Make Noise Renè – Un instant classic?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Non è nuovo, anzi ha diversi anni di servizio sulle spalle, ha fatto sognare generazioni di musicisti elettronici, ha dimostrato ai medesimi come sia possibile scrivere musica e fare performance lavorando lontani dai tasti bianchi e neri, componendo per simmetrie, per istinto o per non meglio identificabili stilemi di bilanciamento estetico. Insomma, il primo grande sequencer cartesiano dell’epoca Euro Rack ha dimostrato da subito una significativa validità di comportamento che, oggi, conferma una decisa maturità progettuale. Non è poco.

Di Enrico Cosimi

rene

Dal punto di vista pratico, Renè richiede 80 mA di tensione sul ramo +12V dell’alimentatore, occupa ben 34 HP di ingombro frontale e, come tutte le strutture Euro Rack, se collegato con il flat invertito, conduce velocemente alla disperazione dell’(ex) possessore.

Di fondo, l’apparecchio prevede la possibilità di programmare fino a 16 step di valore/tensione (utilizzabile come pitch per gli oscillatori, o per automatizzare qualsiasi altro parametro di sintesi ritenuto degno di utilizzo performativo), passando in scansione gli step attraverso non uno, ma più treni di impulsi/clock; in questo modo, è possibile – ad esempio – definire un Clock X per lo spostamento/navigazione in orizzontale nella sequenza e un Clock Y per lo spostamento/navigazione verticale nella sequenza. Ci aveva già pensato Serge Tcherepnin nei suoi inavvicinabili sistemi modulari, ma ritrovare un valido concetto nuovamente a disposizione, nella comodità Euro Rack è sempre bello et jocundo et robustoso et forte.

Come è facile immaginare, l’interazione tra clock verticale e orizzontale permette la continua riorganizzazione del materiale programmato in precedenza: sono “solo” 16 step, ma possono essere letti con infinite variazioni. Da un certo punto di vista, come suggerisce il manuale utente, invece che di “step”, occorrerebbe ragionare in termini di “locazioni”. In questo modo, la lettura dei valori ricevuti sugli assi X e Y definisce quale “locazione”, nella matrice 4×4, dovrà essere raggiunta; se tutti e due i valori sono pari a “3”, Renè esegue lo step/locazione numero 11 (numerato a partire da sinistra in alto, fino a destra in basso). 

Chiaramente, tanta potenza operativa richiede un’articolazione per menu operativi… e qui arrivano i primi dolori, perché – per scelte stilistiche e filosofiche – i display alfanumerici sono banditi dai moduli Make Noise e, per di più, certe volte le grafiche di pannello sembrano fatte apposta per far abbandonare la scelta non violenta… insomma, ci vuole pazienza.

 

L’apparecchio

Le connessioni sono logicamente concepite per facilitare il funzionamento: ci sono un X-Clock Input e un Y Clock Input (provvedono allo spostamento di step sull’asse orizzontale e verticale); allo stesso modo, i valori di contatore possono essere influenzati attraverso due eventali tensioni di controllo ricevute dall’esterno e applicate alle porte X-CV Input e Y-CV Input; le tensioni sono scalabili/attenuabili con due trimmer X-CV Attenuator e Y-CV Attenuator.

Non è tutto; in base allo stato logico alto/basso ricevuto alle porte X-MOD e Y-MOD, è possibile influenzare in diverse maniere il comportamento e l’interpretazione dei segnali di clock ricevuti sui due assi; il tutto è gestito nel menu X-Fun PGM. Ulteriori particolari in seguito.

Di fondo, Renè è composto da diverse sezioni: oltre alla gestione dei clock in ingresso, occorre identificare strutturalmente la matrice di potenziometri con i quali effettuare le programmazioni (e intervenire durante la performance); in aggiunta, è necessario prevedere una matrice di “Touch Grid”, cioè di piazzole sensibili al tocco con le quali definire i (macro) comportamenti di sequenza e impostare/accedere (al)le diverse sezioni di comportamento. L’ingombro è uno, ma la struttura è “tanta”…

Proprio a proposito delle piazzole touch, è possibile ricorrere ad una regolazione di sensibilità; pelli secche, condizioni abnormi di umidità – o di sporcizia – possono influenzare negativamente il funzionamento dell’apparecchio.

Le uscite dell’apparecchio sono relativamente semplici da gestire: c’è una uscita quantizzata per semitoni (QVC – Quantized Control Voltage) che è fatta apposta per essere collegata direttamente a tutti gli ingressi 1V/Oct presenti nel vostro sistema; parallelamente, è disponibile un’uscita non quantizzata per semitoni, cioè completamente variabile (CV OUT – Unquantized Control Voltage Out). Tutte e due le uscite, di fatto, coprono una possibile escursione pari a 4 ottave, precise per la connessione quantizzata, abbondanti per quella libera.

