Arturia BeatStep: all’atto pratico – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Abbiamo fatto conoscenza con il piccolo sequencer/controller di Arturia; ora il momento di spostare la nostra attenzione sul MIDI Control Center, cioè sul programma free che permette la personalizzazione di tutti i parametri ritenuti significativi per il funzionamento dell’intero meccanismo.

Di Enrico Cosimi

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 Dopo aver agito con la sincronizzazione, si ottiene il trasferimento in MCC di tutto il contenuto ospitato nelle 16 + 16 memorie interne a BeatStep. A questo punto, siamo pronti per editare, salvare o programmare ex novo quello che riteniamo più opportuno. Inutile dire che, entro certi limiti “analogici”, si può lavorare con BeatStep senza mai ricorrere al programma MCC – in pieno stile Anni 70 – ma, superata una certa soglia di complessità, specie se si vuole accedere alle lusinghe del mondo moderno, il programma MCC diventa indispensabile. 

La sincronizzazione ha anche un secondo effetto: tutte le operazioni eseguite sul pannello comandi di BeatStep trovano un eco grafico nella schermata del programma, richiamando i menu dei possibili valori parametrici, identificando il tipo di controllo attualmente mappato, eccetera. In pratica, siete affacciati sul motore di BeatStep.

 

BeatStep come Controller MIDI

Esistono due modi per usare un controller MIDI:

  • l’utente pigro si limita a smuovere un controller alla volta (slider, encoder, potenziometro) dopo aver invocato il MIDI Learn per il parametro che gli interessa, poi salva il preset sul plug-in di destinazione e vive felice;
  • l’utente smanettone entra nelle pagine di edit del controller e accoppia manualmente il funzionamento dell’encoder, slider o altro a quanto richiesto dall’implementazione del parametro destinazione; poi salva il preset sul controller e vive felice.

Nel nostro caso, faremo finta di non essere pigri e controlleremo le capacità operative dei singoli device hardware (encoder, pad, big encoder) presenti sul BeatStep; per fare questo, dovremo – logicamente – ricorrere ai buoni uffici del MIDI Control Center (per gli amici, MCC).  Andiamo per ordine.

06 BeatStep Encoder Mode

Gestione dei sedici encoder di pannello

Ciascun encoder può trasmettere nulla, un MIDI Control Change o un MIDI NRPN/RPN. In base al tipo di comportamento prescelto, si scende nel diagramma di flusso definendo:

07 BeatStep Knob parameters

  • il numero di MIDI CC desiderato, con i range minimo/massimo di escursione e mappatura su’encoder (assoluta lineare, relativa con tre diversi tipi di “aggancio” del valore rispetto alla condizione fisica del controller); il sul MIDI Channel di trasmissione (può essere specificato indipendentemente per ciascuno dei sedici knob o può essere fatto coincidere con il Global MIDI Channel dell’apparecchio);

08 BeatStep NRPN mode

  • se invece si desidera lavorare con un NRPN/RPN, si può definire l’andamento Coarse/Fine e i valori assegnati a bit meno significativo LSB e bit più significativo MSB; anche in questo caso, si specifica il MIDI Channel di trasmissione.

 

09 BeatStep Pad parameters

Gestione dei sedici touch pad di pannello

Ciascun touch pad può svolgere compiti diversi, sempre collegati a comportamenti di controllo riconducibili a andamento on/off, ma liberamente personalizzabili in modalità nulla, MIDI Machine Control, Switched Control, MIDI Note (da non sottovalutare come data entry d’emergenza…), Patch Change. Ogni touch pad può trasmettere su un MIDI Channel diverso o fare riferimento al Global MIDI Channel. In questo modo, in base al funzionamento selezionato, si può personalizzare il corredo di parametri con cui lavorare:

