Primi passi con Reaktor – Quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Continuiamo, imperterriti, nel caricare funzioni sulla nostra minima struttura di sintesi. Dopo aver generato i controlli di Octave, Semitone e Fine Tune/Cent, è il momento di chiedere nuove forme d’onda al nostro oscillatore. Le cose si complicano…

Di Enrico Cosimi

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…si complicano perché, a meno di non ricorrere a progettazioni veramente di basso livello (classicamente, estrazione dell’onda quadra attraverso comparazione, estrazione dell’onda triangolare attraverso rettifica e integrazione, eccetera…), non rimane che fare i conti con la mono generazione dei diversi moduli oscillatore previsti dentro Reaktor. Insomma, bisogna squagliare diversi generatori per fare un unico oscillatore multi wave.

Per questo motivo, colti da raptus, torniamo in Built-In Modules/Oscillator e ci catturiamo oscillatori triangolare, dente di sega, impulsiva. Alla fine del raccolto, il nostro oscillatore assomiglierà a quello riprodotto qui sotto.

 

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Appaiono evidenti, in tutta la loro tragicità, due problemi che devono assolutamente essere risolti:

  • i controlli precedentemente generati per articolazione e per intonazione lavorano, ora, solo su un oscillatore sinusoide (ignorando la presenza delle altre tre generazioni di onda);
  • solo il segnale dell’oscillatore sinusoide raggiunge le due porte di uscita, ergo: gli altri tre segnali non sono computati dalla CPU e “non suonano”.

Il primo problema (disponibilità dei controlli) è facilmente risolvibile collegando lo stesso set di controlli ai diversi oscillatori; senza entrare troppo nei particolari, Reaktor permette il collegamento della stessa sorgente su decine di diverse destinazioni. Non male…

 

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Con un abile gioco di cavi, a questo punto la somma di tutti i controlli d’intonazione raggiunge simultaneamente tutte le porte P dei diversi moduli di generazione e la tensione di Gate (la nostra patetica articolatrice sonora) raggiunge tutte le porte A dei diversi moduli di generazione sonora.

 

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Rimane da risolvere la necessità del controllo (Width) con cui regolare la simmetria dell’onda impulsiva; questa volta, ricorreremo alle scorciatoie previste da Reaktor, facendo click destro direttamente sulla porta W e scegliendo, nel menu contestuale, la voce Create Control. Il premio consisterà in un knob già bello e battezzato Width (che comparirà sul pannello comandi… e che dovremo mettere in ordine a colpi di chiave inglese) e già perfettamente regolato nei suoi parametri di escursione Min/Max.

…se solo si potessero sentire le diverse forme d’onda, sarebbe meraviglioso.

 

Ipso facto

Il problema può essere facilmente risolto innestando nel circuito uno Switch che, dopo essere stato recuperato in Built-In Modules/Panel/Switch, sarà configurato per lavorare con quattro porte d’ingresso, agendo nella sua Property Window.

 

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Lo Switch ha bisogno di diverse cure preliminari:

  • cliccando sui diversi nomi “In” di ciascuna porta (a margine, notate il puntino verde che identifica le porte: significa che il modulo può lavorare indipendentemente con dati audio o con dati di controllo…), provvederemo a scrivere, dall’alto verso il basso, i nomi delle diverse forme d’onda (Sine, Triangle, Saw, Pulse);
  • invece del tragico nome Switch, ribattezzeremo il modulo con un più pomposo Waveform, che ci chiarirà le idee al primo colpo d’occhio;
  • successivamente, collegheremo le uscite dei rispettivi oscillatori alle porte d’ingresso corrispondenti e l’uscita dello switch Waveform ai due moduli Audio Voice Combiner (quelli con la parentesi graffa) che preludono alle uscite Left e Right.

 

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Questo qui sopra è l’aspetto di struttura della configurazione appena realizzata; sul pannello frontale, le cose vanno ancora aggiustate a colpi di chiave inglese.

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Dopo aver regolato la posizione del nuovo switch Waveform, e aver richiuso il pannello con la chiave inglese, scopriamo con orrore che il sistema non suona… Ogni volta che Reaktor instanzia uno switch, richiede un “ciclo di partenza”, cioè deve formattare il meccanismo attraverso una selezione di pulsante, altrimenti l’interruttore multiplo – per quanto correttamente collegato – non viene preso in considerazione. Insomma: è necessario accendere il primo interruttore della sua vita. Fatto questo, tutto continuerà a funzionare nel modo più tradizionale.

 

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E’ il momento di sperimentare con il suono delle diverse forme d’onda generate dal meccanismo e, per meglio valutare la loro coerenza d’ampiezza, conviene disabilitare il comportamento Auto (level) presente nell’Instrument EasyScope.

