KORG MS-20: quale migliore occasione per (ri)parlarne?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Vintage

Nel lontano 1978 – in tempi tecnologicamente non sospetti – Tsusomu Katoh intraprese la commercializzazione del piccolo, ma concentrato Monophonic Synthesizer MS-20, consolidando la strada per la MS Series che, successivamente, si sarebbe articolata nei classici modelli di base MS-20 (appunto), MS-10 con ridotte prestazioni, SQ-10 Step Sequencer e MS-50 Expander. Come spin off della serie, il vocoder VC-10 permetteva di espandere significativamente le potenzialità timbriche della famiglia.

Di Enrico Cosimi

ms20 apertura

Oggi, all’alba della Primavera 2013, KORG ha reintrodotto sul mercato una versione miniaturizzata del suo monofonico MS-20 che, sfruttando l’hardware precedentemente messo in gioco per l’USB controller dedicato alla Legacy Collection Analog Edition, offrirà tutte le caratteristiche timbriche e operative del modello storico. Aspettando di poter mettere le mani sulla versione miniaturizzata, quale miglior occasione per fare un bel ripasso sulle caratteristiche dell’oggetto originale? Prima di addentrarci nel vivo della materia, questo è il momento per ringraziare Mario Bianco, raffinato musicista elettronico e sofisticato collezionista che ha messo a disposizione il suo MS-20 prima serie. Che vuol dire “prima serie”? Ora ci arriviamo…

Prima serie, seconda serie

La prima informata di MS-20, commercializzati nel 1978, utilizzava un componente custom, appositamente sviluppato da KORG per gestire i comportamenti di filtro High Pass e Low Pass, il circuito, denominato IC35 riuniva all’interno di un involucro termosaldato diversi componenti scelti dai due ingegneri Masao e Mori per ottimizzare comportamenti timbrici e resa funzionale. Successivamente, KORG decise di abbandonare il circuito IC35 in favore di un “normale” doppio operazionale LM13600, sviluppato da National Semiconductor, che incarnò la seconda revisione operativa del monofonico nipponico.

Cosa cambia(va) nel suono tra la prima e la seconda serie? Entro determinate condizioni operative, i due strumenti sono molto simili, solo quando gli oscillatori sono messi al massimo del volume (e al sintetizzatore viene tirato il collo…), la prima serie risulta più “rozza” nella gestione della resonance e meno controllabile in determinate regolazioni estreme. Per il resto, prima o seconda serie sono assolutamente funzionali, timbricamente valide e musicalmente molto desiderabili.

Come riconoscere un sintetizzatore prima serie da uno di seconda serie?

Le cose si fanno più complesse…

IMG_1686

La tradizione vorrebbe appartenenti alla seconda serie gli strumenti che mostrano sopra la serigrafia del VCA una vite di fissaggio per la retrostante parte elettronica; la sostituzione del componente originale con il nuovo LM13600 avrebbe obbligato i costruttori a inserire nel sintetizzatore una seconda scheda analogica, agganciata meccanicamente alla prima anche attraverso la nuova vite che interrompe il disegno del VCA. Tuttavia, non sono pochi gli strumenti “con la vite” che al loro interno continuano a montare il componente originale IC35.

L’unico modo sicuro per capire cosa si ha di fronte consiste, con cautela, nello smontaggio del fianchetto sinistro per vedere – una volta smontato il tutto – se c’è la seconda scheda di elettronica aggiuntiva (seconda serie) o se, nell’unica scheda che corre parallela al pannello comandi è visibile – con fatica – l’inconfondibile sagoma nera del componente IC35.

