Analogue Solution Vostok MatrixSynth – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Vintage

Continuiamo con il nostro percorso di avvicinamento al potente sintetizzatore Vostok. La sua recente dismissione, in favore di una versione Deluxe significativamente potenziata, rende l’apparecchio il caso più eclatante di instant classic cui – da tempo – l’electro world sembra attendere dimostrazione.

Di Enrico Cosimi

MATRIX

L’apparecchio, ne parlavamo la volta scorsa, ha tre oscillatori, due filtri, un amplificatore, un ring modulator e tante altre coserelle che, con la matrice 22 x 22 e con i patching points previsti sul pannello comandi, non aspettano altro che di essere collegati tra loro e gestiti attraverso le strutture di controllo. Buona lettura.

 Moduli di controllo

Tutto ciò che non suona e che, nell’architettura del Vostok Matrixsynth fornisce il necessario per controllare e gestire generatori e modificatori audio. Stiamo parlando di interfaccia MIDI, LFO 1 e 2, Step Sequencer, Joystick, Envelope 1 e 2, Sample & Hold e, da più di un punto di vista, matrice 22 x 22.

 

VC LFO 1 & 2

I due oscillatori a bassa frequenza producono segnali di controllo con andamento rampa, dente di sega, triangolare e quadra; per conciliare l’esigenza di compattezza con la flessibilità, si è adottato il (non troppo comodo) meccanismo dei controlli d’ampiezza push/pull, con i quali è possibile alternare, sulle due uscite di pannello, i segnali rampa/dente di sega e triangolare/quadra. Ciascuna coppia di segnali ha il proprio regolatore – comune – di ampiezza, con il quale dosare la quantità di segnale modulante che sarà successivamente applicato alla destinazione scelta.

Con una discutibile scelta grafica, le opzioni di forma d’onda sono individuate sul pannello attraverso la dicitura I = Saw, 0 = Ramp… la lettura corretta non è uno e zero, ma I come abbreviazione di In (pomello premuto) e 0 come abbreviazione di Out (pomello tirato in fuori). Basta saperlo…

Di pannello, i moduli LFO prevedono un ingresso per la modulazione di frequenza e la coppia di uscite Saw/Ramp, Triangle/Square; sulla matrice, si possono controllare le due frequenze con l’applicazione di segnali alle colonne verticali O e P e, in aggiunta, si possono prelevare i quattro segnali (le due coppie) alle righe orizzontali 15, 16, 17 e 18.

env

Envelope 1 & 2

Sono due generatori ADSR, con regolatore incorporato per la gestione bipolare dell’ampiezza d’uscita (ancora una volta, si riprendono solide strade pionierizzate in storiche apparecchiature britanniche…); la struttura prevede un ingresso di Trigger (sarebbe più corretto chiamarlo Gate) sul pannello frontale, che è duplicato nella matrice 22 x 22 (colonne verticali Q e R); in maniera simile, l’uscita dei ciascun inviluppo è presente tanto sul pannello quanto sulle righe orizzontali 19 e 20.

Ciascun inviluppo può essere utilizzato nella modalità Repeat, facendo ripetere gli stadi di Attack e Release per costruire percorsi ciclici ad andamento variabile (compresi tra le escursioni rampa, triangolare, dente di sega), la cui velocità sarà ottenuta in base alla somma dei due tempi. Come nelle più esoteriche macchine Buchla (e in decine di successivi meccanismi di emulazione), in questo modo si può utilizzare l’inviluppo come sorgente di controllo ad andamento periodico; la ripetizione è innescata attraverso meccanismo Push/Pull sul controllo di Amount bipolare e deve essere confermata in AND dalla persistenza del Gate ricevuto alla porta… Trigger. Una qualsiasi tensione sufficientemente elevata (ad esempio, generata con una posizione intermedia del Joystick) permette di tenere impegnato il meccanismo di Gate/Trigger in e di far lavorare la ripetizione automatica dell’inviluppo.

