MOTU Track 16

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Recording

MOTU ha presentato la nuova studio interface Track 16, un’interfaccia desktop particolarmente compatta che, grazie ad un breakout connector, può gestire traffico audio in formato 16×14 (cioè sedici ingressi e quattordici uscite) su connessione FireWire o USB 2.0 per Mac e PC. In aggiunta, l’apparecchio gestisce i/O ottico, MIDI I/O, SMPTE timecode I/O, con tanto di digital mixer interno a 16 bus, riverbero, eq, compressione, tools di audio analisi, FFT, spettrogramma e tuner.

Di Enrico Cosimi

L’unità di base, l’interfaccia vera e propria, è alloggiata in un solido scatolotto di alluminio scavato dal pieno – in quella tecnologia che, nell’epoca Apple, è stata veicolata come “unibody”. Il pannello frontale ospita un connettore hi-Z per chitarra e basso elettrico, in ingresso di linea stereo su mini jack da ⅛”, due uscite per cuffia parallelate tra loro (su connettori ¼” e ⅛”). Sul pannello posteriore, l’ormai classico multiconnettore DB25 offre sfogo al breakout esterno – ulteriori particolari in seguito – e condivide lo spazio utile con le connessioni FireWire 400, USB 2.0, optical I/O digitale in grado di veicolare otto canali indipendenti 1x, più quattro canali di SMUX a 2x e un TOSlink stereo a 96 kHz. Grazie alla connessione ottica, si possono agganciare altri apparecchi come MOTU 8pre alla Track 16, espandendo le possibilità complessive.

Il cavo breakout possiede dodici connettori femmina per gestire due prese XLR microfoniche, ingressi stereo su ¼”, uscite stereo su ¼”, un secondo ingresso hi-Z, MIDI I/O e l’alimentazione in corrente continua. Ogni connettore è schermato individualmente per evitare qualsiasi tipo di interferenza.

Track 16 può essere alimentata dal bus FireWire, con capacità di gestione autonoma per la phantom a +48 V su due preamp microfonici indipendenti; se si opta per l’alimentazione lungo il bus FireWire, si può fare a meno del cavo breakout e si può lavorare solo con le connessioni “di pannello”. La connessione USB 2.0 può essere facilmente convertita (con adattatori esterni) al funzionamento su USB 3.0.

Sul pannello frontale, è possibile selezionare il canale in ingresso e i canali d’uscita; con il data entry si regola il livello audio o, sfruttando il comportamento multi funzione, si entra nei menu di editing. Si può lavorare in CueMix premendo simultaneamente i selettori d’ingresso e di uscita; è possibile variare il codice colore adottato per l’illuminazione dei led frontali (per qualcuno, può essere importante…); quattro coppie di led meter a sette segmenti visualizzano i segnali in ingresso e uscita analogica; premendo sui tasti Meter, si scelgono diverse logiche di visualizzazione.

Track 16 eredita tutto il know how dei precedenti modelli “mk3”, come la UltraLite mk3, o la 828 mk3, adottando il popolare sistema di onboard effect processing, con reverb, console eq indipendente per ciascun canale, vintage compression; ma non mancano le funzionalità standalone per la gestione audio, il Precision Digital Trim, la stampa e la lettura del time code SMPTE longitudinale per la sincronizzazione in stile Anni 80. Grazie al software AudioDesk fornito in dotazione, si accede a una notevole potenzialità di tool per l’analisi spettrale, armonica del segnale mixato; non manca un accordatore cromatico utile per gestire cordofoni elettrificati.

La disponibiilità prevista è per l’Autunno 2012 e il prezzo annunciato dovrebbe essere (di poco) inferiore ai 600 euro.

 

 

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Comments (1)

  • jean

    |

    Salve professor Cosimi io possiedo una track16 e sto per prendere un mac mini.
    Mi consiglia il collegamento più idoneo tra usb e fw?
    Quale sarebbe l’adattatore usb2 usb3?
    Scusi per l’ignoranza e per aver riesumato un post ormai antico…

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