In un lasso di tempo relativamente breve, Sylenth1 è divenuto uno standard timbrico della produzione elettronica più “militante”, dove è necessario raggiungere velocemente risultati lusinghieri e dove l’efficacia timbrica è importante per far muovere la gente in pista. Ovviamente, noi di Audio Central non potevamo trattenerci dal curiosare all’interno della sua struttura…
Di Enrico Cosimi
Di fatto, Sylenth1 è un VSTi virtual analog con una struttura di sintesi sofisticata, ma non sperimentale; buona parte della sua innegabile fortuna commerciale dipende da una serie di intuizioni strutturali che – a diversi livelli – lo rendono differente dal sintetizzatore “pane e burro” cui siamo da sempre abituati. E’ facile elencare i punti di forza del sistema: oscillatori alias free, in grado di generare una quantità impressionante di voci (tanto in polifonia quanto in stacked unison), sfruttabili per lavorare con le rotazioni di fase e gli spread timbrici; filtri analog sounding, ben configurati nella restituzione della saturazione input/output, perfetti per urlare o per spremere tutta la cremosità che ci si aspetterebbe da un analogico di classe; matrice di modulazione ben bilanciata tra potenza operativa e semplicità d’impiego; sezione effetti con otto trattamenti (anzi, sette più un arpeggiatore) studiati da uno che se ne intende di produzione elettronica.
E, last but not least… una quantità impressionante di tutorial on-line, sound banks, timbriche da scaricare a costo zero, supporto community e diffusione planetaria. Niente male.