Moog Sub 37/Subsequent 37: approfondiamo lo Step Sequencer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Lo Step Sequencer condivide una serie di comandi hardware in comune con l’arpeggiatore di bordo. In più, per garantire accesso alle nuove funzioni di Step Edit, usa combinazioni di comandi il cui funzionamento, purtroppo, non ha riscontro sulle serigrafie di pannello. Per questo motivo, si è voluto condensare in queste righe tutti i comandi dei quali è necessario avere conoscenza.

Di Enrico Cosimi

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Questo testo sarà disponibile, nella versione completa di illustrazioni e schemi, nell’area Utenti registrati del sito Midware, cui va il nostro ringraziamento. 

Prima di continuare, è necessario ricordare che lo Step Sequencer dello strumento viene visto come triplice possibile sorgente di modulazione: oltre alla sequenza vera e propria (che impegna la frequenza degli oscillatori e l’articolazione degli inviluppi), è infatti possibile eleggere a sorgente di modulazione il flusso dati della key velocity e quello della modulation wheel scritti per ciascuno Step di sequenza.

 

Registrazione della sequenza

Per registrare una sequenza, è necessario portare il selettore PATTERN in posizione REC. La linea più bassa del display tiene il conto degli step memorizzati e visualizza lo stato Play, Stop, Rec del trascinamento.

 

Cancellazione veloce dell’intero contenuto di sequenza

Se il preset contiene già una sequenza non necessaria, la si può spianare velocemente tenendo premuto il tasto BANK e girando il controllo PATTERN sulla posizione REC.

 

Cosa viene registrato

Nello step, viene registrata:

  • La Nota corrispondente al tasto premuto.
  • La Key Velocity, utilizzabile come sorgente di modulazione separata dalle note.
  • Se il DUO MODE è abilitato, la bifonia.
  • L’eventuale pausa inserita con il tasto REST.
  • La legatura tra due eventi step con il tasto TIE.
  • Il Glide, se abilitato con ON. Se è inserito il comportamento LEGATO e gli step contigui sono legati dal comando TIE, si può differenziare la presenza o meno del glide/portamento solo per gli step desiderati. In questo modo, è facile simulare comportamenti in stile Bassline.
  • I limiti First Step e Last Step di sequenza.
  • I rimbalzi Ratchet.
  • Il valore della Modulation Wheel.

Durante la registrazione, se è stato abilitato il DUO MODE, suonando staccato si carica l’intonazione per Pitch 1 (cioè per l’intonazione che è sempre dedicata a OSCILLATOR 1), suonando legato si carica l’intonazione di Pitch 2 (cioè l’intonazione che è sempre dedicata a OSCILLATOR 2). Ovviamente, valgono tutte le osservazioni relative al comportamento KB CTRL LO o HI assegnato.

Se, durante la registrazione, si tiene premuto il tasto DUO MODE, la nota suonata è caricata direttamente su Pitch 2 senza modificare o cancellare l’eventuale intonazione caricata per Pitch 1.

 

Esecuzione della sequenza

Per ascoltare quanto registrato, basta accendere il tasto ON e premere una qualsiasi nota sulla tastiera. In base a come sono regolate le voci software GLOBAL/SEQ OPTIONS/REF NOTE, GLOBAL/SEQ OPTIONS/PHASE RESET e GLOBAL/SEQ OPTIONS/LATCH, la trasposizione in tempo reale e la gestione di fraseggio della sequenza scritta potranno risultare più o meno facilitate. Facendo riferimento a quanto riportato nel Manuale Utente (principescamente disponibile anche nella traduzione italiana) a pagine 47 e 48, si consiglia di regolare i due parametri in questo modo:

  • REF NOTE: First Note (la prima nota che suonate definisce l’intonazione della sequenza). Ovviamente, è più comodo se programmate una sequenza considerandola solo come “insieme di intervalli” partendo in programmazione direttamete da un Do.
  • PHASE RESET: On (la sequenza ricomincia da capo ogni volta che premete un nuovo tasto di trasposizione sulla tastiera). Attenzione all’effetto collaterale… se non suonate a tempo, l’allineamento della sequenza con il clock di sistema svanisce. Se non vi sentite sufficientemente sicuri, potete sempre optare per la regolazione PHASE RESET: OFF.
  • LATCH: On (la sequenza riparte da capo ogni volta che premete un tasto per iniziare il playback o per cambiare la trasposizione); è importante suonare staccato.