10 BeatSTep MMC

  • MIDI Machine Control  selezionabile tra i comandi di Stop, Play, Deferred Play, Fast Forward, Rewind, Record Strobe, Record Exit, Record Ready, Pause, Eject, Chase, InList Reset. Fate la vostra scelta e godetevi l’automazione di trasporto per la vostra DAW preferita.
  • Switched Control; si sceglie un MIDI Control Change e se ne decide l’impiego non più come escursione continua di valori (ruotando un encoder), ma come semplice alternanza di due valori Min/Max specificabili liberamente. In questo modo, si può alternare un filtro tutto aperto ad un filtro molto chiuso (controllando la cutoff frequency di un plug-in con valore 127 e valore 010…), o si possono definire comportamenti più drammatici per la struttura, alternando stati attivi e bloccati nel funzionamento del canale di sintesi. L’alternanza Min/Max può prendere atto in modalità Gate (si rimane al massimo fintanto che la touch pad è premuta) o in modalità Toggle (una pressione richiama il Max, la pressione successiva richiama il Min, in perfetto comportamento bistabile…).
  • MIDI Note: che nota volete generare, pad per pad, premendo i tastoni retro illuminati? Scegliete il loro numero, definite il MIDI Channel di trasmissione e specificate l’andamento Gate o Toggle. Nel primo caso, come su una “normale” tastiera musicale, fintanto che tenere premuta la touch pad prolungherete la nota; nel secondo, con una pressione innescate il nota on e con la pressione successiva innescate il nota off – quest’ultima funzione è comodo quando si ha a che fare con un groove campionato e messo in loop…
  • Patch Change: premete la touch pad e cambia la memorizzazione timbrica sullo strumento che riceve il comando. Si può specificare Program Number, Bank LSB e Bank MSB. Raggiungere i diversi suoni sepolti nei più remoti banchi non è mai stato così semplice.

 

Attenzione! Oltre alle sedici touch pad ed ai sedici encoder, è possibile personalizzare anche il funzionamento del big encoder principale e dei due tasti serigrafati Stop e Play/Continue. Il primo rientra nelle casistiche esplorate per gli altri sedici fratellini, gli altri due appartengono di diritto ai funzionamenti di touch pad. 

Attenzione ancora una volta! Se qualcosa dovesse andare storto, se qualche nota MIDI rimane appesa e non si chiude, basterà cliccare tre volte sul tasto Stop per riportare tutto a posto. 

 

Parametri globali

Come è facile immaginare, i parametri globali influenzano l’intero comportamento dell’apparecchio; in questo modo, è possibile definire:

  • Global MIDI Channel; su cui BeatStep agisce come unità all’interno di un network di apparecchi. Se siete così fortunati da possedere più di un BeatStep, è con questo parametro che potrete personalizzare i funzionamenti in rapporto a destinazioni multiple di controllo. Inutile dire che il sync e il clock, in quanto parametri di sistema non sono subordinati alla scelta di un canale MIDI e saranno sempre comuni a tutti gli apparecchi collegati in MIDI.
  • CV/Gate Channel; è il canale MIDI preso in considerazione per convertire i dati ricevuti in tensioni analogiche CV/Gate. Si spera che i dati in questione siano monofonici e si fa notare come questa funzione rappresenti, di fatto, un ulteriore applicazione per BeatStep. Non male.
  • Knob Acceleration; perchè invecchiare mentre, ruotando un encoder,  si aspetta di raggiungere il valore numerico desiderato? Potete scegliere tra assenza di accelerazione o due diversi incrementi di velocizzazione. Come al solito, il rapporto tra velocità e precisione è  il sale della vita…
  • Pad Velocity Curve; come deve rispondere una touch pad alle ditate che gli imponete? Si può definire un comportamento Full, cioè sempre al massimo della dinamica; o, in alternativa, si scelgono leggi lineari, esponenziali o logaritmiche.

