L’improvvisazione dell’Invisibile Unicorno Rosa: cosa, come & perché

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Events, Gear, Recording, Software, Tutorial

Lo scorso 31 agosto  – altro clima, altre temperature – quel gioiellino di Passignano sul Trasimeno ha dato luogo alla propria Notte Bianca: l’ Invisibile Unicorno Rosa (al secolo chi scrive, nonché il serafico Fabio Boila) ha avuto il piacere di prendervi parte, potendo contare su una cornice d’eccezione come quella della Rocca Medievale. Il riascolto a mente fredda di quanto suonato ha fornito lo spunto per una rapida disamina del setup impiegato: cosa & come… e magari perché, già che ci siamo. Quali dunque le regole del gioco, e quali gli ingredienti?

Di Jacopo Mordenti

notte bianca unicorno

Un sintetizzatore, un basso… e una parola d’ordine: improvvisare. Se non tutto – giacché la tonalità dei brani era stata preventivamente concordata, così come le diverse componenti dell’accompagnamento ritmico – quanto meno lo sviluppo del brano, l’alternanza fra i pieni e i vuoti, l’incastro fra le frasi del momento e le traiettorie di più lungo periodo.

Nelle intenzioni il risultato avrebbe dovuto assumere le forme di un tappeto sonoro di generosa durata, perfettamente ascoltabile con attenzione o – al contrario – relegabile a sottofondo ballabile a discrezione dell’ascoltatore.

Schermata 10-2456583 alle 13.19.25

Tecnicamente, una premessa del genere ha portato a escludere da subito l’impiego di sequenze prestabilite (X battute di strofa, poi Y di ritornello, poi Z di ponte) e, con esse, tutte quelle soluzioni hardware o software incapaci di prescindere da una rigida linearità temporale. La scelta dell’Unicorno è caduta allora su  Ableton Live! 9, DAW elastica in grado di combinare e scombinare alla bisogna i pattern MIDI e i loop audio del caso; per facilitare il lancio di questo materiale si è optato per un controller dotato di un buon riscontro visivo, il  Launchpad di Novation.

 

Tre gli ingredienti della formula dell’Unicorno ospitati e gestiti da Live!:

  • Un gruzzolo di campioni di drum machine d’epoca caricato in  SoftDrum LTD – VSTi semplice, gratuito… consigliato! –  triggerato attraverso non una ma quattro tracce MIDI, dotata ciascuna di uno specifico pattern: uno per la cassa, uno per il rullante, uno per l’hithat, uno per tutto il resto. Attivando e disattivando i pattern (regolati in modalità toggle), è stato possibile costruire in tempo reale l’accompagnamento ritmico dello specifico brano, riempiendolo o svuotandolo sulla base delle esigenze del momento.
  • Una manciata di loop audio (regolati anch’essi in modalità toggle) impilati un’unica traccia audio: dal sapore di quando in quando glitch (giacché realizzati ricorrendo massicciamente a   Glitch AtlantisAutofilter Time Machine, ecc. ecc.), sono stati alternati al fine di impreziosire il disegno ritmico complessivo. I BPM di partenza non collimavano con quelli del progetto? Nessun problema: ci ha pensato Live! a warparli, pressoché in totale autonomia. Dannatamente comodo.
  • Una manciata di campioni vocali (regolati in modalità gate e sganciati dalla quantizzazione del brano) disposti su tre tracce ed equalizzati con il   T-Racks Equalizer di IK Multimedia per ottenere una sorta di effetto telefono. Nanni Moretti è stato spiritualmente presente, con tanto di spada jedi al seguito.

 

Schermata 10-2456583 alle 13.25.20

Al di fuori di Live!, il brutale mondo dell’hardware, dove è stato necessario saper fare di conto: se sul piatto ci sono solo un basso e un sintetizzatore, e non si vuole ricorrere a parti pre-registrate, è bene avere chiaro chi fa cosa, e a quale scopo. Il basso – roba da non credersi! – ha lavorato da basso, macinando una dietro l’altra le linee del caso; timbricamente il suono stato costruito a partire da un Fender Jazz Bass a 5 corde, preamplificato da una   BVP 5500 di Bugera ed effettato alla bisogna da una manciata di pedali Behringer. Il registro, complici la quinta corda da una parte, e dall’altra l’uso degli effetti, è potuto essere piuttosto vario.

 

Schermata 10-2456583 alle 13.27.23

E il synth? Si è trovato a dover riempire lo spettro sonoro e contemporaneamente a conferire ulteriore ritmicità all’insieme. Ecco allora che all’Ultranova di Novation – che per l’occasione, peraltro, ha funzionato anche da scheda audio – è andato a combinarsi il  MidiMuRF di Moog: il tappeto della prima, relativamente ben bagnato da quella dose di delay/echo che non guasta mai, è stato fatto a fettine dagli otto filtri passabanda del secondo, accessi e spenti sulla base di pattern clockati – potenza del MIDI tramite Live! – sui sedicesimi dei BPM impostati sulla DAW. Più difficile da immaginarsi che non a sentirsi: il risultato ha avuto evidentemente una spiccata valenza ritmica, ma – a differenza di quanto sarebbe successo ricorrendo a un arpeggiatore – in questo senso è risultato svincolato dalle specifiche  note suonate  dal sottoscritto. L’intervento ininterrotto su alcuni parametri critici del suono – complice la buona interfaccia dell’Ultranova e i solidi pomelli del MidiMuRF – ha assicurato la vitalità di un quadro perennemente a rischio polvere.

 

Schermata 10-2456583 alle 13.29.30

Live!, basso e sintetizzatore hanno occupato, complessivamente, 5 delle 8 tracce messe a disposizione dal registratore R16 di Zoom, che ha funzionato sia da registratore sia, appunto, da piccolo mixer preliminare all’ingresso dell’Unicorno nel banco del service. Gli estratti che potete sentire sono il risultato del mixaggio e del mastering – in Live! – delle suddette cinque tracce. Buon ascolto!

 

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Comments (3)

  • Antonio Antetomaso

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    Articolo interessantissimo e ricco di spunti (es. dedicare clip separate ai vari componenti della batteria è tanto semplice quanto geniale)! Complimenti Jacopo, sai sempre sorprendermi!

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  • Astrolabio

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    Ottimo articolo. Ne vogliamo altri così 😉

    Reply

  • Jacopo Mordenti

    |

    Grazie per l’apprezzamento.

    A costo di dire una banalità: improvvisare richiede la ricerca di un certo equilibrio in fatto di possibilità tecniche. Troppe poche opzioni (ad es.: un unico pattern di batteria) evidentemente rendono il panorama monotono; al contempo troppe opzioni (ad es.: un pattern per ogni componente di un drumkit) rischiano di risultare dispersive.

    Se l’Invisibile Unicorno Rosa vi è piaciuto seguitelo via Facebook: ha una sua pagina e un suo account (IUR Musicband) 😉

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