In tutti i casi, vecchio o nuovo, prima o seconda serie, il suono c’è…

Detto questo, veniamo al dunque.

ms20 schema

Lo strumento – percorso audio

KORG MS-20 è un progetto concepito per coniugare funzionalità ed economia d’esercizio; da questo punto di vista, non mancano le soluzioni apparentemente drastiche, ma ispirate all’ottimizzazione dei comportamenti pratici.

ms20 osc panel

Oscillatori

I due oscillatori sono differenziati per disponibilità delle forme d’onda, per mappatura dei controlli e per scalatura delle variazioni d’ottava; in questo modo, si privilegia la variazione simultanea dei comportamenti dando per scontato (ad esempio) che non tutti e due gli oscillatori saranno utilizzati in condizione simultanea di PWM. E’ un limite, ma permette di coprire – con sei controlli – diversi comportamenti che altrimenti avrebbero impegnato una maggior porzione di pannello comandi.

ms20 osc 1 trng

ms20 osc 1 saw

ms20 osc 1 sqr

ms20 osc 1 pls

ms20 osc 1 noise

Oscillator 1

Produce onda triangolare, rampa, impulsiva a simmetria variabile (da quadra a impulsiva) e noise.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le forme d’onda sono lungi dall’essere precise e da laboratorio… MS-20 non è carente di energia e di corposità analogica.

L’intonazione può essere definita attraverso Master Tune (che influenza l’intero strumento) e attraverso l’offset di ottava che copre 32’, 16’, 8’ e 4’. Il terzo controllo del modulo è relativo alla simmetria dell’onda impulsiva.

ms20 osc 2 saw

ms20 osc 2 sqr

ms20 osc 2 pls

ms20 osc 2 ring

Oscillator 2

Produce le onde dente di sega, quadra al 50% impulsiva al 10 % e Ring Modulation (ottenuta combinando in XOR le onde quadre generate da Osc 1 e Osc 2 ed ottenendo in uscita la somma e sottrazione di ciascuna coppia di frequenze). I piedaggi disponibili variano da 16’ a 2’. Invece della regolazione di simmetria, sostituita dalla disponibilità 50% e 10%, è possibile fare conto su una regolazione di Pitch che permette di variare l’intonazione del secondo oscillatore rispetto al primo di un margine superiore a +/- 1 ottava.

L’intonazione degli oscillatori  è controllabile attraverso le tre ottave di tastiera; in aggiunta, può essere modulata ciclicamente con il Modulation Generator (terminologia KORG per indicare il circuito LFO) presnete nello strumento) o, in modo transiente, attraverso l’Envelope Generator 1 di tipo Delay-Attack-Release.

ms20 osc patch

In alternativa alle due sorgenti di controllo, è possibile interrompere la normalizzazione e agganciare all’apparecchio tensioni CV +/-5V applicabili alla porta Total  o Freq; la prima raggiunge simultaneamente VCO 1, VCO 2, HPF e LPF; la seconda controlla solo i due oscillatori.

Non è finita: se necessario, si può controllare senza possibilità di attenuazione il pitch del VCO 2 lasciando in pace il primo oscillatore, ma addivenendo a patti con la natura lineare della porta di controllo… i problemi sono dietro l’angolo.

Non c’è hard sync, non si possono resettare i cicli degli oscillatori sul Gate On di tastiera: in pratica, MS-20 può essere accordato con sufficiente accuratezza per produrre lentissimi battimenti; lavorando con minor accuratezza, il rombante rollio della sfasatura analogica è sempre pronto ad interventire. A proposito di rombante rollio: anche se il mixer pre filter non distorce, può essere utilizzato, con gli oscillatori a manetta, per lavorare creativamente con la creazione di armoniche spurie che i due filtri tirano fuori in corrispondenza dei picchi d’ampiezza. Quando i due oscillatori si trovano in perfetto allineamente, per magia escono fuori transienti che hanno un enorme valore espressivo, specie per la produzione dubstepposa dove la ciclicità è suono liquido.

 

ms20 noise gen

Noise Generator

In aggiunta al segnale prodotto dai due oscillatori e (come vedremo) da eventuali sorgenti esterne, MS-20 può sfruttare il Noise Generator interno, che emette simultaneamente White Noise (con eguale energia per unità di banda) e Pink Noise (con egual energia per ottava); per poter sfruttare i due segnali, è necessario procedere al patching sulla sezione destra del pannello comandi. Il segnale prodotto dal NG deve essere fisicamente collegato alla porta External Input presente nella sezione di filtraggio. In alternativa, il musicista deve rassegnarsi a lavorare con il solo White Noise offerto nel selettore di Wave Form del primo oscillatore.