01 BeatStep MCC Full

Dati di Performance

  • Sequencer MIDI Channel; il sequencer può “uscire” su un MIDI Channel diverso da quelli utilizzati per gli encoder/controller e per le touch pad; ovviamente il parametro non ha senso se si lavora con le connessioni analogiche CV e Gate.
  • Overall Transpose; non è il massimo della comodità, ma si può sovrapporre un offset di trasposizione (compreso tra +/-12 semitoni) a tutti i valori programmati in sequenza; se il vostro synth manca di un’ottava bassa sulla tastiera (o sui piedaggi degli oscillatori), in questo modo potrete recuperare le frequenze desiderate.
  • Pattern Mode; come devono essere letti i 16 possibili valori di step precedentemente programmati? In modalità Forward, Reverse, Alternate (avanti e indietro), Random. Nulla di più, nulla di meno.
  • Legato; tre diversi comportamenti relativi alla gestione del re-trigger per gli step di sequenza. Con il secondo tipo di Legato, BeatStep trasmette un MIDI Note Off alla fine della sequenza e un MIDI Note On all’inizio.
  • Scale Type; come vedremo in seguito, si possono sfruttare delle maschere di quantizzazione per l’escursione in semitoni dei singoli step di sequenza in modo da facilitare le procedure di programmazione; ci sono otto scale tra cui scegliere, compresa una possibilità liberamente configurabile dal musicista.
  • Swing; l’avanzamento da step a step può essere inesorabilmente meccanico oppure può essere ritardato progressivamente per quello che riguarda gli step pari, in questo modo, si simula, con buona apporssimazione, un andamento morbidamente swingante o inequivocabilmente claudicante.
  • Gate Time; se l’opzione Legato è disabilitata, con il Gate Time si definisce una tantum per l’intera sequenza il rapporto legato/staccato all’interno di ciascuno step. Non ci sarebbe dispiaciuto avere escursione ampia (da 1% a 99% e non da 50 a 99%); non ci sarebbe dispiaciuto – sempre più incontentabili… – avere regolazioni di Gate Time indipendenti per ciascuno step di sequenza.
  • Step Size; in rapporto al MIDI Clock, che divisione devono avere gli step? Devono durare un sedicesimo, o un ottavo? O, sarebbe meglio un quarto? In tutti i casi, qui c’è la risposta alle vostre domande. La regolazione è comune a tutti gli step di sequenza e può essere raggiunta anche dal pannello comandi di BeatStep – vista la sua importanza, non è necessario aprire obbligatoriamente il MIDI Control Center.
  • Pattern Lenght; anche la lunghezza di sequenza (da 1 a 16) può essere definita tanto da pannello che da MIDI Control Center. Non sottovalutate l’importanza di una sequenza lunga uno step: durante le procedure di programmazione e intonazione real time, specie se siete lontani dal vostro computer, in questo modo potrete centrare con maggior accuratezza il tuning desiderato.

 

11 BeatStep Seq Notation

BeatStep come sequencer

Il discorso è duplice: da una parte, ci sono le relativamente ridotte capacità di programmazione gestibili in maniera autonoma sul pannello comandi “hardware”; dall’altra, c’è la comodità dell’accesso full screen che permette immediata visibilità delle note e del loro stato. Ovviamente, nel secondo caso occorre avere a portata di mano un laptop con il MIDI Control Center installato.

 

Inserimento delle note di sequenza

Ci sono due possibilità:

  • se siete da soli con lo strumento, potete mettere in playback la sequenza e, contraendone progressivamente il numero degli step, accordarli uno alla volta scorrendo semitono per semitono lungo l’escursione dei sedici encoder. Mano mano che si allunga la sequenza, potete risparmiare concentrazione, ma non tempo, spegnendo – con le touch pad – gli step indesiderati:
  • se invece siete davanti al MIDI Control Center, potrete godere della visualizzazione su doppio pentagramma con tanto di chiave di basso e chiave di violino; potrete trascinare o cliccare sulle note desiderate fino a centrarle in piena notazione tradizionale; se non leggete la musica, potete scrivere il loro nome (C2, Eb2, eccetera; in base alla scala selezionata, il programma aggiusterà automaticamente i diesis e i bemolli). Perfettamente allineate sotto le sedici intonazioni, ci sono altrettante regolazioni individuali di Step On/Off: lo step spento non trasmette articolazione di Gate (l’inviluppo non parte), ma trasmette analogicamente il valore CV comunque programmato… attenzione agli smiagolii d’intonazione sugli oscillatori. Nel caso, intervenite con un Sample & Hold fatto aggiornare dagli impulsi di Gate.