La tensione di Gate viene emessa dalle due porte Gate X e Gate Y in base allo stato acceso/spento di ciascuno step; l’interpretazione orizzontale e verticale permette di creare velocemente incastri inaspettati; con lo Snake Mode attivato (ulteriori particolari in seguito), le cose diventano ancora più divertenti. Come muoversi dentro un videogioco dei bei tempi andati… Le tensioni di Gate raggiungono + 8 V; l’attività sulle due porte di uscita è visualizzata con una coppia di LED verde e rossa.

 

Touch Control, piazzole e comportamenti di programmazione

I sedici potenziometri svolgono un doppio compito: definizione del valore di step e definizione/conferma dello stato on/off per lo step selezionato; molto di questo è già disponibile in altri sequencer, con l’esclusione della touch sensitivity, e pertanto il musicista elettronico meno esperto non dovrebbe riportare traumi irreparabili.

Le cose diventano più interessanti, e pericolose, quando il musicista si accinge a espugnare la parte destra del pannello comandi, quella per intenderci dove sono depositati gli accessi ai menu di funzionamento e i singoli comportamenti personalizzabili. Paura.

La navigazione attraverso i menu disponibili avviene – a rotazione – premendo il tasto PGM 1 (quello a sinistra nella coppia in alto); quando si vuole tornare al modo Play, si preme il tasto PGM 2 “per uscire” dai menu. Lo stesso tasto è utile per congelare in Latch il valore della locazione raggiunta.

Le sedici piazzole Touch possono servire anche per richiamare immediatamente lo step corrispondente: toccate con il polpastrello la piazzola 11 (terza fila, terza piazzola da sinistra) e la sequenza si sintonizza immediatamente sullo step corrispondente. E’ utile per far partire la sequenza da punti diversi, per ridimensionarla, per “ricombinarla” in tempo reale durante il playback. 

 

I (dannati) menu di funzionamento

Renè può funzionare in diverse modalità operative oltre al normale modo Play. La loro selezione avviene, a rotazione, con il tasto PGM 1 e viene confermata attraverso accensione del corrispondente LED di segnalazione. Sono disponibili le modalità:

  • Access (LED giallo); permette di raggiungere direttamente le locazioni di sequenza desiderate; se attive, saranno eseguite; se inattive, Renè potrà cercare la più vicina locazione attiva (SEEK) o fermarsi (SLEEP). Se Access è disabilitato, diventa impossibile riconfigurare il sistema in tempo reale.
  • X-Gate (LED verde); permette di accendere/spegnere i comportamenti Gate On/Off dei singoli step emessi alla porta Gate X Out.
  • Y-Gate (LED arancio); come sopra, ma per i valori emessi alla porta Gate Y Out. 
  • X Function (LED rosso); abilita l’accesso, e le successive scelte, di funzioni personalizzabili per i comportamenti in uscita sull’asse X di controllo CV.
  • Y Function (LED blu); come sopra, ma per le tensioni in uscita sull’asse Y.
  • Q (LED viola); permette la personalizzazione dei comportamenti di quantizzazione, con possibilità di definire scale individuali, eccetera.

 

Le funzioni 

Sono programmabili indipendentemente per l’asse X e Y. Ciascuna piazzola Touch permette di scegliere una di 16 possibili funzioni di personalizzazione.

Attenzione! La nomenclatura delle sedici piazzole rispetta il loro utilizzo come “meccanismo di gestione quantizzazione”; per questo motivo, le prime quattro piazzole della fila in alto – numerate da 0 a 3 – rispondono agli identificativi romani I – II – III – IV utilizzati (vedi sotto) per gestire gli Accesso Stored Quantized Voltages; le dodici piazzole sottostanti, a partire dalla fila più bassa, fanno riferimento ad altrettanti semitoni dell’ottava cromatica C, D’, D, E (piazzole 12.13.14.15), E, F, G’, G (piazzole 08, 09, 10, 11), A’, A, B’, B (piazzole 04, 05, 06, 07). 

Come al solito, la numerazione che parte da 00 non aiuta…

  • 00 – Touch I; la sequenza avanza Forward, da sinistra verso destra o dall’alto verso il basso.
  • 01 – Touch II; la sequenza indietreggia Backward, da destra verso sinistra, o dal basso verso l’alto.
  • 02 – Touch III; la sequenza avanza in Pendulum, da sinistra verso destra /dall’alto verso il basso e viceversa (0.1.2.3.2.1.0…).
  • 03 – Touch IV; la sequenza avanza in Snake Mode, seguendo uno di otto possibili modi di avanzamento codificati all’interno del modulo. Alcuni sono utili, altri sono divertenti, altri possono risultare superflui; di sicuro, vale la pena perdere tempo e approfondire le variazioni espressive raggiungibili.

