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Keith Emerson è morto

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events

Apprendiamo dalla stampa internazionale la morte di Keith Emerson. E’ una notizia terribile che non ci sentiamo di commentare. Su richiesta di amici, in memoria del PIU’ GRANDE di tutti, ripubblichiamo la vecchia recensione (stiamo parlando di UNDICI anni orsono) scritta in occasione del suo ultimo concerto romano con la Keith Emerson Band (all’epoca, la rivista si chiama Rec’N’Play… altri tempi). Sad affection. Più che meritato, un enorme ringraziamento a Paolo Dolfini per aver conservato il testo originale. 

Di Enrico Cosimi

emo modular

L’immagine in apertura è tratta da Wikipedia; cercheremo – ma non nascondiamo le difficoltà – di recuperare nei prossimi giorni la documentazione fotografica originale dell’evento. 

Keith Emerson Band In Concert

Roma, Auditorium di Via della Conciliazione; 1 Dicembre 2005
La cornice è quella delle grandi occasioni: l’ultima volta che siamo stati all’Auditorium di Via della Conciliazione c’era Rubinstein che eseguiva il beethoveniano concerto “Imperatore” per pianoforte ed orchestra… insomma, è passato qualche anno e la situazione era molto più classica di quella attuale.
di Enrico Cosimi

Che poi anche Keith Emerson possa essere considerato un classico nel suo genere, è un discorso interessante ma che, al momento, non ci riguarda… Comunque; l’auditorium è stato equipaggiato con una installazione di tutto punto: sul palco trova posto il sistema di tralicci con americane che sospendono un nutrito parco luci, ai due lati del palco sono state montate le torri dell’impianto P.A. (che, per dimensioni ed aspetto minaccioso, risaltano abbastanza preoccupanti nella taratura acustica del teatro).

Batteria sul fondo, pedana rialzata, bass rig sulla destra del palco, tre piccoli combo valvolari piazzati davanti al drum riser e, in ampio risalto, sulla sinistra del palco trova posto il setup di Keith Emerson. In fondo, sulla destra, un oggetto misterioso è celato da lunghi veli neri: che si tratti del povero Hammond L100, pronto per essere maltrattato da Keith durante i consueti numeri di wrestling? Vedremo.

 

La strumentazione

In questa occasione, Keith utilizza uno dei due C3 Hammond customizzati da Al Goff; per la cronaca, uno dei due strumenti è interamente originale, l’altro utilizza un premplificatore a transistor modificato; nel corso della serata, abbiamo avuto l’impressione che determinate asprezze timbriche –inedite per il buon Keith- fossero da imputarsi proprio alla natura transistorizzata del famigerato preamplificatore. In mancanza di notizie certe (non potevamo salire sul palco armati di cacciavite…), queste rimangono opinioni più che personali.

Comunque, lo strumento portatilizzato da Al Goff è interamente alloggiato nel cassone superiore e poggia su un supporto metallico che ospita la scatola del pedale di espressione; non è la customizzazione più efficace –per spostare l’apparecchio servono sempre due persone, ma questo potrebbe non essere un problema- ma è quella che semplifica di molto il lavoro. Adiacenti alle zampe metalliche, trovano posto i controlli del leslie tremolo/chorale su footswitch (anche se in certi momenti, abbiamo avuto l’impressione che la velocità del leslie venisse regolata da un tecnico compiacente, boh..). Il rotary speaker, comunque, è celato alla vista, ben lontano dalla postazione del musicista – se ne sente la voce dal retro palco quando il keyboard technician presta gli ultimi controlli prima di iniziare.

Sopra all’Hammond, troneggia –inevitabilmente- la Korg Oasys che, qui come per i Dream Theater, sembra aver incarnato il concetto di tastiera tuttofare di lusso: del resto, 7500 euro per una workstation possono permetterseli in pochi. Alla sinistra dell’Hammond + Oasys, troneggia l’enorme modulare Moog, ormai da anni inscatolato in un contenitore custom metallico che ne facilita il trasporto e la sopravvivenza; la tastiera 5 ottave è messa bella alta da terra, il ribbon controller – con annesso lanciarazzi- è appoggiato per terra pronto all’uso. Completa la dotazione, un Korg Triton Extreme a 88 note. Oltre al pedale di volume dell’Hammond, sono presenti gli switches per il leslie, i damper per Oasys e Triton e altri due foot control misteriosi, che Keith (peraltro) utilizzerà con estrema parsimonia. Ah: c’è anche un accordatore cromatico Boss direttamente collegato al sintetizzatore modulare; vedremo in seguito come il suo funzionamento sia cruciale per la riuscita di determinati brani.

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