Quali sono i range utili? Quelli compresi tra le note MIDI 36 (C1) e 84 (C5); oltre questi limiti, i valori sono forzati e resettati. Attenzione a non perdere di vista la filosofia dello step sequencer di tipo analogico: potete anche scrivere la sequenza più in tonalità di questo mondo, ma quando poi interverrete con la trasposizione real time (magari solo attraverso il big encoder di pannello), tutte le note di sequenza seguiranno l’offset di trasposizione ricevuto.

13 BeatStep Scale

Scale predisposte e scale utente

Invece di annaspare nella suddivisione cromatica di 12 semitoni per ciascun’ottava, si può semplificare la programmazione forzando il funzionamento delle regolazioni in modo da farle aderire a precise maschere di quantizzazione o, se preferite, a scale preconfigurate e pronte all’uso. Se la scala cromatica prevede l’accesso indifferenziato a tutti e 12 i semitoni d’ottava, sarete felici di sapere che potete usare le scorciatorie relative alla scala: maggiore, minore, modo dorico, misolidio, minore armonico, blues. In aggiunta a queste, è possibile definire, confermando semitono per semitono, una “scala utente” configurata a discrezione.

 

Attenzione! La rappresentazione grafica dello Scale Editor è, genericamente, “in Do”, ma la scala, come sequenza di dodici conferme e negazioni per i diversi semitoni cromatici, deve essere intesa come una vera e propria maschera applicabile – per trasposizione – a qualsiasi tonalità, o meglio a qualsiasi Root Key impostata dall’utente come nota base per la propria sequenza. 

La prossima volta,  metteremo alla prova BeatStep nei suoi tre “ambienti vitali” e vedremo come si comporta.

 

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Comments (33)

  • Gianfranco

    |

    il Midi controllo assegnato cc76 non funziona…se qualcuno può provare e confermarmelo, grazie.
    Ho già scritto ad Arturia…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      cioè, tu assegni midi cc 76, attacchi l’uscita a un aggeggio esterno e questo non riceve? hai già provato con MIDI Monitor a vedere se EFFETTIVAMENTE Arturia lo trasmette?

      Reply

  • Francesco

    |

    É un oggetto interessante ma arturia sembra aver fatto 30 ma non 31. Essendo destinato alla portabilità e all’immediatezza avrebbero potuto sviluppare il software di controllo anche per ipad. É curioso che si voglia emulare uno step sequencer vecchio stampo e non vi sia la possibilità di editare il gate per ogni step: sarebbe bastato un display da 3 digit per indicare un valore di gate per lo step selezionato e modificare il relativo encoder tenendo premuto un tasto funzione apposito. Lo stesso display da 3 digit avrebbe potuto inoltre mostrare altri parametri concordemente con la funzione in utilizzo. Continuando…la possibilità di trasporre la sequence tramite il midi in della usb sarebbe stato semplice e funzionale. Insomma un bell’oggettino ma che avrebbe potuto dare di più visto che molti aspettavano un prodotto di questo tipo e non avrebbero avuto problemi a pagarlo anche 20€ in più con queste caratteristiche aggiuntive.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      nel forum di arturia si stanno scannando da giorni sulle possibili modifiche/migliorie al sistema… 😉

      Reply

      • Francesco

        |

        In effetti maestro l’occasione non colta al 100% sembra particolarmente sentita da parte di molti. In fin dei conti dovevano prendere il sequencer di thor e farne una conversione hardware brutale senza leggere e scrivere. Purtroppo quel micro display da 3 soldi non c’è e non ci sarà. Speriamo almeno nel resto! Quando ti arriva un bel sub 37 che vogliamo la recensione?!