 

ms20 filter panel

Filtri

Uno dei punti di forza del KORG MS-20 è la duplice struttura di filtraggio che sfrutta il collegamento in serie del modulo High Pass Filter e Low Pass Filter; contrariamente a quanto si è scritto per anni – non esente il sottoscritto… – ora che la documentazione tecnica è finalmente disponibile, si è chiarita la configuraione 1 polo HP e 2 poli LP, che permette di sfruttare un blando trattamento sulle basse (asciugate dal modulo passa alto risonante) e un più energico, ma mai soffocante come il 4 poli tradizionale, intervento sulle acute (ad opera del modulo passa basso risonante).

Il collegamento in serie produce, nulla di nuovo sotto il sole, un bel passa banda asimmetrico (6 e 12) che può essere personalizzato con due picchi risonanti.

ms20 bandpass

Proprio la completa indipendenza di Cutoff Frequency e Peak permette di utilizzare i due filtri tanto in maniera dinamica – ricordiamo che, di default, MS-20 mette tutti e due i filtri sotto controllo dell’EG2 HADSR – quanto in maniera mista, magari lavorando con il modulo HPF in modalità statica non modulata e pilotando il modulo LPF con il classico inviluppo. In quest’ultima configurazione, il circuito passa alto non modulato diventa un pericolosissimo enfatizzatore di armoniche, che può essere accordato sul punto ritenuto più adatto per arricchire e caratterizzare il segnale passante.

Da non sottovalutare, infine, la possibile gestione low enhancer ottenuta usando un filtro passa alto carico di resonance come rinforzo per le basse. Provare per credere.

ms20 LP saw res

ms20 HP saw res

ms20 BP saw 2res

I due filtri hanno, lo accennavamo in precedenza, controlli separati per le frequenze di taglio e la quantità di resonance/Peak prevista; in aggiunta, ciascun filtro è modulabile dal circuito MG1 o dall’EG 2.

ms20 osc patch

Alternativamente, è possibile interrompere le due normalizzazioni  collegando o una sorgente esterna comune alle due frequenze di taglio (ingresso Total), o due sorgenti indipendenti e dedicate alla gestione LPF e HPF (ingressi Cutoff Freq); i tre percorsi di controllo sono sempre gestiti nel range di tensione +/-5V.

 

Amplificatore 

Come per parecchie macchine analogiche, l’amplificatore è praticamente trasparente per il musicista; sul pannello comandi del KORG MS-20 è possibile solo prendere atto che la modulazione del segnale passante è demandata – di default – al modulo EG2 o all’eventuale segnale esterno collegato all’apposito ingresso di Initial Gain. Come è facile immaginare, vista la natura analogica del circuito, la tensione esterna di controllo deve essere unipolare e compresa tra 0 e +5V.

 

La prossima volta, analizzeremo i percorsi di modulazione e poi, finalmente, verificheremo in A/V le capacità d’interfacciamento exp-lin e le peculiarità timbriche. Ricordiamo che tutto ciò è finalizzato, più che ad una “celebrazione” dell’oggetto vintage a poter valutare con maggior obiettività il funzionamento e la validità del nuovo MiniMS-20 promesso da KORG per la Primavera 2013.

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Comments (21)

  • Antonio Antetomaso

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    Una vera belva. Tra l’altro trovo che la versione per iPad è molto valida!! Forse di più di quanto realizzato nella Korg Legacy Collection, non trovi?

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  • Lorenzo

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    Io ho provato la versione VST della korg legacy collection e devo dire che, a fronte di un’interfaccia utente forse un po’ troppo spartana, il suono è meraviglioso, e il costo non è neanche proibitivo (50 € si mettono da parte facilmente, suvvia).
    Non appena potrò lo acquisterò 😀 .
    Detto questo non ho mai provato l’originale analogico e sono curioso sia di sentire le testimonianze video che l’esimio Cosimi ci metterà a disposizione sia, magari provandolo in qualche negozio, il nuovo mini MS-20.