Rene snake mode

Come si sceglie l’andamento “serpeggiante” desiderato? Ruotando l’attenuatore Y-CV.

  • 04 – Touch A’; Clock Restart; se abilitato, permette agli impulsi ricevuti sulle porte X-MOD e Y-MOD di azzerare il conto degli step, facendo ripartire la sequenza dall’inizio precedentemente previsto.
  • 05 – Touch A; Clock By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X o Y è messo in AND con il Clock.
  • 06 – Touch B’; Clock By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X o Y è messo in OR con il Clock.
  • 07 – Touch B; Clock By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X o Y è messo in XOR con il Clock.

Il risultato dell’elaborazione AND-OR-XOR ha conseguenze tanto nella densità di eventi Gate, quanto nella regolarità di Clock. 

  • 08 – Touch E; abilita il Glide tra uno step e l’altro in corrispondenza dei Gate eventualmente ricevuti alle porte X-MOD (Gate sull’asse X) e Y-MOD (Gate sull’asse Y).
  • 09 – Touch F; Gate By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X e Y è interpretato in AND con il Clock e il risultato dell’operazione booleana è emesso alla porta Gate X o Y corrispondente.
  • 10 – Touch Q’; Gate By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X e Y è interpretato in OR con il Clock e il risultato dell’operazione booleana è emesso alla porta Gate X o Y corrispondente.
  • 11 – Touch Q; Gate By Mod. Il segnale logico ricevuto alle porte MOD X e Y è interpretato in XOR con il Clock e il risultato dell’operazione booleana è emesso alla porta Gate X o Y corrispondente.

Il risultato dell’elaborazione AND-OR-XOR ha conseguenze nella densità/bilanciamento dei Gate On trasmessi. La sequenza potrà risultare più o meno “densa” di note. 

  • 12 – Touch C; permette la scelta tra i comportamenti SEEK o SLEEP eseguibili in corrispondenza degli step spenti. Nel primo caso, Renè raggiunge uno step spento, ignora la sottile suggestione e cerca il più vicino step attivo, continuando l’esecuzione; nel secondo caso, Renè si mette a dormire fino a nuovo ordine.
  • 13 – Touch D’; Gate By Opposing Clock; come per la prima condizione, ma con interpretazione dello stato su Clock Y prima di accedere all’operatore AND per l’uscita X.
  • 14 – Touch D; Gate By Opposing Clock; come per la prima condizione, ma con interpretazione dello stato su Clock Y prima di accedere all’operatore OR per l’uscita X.
  • 15 – Touch E’; Gate By Opposing Clock; come per la prima condizione, ma con interpretazione dello stato su Clock Y prima di accedere all’operatore XOR per l’uscita X..

Rene truth table

Quantizzazione?

Nel menu Q(uantize), si possono usare le dodici locazioni Touch grid come “selettori di voltaggio preselezionato” da utilizzare in una delle quattro scale memorizzabili usando i primi quattro Touch grids.

In pratica, ci sono quattro locazioni di scala personalizzabile accendendo o spegnendo i semitoni ritenuti non necessari; una volta configurata una delle quattro possibili “maschere”, la corsa dei potenziometri “di intonazione sequenza” rispetterà la gestione delle note abilitate o disabilitate, saltando gli intervalli proibiti e facilitando in modo significativo la costruzione di sequenze “in tonalità” o “in scala”. E’ utile ricordare che il trattamento di quantizzazione è raggiungibile solo usando la connessione di uscita QCV.

Non male. 

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Comments (2)

  • Bolz

    |

    Ciao Enrico. Una domanda… sto cercando di ampliare il potenziale della DFAM nella generazione di suoni percussivi molto soft. Volevo muovermi in 2 direzioni per rendere il tutto più organico (ovvero aumentare la possibilità di farli evolvere sino a un tappetto/texture), da una parte l’avvicinamento di un Maths make noise (così da generare delle subarmoniche, ho visto un video molto bello a riguardo), dall’altro capire come potenziare il sequencer…in quest’ultimo aspetto, pensi che sarebbe una buona soluzione o forse c’è qualcosa che mi sfugge clamorosamente per cui forse non sarebbe un felice matrimonio?

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    • Enrico Cosimi

      |

      purtroppo, per il sequencer non si può fare nulla – se non sostituirlo con uno esterno più potente e dotato di reset/restart con il quale programmare lunghezze di step “dispare”

      via libera per il maths!!!

      Reply

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