        Reply

        • Enrico Cosimi

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          però, per 90 euro, fai sequenze 16×1 e contemporaneamente mandi fuori midi CC a volontà…
          non è un sequencer completo, nel senso analogico del termine, ma costa sempre ⅙ (se non 1/10) di quanto ti chiedono per un SQ-10…
          anche dividendo per tre il prezzo del SQ-10 (che è un 12×3), sei sempre ampiamente in vantaggio col BeatStep :-)

          per il sub 37, ci stiamo organizzando :-)

          Reply

  • lluis

    |

    Ciao, una domanda: si può usare il beatstep come conversore midi cv, o detto in un’altra forma posso inviare una sequenza midi dall’ableton al beatstep e questo me la può inviare convertita in cv al mio vecchio sh 101

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non ho provato direttamente la procedura, ma sul manuale Arturia la danno come prevista e fattibile senza problemi: la conversione è automatica tra quanto ricevuto all’ingresso USB e quanto trasmesso alle due uscite CV e Gate; devi solo controllare (ATTENZIONE) che la tensione di Gate richiesta dal SH 101 sia compatibile con quella generata al Gate Out del BeatStep!

      Reply

      • lluis

        |

        Grazie per la risposta.
        Cercando per youtube ho trovato questo video in japonesse (non lo parlo) pero per quello che si vede fa funzionare via midi to CV un vecchio sh02 che é ancora più vecchio che il sh 101. Io usava un midi CV converter Doepfer mkv4 e il Sh funzionava bene pero il conversore é guasto e non funziona più.

        sul minuto 17:33 si vede https://www.youtube.com/watch?v=fatfUiHgsnc

        Reply

  • Giordano

    |

    Ciao a tutti,
    qualcuno sa dove poterlo ordinare? Ammesso che sia già uscito. Nemmeno sul loro sito lo vendono :/

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      prova dai soliti grossi rivenditori…
      calcola che, letteralmente, non riescono a costruirne a sufficienza per la richiesta

      Reply

  • Roccuzzo

    |

    Ciao a tutti, non ho capito bene una cosa e provo a chiedervela:
    vorrei prendere il Beatstep per controllare un Dark Energy (via cv/gate) e dare (via midi) bpm/start/stop ad una mfb 522. Potrebbe funzionare?

    Inoltre, e qui mi allargo, come potrei mantenere in sincrono delle patch di un nord modular 1 (che a loro volta si basano su step sequencer)?

    Ringrazio in anticipo chi sapesse fare luce sui miei dubbi.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Teoricamente, dovrebbe essere possibile: dall’uscita MIDI del BeatStep escono i dati del sequencer E i dati di MIDI Clock; dall’uscita CV e Gate, ovviamente, solo i dati della sequenza. Tu mandi CV/Gate al Dark Energy, che esegue la sequenza con la velocità definita dal rotellone del BeatStep. Simultaneamente, con lo stesso rotellone – e con lo stesso BPM – spari dati di MIDI Clock sull’uscita MIDI del BS, che hai collegato al MIDI In del Modular Mk1. Al suo interno, devi definire la ricezione del MIDI Clock External e – se è come sul MK2, tutto dovrebbe andare in passo… :-)

      Reply

      • Roccuzzo

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        Grazie mille, Enrico.
        Ora cerco un beatstep e provo l’accrocchio.
        Appena sperimentato condivido, magari serve a qualcun altro.

        Reply

        • Roccuzzo

          |

          Fatta una prova, confermo.
          Senza nessun sforzo, in stand-alone, Beatstep invia segnali cv/gate E midi clock.
          Nello specifico, collegato in cv/gate ad un Dark Energy e in midi a un 522. Pigiato play, tutto è partito, subito e in sincrono.
          Presto provo col NM.

