Moog Theremini
Complice un allievo compiacente, siamo riusciti a mettere le mani sul piccolo Theremini di casa Moog, l’apparecchio che – per prezzo e prestazioni – sembra destinato, quando arriverà in quantità sufficienti per il nostro mercato, a rinverdire l’interesse dei musicisti per questo peculiare strumento.
Di Enrico Cosimi
Diciamo subito che, a fronte di una spesa inferiore ai trecento euro, non è lecito aspettarsi la stessa suonabilità dei modelli più grandi. Attenzione! Stiamo parlando di “suonabilità”, non di prestazioni o di timbrica. Il punto sensibile dell’apparecchio è la conversione della vicinanza/lontananza tra mani del musicista e antenne pitch/volume: quando il meccanismo è risolto con due belle bobinone alte trenta centimetri (come nei modelli RCA e Big Briar, o Moog vecchia serie), le note sono molto meno difficili da intonare; quando le bobine sono altre pochi centimetri, come nel modello Etherwave e Etherwave Plus, le note sono difficiline da intonare; con il nuovo Theremini, l’impegno richiesto al musicista cresce… non c’è nulla di impossibile (anche lasciando inattivata l’opzione di auto tune), ma – semplicemente – occorre impegnarsi un pochino di più.