C’era una volta il campionatore – prima parte

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Software, Tutorial

C’era una volta… 

– Una super workstation da mille millanta euro! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un campionatore.
Non era una macchina di lusso – non più, certo – ma un semplice riempitivo per rack troppo sguarniti, di quelli che rimangono a prendere polvere nei negozi o che giacciono spenti negli studi.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo catafalco capitò nell’antro di un tastierista irrecuperabilmente testardo…

 

Con buona pace di Carlo Collodi, qui e ora un’improbabile fiaba sul campionatore potrebbe davvero avere un incipit simile. Perché diciamo le cose come stanno: protagonista di primissimo piano della produzione musicale fra Ottanta e Novanta, oggi il campionatore tende a essere percepito – e dunque utilizzato – alla stregua di un ingombrante residuato bellico.

di Jacopo Mordenti

C’è poco da stupirsi: il campionatore, per definizione, è molto lontano dal concetto di accendi & suona così caro all’utente medio del terzo millennio, e anzi richiede una serie di accorgimenti e di pratiche che oggi è molto più semplice portare a termine con altri mezzi. Campionare? Fattibile, certo: ma quanto si fa prima con un pc? Accedere a un ricco catalogo di librerie?

Non male, per carità: ma cosa possono poche, pochissime decine di megabytes di campioni – non fosse altro quando si parla di campioni acustici – contro le decine e decine di gigabytes a cui i lettori di campioni software ci hanno abituato? Tutto ciò – last but not least – per non dire delle difficoltà logistiche correlate a un campionatore: periferiche SCSI e compatibilità fra filesystem sono due bestie nere che oggi non augureremmo di affrontare al nostro peggiore nemico.

E dunque a quale scopo, oggi, mettere le mani su queste superate glorie del passato? Banalmente, per il bel suono a buon mercato: nell’anno del Signore 2012 con poche, pochissime centinaia di euro a disposizione si rischia di portarsi a casa dei pesi massimi targati Akai, E-MU, Ensoniq, Roland, magari dotati degli opportuni accessori e di una congrua libreria pronta all’uso. Avendo l’accortezza di orientarsi su macchine relativamente evolute – capaci quanto meno di dialogare con il filesystem FAT, così da facilitare lo scambio di materiale audio con un pc – quello che ci si ritrova nel rack può essere inteso non solo e non tanto quale serbatoio di timbri d’annata, ma quale sistema agevolmente aperto dove combinare i propri campioni con un motore di sintesi ancora capace di stupire. Vogliamo parlare della pulizia di un Akai S6000? O dei filtri Z-Plane della serie Ultra di E-MU?

L’obiezione è servita: “di quali propri campioni parli? Campionare è un’arte che sfugge ai comuni mortali: non è che mi ritrovo per le mani una fuoriserie senza benzina?”. La pappa pronta, in effetti, manca all’appello, ma allestire il minimo indispensabile per cominciare a divertirsi è DAVVERO questione di poco. Pronti per un tutorial passo passo?

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Comments (9)

  • Riccardo Galatolo

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    credo che da una parte valga il concetto che dice Enrico di tanto in tanto che “siamo affezionati al Mellotron (che Enrico porta ad esempio quasi sempre perchè credo che non sopporti…) per quello che ci hanno fatto i mostri del prog rock (Genesis, King Crimson, etc. etc…) e in parte è vero…
    resta il fatto che io mi sono avvicinato una volta a un E-mu Emulator II+ con tanto di lettore cd-rom e library ultra famosa (sound of the universe…) passato il primo momento a scorrere tra presets “famosi” e ricordare le canzoni e gli artisti che lo hanno usato, una volta messomi lì a smanettare dopo aver capito come si impartivano gli ordini basilari all’attrezzo, sorge un dato al quale io, pur non essendo professionista ma avendo le orecchie viziate ed allenate, non ho potuto restare indifferente: come suona!
    cavolo!!!
    8 bit 27.777 khz e menate varie con filtri su chip curtis e ricampionamento a 14 bit ma questo attrezzo suona ovviamente non meglio, ma in maniera molto più personale e bella di un Kontakt, un MachFive 3 o una Motif ES! (questi ultimi due in mio possesso…)
    e qui il maestro Cosimi che mi ha sopportato a lungo su una sequela di questioni sulla saggezza o meno di inoltrarsi in un acquisto di una macchina costosa tutt’ora anche in condizioni estetiche pietose in cui si trova sul mercato dell’usato, ed effettivamente “cassonettabile” dopo un lancio dal 6° piano in caso di guasti, mi donò di una perla di saggezza che solo un uomo di esperienza musicale infinita e capace di divorarsi senza batter ciglio una fiorentina da 1.2 kg di peso (è vero, l’ho visto io e ho testimoni…) può elargire:
    “da ex possessore di Emulator II posso dire che per i tempi odierni EII è una macchina, si con moltissimi limiti, ma con nessun difetto!”
    e per una macchina nata e concepita 30 anni fà non può essere che un complimento bellissimo!
    fatto stà che io adesso ho un E-mu Emax prima serie e stò aspettando un kit di cavi usb-rs422 + zip driver e relativa library E-mu e se tutto funzionerà, credo che mi accontenterò…ma Emulator II resta un sogno che mi porterò appresso per sempre!
    Freudianamente sarò costretto a fare un transfert da EII a Motif ES6 / MachFive 3…speriamo mi riesca!

    😀 😀 😀

    p.s. bella la foto del Roland S50 con monitor annesso…sempra un piccolo Fairlight nero! 😉

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  • Enrico Cosimi

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    eh si, l’emulator II ha un posto speciale nel cuore di molti :-)))

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  • Riccardo Galatolo

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    anche la fiorentina da 1,2 kg… 😉

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  • Antonio Antetomaso

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    Ciao Jacopo, ti faccio i miei più sentiti complimenti per l’articolo (per il tema e per come è scritto), sperando che ce ne saranno altri (mi pare di capire alla fine che sarà così).
    Li aspetto davvero con ansia. Un saluto e grazie.

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    • Jacopo Mordenti

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      Grazie per i complimenti, Antonio! Spero che il proseguimento dell’articolo mantenga le aspettative. A presto!

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  • Riccardo Galatolo

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    già…con la svalvolata in memoriam di EII mi son dimenticato di fare i complimenti per l’articolo di Jacopo…pardon!
    aspetto con ansia i prox articoli sperando di poter applicare i tutorial sia su Motif ES6 , che è pur sempre un sampler anche lui (o lei…boh?) su MachFive3 e su Emax… 😀

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    • Jacopo Mordenti

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      Ciao Riccardo, la seconda parte dell’articolo – appena pubblicata – inerisce la fase preparatoria dei campioni: sostanzialmente vale a prescindere dal campionatore che si andrà a utilizzare. Il succo è: campiona, metti in loop… e divertiti!

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