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  • Max76

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    Tanto per cambiare anche questa volta mi hai illuminato su alcuni dubbi che la patchbay (bastarda XD) mi riservava !
    Grazie mille,aspetto sempre con ansia i tuoi articoli sul Korg MS20,mia croce (poco) e delizia (tanto) !!!
    …e se un giorno MAGARA decidessi di fare anche qualche video tutorial di questa bestiolina….appena passerai in Romagna sappi che berrai gratis XDXDXD

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  • Alessandro

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    Ciao Enrico, volevo chiederti, secondo te il nuovo Mini MS-20 sarà direttamente interfacciabile con moduli eurorack? (nel mio caso moduli Analogue Systems).
    Grazie mille!

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    Si si, penso che l’importante sia usare ele connessioni esponenziali e non quelle lineari… :-)

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  • Riccardo Galatolo

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    ho sempre trovato interessante il suono di MS20 e avendolo sotto mano nello studio del mio amico (seconda serie…da quanto si evince da questo articolo) posso dire che è interessante anche in produzioni odierne benchè enormemente limitato (un Mopho Keyboard costa meno da nuovo, suona come un diavolo scatenato e ha delle features meravigliose tipo lo step sequencer…)
    uno dei punti che non ho MAI compreso bene di questo synth è l’inviluppo!
    secondo me c’è qualcosa che non torna, almeno a volerlo usare come un normale ADSR…
    a volte ho pensato che fosse guasto o almeno malfunzionante (e che ne so…un “coso” del 78 magari qualche acciacco cel’ha) ma una volta in possesso di iMS20 su iPad le cose non sono cambiate: da una parte è bene perchè l’MS20 in studio è sano come un pesce, ma dall’altra rimangono i miei dubbi su una progettazione alquanto strana…o sono strano io? 😀

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    • Enrico Cosimi

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      eh eh, ci sono delle cose veramente strane – a livello di decisioni – nell’inviluppo del MS-20

      eh eh eh eh

      (a stretto giro, una risposta…) :-)

      Reply

  • Paolo Cocco

    |

    l’ho comprato appena uscito e devo dire che la struttura pseudo-modulare era interessante, come pure gli ingressi e uscite CV-Gate (sia pure non in formato v/oct). Il suono non era male, ma assai lontano da quello Moog, principalmente a causa della differenza del VCF. Due anni dopo ho preso un poco considerato Prodigy, infinitamente meno versatile, quasi ridicolo per le (im)possibilità di una modulation matrix.
    Ma, permettetemi, pur non essendo un Minimoog, suonava mooolto meglio del korg. Pur nella sua economicità e con tutti i suoi limiti, il Prodigy era e suonava da Moog mentre l’MS-20 suonava come tanti altri synth privi o limitati nell’anima.

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      beh, è ovvio che se ti piace (tanto) il suono Moog, non puoi trovare tante assonanze nel timbro KORG… è inevitabile :-)

      Reply

      • Paolo Cocco

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        Mi sono fatto prestare MS-20 in condizioni perfette, ho rifatto i suoni pazientemente riportati nel volumetto “MS-20 setting examples” e devo dire che (preferenze di allora a parte) è un piccolo synth CHE SUONA!
        Poi ho messo li un K2600, il Korg e il Prodigy per confrontare tra loro alcuni suoni famosi (l’intro di Hsine on your crazy diamond, il solo da andd you and I, ect. ect.). Risultati: il K2600 riesce ad imitare bene i sacri anticumi analogoci, pur con ovvie limitazioni. Migliora se gli si da da elaborare i campioni delle faome d’onda basilari degli analogi.
        L’MS-20 se la cava bene, specialmente nella produzioni di suoni “cattivi”. Direi che non ha nessun problema a bucare qualsiasi mix :)
        L’economico Prodigy riesce meglio nei lead più “gentili”, ma sa farsi sentire. Resta il mio preferito perchè il suono Moog resta il mio preferito (subito seguito dal suono Roland).
        Forse questo spiega perchè, per tenere compagnia al JP-8 prenderò un OB8 e non il più benvoluto OBX-a

