OTO Machines Biscuit

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Presente sulla scena elettronica da qualche tempo, questo micidiale apparecchietto non ha avuto – perlomeno in Italia – il riscontro totalizzato nel resto del mercato europeo; un vero peccato, viste le peculiarità di cattivo tartassatore timbrico stereofonico e, con la nuova revisione software, anche di micro sintetizzatore con step sequencer incorporato. Di sicuro, OTO Biscuit non è un processore per i deboli di cuore… al contrario, si trova a proprio agio dove è possibile mostrare imponenti capacità di sound mangler.

Di Enrico Cosimi

Dopo aver ringraziato Alex Cecconi di New Groove, che eroicamente continua a dragare i fondali della produzione elettronica internazionale, per accumulare apparecchi sempre più interessanti, vediamo più da vicino questo strumento.

OTO

Di origine francese, OTO Biscuit è un hardware metallico con alimentatore esterno, di dimensioni di poco superiori a quelle di un qualsiasi pedale per chitarra elettrico, ordinatamente popolato di tastoni retro illuminati (c’è un preciso codice colore…) e controlli rotativi assai stilosi. Continuiamo a chiamarlo Biscuit per pura pigrizia, perchè in realtà – in base alla revisione software che il musicista richiama in operativo, l’apparecchio può incarnare le funzioni dello stereo processor Biscuit o del micro sintetizzatore Der OTO. In tutti e due i casi, il fun factor è elevatissimo e il rapporto Q/P – in questo scorcio di millennio piagato da crisi apparentemente interminabili – più che corretto.

Il segnale audio può essere Mono/Stereo In e Mono/Stereo Out; la costruzione interamente metallica garantisce una significativa robustezza e, caso raro in questo periodo, la documentazione fornita è ben fatta; tenete presente che OTO può essere utilizzato a diversi livelli di complessità, ma sempre tenendo d’occhio l’interfacciamento MIDI, attraverso il quale passano i flussi di codici con cui si può documentare/memorizzare/riprodurre qualsiasi operazione effettuata sul pannello comandi.

Biscuit

E’ il modo operativo originale dell’apparecchio e, di fatto, permette lo sfruttamento dei convertitori AD e DA interni in modalità 8 bit con sample rate regolabile dall’utente. In questo modo, il suono può essere reso progressivamente più grezzo, o trasformato in maniera pazzesca, intervendo sui parametri chiave della gestione digital audio. Ancora più potente è la possibilità di accendere, spegnere o invertire individualmente gli otto bit che compongono le parole di audio digitale; mano mano che ci si sposta da MSB a LSB, i cambiamenti possono diventare feroci e le variazioni di livello in uscita assai impegnative.  Non è tutto: OTO implementa un filtro multimodo risonante e una sezione effetti composta da quattro algoritmi selezionabili uno alla volta. Andiamo per ordine.

I comandi a disposizione comprendono: regolazioni di volume indipendenti per il segnale dry (Naked) e wet (Dressed), controllo di Drive per nutrire a sufficienza il convertitore AD; selezione del modo di filtraggio, regolazioni del Cutoff e della Resonance; selettore di Bypass e di modo Brain (per entrare in profondità all’interno dell’apparecchio), regolatore di Clock frequency (variabile tra 250 e 30.000 Hz).

Coronano il tutto gli otto tastoni retroilluminati (OTO nasce per lavorare nella penombra delle DJ cabin…) con cui si può selezionare il bit da processare e scegliere le pagine software in cui sono organizzate le funzioni operative.

La possibilità di regolare indipedentemente i segnali diretto e processato permette di lavorare nel più assoluto sonic mayhem o di mantenere una variabile parvenza di intellegibilità legata alla quantità di segnale diretto.