 

Subordinazione al DUO MODE

Se lo strumento è in DUO MODE, la sequenza si impadronisce dell’OSCILLATOR 1, lasciando l’altro a disposizione della tastiera a tre ottave. In base alla regolazione del selettore KB CTRL e all’esecuzione musicale, l’oscillatore “libero” potrà trovarsi sopra (HI) o sotto (LO) la sequenza programmata.

 

Procedure di STEP EDIT

Con il modo STEP EDIT, è possibile modificare anche pesantemente il contenuto programmato nella sequenza; purtroppo, molti comandi sono stati aggiunti in una revisione softare che non ha riscontro grafico sul pannello comandi, e quindi per attivare le operazioni è necessario procedere per combinazioni di tasti.

 

Entrare in STEP EDIT

Per entrare in STEP EDIT, è necessario tenere premuto BANK e premere LATCH; a questo punto, i sedici tasti retro illuminati 1-16 diventano indirizzatori di Step.

 

Cambiare pagina visualizzata

Dopo essere entrati in STEP MODE (la condizione è valida per tutti i comandi compresi in questa modalità, quindi non sarà più ripetuta in questo testo), in presenza di una sequenza più lunga di 16 Step, si può sintonizzare la vista delle pagine 1-4 di sequenza tenendo premuto il tasto BANK e usando i due tasti KB OCTAVE INC e DEC per spostarsi di pagina.

La pagina selezionata è indicata nella riga bassa del Display (EDIT XX/YY P1-4); allo stesso modo, durante l’esecuzione, il Display aggiorna in tempo reale il numero dello Step eseguito e il numero dalla pagina nella quale ci si trova. Come è facile immaginare, la frazione numerica 01/32 indica: in esecuzione lo Step 01 di una sequenza composta da 32 Step.

 

Cambio automatico di pagina visualizzata

L’automazione nella vista delle pagine 1-4 può essere abilitata o disabilitata con il comando GLOBAL/SEQ PG CHASE; di default, è in On.

 

Visualizzare più di 16 Step – pagine di visualizzazione della sequenza

Ricordiamo che una sequenza può essere lunga fino a 64 Step e, quindi, i 16 tasti di pannello non sono sufficienti per una visione complessiva; per ovviare a questo limite, si usa il consueto sistema della vista per pagine, usando alternativamente gli stessi sedici tasti come riferimento agli Step 1-16 (prima pagina). 17-32 (seconda pagina), 33-48 (terza pagina), 49-64 (quarta pagina). La pagina da vedere può essere selezionata in maniera statica (mentre la sequenza avanza alla pagina successiva, il musicista continua a guardare la sola pagina delle quattro che gli interessa) o dinamica (le quattro pagine si rendono disponibili in sequenza procedendo parallelamente al playback); segnaliamo che la visualizzazione dinamica da un lato rende l’idea di cosa succede all’interno dell’intera sequenza, ma dall’altro rende più difficile concentrarsi sull’intervento in un punto preciso della sequenza stessa.

Ovviamente, il problema si pone solo quando il musicista registra più di 16 Step; fintanto che rimane nella dimensione canonica di sequenza, gli basterà lavorare all’interno dell’unica pagina operativa 1-16, senza intoppi.

 

Selezionare lo Step da editare

Tenendo premuto il tasto BANK, si possono usare i 16 tasti Step per scegliere quale passo della sequenza dovrà essere modificato con i comandi successivi.
Dopo essere entrati in STEP EDIT (con la consueta combinazione BANK + LATCH) il tasto BANK pulsa lentamente; appena si preme uno dei tasti Step, BANK si spegne e la lenta pulsazione luminosa si trasferisce sullo Step selezionato per le successive operazioni di Edit.

Questo è l’elenco delle operazioni che è possibile compiere sugli Step selezionati per le modifiche:

  • Convertirli in pause con il tasto REST.
  • Collegarli in legatura con il tasto TIE.
  • Definire il primo (FIRST)e l’ultimo (LAST) Step di sequenza.
  • Traslare, per rotazione il contenuto della sequenza tra locazioni contigue di Step.
  • Saltare in skip l’esecuzione di uno o più Step.
  • Creare rimbalzi (RATCHET) a densità arbitraria.
  • Gestire il valore di Mod Wheel.
  • Cancellare velocemente il contenuto delle celle di Step.

