Future Retro 1x4x2 Thru Box

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

In un periodo di ritorno al MIDI, la disponibilità di hardware dedicato, come il thru box, diventa fondamentale per mettere in piedi network di trasmissione dati che possano garantire allineamento temporale e coerenza di funzionamento. Future Retro 1x4x2 è l’ultima, graditissima entry nel settore.

Di Enrico Cosimi

thru3

Cosa è una thru box? Il protocollo MIDI originale definisce obbligatoriamente la presenza del MIDI In (per ricevere) e dell’Out (per trasmettere – se previsto dalla logica di funzionamento), lascia a discrezione del costruttore la presenza del Thru, cioè della porta che echeggia in uscita i dati MIDI ricevuti all’ingresso dello strumento. Perché è necessario rimbalzare fuori quello che si riceve? Perché il flusso di dati trasmesso sul pentapolare DIN MIDI è serialmente omnicomprensivo di tutti i 16 canali originariamente previsti; in questo modo, l’uscita del sequencer manda un unica trasmissione su cui viaggiano le parti di basso (ch 1), accordi (ch 2), ritmica (ch 10), solo (ch 5) e poi, in ricezione, ciascuna macchina opportunamente sintonizzata sul canale MIDI scelto dal musicista, prenderà in considerazione solo i dati che le competono, passando alle successive macchine il resto del contenuto.

In questo modo, teoricamente, con un’unica catena di connessioni “semplici”, si potrebbe gestire il sistema composto da quattro o cinque synth MIDI: sequencer out – synth 1 in; synt 1 thru – synth 2 in; synth 2 thru – synth 3 in; synth 3 thru – synt 4 in.

Sulla carta, è tutto meraviglioso, peccato che il protocollo MIDI preveda la (lenta) trasmissione dei dati in formato seriale… questo significa che le macchine che sono in coda alla catena (synth 3 e synth 4) riceveranno i loro dati con notevole – e percepibile – ritardo rispetto a synth 1 e synth 2. 

Se la quantità di macchine aumenta, è bello avere questi problemi…, il ritardo delle macchine in coda aumenterà progressivamente, fino a rendere impossibile un playback ritmicamente coeso.

A questo punto, entra in funzione la thru box.

 

thru4

Thru box

Una thru box, quale che essa sia, riceve di prima generazione i dati emessi dal sequencer out e “li clona” sulle sue uscite (tre, quattro, otto, quante ce ne sono…) in modo da permettere il collegamento con altrettanti sintetizzatori direttamente in seconda generazione, senza lunghe catene di macchine in thru. Usando una thru box, tutte le apparecchiature presenti in regia ricevono il flusso di dati MIDI generato dal sequencer con lo stesso ritardo, ridotto a solo una coppia di passaggi (dal seq alla thru box e da questa alle macchine). Il vantaggio, sulla tenuta ritmica è evidente.

 

1x4x2

Il nuovo modello prodotto da Future Retro può lavorare come espansione per la Swynx, ma – e per questo ci interessa – può lavorare anche come standalone, fornendo quattro copie conformi del dati MIDI ricevuti all’ingresso e (attenzione…) quattro copie conformi del DIN Sync ricevuto al suo ingresso.

Detto in maniera meno criptica, con questa scatoletta  potete tenere saldamente incatenati quattro sintetizzatori e, ad averle, quattro drum machine del secolo scorso (808. 606, 707, eccetera) generate prima della diffusione del MIDI. Attenzione! Non c’è conversione tra MIDI e DIN, ma solo la possibilità di smistare – quadruplicandola – la disponibilità dei due formati.

L’alimentazione dell’apparecchio è ricavata direttamente dalla trasmissione dati MIDI, senza necessità di power pack esterno.

In tutti i casi, se siete così fortunati da possedere hardware di quel periodo, 1x4x2 potrebbe risultarvi indispensabile.

Se, invece, dovete convertire Clock MIDI in più antico DIN Sync, quello che vi serve è il Future Retro Swynx. Qui, trovate tutte le informaizoni ad esso relative.

 

 

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Comments (2)

  • mirko

    |

    Buongiorno a tutti,
    intervengo qui (anche se il post non è attinente) perché facendo una ricerca sul sito non ho trovato nessun riferimento.
    Cosa ne pensate del compressore/limiter Waves L2 in versione hardware?
    Vale la pena come acquisto? Che suona ha? Si può usare anche nel mixing o solo per il mastering?

    Grazie

    Reply

    • Attilio De Simone

      |

      Sull’hardware L2 ho sentito opinioni contrastanti (non l’ho provato direttamente). Ci sono musicisti per i quali fa parte del loro setup in pianta fissa e amano il fatto che una volta settato secondo il proprio gusto non c’è più bisogno di modificare nulla, resta nella catena a fare il suo lavoro senza bisogno di ulteriori settaggi. Per altri invece il suono non convince e i benefici rispetto al software sarebbero minimi, ci sono varie comparazioni con settaggi identici sf/hw. Altri ancora hanno avvertito la mancanza di aggressività e hanno sentito l’esigenza di passare ad un hardware differente. Macchine di questo tipo vanno testate e verificate a lungo.

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