Warm Audio WA47 – Microfono a valvole

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Warm Audio ci ha ormai abituati alla riproposizione di classici della elaborazione audio che, pur rimanendo fedeli ai modelli di riferimento, integrano funzionalità e form factor più moderni.  Questa volta è il turno dello WA47. Un microfono che, almeno nella forma, fa riferimendo al superclassico Neumann U47. Questo è universalmente riconosciuto essere il Santo Graal per le riprese di voci e strumenti e, da questo punto di vista, l’operazione di Warm Audio sembra essere non priva di ambizione.

di Emiliano Girolami

WoodenBox

Anche questa volta ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di Midiware (https://midiware.com/ ) che ci ha lasciato un WA47 per tutto il tempo necessario al test.

La confezione include il microfono (alloggiato in una comoda scatola di legno opportunamente imbottita per progettere il nostro da ogni imprevisto), l’alimentatore con selettore della risposta polare, la sospensione (ragno) con un set di elastici di ricambio, un cavo XLR a sette poli per collegare il microfono all’alimentatore e un cavo per connettere il tutto alla rete elettrica.

Le figure polari posibili sono nove e vanno dall’omni alla figura di otto passando per la cardioide e le altre intermedie. Il cavo è lungo cinque metri e sembra di buona qualità.

Scatola

L’aspetto esteriore riprende, manco a dirlo, il modello tedesco. La qualità del metallo impiegato, sia per la griglia che per il cilindro, è di livello inferiore (ma questo c’era da aspettarselo vista la differenza di prezzo con i produttori che realizzano oggi copie di U47 di fascia alta. Siamo a circa dieci volte di più).

La robustezza è comunque più che garantita e il look è proprio quello.

Non resistiamo alla tentazione di aprirlo. All’interno troviamo una costruzione accurata e con alcune soluzioni molto apprezzabili. Ci colpisce che, per far passare i cavi, i progettisti abbiano pensato a vere e proprie canaline in metallo che preservano le connessioni da pericolosi contatti con la valvola ad alta temperatura.

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I componenti principali sono di buona (se non ottima) qualità.

La capsula (doppia membrana da 1″) riprende quella originale anche se è polarizzata a una tensione più alta (80v vs 60v). È realizzata in Australia.

La valvola è una JJ5751 (slovacca). Il trasformatore è un TAB-Funkenwerk (AMI) costruito in USA. I condensatori sono in polistirene o Wima tranne quello di accoppiamento con il trasformatore che è un Solen French.

Il WA47 resiste a una pressione di 140dB e genera un rumore di 11dBA. Niente male.

 

In uso

Assemblare il sistema è semplice e veloce. Le clip che bloccano il ragno al corpo del microfono sono a leva (e avrebbero potuto essere un po’ più robuste), svolgono il loro compito senza problemi. Due guarnizioni in feltro evitano i graffi e rendono saldo il bloccaggio. Come per tutti i microfoni a valvola, meglio aspettare qualche minuto prima di cominciare ad usarlo.

Abbiamo fatto varie prove e, confessiamo, siamo stati sorpresi dalla linearità e dalla apertura in alto. I bassi ci sono ma non sono pervasivi e anche l’effetto prossimità (per il quale serve la configurazione cardioide) non è così pronunciato come in altri sistemi analoghi.

Dettaglio e dinamica non deludono e, quando serve, si può spingere a dovere il WA47 per capire come vengono gestidi dalla valvola e dal trasformatore i segnali di alto livello. Con la voce e la chitarra acustica il comportamento è ottimo. Il segnale è fedele ma dotato di personalità. L’apertura sulle alte frequenze ne consiglia l’uso anche come overhead o per applicazioni Mid-Side (avendo cura di selezionare la figura di otto per la ripresa Side).

Ci sembra un microfono per mille applicazioni. Potrebbe anche essere l’unico di uno home studio vista la capacità di assecondare i vari tipi di sorgente. In uno studio professionale – oltre a riservare molte sorprese per le riprese della voce – può essere un valido supporto per strumenti acustici, pianoforte o, come accennato, come overhead per batteria e percussioni.

Il prezzo è adeguato alla classe dello strumento. Per fare un salto di qualità, ai circa 1000€ richiesti per il WA47 se ne devono aggiungere almeno altrettanti.

Vi lasciamo con un pezzo (Voglia di scrivere di E.Girolami) in cui la voce è stata ripresa con il Warm Audio WA47 e mixata senza elaborazioni (a parte il riverbero).

 

Buon ascolto.

 

 

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Comments (7)

  • Mauro

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    Quindi se per fare il salto di qualità basta spendere 1000 euro in più (e comprare a questo punto un Neumann u87 diciamo..) l’esperimento wa47 potrebbe considerarsi fallito, sbaglio? Ma io mi chiedo, essendo i microfoni degli apparecchi abbastanza semplici, è mai possibile non riuscire a migliorare oggetti di 50 anni fa? Da quello che sento ribera ci è vicino ma non ho mai provato un suo microfono.

    Reply

  • Emiliano

    |

    Veramente pensavo ai Telefunken AK47 o 51 che hanno caratteristiche confrontabili ma costano, appunto, circa 2000€.
    Lo u87 (che costa di più) è diverso e, per i miei gusti, peggiore.
    Se si è disposti a rinunciare ai pattern variabili il Copperhead (Telefunken) non ha rivali.
    WA47 è buono, forse 100€ di meno lo avrebbero fatto diventare ottimo.
    Relativamente al tuo riferimento alla modernità, mai provato Audio Technica o sE Electronics?

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  • Mauro

    |

    Non ho mai provato quei microfoni, l’ultimo condensatore che ho avuto è stato un Brauner phantom classic, ora le mie cose le registro tutte con sm7b ed re20 molto più gestibili in ambiente casalingo, ero curioso di provare i nuovi Aston tanto per avere qualcosa di più sensibile senza spendere grosse cifre, quello che proprio non capisco è come non si possa migliorare progetti di 50 anni fa con le tecnologie moderne, l’u87 l’hanno rovinato, gli ultimi 414 sono da buttare, oggi è tutto super bright e senza corpo ma non mi risulta che gli standard di produzione richiedano queste caratteristiche.

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  • Emiliano

    |

    I miglioramenti vanno nella direzione di aumento di banda, linearità e dinamica ovvero della freddezza (e Aston, a quanto leggo, non è esente dal problema).

    Credo che la semplicità (in termini tecnici) del messaggio audio renda inutili, se non dannose, evoluzioni tecnologiche ulteriori. Si rischia di mettere in evidenza i difetti a discapito della eufonicità.

    Tutti i microfoni migliori fanno riferimento alle tecnologie degli anni 50 perché piacciono di più all’ascolto. Anche quelli nuovi e, magari, economici.

    Reply

  • Mauro

    |

    Non mi riferisco ad evoluzioni tecnologiche ma ad utilizzare la tecnologia per almeno pariegare le prestazioni, non stiamo parlando di una Martin di fine 800 ne di una strato anni 50, l’elettronica è riproducibile.

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  • Emiliano

    |

    Il problema è che le prestazioni che piacciono all’orecchio dipendono dai difetti dei componenti dell’epoca (valvole e trasformatori soprattutto). Ci sono comunque proposte innovative a costi molto ragionevoli che usano tecnologie moderne. Antelope Audio, per esempio

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  • Emiliano

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    E comunque la meccanica è ancora più riproducibile dell’elettronica

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