Native Instruments annuncia Reaktor 6!
Dopo troppi anni di attesa, finalmente è arrivato il momento di rimettersi a studiare la nuova revisione di Reaktor 6. Il potentissimo ambiente di programmazione, che ha insegnato tanto a tanti, è stato recentemente aggiornato e potenziato con una serie di migliorie che accolgono, in parte e non solo, le richieste accumulate da anni e anni presso la comunità degli utenti. Native Instruments ha fatto un lavoro eccezionale che, unito alla possibilità di un upgrade a soli 99 euro, rende praticamente obbligatorio procedere all’aggiornamento.
Di Enrico Cosimi
Se a questo aggiungiamo che Reaktor 6 viene aggiunto, ma non sostituito alla vecchia installazione di Reaktor 5.x, ecco che le cose diventano ancora più facili da gestire. In forma ancora preliminare, ma avremo modo di passare mesi insonni sul nuovo programma, ecco alcuni dei punti chiave.
La struttura del programma, originariamente organizzata in ensemble, contenenti instruments (o altre ensemble) realizzate con macro e moduli di livello primary e core, è ora potenziata grazie all’adozione di una serie significativa di semplificazioni operative. Il programma non diventa più grossolano (è ancora possibile spaccare il capello in quaranta parti), ma si arricchisce di nuove configurazioni intermedie, con le quali è possibile velocizzare il workflow.
i Blocks sono il punto più evidente della situazione: immaginate un qualcosa di simile alle factory macro, pronte all’uso, ma dotate di ancora maggior autonomia operativa… una libreria di “moduli di sintesi” preconfigurata, estratta da ensemble e da prodotti N.I. di grande riscontro (ad esempio, il filtro 64 bit transistor ladder di Monark), pronta all’uso e alla configurazione libera da parte dell’utente. Rimangono tutte le possibilità di aprire strutture, investigare, imparare, copiare dai più bravi, ma tutto è già pronto all’uso per chi abbiam meno tempo. Per ora, ci sono 30 blocchi pronti, che comprendono oscillatori, filtri, effetti, inviluppi (c’è un fenomenale creatore d’inviluppo con il quale configurare il meccanismo di modulazione transiente più perverso che possa venirvi in mente), oscillatori a bassa frequenza, effetti, sequencer, eccetera.
La costruzione avviene attraverso drag & drop; poi, non rimane che collegare le cose. Se volete approcciarvi alla sintesi modulare, ma non siete interessati alla programmazione “spicciola”, questa è la strada giusta. Dal Core Level, si possono costruire blocchi personalizzati, dai blocchi si può scendere nel Core Level.
I blocchi finora disponibili sono divisi in sottosezioni assai sfiziose:
Bento Box
Moduli multi uso, pronti alle funzioni più ricorrenti: Oscillator Thru Zero FM, State Variable Filter, Voltage Controlled Amplifier, Mixer, Envelope ADSR, Low Frequency Oscillator, Control Voltage Processor, Sample & Hold, 8 Step Sequencer.
Boutique
Moduli ispirati da strutture circuitali “storiche”, dotate di grande personalità timbrica: Oscillator Bank in stile Roland, Multiwave Oscillator in stile SH, Dual T Sallen Key Filter.
Modern
Moduli di gusto più “moderno”: Modern Comb Filter, Modern Paul Low Pass Filter.
Digilog
Moduli adatti alla creazione di comportamenti ritmici complessi e trattamenti logici: Digilog Clock Divider con sei divisioni di tempo, Dicilog Quantizer con mappatura per semitoni (chiunque abbia passato la nottata a costruirsi il quantizzatore con min/max multipli, non potrà che apprezzare).
N.I. All Stars
Unità preconfigurate con le quali costruire i propri blocchi: Monark Oscillator, Monark Filter, Monark Envelope, Driver distortion, Rounds Reverb, Rounds Delay.
Utility
Come i Digilog, non producono suono, ma tengono insieme il funzionamento dell’intera patch: CV Mixer 4; Mixer 4 per segnali audio, Mono Level Control, Stereo Level Control, Clock Source, Note In Converter (estrae informazioni MIDI da quanto ricevuto sull’interfaccia), Trigger In, Scope.
I blocchi possono essere modificati e salvati dopo la personalizzazione, creati dal nulla, scambiati con altri utenti Reaktor 6. La grafica sfrutta nuovi widgets assai ghiotti (dovrebbero piacere agli utenti Vermona).