I due tasti REST e TIE si accendono, durante le procedure di STEP EDIT, per confermare lo stato in Pausa (REST) o in Legatura (TIE) per lo Step correntemente selezionato; se tutti e due i tasti sono spenti, lo Step – ovviamente – suona in modo “normale.

 

Convertire in pausa REST uno Step già programmato

Un numero arbitrario di Step può essere spento, cioè messo in pausa, spegnendo il tasto 1-16 corrispondente. Probabilmente, è il comportamento STEP EDIT più semplice da ottenere.

 

Collegare in legatura Step tra loro

Dopo essere entrati nella modalità STEP EDIT, per creare la legatura basta tenere premuto un tasto Step mentre si preme un secondo tasto Step. Se i due tasti premuti sono contigui (ad esempio, Step 5 e 6), la legatura influenza solo la transizione d’inviluppo tra loro; se invece i tasti Step premuti sono più distanti (ad esempio, Step 5 e 10), tutti gli Step inglobati nell’operazione saranno legati.

La procedura può essere realizzata tanto in Stop quanto in Play; in alcuni casi, può saltare il real time transpose della sequenza. Estote parati.

 

Impostare il primo e l’ultimo Step di sequenza

A prescindere da quanto lunga è la sequenza programmata, è possibile isolare un ristretto numero di Step definendo a posteriori quale debba essere il primo (non necessariamente Step 1) e quale l’ultimo. La procedura è semplice e si ottiene – dopo essere entrati in STEP EDIT – tenendo premuto il tasto 1-16 dello Step desiderato e confermando con KB OCTAVE DEC la qualifica di FIRST STEP o con KB OCTAVE INC la qualifica di Last Step.

A patto di avere mani sufficientemente lunghe, la procedura di ridimensionamento è realizzabile anche durante il playback della sequenza (ovviamente, dopo essere entrati in STEP EDIT).

 

Traslare per rotazione la sequenza

In maniera simile a quanto accadeva con il vecchio Matrix Sequencer di Reason, è possibile traslare per rotazione il contenuto di una sequenza precedentemente programmata facendone scalare verso destra o verso sinistra gli Step occupati. In questo modo, il contenuto dello Step 1 passa al 2, quello del 2 passa al 3, quello del 3 passa al 4, eccetera. Le conseguenze musicali sono evidenti: un pattern banale può essere allineato diversamente sul downbeat e assumere un nuovo sapore musicale.

Per spostare, verso destra o verso sinistra, il contenuto della sequenza occorre – dopo essere entrati nel Modo STEP EDIT – tenere premuto BANK e usare i due tasti ARPEGGIATOR RANGE INC (per spostare la programmazione di uno Step verso destra) o ARPEGGIATOR RANGE DEC (per spostarla verso sinistra). Ogni volta che si preme uno dei due tasti ARP RANGE INC/DEC, la sequenza trasla di uno Step.

Come è facile immaginare, ruotando la sequenza, si possono avere dei comportamenti poco prevedibili nei confronti delle logiche di trasposizione in tempo reale.

 

Saltare gli Step con Skip

A differenza del normale comportamento Gate Off/Step Off (ottenibile spegnendo il tasto corrispondente allo Step indesiderato), il comportamento Skip sottrae lo Step alla durata complessiva della sequenza, cambiando quindi il valore ritmico della medesima. Uno Step in “off” mantiene comunque la sua durata ritmica e permette la costruzione/alternanza di note e pause; uno Step skippato viene completamente ignorato dalla sequenza che “si accorcia”.

Per mettere in Skip uno Step, occorre tenere premuto il tasto 1-16 corrispondente e premere il tasto ARP ON (REST). Il prefisso specificato in questo modo differenzia lo spegnimento con mantenimento della durata dallo spegnimento con eliminazione.

 

Rimbalzi e suddivisioni ritmiche con Ratchet

Un Ratchet è un rimbalzo che suddivide la durata dello Step in due, tre o più (fino a otto) articolazioni di Gate tra loro equidistanti; la durata dello Step rimane invariata, ma al suo interno c’è una densità maggiore di Gate On/Off, con conseguente arricchimento ritmico di evidente matrice berlinese o comunque afferente alla Scuola cosmica tedesca.