Giocare con i bit

In maniera indipendente, ciascun bit degli otto previsti può essere lasciato intatto, invertito o eliminato; l’intervento sui bit elevati (6, 7, 8) è micidiale, quello sui bit meno elevati (1, 2, 3) è più contenuto e può essere assimilato alla progressiva fuzzyness del suono, con incremento del rumore di fondo. Assolutamente inconfondibile, specie se avete già praticato algoritmi di wrapper e waveshaper commerciali, l’intervento sui bit elevati. OTO prevede le scorciatoie per riportare tutti i bit in condizione normale, o tutti in inversione o tutti in fuori gioco; la natura ritmica degli interventi può fare la differenza durante l’esibizione live. Se necessario, si possono salvare fino a 8 configurazioni di accensione/inversione/spegnimento in altrettante memorie snapshot, ma se – come nell’esemplare in nostro possesso, caricate anche le funzioni accessorie di DER Oto, sacrificherete lo spazio RAM dedicato agli snapshot. Puff: svaniti…

Interventi sul segnale audio

Oltre al filtraggio Low-Band-High Pass (con una bella Resonance auto oscillante…), Biscuit vi permette di massacrare il contenuto armonico del segnale passante abbassando progressivamente la sampling rate; l’aliasing ottenuto quando la frequenza del segnale in ingresso è superiore alla SR/2 risulterà armonicamente estraneo al segnale originale, conferendogli una caratteristica che – a seconda del contesto musicale – risulterà oltraggiosa o irresistibile.

Questo, dal punto di vista del trattamento “statico”, ma è possibile scendere ad un livello più basso e selezionare uno dei quattro algoritmi di trattamento disponibili (wave shaper, delay, pitch shifter e step filter) per il musicista; non tutti gli effetti lavorano in egual modo sul segnale stereo: wave shaper e step filter sono stereo, pitch shifter e delay sono mono; allo stato attuale del software, è possibile usare solo un algoritmo alla volta.

Wave shaper

Otto possibili trattamenti non lineari applicabili al segnale passante per distorcerlo in modo significativo:

  1. rectifyer: la parte negativa del segnale viene invertita per creare un effetto simile al fuzz;
  2. alternate rectifyer: si usa solo la parte positiva del segnale, mentre quella negativa viene spianata; l’effetto è riportato all’ottava inferiore;
  3. bat fuzz: suprata una certa soglia, la forma d’onda è ripiegata creando un tornado di nuove armoniche; applicato a una sinusoide, l’effetto grafico non può essere che definito come bat segnale
  4. biscuit: il segnale è rettificato eliminado la parte negativa, ma l’effetto suona una quinta sotto, con notevole distorsione;
  5. swap: i bit 1 e 4 cambiano di posto con i bit 5 e 8; sonic mayehm…
  6. saw generator: entra audio normale, esce dente di sega;
  7. low octave saw generator: come sopra, all’ottava inferiore;
  8. low octave square generator: enough said.

 

Negli ultimi tre comportamenti, è importante avere un livello significativo in ingresso; il musicista può definire la soglia di articolazione per il filtro incorporato attraverso il comando di Drive.

 

Delay

Invece di svenarvi per comprare moduli o processori 8 bit con cui fare le ribattute sporche, eccovi una linea di ritardo 8 bit pronta all’uso; è possibile definire la velocità delle ribattute attraverso il Tempo Tap o sul MIDI Clock eventualmente ricevuto da OTO Biscuit; in tutti i casi, si possono definire le divisioni ritmiche per le ribattute (quarti, ottavi, sedicesimi, tutti puri o in versione dotted), la quantità di feedback (attenzione a non esagerare… la regolazione avviene con gli otto tastoni che impostano altrettante percentuali) e l’eventuale funzionamento in free clock.

Altra raccomandazione: Biscuit modifica il tempo di ritardo alterando la velocità di campionamento… le conseguenze timbriche sono mooolto interessanti, specie se non vi scandalizzate per l’aliasing.

 

Pitch Shifter

Agisce solo sull’ingresso Left e permette di trasporre il segnale passante fino a -2 o +1 ottava; gli otto tastoni scelgono determinati intervalli pronti all’uso; non è possibile avere tutto tutto tutto, ma le scelte disponibili sono assai divertenti, specie se il segnale in ingresso ha una valenza ritmica ben evidente. Se poi proprio non riuscite a farvi andare bene le trasposizioni presettate, non dovete fare altro che collegare una MIDI keyboard all’ingresso MIDI di Biscuit e sparare una nota da utilizzare come valore di trasposizione… Really, not bad.