Se il livello di Sustain è troppo elevato, cioè se supera i 4/10 della sua escursione, farà bloccare la ripetizione in Loop. Musicista avvisato…

 

Sample & Hold

Come da contratto, il Sample & Hold campiona qualsiasi segnale presente al suo ingresso (colonna verticale S nella matrice) e lo produce in uscita dopo averlo orizzontalizzato (eh eh) agendo sotto impulso di un segnale di clock esterno. Per far funzionare il circuito, che di fatto è un latch analogico ottenuto con un condensatore di buona qualità, occorrono tre connessioni: il segnale da campionare, il segnale di clock per innescare e iterare il campionamento ad intervalli (auspicabilmente) regolari, l’uscita per collegare l’elaborazione del circuito alle destinazioni di modulazione desiderate. Come al solito, la doppia anima (di pannello e di matrice) del Vostok rende le cose appena più complesse dello standard: di pannello, sono presenti i collegamenti per la sorgente da campionare, per la sorgente di clock e per l’uscita processata; a differenza di molti altri sistemi, non ci sono normalizzazioni nascoste (quindi il Noise non è considerato la sorgente di controllo deputata per il circuito e il primo LFO non è considerata la sorgente di clock preferenziale)… l’utente distratto potrebbe ricevere una brutta delusione.

Sulla matrice, è possibile inviare qualsiasi segnale al Sample & Hold (l’ingresso è in corrispondenza della colonna verticale S), se ne può clockare l’avanzamento con qualsiasi treno d’impulsi collegato alla colonna verticale M e si può prelevare il segnale processato alla fila orizzontale 21.

lfo seq joy

Joystick

Di facile gestione, il circuito del Joystick sfrutta – come da 40 anni a questa parte – l’unione meccanica di due potenziometri X e Y montati a 90° tra loro; l’escursione delle tensioni in uscita, disponibili tanto su pannello quanto sulle righe orizzontali 13 e 14) è regolabile con due controlli indipendenti di Amplitude. Oltre che per pilotare simultaneamente due parametri, il Joystick è utilizzabile con profitto anche come sorgente di tensioni statiche: costanti e “simulazioni di Gate On” sono veramente a portata di mano.

 

8 Step CV/Gate Sequencer

Sfizioso, ma non privo di asprezze, lo Step Sequencer a otto passi presente nel Vostok è lasciato alla discrezione del musicista: può produrre ostinati melodico/ritmici di classica scuola berlinese, può essere usato come banco da otto preset CV pronti all’uso, può essere integrato in più ampie strutture esterne grazie alla buona dotazione di connessioni di pannello.

Ciascuno step può essere regolato in valore CV grazie alla regolazione di pannello, ma ogni regolazione sfrutta il meccanismo Push/Pull per generare (o inibire) il Gate On; purtroppo, la realtà meccanica del sistema può portare – con le operazioni di On/Off spingendo/tirando a scordare la regolazione raggiunta con fatica… i casi sono due: o non si lavora con le pause, o ci si premura di processare l’uscita Sequencer attraverso il Sample & Hold, per evitare almeno in parte gli smiagolii indesiderati.

Oltre alle otto regolazioni di Step, è possibile sfruttare la gestione di Range Hi/Low, per demoltiplicare la tensione in uscita e facilitare, laddove possibile, le operazioni di accordatura (Vostok non è dotato di quantizzatore interno, quindi ogni regolazione deve essere compiuta a rischio e pericolo del musicista). Lo Step Sequencer è privo di sorgente di Clock: un LFO, possibilmente che produca onda quadra, deve essere collegato all’ingresso Clock di pannello e il segnale sarò poi disponibile “in Thru” per eventuali agganci con generatori d’inviluppo e altre parti del circuito; ovviamente, l’inesorabile treno d’impulsi che fa avanzare lo Step Sequencer non prevede pause… per quelle, è necessario collegare l’uscita Gate che raccoglie le condizioni Gate On/Off degli otto step precedentemente installate con gli otto Push/Pull.

Oltre all’uscita di CV, è disponibile un’uscita di Step 1 Gate Out, con cui innescare comportamenti a staffetta o con cui alineare diverse strutture di sincronizzazione analogica; allos tesso modo, l’ingresso di Reset permette di riportare la sequenza all’esecuzione del primo passo utile.

L’ingresso di Clock dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) dovrebbe rispondere solo ai transienti positivi riscontrati nel treno d’impulsi all’interno della sorgente di Clock esterna; in realtà, applicando un’onda triangolare, o una rampa, o una dente di sega con ampiezze variabili, si può influenzare l’avanzamento dello Step Sequencer producendo cuoriose iterazioni, salti di step e comportamenti al limite del wavetable sequencing. Da non sottovalutare…

Sulla matrice 22 x 22, sono disponibili le connessioni di: Sequencer CV Out (riga orizzontale 10), Sequencer Gate Out (riga orizzontale 11), Sequencer Clock In (colonna verticale M), Sequencer Reset In (colonna verticale N).

midi

MIDI

L’interfaccia MIDI incoporata permette la conversione dei codici ricevuti in tensioni di CV e Gate sufficienti a pilotare l’intonazione degli oscillatori (CV 1), l’articolazione degli inviluppi (Gate), gestione di un parametro analogico ritenuto significativo (CV 2, corrispondente al MIDI Mod Wheel). In aggiunta a questi comportamenti base, è prevista la possibilità di generare una tensione 5V in corrispondenza del Legato, cioè quando l’interfaccia MIDI riceve la sovrapposizione di un secondo Nota On prima che la nota precedente sia stata rilasciata; anche la key velocity superiore a 79 può essere utilizzata per innescare la generazione di una tensione 5V con funzioni di Accent. 