Come è facile immaginare, densità eccessive di Ratchet rendono caotico l’effetto e richiedono un inviluppo talmente stretto (per poter essere apprezzate) da risultare quasi inutilizzabile durante la normale esecuzione; per questo motivo, la pratica della programmazione suggerisce di non superare mai i tre rimbalzi. Nel Sub 37 e nel più recente Subsequent 37 CV, non è possibile differenziare il numero dei Ratchet da uno Step all’altro, ma vedremo come – in modo non privo di complessità, si possa modulare in tempo reale la loro quantità, simulando una varazione dinamica nei rimbalzi stessi.

La quantità di rimbalzi Ratchet utilizzata per la sequenza è regolabile con il comando PRESET/SEQUENCER/RATCHET CNT e può variare tra 2 e 8 (come accennato in precedenza, meglio non superare i 3 rimbalzi, a meno di non lavorare con un BPM particolarmente lento).

Il parametro RATCHET CNT è una destinazione di modulazione; si può assegnare la PGM MOD SOURCE a una Constant e assegnare la PGM MOD DEST al RATCHET CNT; in questo modo, con la Mod Wheel o con altro “sagomatore” di modulazione, si addensano i rimbalzi sugli Step abilitati al trattamento.

Per abilitare i rimbalzi Ratchet agli Step, basta tenere premuto uno dei tasti 1-16 e premere il tasto ARP LATCH (TIE).

 

Registrare la Mod Wheel nella sequenza

Ciascuno Step memorizza il Gate On/Off (Rest), la Pitch 1 (che controlla tutti e due gli oscillatori, se il DUAL MODE è disabilitato), la Pitch 2, la Key Velocity,il Legato (Tie), il rimbalzo (Ratchet), gli Step First e Last e la posizione fisica della Modulation Wheel.

A differenza di come si è abituati a considerare “fisicamente”, il sequencer vede la Mod Wheel come un generatore di tensione con escursione bipolare, cioè la interpreta con il valore zero in posizione centrale. In questo modo, è possibile scrivere nella sequenza modulazioni che “aprono” o che “chiudono” il parametro destinazione selezionato.

La registrazione del valore di Mod Wheel avviene in maniera automatica muovendo la rotella durante l’inserimento della nota sullo Step; è importante ricordarsi di muovere la wheel dal primo Step, per creare il primo evento; se non si assegna un nuovo valore/posizione, lo Step eredita quello catturato nella lettura precedente.

Ricordiamo che, nell’elenco delle possibili sorgenti di modulazione, lo Step Sequencer è disponibile con tre voci indipendenti:

  • SEQ NOTE, i valori di Nota e Gate per intonare gli oscillatori e articolare gli inviluppi.
  • SEQ MOD; la posizione fisica della Modulation Wheel catturata su ciascuno Step.
  • SEQ VEL; il valore di Key Velocity registrato nota per nota.

Ricordiamo che si accede alla personalizzazione degli accoppiamenti sorgente-destinazione attraverso il tasto CONTROLLERS presente in tutte e due le unità MOD 1 e MOD 2. Con questo, si entra nel sotto menu CONTROLLER/MOD 1-2 EDIT e, in questo, si personalizzano le voci PGM SRC (sorgente) e PGM DST (destinazione). Queste due corrispondono alle posizioni meccaniche F.EG/PGM e EG.TIME/PGM rispettivamente disponibili nel selettore MOD 1-2 SOURCE e DEST nel pannello comandi.

 Ancora: per comportamenti di modulazione elementare, la Key Velocity è facilmente assegnabile al controllo di ampiezza degli inviluppi utilizzando il comportamento KNOB SHIFT e lavorando con il potenziometro SUSTAIN/VEL AMT di ciascun inviluppo; in questo modo, si evita di perdere tempo nella configurazione sorgente-destinazione.

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Comments (10)

  • Mr Bob

    |

    Salve Maestro,
    ho acquistato da pochissimo il Subsequent 37 CV!!!
    qualche domanda.. a quando un video tutorial?
    ho registrato il prodotto sul sito midiware..
    “Questo testo sarà disponibile, nella versione completa di illustrazioni e schemi, nell’area Utenti registrati del sito Midware..”
    ma non ho trovato nulla sul Subsequent 37 ..(non c’è neanche tra i prodotti il subsequent 37 o 37 CV!!!)
    Dove trovo il manuale in italiano di cui lei parla in questo articolo..?
    Grazie per l’attenzione

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Caro Bob,
      in questa settimana, ci sarà il synth day a bari, con il subsequent 37 cv in grande spolvero; penso che qualcuno si organizzerà per fare una diretta, seppure parziale… più avanti, partirà la produzione di un video tutorial.