 

Step Filter

Immaginate uno step sequencer a otto passi collegato alla frequenza di taglio del ritmo: mano mano che avanza (tok tok tok tok…), il filtro si apre e si chiude facendo dei “gradini ritmici” che possono, o non possono, andare a tempo con il segnale in transito. L’ipnosi è garantita. La velocità è subordinabile ai coefficienti 2x, 4x, 8x, 24x eventualmente applicabili sopra il MIDI Clock e il Tap Tempo; dopo aver impostato gli otto valori desiderati (ogni step si ruota la Cutoff Frequency fino a raggiungere il valore desiderato e poi si passa allo step successivo…), si può avanzare normalmente o in modalità random o in alternate/avanti e indietro. Otto step sono troppi? Nessun problema: si può decidere la durata della sequenza a 2, 3, 4, 6, o 8 step. Inutile segnalare che, con 24x basta battere il tap ai quarti e godersi le scansioni belle dense

 

Se fosse solo questo, ci sarebbero già parecchi motivi per contemplare un acquisto; ma c’è anche il comportamento Der OTO, che merita la nostra attenzione.

Der OTO

Collegate Biscuit a una master keyboard, selezionate il nuovo modo operativo ed eccovi pronti a sfruttare il nero, minaccioso, apparecchietto come una micidiale acoppiata di sintetizzatore e step sequencer incorporato. Due modi principali di funzionamento: Synth e Sequencer; il sintetizzatore ha due oscillatori indipendenti e risponde ai controlli MIDI Nota on/off, CC, Bend, Clock e Program Change, lo step sequencer può memorizzare fino a 16 note. Come al solito, procediamo un passo alla volta.

Come si passa da un modo all’altro? Semplice – se qualcuno ve lo dice, altrimenti potrete girare in tondo per mesi e mesi e mesi… – basta accendere Biscuit tenendo premuti Brain e i tastoni 4 e 5 simultaneamente; ovviamente, non si può passare da un modo di lavoro all’altro in maniera indolore; tra l’altro, non è il caso di fare troppo i disinvolti nella gestione simultanea di synth e sequencer, perchè il sistema potrebbe riportarvi bruscamente con i piedi per terra.

 

Synthesizer

Non è una macchina con cui fare sperimentazione in maniera concorrenziale ai grossi mainframe… il corredo di parametri è divertente, ma – come è ovvio – le funzioni sono concentrate più sull’immediatezza che sull’inedito controllo timbrico.

Ci sono sei forme d’onda disponibili sui due oscillatori A e B (saw, square, saw with alias, square with alias, sine, fm); le versioni aliasizzate hanno più energia sulle basse e maggior turbolenza sulle acute; quando si lavora in FM, il secondo oscillatore non è più attivo. Alternativamente alla FM, l’oscillatore B offre il white noise. E’ possibile applicare una trasposizione sui codici MIDI Note On/Off differenziata  per oscillatore; in questo modo, l’osc A può spostarsi di ottava  e l’osc B può prendere intervalli più impegnativi (terze maggiori e minori, quinte, ottave, eccetera…); il comportamento può essere arricchito con Detune e Glide; i due oscillatori hanno volumi indipendenti.

Come interagiscono tra loro gli osc A e B? Oltre che nel regime di FM, si può lavorare con il semplice mixaggio delle sorgenti sonore, o in modulazione ad anello, o in XOR (versione filthy del ring mod), o con bitcrusher e swap. C’è un oscillatore a bassa frequenza (triangle, square e s&h) che può essere sincronizzato al MIDI Gate; il filtro multimodo (ovviamente, è quello fisicamente presente sul pannello comandi) può essere agganciato al keyboard tracking.

Ma gli inviluppi? Attraverso i MIDI controller 14, 15 e 16, si può intervenire sui parametri di Attack, Decay e Sustain.