          Reply

  • Michele

    |

    Enrico perché quando cambio nota midi sul sequencer nn cambia?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      dipende da quale sequencer stai usando, come è ruotato il flusso di dati e tante altre cose; non è per niente facile…

      In pratica, devi:

      a) assicurarti di avere collegato BeatStep ad una DAW che ne riceva i dati MIDI
      b) ruotare i dati MIDI del BeatStep (la sequenza, insomma) su un sint harwdare o plug-in per avere un riscontro di playback
      c) aprire una nuova traccia MIDI che riceva le “note di trasposizione” sullo stesso canale MIDI del BeatStep, ma che abbia come destinazione NON il sinth che stai usando, ma solo il BeatStep.
      d) a quel punto, ogni volta che BS riceve una nota MIDI sul suo canale, PIU’ BASSA della sua nota più bassa programmata, la utilizza come trasposizione…

      il problema grosso è che APPENA LASCI LA NOTA DI TRASPOSIZIONE, cioè appena alzi il tasto, la sequenza del BeatStep torna forzatamente alla sua tonalità originale. Per ora, non c’è soluzione :-(

      Reply

  • Davides

    |

    Salve, vorrei sapere se è possibile impostare il sequencer in modo che invii segnali patch change. Mi servirebbe per inviare dati midi al mio digitech whammy, grazie!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      beatstep è un sequencer midi che può essere configurato come controller; occorre vedere se il tipo di trasmissione program change previsto dall’editor Arturia è sufficiente: non è possibile definire una sorta di “tastierino numerico” con cui sparare in sequenza pc 01, poi 02, poi 04 eccetera; è probabile che il program change assegnabile sia previsto in trasmissione una tantum dai tastoni di controllo… in questo caso, sarebbe poco comodo e – tutto sommato – sprecato.

      dal momento che l’Arturia Connection Center si scarica a gratis, io proverei a vedere come hanno impostato la cosa, tenendo comunque presente che il mercato è PIENO di hardware dedicati a questo tipo di compito; ad esempio gli splendidi apparecchiati prodotti da Molten Voltage…

      Reply

  • Davides

    |

    si infatti ho cambiato il tipo di messaggio midi dei pad da midi note a patch change ed il whammy cambia programma, ma sarebbe comodo farlo funzionare con il sequencer come fanno gli hardware della molten. Peccato non poterlo usare anche in questo modo…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Molten Voltage rimane una certezza inscalfibile… :-)

      Reply

  • Gianfranco

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    Enrico ,ciao ma come faccio ad ”allungare” una note di una sequenza per creare un portamento che va ad accalcarsi sulla nota successiva,per capirci stile Tb-303 ?
    Grazie anticipatamente

    Reply

  • Gianfranco

    |

    Enrico ,ciao ma come faccio ad ”allungare” una nota singola di una sequenza per creare un portamento che va ad accavallarsi alla nota successiva,per capirci stile Tb-303 ?
    Grazie anticipatamente

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      non puoi… il BeatStep MkI non ti permette di variare il Gate indipendentemente step per step… :-(
      l’unica cosa è passare al BeatStep II

      Reply

  • Paolo

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    Una domanda, ma è possibile creare una catena di due sequenze diverse ? grazie,

    Paolo

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      sono lontano dallo strumento; che dice il manuale a proposito del modo CHAIN?

      Reply

  • Michele

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    Ma con questo prodotto non ha un softwere dedicato? Mi spuego meglio, deve essere usato solamente come controller da collegare tipo alla minibrute ecc ecc, ho e possibile uttilizarla e creare dei giri di syhnt o di bassi o di drum senza altri prodotti collegati? Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la schermata è tratta dal software dedicato; tieni presente che, ormai, l’apparecchio è stato superato dal modello BeatStep Pro… che è MOLTO più potente

      Reply

  • giancarlo

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    una domanda: è possibile tenere i pad illuminati alla pressione?

    Reply

    • giancarlo

      |

      specifico: ho assegnato i pad a diversi loop e vorrei che rimanessero illuminati quando vengono premuti, così da sapere cosa sto mandando e cosa no. è una cosa possibile o no?

      Reply

  • Gabriele Rapali

    |

    Ciao a tutti,
    Sapete se contemporaneamente il controller manda lo stesso messaggio MIDI sia dalla porta USB che dall’uscita MIDI din ?

    Reply

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