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Crumar Mojo

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il giorno in cui due o più organisti si troveranno d’accordo sul suono migliore di un elettrofonico, farà freddo all’inferno. La stessa constatazione è valida per i cloni Hammond. Nella nostra gioconda penisola, da anni si assiste a uno scambio di cortesie tra customizzatori di organi elettrofonici, produttori di cloni DSP based, produttori con  motherboard, restauratori, collezionisti, venditori e clonatori di antiche apparecchiature valvolari. In mezzo a tutto questo, la massa (incredibilmente più ampia di quanto si possa pensare) degli utenti che, come a Wembley, seguono il volo della pallina da una parte all’altra del campo da gioco, sempre tenendo c’occhio il tabellone dei punti.

Di Enrico Cosimi

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Tutto questo per introdurre, in maniera aulica, ma non per questo priva di una punta polemica, il seguente enunciato: non esiste il clone perfetto di Hammond, così come non esiste l’Hammond perfetto. In tutti e due i casi – ma, in questa sede, ci limiteremo al primo dei due – è il genere musicale che si frequenta, insieme alla tecnica tastieristica posseduta, a dettare le suggestioni interne che spostano verso uno strumento piuttosto che verso un altro. Da non sottovalutare, infine, le attitudini e le preferenze personali di chi fisicamente crea il suono del clone, il suo motore timbrico: è cosa nota che la seconda edizione del KORG BX-3/CX-3 è stato modellato da uno sviluppatore particolarmente rock addicted… di sicuro più di quello che, in casa Roland, mise a punto il motore della storia serie VK.

Oggi, ci occupiamo dell’efficace, prestigioso e conveniente Crumar Mojo, un clone doppio manuale sviluppato da Crumar in collaborazione con Guido Scognamiglio, padre del già lungamente apprezzato VB3.

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