 

Sequencer

Quante note servono? La massima lunghezza per la sequenza è pari a 16 note; calcolando che i tastoni sul pannello comandi sono solo otto, appare evidente come il ricorso alla diversa colorazione sia fondamentale per navigare con sicurezza all’interno delle logiche di programmazione; in questo modo, i tastoni bianchi sono relativi agli step 1-8, gli stessi tastoni illuminati in rosso, fanno riferimento agli step 9-16. Come nel modo Biscuit, anche qui si può far avanzare il sequencer a x1, x2 o x4 la velocità estratta dal MIDI Clock ricevuto.

Cosa contengono gli step? L’informazione di ottava (cinque ottave di range), di nota (dodici semitoni di range  specificabili attraverso periferica MIDI), di lunghezza (mute, half lenght rispetto alla durata di step, full lenght, tie senza riarticolazione), accento, glide on/off.

Fatta salva la scomodità della programmazione con un unico controllo rotativo, passo dopo passo, se la pazienza regge, si possono costruire interessanti comportamenti bassline-like

La sequenza può essere messa in passo attraverso Tap Tempo, può essere subordinata al Run/Stop con il clock MIDI, può essere trasposta in base alle note MIDI ricevute; particolarmente interessante, è la possibilità di triggerare i sedici step interni richiamandoli direttamente con le note MIDI comprese tra C-2 e D#1.

In uso

Diabolico, organico oltre ogni dire, in grado di rendere irriconoscibile qualsiasi file audio gli venga sottoposto o, a discrezione, di massaggiarlo dolcemente per farlo più interessante all’ascolto; il pannello comandi è fatto per essere suonato senza troppi complimenti; i tastoni giocano fino in fondo con le funzionalità offerte dalla retro illuminazione multicolore.

Se dovessimo scegliere, ma sicuramente non siamo imparziali, preferiamo le funzionalità di trattamento audio Biscuit a quelle di generazione/sequenza autonome Der OTO; in tutti i casi, dopo aver fatto lo switch off, la comodità di avere due macchine al prezzo di una è notevole. Da questo punto di vista, la new skin magnetica che si applica sul pannello comandi gioca un sensibile ruolo nella facilità d’utilizzo.

Costruito come un (piccolo) carrarmato, pur senza costare uno sproposito, OTO Biscuit non ha un prezzo che può innescare l’acquisto da parte di musicisti superficiali: per tutti i musichieri ben motivati, l’apparecchio riserva notevoli soddisfazioni di glitch, noise, ringhi, ululati, distorsioni diaboliche, trattamenti organizzabili ritmicamente, fun factor e (innegabile) fascino scenico.  Vedere ballare le luci che alternano i colori mentre si groova a tutto spiano sul pannello comandi è una delle sensazioni più addictive che si possano immaginare.

Il primo di tre “tossici” video relativi alle capacità di OTO Biscuit; cliccate sull’illustrazione qui sopra e beccatevi – tra capo e collo, sul canale YT di ACM – un delirante ascolto relativo a cosa succede accendendo, spegnendo e invertendo individualmente gli otto bit a disposizione. Ogni bit, un tastone bianco, rosso o spento; il segnale audio originale è un’inesorabile sinusoide generata digitalmente a 440 Hz. Watch and listen, if you dare…

Cosa succede se si decide di “biscottare” (passateci il neologismo…) una drum machine analogica? Beh, OTO Machine tira fuori il meglio di se quando si inizia a lavorare sui singoli bit, poi si filtra, poi si enfatizza, poi si lavora a tempo aprendo e chiudendo i diversi sotto circuiti. Un mondo di modifiche in tempo reale documentabili attraverso MIDI automation.

E, per finire, se provassimo a giocare con il Delay di OTO Biscuit dopo averlo syncato al MIDI Clock di un Little Phatty? E se il Little Phatty fosse a sua volta sotto controllo dell’arpeggiatore? Chi ci garantisce che usciremo vivi dagli incastri ritmico/timbrici ottenibili con filtro low pass, OTO, bit mangler, sample rate increase/decrease e – specialmente – delay time base changing? Nessuno… eh eh eh.

Fateci un giro.

