Resonator – suonare il rumore

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Software, Tutorial

… E poi un giorno arriva Pensece – leggendario amico immaginario dispensatore di consigli non richiesti – e mi suggerisce di giocherellare con il Resonator diLive!. “Non di soli oscillatori vive l’uomo”, sentenzia: e ha ragione, perché con il dovuto trattamento anche il rumore riesce a prendere parte all’armonia di un brano.

Di Jacopo Mordenti

resonator

Armati di spirito pragmatico, procuriamoci un campione ambientale, magari di durata consistente e percorso da un certo numero di transienti: un lavandino che gocciola per qualche buon secondo, ad esempio, potrebbe essere un punto di partenza.

Trasciniamo il nostro campione in una clip audio (volendo potremmo ricorrere a Simpler, tanto più dopo le implementazioni dell’ultima release di Live!), e sfruttiamo le funzioni di warp per agganciare alla griglia temporale i transienti di cui sopra. Individuato l’algoritmo di warp più efficace, e ammorbiditi di un nonnulla – grazie all’automazione dell’ampiezza – l’inizio e la fine del campione, siamo pronti per far entrare in scena Resonator.

Resonator – chi l’avrebbe mai detto? – consta di cinque risuonatori capaci autonomamente di intonare il segnale che passa attraverso essi. A fronte di un unico segnale di input si possono dunque ottenere cinque note distinte, di cui una fondamentale (risuonatore 1) e quattro accordate in un range di +- 24 semitoni rispetto ad essa (risuonatori 2, 3, 4 e 5). Le variabili in gioco sono molte, sia in termini di singolo risuonatore (che oltre all’intonazione gode di attivazione, guadagno e detune indipendenti) sia in termini di processamento generale del segnale (avendo a diposizione fra le varie cosucce un filtro multimodo a monte dei risuonatori, due diverse modalità operative, un controllo di tono, la regolazione del decadimento dei risuonatori e quella dell’ampiezza del fronte stereo); il succo del discorso rimane però quello di partenza, vale a dire la possibilità di plasmare un qualsiasi segnale di partenza – fosse anche, appunto, il gocciolamento di un lavandino – in un sinistro accordo di SOL minore articolato in cinque note spalmate su quattro ottave di tastiera.

“Si, si: bello il SOL minore in cinque note su quattro ottave. Ma a quale santo bisogna votarsi per far assecondare al nostro benemerito rubinetto un giro armonico?”. A quello dell’automazione. Perché l’intonazione di ogni risuonatore non è solo indipendente, bensì anche automatizzabile: la si può disegnare in griglia – peraltro, giocando alla bisogna a ricreare un certo portamento – costruendo così in un numero X di battute il percorso delle note emesse dal risuonatore (intese assolutamente nel caso del risuonatore 1, relativamente nel caso dei risuonatori 2,3,4 e 5). Con un po’ di pazienza e di mestiere, la costruzione di una progressione armonica – più o meno efficace, più o meno raffinata – diviene a portata di mano, permettendo al nostro segnale di partenza di partecipare con un altro peso all’arrangiamento del brano.

Certo: il tipo di segnale non è ininfluente sul risultato finale, che tende a collocarsi in un’ampia zona grigia from plucked strings to vocoder-like effects (come esplicitato da Ableton); i transienti, in particolare, stante la necessità di sollecitare i risuonatori non potranno essere messi completamente da parte (nel nostro caso, in virtù del warping si spera al contrario che abbiano assolto anche una qualche funzione ritmica).

Se poi si dispone di Max4Live, si può scartabellare l’ampia libreria disponibile e scoprire ad esempio un device che promette di suonare Resonator in tempo reale: questo, ad esempio…

Una prova su strada di quanto sopra? L’Invisibile Unicorno Rosa è a disposizione con un primo estratto da “TODO MODO (para buscar la voluntad de l’Unicorno)”…

Schermata 12-2457387 alle 17.01.22

 

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Comments (7)

  • mirko

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    Buongiorno a tutti,
    a proposito di intonazione vorrei chiedervi: esiste un software che sia in grado di misurare gli Hertz e che indichi la tonalità in tempo reale del materiale su cui si lavora?
    Sarebbe molto utile avere un indicatore di questo tipo specie quando si lavora con suoni ad energia molto elevata sulle basse tipo tom e sub.

    Grazie

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    • Enrico Cosimi

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      di solito, quasi tutti gli oscilloscopi virtuali disponibili in rete indicano la frequenza (generica e volenterosamente riferita alla fondamentale) del segnale visualizzato; ovviamente, avere la lettura in Hertz è solo metà del problema: poi, occorre confrontare il valore letto con una tabella di conversione che indichi la “nota musicale” corrispondente…

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  • mirko

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    In realtà la conversione che identifichi la nota musicale è la parte più semplice: basta inserire il valore in HZ e questo sito fornisce il valore in note musicali

    http://www.birdsoft.demon.co.uk/music/notecalc.htm

    Rimane da capire una cosa: se sto facendo un groove elettronico e la mia frequenza fondamentale è ad esempio di 33.5 Hz la tabella nel sito che ho linkato indica C0 come range di tastiera ma cosa vuol dire che ha 41.68 centesimi di tono di offset? Significa che per intonarlo perfettamente al C0 dovrei abbassarlo di 41.68 centesimi?

    Ringrazio Jacopo per la segnalazione del plugin: molto interessante peccato che non permettano la prova demo.

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    • Enrico Cosimi

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      dovrebbe significare che, sul C0, devi sommare 41,68 centesimi di semitono per centrare perfettamente la frequenza richiesta…

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  • mirko

    |

    Ringrazio tutti, sempre disponibilissimi.

    Grazie e buon inzio anno

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