Neumann U87, modern e vintage a confronto
Grazie alla disponibilità di Matteo Di Francesco, ci troviamo in studio con il nostro U87 degli anni ’80 (che chiameremo Vintage) ed un nuovo modello che Matteo usa come overhead per la ripresa della batteria (che chiameremo Modern).
I due microfoni sono esteticamente simili ma non uguali, le differenze sono comunque dettagli geometrici che nulla tolgono alla sostanza. Sono entrambi riconoscibilissimi da 100 metri.
Le funzioni sono le stesse: diaframma largo, diagramma polare selezionabile tra cardioide, figura di otto e omni direzionale, pad, filtro passa alto. Il Vintage ha il connettore Amphenol a sette poli, il Modern un più pratico XLR. Un veloce esame all’interno mette in evidenza differenze più marcate.
Il circuito Vintage è semplice e include un alloggiamento per le batterie con interruttore di attivazione e indicatore di carica (tutto nascosto all’interno del cono di alluminio che funge da involucro).
Ben evidente il trasformatore di uscita.
Il Modern sfoggia un numero maggiore di componenti, non può essere alimentato a batteria e, oltre al trasformatore di uscita, ha una induttanza.
In entrambi i casi i componenti sono di prima qualità e l’assemblaggio impeccabile.
Nell’impostazione della prova decidiamo di non seguire criteri rigorosamente scientifici in quanto, nonostante si tratti di apparati elettromeccanici, ci troviamo di fronte a strumenti per fare musica. Quando c’è di mezzo l’arte, uno strumento deve emozionare e solleticare la creatività.
Sensibilità, guadagno, risposta in frequenza e diagramma polare sono utili ma, a volte, non colgono l’essenza e non raccontano l’emozione.
Conduciamo quindi la prova registrando una voce (maschile), una chitarra acustica e una chitarra elettrica (clean e distorta) con i microfoni in successione e attraverso un preamplificatore Focusrite ISA One Analog (il meno colorato tra quelli disponibili in studio).
Il Vintage lo conosciamo bene (ci accompagna da qualche anno). È lineare e pronto, senza esitazioni in basso e con una leggera enfasi in alto che non compromette il calore del timbro. Sulla voce maschile va molto bene, di solito in post produzione basta attenuare le medio basse per avere chiarezza, corpo e facilità a uscire dal mix. Installiamo il Modern. La differenza è veramente poca, stesso equilibrio e un pizzico in più di chiarezza dovuta, probabilmente, a capsula e componenti più giovani. Con la chitarra acustica la maggiore facilità a riprodurre i dettagli del Modern viene fuori (di contro il Vintage ha un suono più caldo).
Si tratta comunque di differenze minime che vengono esaltate (o attenuate) lavorando sul posizionamento del microfono rispetto alla sorgente. Le maggiori differenze le troviamo proprio su questo aspetto. La risposta in funzione di distanza e angolazione varia molto (e questo succede con tutti i microfoni) il comportamento dei due esemplari è comunque sensibilmente diverso. Spesso a posizione simile corrisponde un suono diverso e non è raro trovare lo stesso suono con posizionamenti diversi. In ogni caso il risultato finale è ottimo in entrambi i casi e non troviamo un vincitore conclamato. Passiamo alla chitarra elettrica installando i microfoni, in successione, a quasi un metro dal cono. Il Modern risulta ancora più chiaro, le differenze, però, si apprezzano solo stando molto attenti (e con buoni monitor). Nulla di sostanziale. Il livello di uscita è analogo e, siamo certi, in un blind test nessuno sarebbe in grado di discriminare tra i due. Il Vintage ha il fascino dell’età e la scomodità di componenti ormai fuori standard (il connettore su tutti). Il Modern è un gran microfono, standard in tutti gli studi del mondo e secondo a nessuno, il vibe è comunque garantito dalle forme e il logo di casa Neumann. Al termine del test dichiariamo un sostanziale pareggio. Entrambi i microfoni hanno ragione di esistere per ogni tipo di applicazione. Dovendo consigliare l’acquisto, propenderemmo per il Modern. Non fosse altro perché questo è sicuramente più facile da manutenere in caso di guasti che, nel Vintage, sono più probabili per ragioni anagrafiche. Un grazie a Matteo.
Tags: condenser, microfono, Neumann, U87
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Comments (11)
synthy
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grazie Emiliano per questo breve ma importante confronto. è pur sempre un giocattolo da oltre 2000 E, e dato il pedigree non ci si aspettano sorprese. Sono contento che tu, a differenza di molti nostalgici, sia capace di restare obiettivo e distaccato in un frangente dove, sia per ragioni tecnicamente valide sia molto spesso per molte altre “affettive”, c’è la consuetudine di finire questi discorsi dicendo “…ma se potessimo il modello vintage sarebbe da preferirsi…” o cose del genere. Che dirti: mi piacerebbe averne uno.
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Emiliano GIrolami
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Grazie a te per l’attenzione! A presto su questi schermi e chissà se, prima o poi, non riuscirai a mettere le mani su un mic di questo tipo. Forse sarebbe il caso di fare un confronto con altri microfoni di prezzo/classe diversa per capire le differenze. Ciao, e
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Enrico Cosimi
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sarò sincero: il modello vintage è sicuramente più “fascinoso”, ma un microfono è – comunque – un oggetto che è sottoposto a usura e invecchiamento…
un microfono nuovo, uguale al vintage, costruito con la stessa cura maniacale, lo scelgo A OCCHI CHIUSI
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ricky
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Anche se non seguo il settore dei microfoni (no ho 3 o 4 che uso pochissimo ma di cui sono soddisfatto per le mie poche esigenze). Trovo questo articolo molto interessante e concordo con chi ha scritto che è bello constatare che, in certi casi, vale altrettanto un prodotto recente quanto uno vintage senza cadere nei soliti discorsi sterili.
Grazie Ricky
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francesco "frenzy" passarelli
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ehm…
ma la differenza non è anche nel materiale col quale sono costruiti le capsule?
a quanto ne so la Neumann da diversi anni usa il mylar e non più il mitico M7 creato da Georg Neumann nella mitica fabbrica di Gefell in Turingia…
a parte l’invecchiamento dell’elettronica, ma una capsula con pochi anni di vita ha subito meno “oltraggi del tempo” di una capsula ultradecennale ☺
pertanto sarei curioso di ascoltare un U87 refurbished con capsula M7 nuova rispetto ad U87 in mylar
ps: sono disponibilissimo per sedute di confronto, anche presso il mio studio con Yamaha Disklavier DS4M4PRO…
cmq mi farebbe piacere partecipare ad una prox prova,
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Enrico Cosimi
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mi sembra che qui si chiarisca il tutto
http://www.neumann.com/forums/view.php?site=neumann&bn=neumann_archive&key=1077849858
(e giustifichi la mandata in pensione delle capsule M7…) 😉
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Emiliano Girolami
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Solo per dire che il Vintage ha una capsula che si chiama K87. Il Moderna non l’ho aperto fin lì. Ciao, e
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Emiliano Girolami
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Qualche informazione sulla K87: http://recordinghacks.com/microphones/Neumann/U-87
Ciao, e
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Enrico Cosimi
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il termine è assolutamente appropriato…
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Matteo Mingardo
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ciao
che batterie si usano per il vintage?
grazie
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Enrico Cosimi
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lo puoi alimentare con la phantom direttamente dal mixer; in ogni caso, i formati delle batterie sono sempre quelli da 50 anni a questa parte: torcioni, mezze torce, stilo, eccetera…
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