        Reply

  • Enrico Cosimi

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    alla fine dei conti, la differenza tra obxa e ob8 è che il il primo – forte (o debole per) un sistema di auto tune meno efficace – risulta sempre più rombante e rollante, il secondo è più fermo…

    ovviamente, tralasciando la differenza nella dotazione di parametri di bordo

    in tutti e due i casi, sono macchine importanti

    Reply

    • Paolo Cocco

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      Enrico, io vorrei tanto riportare nei live questi meravigliosi mostri. Ma, come dici tu, un obxa-ob8 è una macchina importante. Anche il vecchio economico moog è importante, anche se non è un modular; e poi mica sono Emerson io 😉
      allora porterò sul palco Kontakt oppure E4K o K2600, magari tutti. Non la noterà nessuno la differenza del suono. Tanto anche loro sono… roba superata!
      Poi l’articolo sull’Expander mi ha fatto riflettere, meglio un Matrix12 o un Expander dell’obXX. Farò a meno di considerare l’acquisto del mostriciattolo Kronos che tanto mi ispirava 😉

      Reply

      • Enrico Cosimi

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        con “expander dell’ObXX” ti riferisci a una versione customizzate dell’ObXa o al rack OB-Mx? Nel secondo caso, lascerei decisamente perdere…

        Reply

  • KRiSh

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    Il mio Korg MS-20 Mark II lo presi come una occasione, dato che i prezzi sono piuttosto “fermi” da anni.. difficile trovare sconti. Se l’acquisto fosse stato totalmente premeditato avrei optato per la versione con filtro Korg35 più violenta (così dicono..) che sono tutt’ora molto curioso di sentire. Se conoscete qualche mago in grado di rifare la serigrafia bianca sul pannello di metallo sarebbe stupendo… in Italia non ne ho proprio trovati.. La versione Mini promette bene, ma io sono scettico… devo dire però che Korg ha fatto la giusta scelta commerciale sia con il Mini che con le Volca, che spero di vedere presto recensite qui ! Grazie Enrico come sempre per queste pillole analogiche 😀

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      il restauro della serigrafia può trasformarsi in un inferno; prova a vedere in rete se recuperi i customizzatori di sint… c’è un sito dove, oltre a fare moditiche personali sulle verniciature, sono in grado di riprodurre al 100% qualsiasi serigrafia originale (ovviamente, a caro prezzo)

      appena lo recupero, posto il link…

      Reply

  • Jean

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    hei anch’io sto cercando qualcuno che faccia la serigrafia su una plancia, non mi interessa che sia identica… sapete dove posso rivolgermi?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      temo che la cosa più economica sia arrangiarsi con le tecniche da modellista, altrimenti c’è un sito inglese che customizza sintetizzatori e fa anche restauri (costosi) di questo tipo; appena recupero il link, lo posto…

      Reply

  • Marco

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    Ciao, ho preso da poco il korg ms 20 mini, e ho un dubbio, se attacco sul’ initial gain un segnale di controllo esterno, non viene bypassato l’ EG2 al VCA; cioè viene “mixato” il segnale di controllo esterno con l’ EG2 è normale o è un malfuzionamento?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      la tensione esterna che viene collegata all’ingresso Gain del VCA “tiene aperto” l’amplificatore; tanto l’eventuale segnale esterno quanto l’inviluppo EG2 moltiplicano il livello del segnale in ingresso (A x B x C); non c’è somma tra i due segnali di controllo, ma solo moltiplicazioni; se uno dei due segnali di controllo non raggiunge il valore zero, l’amplificatore “non chiude” – prova, per verificare, con la mod wheel…

      Reply

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