      le uscite separate sono previste per permettere al musicista, e al fonico, di trattare il segnale audio di cassa, rullante, eccetera in modo diverso dal resto; diciamo che – per fare un esempio – si voglia processare il SOLO suono del rullante con un compressore: si esce dall’uscita separata dello Snare, si entra nel compressore, si esce dal compressore e si entra in UN ALTRO canale del mixer analogico o della scheda audio che si sta usando. Da una parte c’è solo il rullante compresso, dall’altra tutto il resto.

      per creare i gruppi, occorre prendere TUTTE le uscite separate, collegarle a canali individuali di un mixer che abbia i gruppi e lavorare sulla superficie del mixer stesso; in mancanza del mixer analogico, se la scheda audio ha sufficiente ingressi simultanei, si può collegare tutto alla scheda e poi lavorare “di gruppo” all’interno della DAW che si sta utilizzando.

      In alternativa, si può tirare fuori il suono che NON si vuole raggruppare usando la sua uscita separata e poi continuare a usare l’uscita MIX principale come gruppo…

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  • Pierpaolo Spedicato

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    Prof buon pomeriggio. …. allora Professore quando connetto la drum con il cavo usb…sento in cuffia un tuuuuuuuu uuuuu molto ottuso aperto……e quando metto in play es sul kick o altre parti di batteria sento come un ritorno di suono tipo eco
    ……ho provato a staccare hub usb prese e preset te varie ma lo fa sempre…..come interfaccia audio ho una native instrument komplete 6

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    • Enrico Cosimi

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      ma stai usando un laptop attaccato all’alimentazione di rete? se la risposta è positiva, devi procurarti un isolatore galvanico da mettere sul cavo usb

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  • Pierpaolo Spedicato

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    ah ecco perché! !!..ok Professore grazie!!!

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