      La traduzione italiana del manuale dovrebbe essere già disponibile per gli utenti registrati – perlomeno, questo è quanto mi risulta… io l’ho consegnata a Luglio.

      a presto per aggiornamenti
      enr cos

      Reply

      • Enrico Cosimi

        |

        mi dicono dalla regia che a giorni sarà disponibile la traduzione italiana del subseq 37cv manual
        abbi fede!!! :-)

        Reply

        • Mr Bob

          |

          Salve Maestro,
          Grazie per la risposta!!! Che..
          Ahimè .. ho visto solo ora..
          Ho appena provveduto a correggere la registrazione, sul sito Midiware, del Subsequent 37 CV..credo che a breve avrò accesso al download del manuale!!!
          Ne approfitto per chiederle un info che esula dal prodotto sopra citato: ho uno studio di registrazione che in via di completamento (Fiery Water Factory), sarei entusiasta se fosse possibile organizzare in futuro una Masterclass o una clinic nel mio studio.
          In tal caso può contattarmi a questa mail:
          fierywaterfactory@gmail.com
          La ringrazio ancora per il suo tempo!!!
          A presto..
          Ps: Felice anno nuovo!!!

          Reply

  • Massimo

    |

    Buongiorno Maestro, spero di non farle perdere tempo o tediarla con la mia domanda, in poche parole, ho bisogno di un monofonico da aggiungere ai miei due polifonici (Dsi Rev 2 e Elektron DIgitone), avendo problemi a reperire in negozio i strumenti per effettuare prove sul “campo” le chiedo gentilmente se può spendere 2 o 3 parole per i synth che avevo in mente Mbf Dominion 1, Dsi Pro 2 nel calderone c’è anche il Moog Subsequent 37, ma grazie ai suoi video, e recensioni ho già una valanga di informazioni. Le auguro una buona giornata in attesa di una vostra risposta.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      io andrei diretto col subsequent 37; lascerei perdere il dominion e valuterei il pro 2 solo se è importante che ci siano effetti interni e matrice di modulazione…

      Reply

      • Massimo

        |

        La ringrazio, come sempre gentilissimo e disponibile, come da lei consigliato, andrò di Subsequent 37, anche se personalmente amo i suoni delle macchine DSI, ho paura che con il Pro2, nonostante un’ampia matrice di modulazione, 4 oscillatori e fx integrati, poi timbricamente possa risultare simile alla Rev2.
        Se posso approfittare della sua disponibilità, volevo chiarire un ultimo dubbio, crede che affiancando un’ altro polifonico, esempio un Korg Prologue 16, e quindi di conseguenza escludere un monofonico, lavorando al bisogno con una macchina in unisono, si può ovviare alle carenze create da questa scelta?

        Reply

        • Enrico Cosimi

          |

          beh, con un polifonico – oltre a poter prendere gli accordi – ci sarebbero notevoli vantaggi nelle tecniche di esecuzione; ovviamente, la struttura di voce del sintetizzatore polifonico è quasi sempre più semplice di quella di un sint monofonico (ci sono delle eccezioni, comunque)

          Reply

  • Moreno cresci

    |

    Buongiorno…io ho da poco ricevuto il Subsequent 37 sostituito dopo il primo che aveva un errato montaggio di alcuni led sulle segnalazioni dei tasti,ma su questo ho notato un particolare che credo non sia regolare e la domanda è questa : come mai quando suono un passaggio sui tasti sento solo la prima nota in tempo reale e cè sempre un ritardo prima di sentire la successiva nota ?premetto che il problema si pone sempre sia con i preset che senza preset ed in qualunque condizione ….in sostanza non si puo suonare ed eseguire nessuna frase musicale…..Non so se mi sono spiegato….é un problema della macchina o sbaglio io?…grazie.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la macchina è collegata midi o usb in qualche modo ad altre apparecchiature? se la risposta è “no”, conviene chiamare l’assistenza ufficiale moog in italia e aprire un ticket per l’intervento di verifica

      Reply

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