 

Facciamo ordine: le macro

Tutto quello che abbiamo caricato nella finestra Structure è relativo a un oscillatore: per velocizzare le procedure di assemblaggio, magari per montare due o tre oscillatori, conviene fare Cut and Paste dei moduli finora utilizzati e trasferirli all’interno di una Macro.

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L’immagine qui sopra evidenzia, già selezionati, i moduli che dovremo trasferire nella futura Macro; per crearla, lavoreremo con il comando Macro/New 2In 2Out.

 

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A questo punto, e solo a questo punto, eseguiamo il trasferimento dei moduli; torniamo a selezionare nuovamente tutti i moduli precedentemente evidenziati; li tagliamo con il comando Edit/Cut; apriamo la nuova Macro (cliccandoci sopra due volte) e, con il comando Edit/Paste, incolliamo tutti i moduli all’interno della Macro. Siamo solo a metà dell’opera…

 

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Dopo aver incollato il contenuto nella nuova Macro (a proposito: è il momento di usare la sua Property Window per rinominarla Oscillator…), recupereremo due moduli Built-In Modules/Auxiliary/Audio Voice Combiner per realizzare il collegamento tra lo switch Waveform  e le due porte d’uscita della Macro Oscillator

 

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Fuori dalla Macro (cliccate due volte sul fondo della finestra Structure della Macro, per salire di livello), collegheremo le uscite della Macro Oscillator ai “vecchi” Voice Combiner che sono agganciati alle porte di uscite L ed R dell’Instrument Simple Synth. L’accensione del led giallo nella Macro è la conferma che tutto è andato a buon fine e che lo strumento può suonare tranquillamente.

 

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Sul pannello comandi, c’è una piacevole novità: tutto quello che è contenuto all’interno di una Macro – che è incapsulato, insomma – risulta graficamente contornato da una cornice evidenziata dal nome della Macro stessa. 

In questo modo, l’ordine regna sovrano. Ma, tremate…, è ora di predisporsi alla Hard Sync ed alla Frequency Modulation.

Per fare questo, è necessario sostituire tutti i moduli di oscillatore presenti nella Macro con le versioni più potenti, quelle che prevedono già dal loro nome la dicitura “Sync”; i nostri obiettivi sono quindi Sine SyncTriangle SyncSaw SyncPulse Sync raggiungibili attraverso il consueto comando-percorso Built-In Modules/Oscillator.  Armiamoci di santa pazienza, installiamo i nuovi quattro moduli e, con la massima attenzione, sostituiamoli ai vecchi curando tutti i collegamenti audio e di controllo.

 

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Alla fine del lavoro, il risultato dovrebbe essere simile a quello riportato qui sopra.

Prendetevi tutto il tempo necessario per verificare la consistenza e la correttezza di ogni collegamento, cavo per cavo: questa è la fase in cui, da manuale, si compiono errori di collegamento che poi fanno impazzire…

Cosa abbiamo conquistato? La possibilità, modulo per modulo, di controllare (da pannello, localmente, ma anche esternamente attraverso segnali ricevuti da altri circuiti) i parametri di frequenza lineare (porta F), sincronizzazione “hard” (porta Snc), fase del segnale (porta Ph – quest’ultimo parametro può essere gestito semplicemente da pannello, tralasciando la modulazione esterna ).

 

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Risolviamo subito il controllo sulla fase, facendo click destro su una qualsiasi delle porte Ph e lasciano a Reaktor la responsabilità di creare il controllo con i valori giusti; successivamente, dopo averne collegato l’uscita a tutte le altre porte di fase, metteremo in ordine il nuovo potenziometro Phase allieneandolo agli altri sul pannello frontale del nostro sintetizzatore.

 

Valeva la pena di compiere qualche sforzo.

 

In cauda venenum

Però, prima di cantare vittoria, occorre rispondere a qualche interrogativo:

  • come implementare il meccanismo di Hard Sync? Ovvero, come predisporre l’oscillatore a ricevere un segnale di sincronizzazione generato dall’oscillatore master?
  • come predisporre l’ingresso per il segnale da utilizzare per la modulazione di frequenza esponenziale? E come predisporne il collegamento sulla già affollata porta P?
  • come predisporre l’ingresso per il segnale da utilizzare per la modulazione di frequenza lineare? E come predisporne il collegamento sulla porta F?
  • inoltre: come gestire l’indice, l’intensità, di modulazione lineare ed esponenziale?

Tutto questo, ci occuperà nel prossimo appuntamento.

 

 

 

 

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