Kenton Active DIN Sync Splitter

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il marchio Kenton è stato fondato da John Price nel 1986, in piena epoca MIDI, e proprio con i retro-kit MIDI si è fatta strada nel mondo professionale, permettendo a molti musicisti di rendere nuovamente operative le vecchie macchine analogiche CV/Gate. Oggi, Kenton presenta uno splitter box – cioè un multiplo – interamente dedicato alla gestione dei vecchi codici DIN Sync di analogica memoria.

Di Enrico Cosimi

Schermata 06-2456448 alle 13.19.35

Cosa è il DIN Sync? Nell’antico mondo analogico, si prevedeva la presenza di 24 impulsi ogni quarto (PPQ = pulse per quarternote) con cui documentare, in maniera simile ai denti di un ingranaggio, lo scorrere metronomico del tempo. Il numero 24 era stato scelto per facilitare le divisioni per 3 e per 4, alla base del sistema metrico musicale occidentale. Ogni impulso era assimilabile a un’onda quadra, facilmente generabile e gestibile – più difficilmente registrabile su nastro magnetico, ma questo era un altro paio di maniche.

Con l’avvento del MIDI, la sincronizzazione venne convertita in codici MIDI F8H, da inviare ventiquattro volte al quarto – rispettando quindi il timebase originale – ma senza altri riscontri relativi al tipo di dato trasmesso. Nasceva quindi l’esigenza di convertire il DIN Sync analogico in MIDI Sync più recente. Sulle pagine di ACM, ci siamo occupati – tempo addietro – del problema; l’apparecchio proposto oggi da Kenton offre un’altra funzionalità emersa dalle correnti del tempo, cioè la capacità di moltiplicare per n volte la connessione DIN Sync, garantendo l’avanzamento in passo di cinque possibili macchine schiave poste sotto il controllo di una macchina (analogicamente) padrona.

Schermata 06-2456448 alle 13.19.44

Facilmente, si potrebbe pensare che l’apparecchio sia destinato ad un pubblico di ricchi collezionisti vintage… è però seducente pensare che, con esso, si possa mettere sotto controllo di una Roland TR-808, l’avanzamento di diverse TR-606, TB-303, MC-202, con l’arpeggiatore del Jupiter 8 e la sequenza memorizzata nel MC-3.  Dopo esserci asciugati gli occhi, è bello sapere che l’apparecchio può anche lavorare con il  DIN 48 (KORG e Linn), ma non effettuare la conversione real time tra le due densità di dati.

Le connessioni DIN, oltre al segnale di Clock vero e proprio, trasmettono anche i codici di Start/Stop.

Qui, trovate ulteriori informazioni.

 

 

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Comments (8)

  • mirko

    |

    Buongiorno a tutti,
    scrivo per chiedervi un piccolo aiuto e per cogliere l’occasione di ringraziarvi per le conoscenze e la disponibilità che mettete a disposizone di tutti, specie il Maestro Cosimi.
    Arrivo al punto: posseggo una Roland MC-202 e vorrei suonarla attraverso una tastiera MIDI.
    Per fare ciò (correggetemi se sbaglio) c’e’ bisogno di un convertitore MIDI to CV/Gate e pensavo di acquistare questo:

    http://www.thomann.de/it/doepfer_mcv4.htm

    Vi chiedo:

    1- Può andare bene? Ci sono altri modelli migliori?

    2- Di che tipo di cavi ho bisogno per connettere la Roland MC-202 all’interfaccia?

    3- Posso registrare la mia sequenza in MIDI sul pianoroll del sequencer?

