Propellerhead Reason 7

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Recording, Software

Reason è l’alternativa che tanti hanno adottato ai soliti sistemi DAW più sbilanciati sulla registrazione pura; da sempre, a cavallo tra la generazione timbrica dedicata, la programmazione MIDI ben controllata e, da poche revisioni, la gestione intelligente dell’audio, Reason 7 fornisce un environment di lavoro che fa dell’interfaccia grafica e della semplicità di navigazione uno dei suoi principali punti di forza. Ad un prezzo appena superiore ai 400 euro, non si può rimanere indifferenti nei suoi confronti…

Di Enrico Cosimi

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La genealogia è di prim’ordine: nel 1994, ReCycle definì il sistema commerciale per fare a fette il groove audio permettendone il riallineamento ritmico (la prima applicazione non accademica dello sganciamento tra pitch e time…); poi, nel 1997, con ReBirth, è stata la volta del primo environment di dance music production, con due 303 e una 808 sapientemente modellate e pronte all’uso; finalmente, nel 2000, Reason ha assunto la configurazione rack oriented che tutti conosciamo. Oggi, è il turno della settima generazione.

Dal punto di vista della sicurezza, Reason è particolarmente accomodante: si può lavorare in Demo Mode, autorizzare il programma attraverso Internet Verification, ricorrere ad una Autorizzazione con Registrazione: la proprietà del programma può essere esercitata – e dimostrata attraverso Ignition USB Key (su cui caricare tutte le diverse licenze delle Rack Extension eventualmente acquistate), o con Balance Interface (utilizzata come super USB key), o – ancora – attraverso autorizzazione del computer. Se desiderato, o necessario, si può lavorare in Demo Mode con la sicurezza di poter registrare, editare, mixare, creare nuovi device e salvare il proprio lavoro (i limiti più significativi sono collegati all’impossibilità di aprire songs preesistenti e esportare audio).

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La filosofia

Di base, Reason lavora avvolgendo il musicista con diversi ambienti di programmazione: il Device Rack, che contiene le singole unità di generazione audio, sintesi, trattamento del suono, effetti, eccetera (a differenza delle versioni più antiche, ora la parete di outboard si estende in orizzontale su colonne affiancate… non è più necessario fare lungi scroll verticali); il Sequencer lineare, con accesso diretto alle diverse tracce, organizzate in Lanes parallele; il Mixer principale, in cui gestire le procedure vere e proprie di equalizzazione, regolazione e bilanciamento tra tracce audio e tracce “di sintesi”. Le tre schermate sono visualizzabil, a scelta, attraverso i tasti F5, F6, F7 e, come è facile immaginare, si può ricorrere ai Navigatori per muoversi all’interno delle enormi schermate. Le visualizzazioni sono linkate tra loro: lavorando su una traccia di mix, si può confidare sull’automatico focus nella schermata del Sequencer; le stesse tracce tornano in primo piano, pronte all’ispezione.

In aggiunta, già dalle versioni precedenti, è possibile inglobare diversi processori e generatori in un guscio di Combinator, che semplifica le procedure – una sorta di “macro metafora” con cui accoppiare diversi trattamenti che serviranno sempre tutti insieme e sempre nello stesso ordine (un sint con un determinato effetto, una sequenza di effetti sul mix finale, una catena di compressione e equalizzazione sulla ripresa vocale microfonica).

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La gestione dell’audio in ingresso è semplificata attraverso il controllo F3: si apre il Recording Meter, si regola il livello del segnale microfonico (o di linea) collegato all’interfaccia e si scrive nella nuova traccia. Non avete creato la nuova traccia? Poco male: basta premere Command-T ed il gioco è fatto. La schermata di Recording Meter incorpora un accordatore cromatico.

Durante la registrazione, è possibile affidarsi all’automazione delle diverse Take, un passaggio dopo l’altro, fino a raggiungere un numero sufficiente di versioni che potranno poi essere cucite insieme prendendo the creme of the crop.

Ora, in Reason 7 è possibile sfruttare il Solo lane button, con cui valutare al meglio le diverse takes; un nuovo tasto di Bounce automatizza il trasferimento del comping in una nuova audio lane creata automaticamente: tutto il lavoro di take & comping è così velocizzato per produrre il singolo audio file definitivo. Ovviamente, la nuova traccia è suscettibile di editing a colpi di time stretching e quantizing. 

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Il mixer

Forti di un solido accordo commerciale, Reason può offrire ai suoi utenti un mixer virtuale accuratamente modellato sulle prestazioni e sulle dotazioni della storica SSL SuperAnalogue XL 9000 K Series. Ogni canale è dotato di processori dinamici, equalizzazione, predisposizione per effetti insert e filtraggi; i controlli di dinamica prevedono compressione/limiting, gating/expansion, gestione del sidechain creativo; l’equalizzazione è costruita attorno a quattro blocchi parametrici; l’insert di traccia può ospitare un singolo effetto o una catena di trattamenti precedentemente inglobata in un Combinator. Sono disponibili otto mandate ausiliarie, ciascuna agganciabile ad un effetto indipendente; tutto può essere automatizzato in tempo reale e, ovviamente, è possibile creare sub gruppi di mixaggio. Niente male.

Ora, in Reason 7 ogni volta che si crea un Device, questo si “porta appresso” una dotazione di controlli mixer essenziali, con cui lavorare sui parametri di ascolto e gestione principali, senza dover essere costretti a switchare visualizzazione. Un Device audio, ad esempio, sarà corredato dei parametri di level, pan, mute, solo, eccetera. 

 

Time e Pitch Change

Particolarmente raffinati, i due algoritmi di Time Change e Pitch Change permettono di modificare in maniera indipendente durata e intonazione dei segnali catturati nelle tracce audio.

Ora, in Reason 7 si può sfruttare un meccanismo di slice automatico, che “fa a fette” la traccia audio rispettando tutti i transienti da allineare ritmicamente. La clip così elaborata può essere caricata come REX file e utilizzata con Dr. Octo Rex Loop Player, Kong Drum Designer o con gli altri campionatori. 

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Gestione degli strumenti MIDI esterni

Dopo essersi aperto al mondo esterno con il trattamento dei segnali audio, Reason 7 bissa la connettività prevedendo il controllo di qualsiasi sintetizzatore MIDI equipaggiato… a tiro di cavo.

Si decide il canale MIDI, gli si affianca una traccia del sequencer, si definiscono program change ed eventuali regolazioni di CC Assign; il gioco è fatto. Il meccanismo può essere innestato infinite volte, tante quanti sono gli apparecchi MIDI esterni; per ciascuno di essi, transitano i dati di nota on/off, pitch bend, mod wheel, key vel, aftertouch, CC.

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Spectrum Analyzer Window

Nel cuore – e nei desideri – di parecchi utenti Rack Extension, lo Spectrum Analyzer è un regalo di Reason 7 con cui si può controllare il contenuto armonico di qualsiasi segnale precedentemente specificato. Si può cliccare e draggare per modificare l’equalizzazione in tempo reale, utilizzando comportamenti lpf, hpf, hf bell, lf bell.

 

 

 

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