 

 

 

 

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Comments (10)

  • L

    |

    in effetti non so perchè in italia non sia molto diffuso e/o apprezzato (almeno apparentemente).
    Io ce l’ho da un paio di anni e non c’è traccia in cui non lo usi 😀
    Recentemente ho aggiornato il firmware e, anche se naturalmente preferisco il lato Biscuit, ho apprezzato anche il Der Oto… senza pretese, ma abbastanza “ignorante”

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    si, anche secondo me, OTO poteva fermarsi alle funzionalità Biscuit e il prodotto sarebbe rimasto comunque irresistibile…

    del resto, visto che Der OTO è un upgrade gratuito e non funziona neanche male, tanto meglio così! :-)

    sulla relativa scarsa diffusione dell’apparecchio, penso che in italia sono TANTE le cose che non si spiegano, specie nel panorama della musica elettronica eh eh eh eh…

    Reply

  • Diego

    |

    Bellissima recensione.
    A quel che leggo è un apparecchio che ricorda molto la voglia di sperimentare tipica degli apparecchi Jomox…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      è una macchina molto interessante, ovviamente non è adatta a tutti i tipi di musicista… :-)

      Reply

  • Diego

    |

    Scusa se approfitto della tua gentilezza Enrico, ma proprio paragonandolo, giusto come compendio ai vari synth, al T-Resonator della Jomox… secondo te il Biscuit è più preciso negli interventi di modificazione del suono? Perché il Resonator trasforma tutto quello che tocca in una bestia, ma ha bisogno di redini molto salde…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      eh eh, l’argomento è molto ghiotto, nel senso che quando ho provato OTO, la prima cosa che ho fatto è stata metterlo a confronto con il T-Resonator che (all’epoca) possedevo: c’è una serie di differenze, filosofiche e non, tra i due apparecchi:

      a) T-Res è full analog (perlomeno la sezione di filtraggio, gli effetti sono DSP-Based) ed è assolutamente incontrollabile, nel senso che se ti sbagli a girare la quantità di positive feedback (che poi, sul pannello, la serigrafia è invertita…), ti ritrovi con un ululato sulle basse tale da distruggere i sub nel raggio di qualche chilometro;
      b) OTO è a controllo numerico, lavora sui bit del segnale e tutto quello che fa è documentabile via MIDI
      c) con T-Res devi “suonare il pannello comandi” e devi costantemente aggiustare livelli, effetti, inviluppi, lfo per produrre un flusso audio che sia cangiante nel tempo; con OTO puoi limitarti a regolare una configurazione di bit accesi/spenti/invertiti e poi “lasciar fare al segnale in transito.

      diciamo che, non avendo limiti economici, uno dovrebbe prendersi tutti e due, trascurando DER-OTO che, sinceramente, è meno esaltante di quanto non si possa pensare (quantomeno, è un di più a costo zero…); oppure, dovendo fare i conti con i soldi in tasca, meglio partire con OTO se si lavora in clima di produzione electro; specie se i risultati devono essere RIPETIBILI.

      se invece si lavora principalmente sull’improvvisazione estemporanea, con il brivido di veder distruggere tutto quello che stai facendo per un feedback incontrollato, allora T-Res è una vera sfida… 😉

      Reply

  • Andrea

    |

    Buondì, mi chiedevo se in modalità “Filtro”, azionando il cutoff, il midi cc possa uscire ed andare ad es. a mappare un parametro “midi” in ableton live.

    Grazie,
    gentilissimo

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      verifica sull’implementazione midi dell’apparecchio – dovrebbe essere nelle ultime pagine del manuale in pdf.
      se dicono come “transmitted” i parametri, sei a cavallo

      Reply

  • Roberto

    |

    Ciao Enrico, mi pare di capire che la profondità di Bit sia modificabile in modalità real-time, come appunto un Bitcrusher.
    E’ lo stesso per la frequenza di campionamento? o devo impostarla prima di utilizzare l’effetto? (come un sampler)

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      e chi se lo ricorda più? sono passai SEI ANNI da quando ho scritto l’articolo e, nel frattempo, l’apparecchio è addirittura uscito di produzione… 😀

      Reply

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