Non è prevista la possibilità di convertire (e dividere) il MIDI Clock in tensioni di sincronizzazione; si può ovviare a questo limite programmando nella DAW esterna un flusso di MIDI Nota On da utilizzare come sequenza inesorabile di Gate…

Oltre alle connessioni di pannello (CV 1 Out, CV 2 Out, Gate Out, Accent e Legato), è possibile prelevare dalla matrice i segnali di  MIDI CV 1 e 2 (riga orizzontale 8 e 9), MIDI Gate (riga orizzontale 10).

vostok deluxe

La versione Deluxe

Ed eccoci al dunque: da poco tempo, Tom Carpenter ha annunciato la terza incarnazione del suo Vostok Matrixsynth, in versione meccanicamente ampliata – più imponente e con maggior spaziatura sul pannello comandi – e con dotazione di comandi ripensata in funzione di una maggior immediatezza.

Queste le informazioni finora disponibili:

  • riverbero Accutronics a tripla molla, con controlli di pannello per la regolazione di livello in entrata e di Reverb Level;
  • un terzo LFO con regolazioni di frequenza e livelli indipendenti per le forme d’onda triangolare  e quadra;
  • Step Sequencer potenziato con la funzionalità di Step Repeat (fino a otto ripetizioni);
  • gestione del MIDI Clock da parte dell’interfaccia MIDI;
  • il modulo High Pass Filter può essere convertito in modalità Low Pass, per lavorare con due picchi risonanti e due trattamenti di eliminazione delle acute;
  • l’apparecchio viene fornito con 20 pin e 12 cavi, di cui 2 in formato split;
  • l’intera impostazione del pannello, molto più spazioso, privilegia l’accesso ai controlli ed alle connessioni; gli inviluppi hanno due uscite indipendenti (normale e invertita) con amount separati; il Sample & Hold è completamente indipendente come controlli e connessioni; c’è un solo Multiple a quattro posizioni.

matrice

Qualche considerazione

Vostok non è un sintetizzatore facile: la natura completamente modulare (senza connessioni, via cavo o via matrice, non c’è verso di emettere segnali di alcun tipo…) obbliga il musicista a progettare preventivamente la struttura desiderata, seguendola con accuratezza passo dopo passo; inoltre (ed è una vecchia polemica…) la scelta di scrivere le appartenenze sulla destra della matrice rende oggettivamente complesso seguire l’ordinamento orizzontale delle assegnazioni.

Dal punto di vista funzionale, la doppia connettività di pannello e di matrice apre molte strade, anche se obbliga il musicista – perlomeno nelle fasi iniziali – ad un surplus di indagini per verificare la fattibilità di quanto desiderato; da notare che i collegamenti in input effettuati attraverso matrice passano comunque attraverso gli attenuatori d’ingresso (se presenti nei circuiti); insomma, nonostante l’esperienza fatta su KORG MS-20 e E.M.S. Synthy A.K.S., c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare sul Vostok.

Il suono è differente da quello di molte altre apparecchiature: non per la carnositià tipicamente analogica degli oscillatori, quanto per il comportamento della doppia sezione di filtri, sensibile alla regolazioni di Input Level e suscettibile di selvagge enfatizzazioni con i due controlli di Resonance/Q disponibili. La costruzione di strutture Band Pass permette di isolare determinati contenuti armonici all’interno delle sorgenti sonore; l’assenza di un Mixer dotato di regolazioni di livello conduce pressoché inevitabilmente a lavorare sul rosso fisso. La cosa non è da sottovalutare.

L’integrazione di Step Sequencer e struttura di sintesi facilita le cose in tutte le situazioni performative e compositive dove timing, ritmica, timbrica e smanettamento diventano importanti.

Non è uno strumento economico, non è facile procurarsene un esemplare (tanto nuovo quanto second hand), ma – se siete electro producer curiosi – su questa macchina è necessario fare almeno un giro.

 

 

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