    Grazie mille e scusate l’ignoranza, sto cercando di imparare.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      La Doepfer MCV4 è perfetta per controllare la vecchia Roland MC202; tieni presente che l’interfaccia usa connettori femmina ¼” TRS, cioè con DUE contatti su singolo connettore (Ring e Tip), quindi sarà necessario dotarsi di cavi “ad Y”, da una parte con connettore TRS ¼” maschio, che entra nella presa dell’interfaccia, e dall’altra con DUE cavi ¼” TS “normali” da usare per prelevare i due segnali – il manuale è abbastanza chiaro su quale siano i segnali agganciati al tip e al ring, e – di conseguenza – ai terminali left e right del cavo “ad Y”.

      C’è un altro problema, di facile soluzione: di solito, i cavi “ad y” sono sempre con i connettori da ¼” cioè grandi come quelli delle chitarre elettriche; invece MC-202 utilizza connettori femmina ⅛” “di tipo Euro Rack”; quindi, oltre a procurarsi il cavo “ad Y”, è necessario procurarsi i riduttori per portare il segnale a ⅛” adatto alle prese del MC-202

      Nulla di insuperabile 😉

      Reply

  • Adriano

    |

    Salve ragazzi, avrei bisogno di un chiarimento.
    Ho finalmente recuperato il Minimoog Model D di mio padre e vorrei capire se tramite l’ MCV4 potrei usarlo con Ableton in questo modo : avrei in mente di far suonare al moog delle parti preesistenti già scritte in midi, usando poi gli oscillatori e i filtri in un secondo momento…chiedo se ciò è possibile sopratutto per organizzare il nuovo live set.
    Ho letto anche del Kenton…Consigli?!?!
    Grazie per la disponibilità e complimenti per il lavoro svolto su audiocentralmagazine !
    Spero di essere stato chiaro :)
    Adriano Smetz

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Non ho capito cosa intendi per “usare gli oscillatori e i filtri in un secondo momento”; comunque, con la MCV4 puoi andare tranquillo senza problemi. Dovrai comunque procurarti i cavi adatti sia per pilotare osc-filter-amp, sia per entrare nella presa S-Trig del Minimoog. A proposito, scaricati il manuale utente e vedi quali sono i jumper interni da spostare per convertire il Gate in uscita alla MCV4 in S-Trig che possa essere interpretato dal Moog.

      Ah, ovviamente, quando farai suonare il Moog mandandogli una traccia MIDI, dovrai considerare un minimo di ritardo/latenza, specie se poi l’audio del Moog lo registrerai in una traccia audio di Ableton; si tratta di riallineare le cose nuovamente dopo averle registrate. Altra raccomandazione, sicuramente superflua: ovviamente, essendo una macchina analogica antica, il Minimoog NON TRASMETTE automazione sulle manopole 😉

      Reply

  • Adriano

    |

    Grazie Enrico.
    Dicendo di usare gli oscillatori in un secondo momento intendevo dire che li sfrutterò nei live, ma avendo però già le parti scritte midi dei brani, così da poter gestire il push ed altri controlli.
    Avere quindi solo la struttura melodica preesistente e creare/modificare il suono del moog, in base ai brani.
    Non mi va di usare vst avendo tra le mani lo strumento analogico originale.
    Riguardo alla trasmissione delle automazioni ne ero al corrente.
    Ti ringrazio ancora e ti terrò aggiornato.
    A presto.

    Reply

  • Vincenzo

    |

    Ciao, io vorrei creare delle tracce da utilizzare come basi di batteria con la TR606(come facevano i gruppi anni 80) e facili da inviare con start/stop e cambio traccia. Con questo è un sequencer risolvo il problema?
    Cosa mi serve per il mio scopo?

    Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non puoi, la 606 è “blindata” da quel punto di vista e, a meno di non modificarla pesantemente creando i trigger input necessari per raggiungere ogni strumento, non si fa “programmare da fuori”

      senza modifiche, puoi solo programmarla usando il suo sequencer interno di pattern

      in alternativa, puoi comprare un clone 606 moderno, tipo quelli di acidlab.de, che prevedono il MIDI IN e l’indirizzo sulle diverse note midi per i suoni residenti…

      Reply

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