Yamaha Reface DX – Seconda parte
E’ il momento di affrontare le famigerate procedure di modifica sui parametri più intrinseci alla generazione sonora con la FM Lineare.
Di Enrico Cosimi
Ancora una volta, la nostra palestra è la Yamaha Reface DX.
E’ il momento di affrontare le famigerate procedure di modifica sui parametri più intrinseci alla generazione sonora con la FM Lineare.
Di Enrico Cosimi
Ancora una volta, la nostra palestra è la Yamaha Reface DX.
L’ondata di miniaturizzazione e di riflusso tecnologico che sembra aver colpito la produzione elettronica commerciale ha avuto un importante segnale nella serie Reface messa in cantiere da Yamaha: quattro modelli CS, CP, DX e YC, rispettivamente dedicati a rinverdire i fasti del virtual analog, del compact piano, del suono FM lineare e dell’organo secondo i dettami Yamaha e non solo. Quattro modelli facilmente trasportabili, alimentabili a pila, auto amplificati, dotati di tre ottave di tastiera mini – sensibile alla dinamica – con un notevole gioco di ottimizzazione che non passa inosservato. Inizieremo a parlare della Reface DX, il modello dedicato alla sintesi in FM lineare cui – per motivi anagrafici e professionali – siamo particolarmente legati.
Di Enrico Cosimi
Lo strumento è in materiale plastico, sufficientemente leggero per poter essere buttato dentro lo zaino e usato in carrozza ferroviaria (meglio se con un paio di cuffie…); tanto la mini tastiera, quanto i mini speaker devono essere affrontati con ottimismo; di sicuro, il fraseggio melodico e lo smanettamento sono facilmente gestibili. A differenza di altri modelli miniaturizzati della concorrenza, le connessioni audio sono di passo standard. Andiamo per ordine.