XILS-Lab Chor’X

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Recording, Software

Il chorus è un magico effetto che permette di simulare la presenza di più musicisti al lavoro sulla stessa parte musicale: non perfettamente allineati, non accordati in assoluta coerenza, ma con qualcosa di unico in ciascuno di loro, per ottenere un suono d’insieme affascinante e sostanzioso.

Di Enrico Cosimi

Ma, da che musica elettronica è elettronica, ottenere un buon effetto di chorus non è cosa facile: contro la noia uditiva complottano diversi fattori economici, progettuali e (verrebbe da dire…) filosofici. Nel corso dei decenni, Roland con Dimension D e poi Mario Maggi con il chorus del Synthex hanno dimostrato cosa si può ottenere con un sistema di sdoppiamento automatico; ora, è il turno di XILS-Lab con Chor’X.

 Chor’X emula il classico circuito analogico BBD (in tre storiche variazioni e quattro emulazioni),  con in più una nutrita serie di modulazioni che permettono il rimescolamento dei parametri significativi, ottenendo un comportamento ancora più organico e timbricamente efficace. L’adozione del True Stereo Dynamic Engine permette di rispettare la stereofonia nel segnale dry/wet garantendo il corretto posizionamento spaziale anche sotto modulazione, cosa non da poco.

Il programma, Mac/PC, lavora negli standard VST, AU, RTAS, con funzionalità a 64 e 32 bit; può essere utilizzato – sempre come plug-in – su un’insert, in un bus recording e, tramite toolbar, permette il salvataggio di particolari configurazioni di parametro.

Nel Main Panel, si può regolare individualmente il livello del segnale Dry e del trattamento Wet, ma – ben più importante – si può anche scegliere il tipo di chorus che si intende utilizzare:

  • SY: quattro emulazioni BBD, due per ciascun canale dello stereo, ciascuna linea di ritardo è modulabile in frequency e range in base alla posizione dei blob luminosi che appaiono nel controller bidimensionale X/Y; non manca la possibilità di arricchire con il rumore di fondo Hiss il trattamento audio.
  • Di: due sole BBD simulate, una per canale audio, modulate in parallelo da un unico LFO; anche in questo caso, la posizione sulla superficie X/Y permette la regolazione di frequenza e ampiezza nella modulazione. Si può definire il tipo di simmetria nel LFO modulante e aumentare il cross feedback left-right nei percorsi di modulazione.
  • Cs: anche in questo caso, solo due BBD – una per canale – sotto controllo di un singolo LFO.

Il comportamento di modulazione può essere sottoposto ad animazione randomica, attraverso un coefficiente di Chaos Modulation regolabile, disinseribile con Freeze e sintonizzabile sui soli valori di spostamento orizzontale o verticale.

 

Chorus e ripresa microfonica…

Quando si pensa al chorus, si pensa a un pedale, un effetto, un plug-in, un trattamento insomma, che non abbia riferimento con il posizionamento microfonico; Chor’X invece prevede anche la localizzazione spaziale della sorgente sonora all’interno di uno spazio stereofonico virtuale da regolare con angolazione dei microfoni e distanza/lontananza dei medesimi nei confronti delle sorgenti sonore left/right. Il tutto apre interessanti possibilità timbriche degne di lunghe ore di sperimentazione…

Come nel caso dei precedenti parametri di chorus vero e proprio, anche in questo caso si può ricorrere al comportamento caotico di modulazione, dosabile a discrezione.

Modulazioni speciali

Uno dei punti deboli del chorus tradizionale è il brutto effetto che produce sui transienti d’attacco (che sono sdoppiati e mandati fuori fuoco); Chor’X prevede un percorso audio Special Dry con cui risparmiare l’inizio del segnale dalla modulazione di sdoppiamento, mantenendo quindi tutta l’energia originale; la procedura di taratura richiede un minimo di accuratezza, ma il risultato è molto interessante, specie sui segnali che hanno una grossa componente ritmica – ad esempio, un pattern di batteria e di pad armonico potrà essere modulato gradevolmente rispettando la pigna iniziale.

 

In uso

Chor’X è un tool che deve essere usato con consapevolezza, senza esagerare: il trattamento è sempre molto liquido, morbido e analogicamente vivo, in grado  insomma di arricchire positivamente il segnale passante. Regolando su posizioni estreme i parametri, si possono ottenere burble e swash più psichedelici di uno psichedelico infuriato, ma non per questo si è obbligati a tenere costantemente l’acceleratore al massimo.

I tre modelli di circuito BBD fanno riferimento a precisi stili di modulazione, colori timbrici ben configurati nel percorso storico comune ai musicisti, e l’inserzione delle singole linee virtuali è ben differenziata. Potrete divertirvi a riconoscere gli hardware di riferimento.

Moooolto interessante.

 

 

 

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Comments (2)

  • astrolabio

    |

    Moooolto interessante, questo articolo…

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  • Enrico Cosimi

    |

    moooolto interessante anche il software!!! 😉

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