La costruzione grafica del Panel può sfruttare ora la griglia a 4 pixel e quella a singolo pixel.
Il motore di sintesi è stato raffinato, curando al massimo lo ZDF Zero Delay Feedback per i motori di sintesi granulare; anche la pagina dei tutorial DSP sul sito N.I. è stata resa più agile e invitante (dopo aver ringraziato Vadim Zavalishin, trovate il tempo di approfondire…).
Il programma viene fornito con più di 70 Factory Instruments (ma ce ne sono più di 4000 in libero download sul sito N.I.),
Grazie ai Table Framework, è possibile trasferire dati efficientemente tra le strutture di funzionamento, passando dati liberamente tra Primary e Core Level. Si possono sfruttare gli scoped bus per i collegamenti senza wire grafici; si possono sfruttare i bundle per le connessioni da/in Core unificate per maggior chiarezza grafica.
Reaktor 6 è ottimizzato per funzionare con le periferiche di controllo Komplete KONTROL S-Series e con MASCHINE.
Qui, per ulteriori informazioni.
Qui, per gli articoli e i tutorial sul DSP.
Tags: native instruments, Reaktor 6
Comments (7)
mirko
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Buongiorno a tutti,
da qualche giorno sto provando Reaktor 6 e ho una domanda da porvi: è possibile collegare due unità BENTO BOX 8 STEPS insieme in modo da avere 16 step consecutivi? Se sì come?
Grazie mille
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Enrico Cosimi
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le devi modificare per organizzare il funzionamento “a staffetta”
oppure devi modificarne una per portarla a 16 step
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mirko
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Buongiorno,
purtroppo temo che sia impossibile collegare due unità a staffetta poiché mi sembra ( ma non sono un esperto e potrei dire stupidaggini) che le connessioni non lo permettono.
Sul sito Native ho trovato questo:
https://www.native-instruments.com/en/reaktor-community/reaktor-user-library/entry/show/9141/
ma questo modulo non evidenzia le note con la notazione inglese C,D,E, etc ..
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Enrico Cosimi
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fai prima a usare il seq 16 che è nel corredo di base del programma…
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Matteo
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Ho appena comperato questo fantastico software che vorrei simpaticamente inserire in un piccolo sistema modulare reale e un mother32. Vorrei uscire con cv e gate,va bene qualsiasi scheda audio o avete da consigliarmi qualche scheda specifica? grazie mille
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Enrico Cosimi
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purtroppo, no; non poi andare diretto da computer a struttura analogica; devi prendere alcune decisioni:
a) poi usare un’interfaccia MIDI/CV, uscire dal computer con Reaktor sotto forma di dati MIDI, convertire i dati MIDI in tensioni e inviarle al sintetizzatore
b) puoi usare un’interfaccia audio che sia dotata di uscite DC Coupled (alcuni modelli MOTU rispondono a questa caratteristica) e usare l’interfaccia direttamente per inviare tensioni analogiche in uscita
la seconda strada è molto più insidiosa
io ti consiglierei di prendere una o due interfacce MIDI/CV di buona qualità, con diversi canali simultanei di conversione e usarle per convertire (appunto) le informazioni di Reaktor prima di farle usare dall’analogico esterno
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Michele Laneve
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Se posso intrufolarmi nell’interessante questione, proporrei una terza alternativa che risolve brillantemente le diverse problematiche:
usare un modulo eurorack che funge da convertitore digitale/analogico come l’Expert Sleepers ES-3 che converte il segnale ottico ADAT (a fronte della spesa, è molto più facile trovare un’interfaccia audio con uscita adat piuttosto che una con gli output dc-coupled) in 8 canali cv/gate analogici. Un solo cavo che trasmette fino a 8 segnali diversi, siano essi audio o di controllo (ci fai uscire tutto: sorgenti di modulazione, oscillatori, ecc). Questa, è esattamente la configurazione che uso io per il medesimo scopo (faccio comunicare Reaktor col modulare hardware). Come se non bastasse, è appena stato rilasciato un aggiornamento per Reaktor Blocks che, fra le altre cose, include un modulo che permette di controllare con precisione oscillatori hardware rispettando il formato cv/oct! Che vogliamo di più? 😀
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