MFB Dominion X

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il nuovo monofonico targato Manfred Fricke Berlin è destinato a far discutere parecchio: un interessante balance tra prezzo richiesto, filtro aggressivo e timbricamente assai ben differenziato (cortesia di Herr Schippmann, che è stato appositamente reclutato per il progetto), inviluppi significativamente sbilanciati sul lato veloce del comportamento, connettività analogica CV/Gate e digitale MIDI fanno di questo compatto tabletop un oggetto da prendere seriamente in considerazione per tutti gli amanti del “suono tedesco”.

Di Enrico Cosimi

L’apparecchio è assai compatto – più piccolo e leggero di un notebook 13”-  con grossi fianconi in legno che ricordano piacevolmente i dark tools Doepfer, alimentazione esterna fornita in dotazione e pannello comandi letteralmente gremito di controlli rigorosamente ordinati. Proprio l’ordine rigoroso dei pomelli, unito al classico lettering AutoCAD, che da sempre crea il look MFB, tende a creare un pochino di confusione nell’utente: è necessario un periodo di attenta investigazione sul pannello frontale, per capire a fondo le funzionalità di tutti i controlli e – prima ancora – per meglio localizzarli, visti i posizionamenti non sempre intuitivi.

Lo strumento

Di fondo, Dominion-X è un monofonico analogico tre oscillatori più noise più external input (ma, se non fosse stato per le viti torx, ci sarebbe piaciuto verificare fino in fondo la circuitazione degli oscillatori…), con filtro multimodo disegnato da Schippmann, doppio inviluppo, triplo LFO, complessa matrice di modulazione per la gestione della key velocity e piacevole percorso audio di feedback per la creazione di timbriche particolarmente aggressive. Il tutto, come accennato in apertura, è controllabile via MIDI o via i classici segnali CV e Gate, con una buona dotazione di punti in/out cui agganciare apparecchi esterni; non manca (oltre all’external input per i filtraggi), la connessione TRS send/return con cui integrare effetti esterni a cavallo tra mixer e filtro. Salvo qualche soluzione particolare, nulla di quello che c’è su pannello può turbare il musicista dotato di una minima esperienza analogica. La possibilità di memorizzare fino a quattro banchi da 32 timbriche each one ripaga ampiamente l’apprendistato necessario per decifrare le poche soluzioni che possono portare al dubbio il musicista.

Struttura di voce

I tre oscillatori sono praticamente identici tra loro e generano forme d’onda triangolare, rampa, quadra o combinazione di RingMod (onde quadre prelevate da Osc 1 e Osc 2); le forme d’onda di base sono modulabili con continuità attraverso un controllo Mod generico che, in base alla forma d’onda selezionata, applica un determinato tipo di waveshaping; in questo modo, la sinusoide può avvicinarsi alla triangolare, la dente di sega alla triangolare e ritorno, la quadra alle diverse percentuali d’impulsiva, eccetera); il parametro è eleggibile a destinazione di modulazione. La frequenza degli oscillatori è regolabile per ottave e – con continuità – per intervallo che supera +/-1 ottava. Ciascuno dei tre oscillatori è controllabile nei valori di Level (il volume di uscita), Pitch 1 & 2 (l’intonazione sotto controllo dei due oscillatori a bassa frequenza principali), ADSR 1, PWM. La struttura compatta del pannello sacrifica, su un unico controllo, la regolazione statica di simmetria PW facendola coabitare con l’intensità di variazione PWM.

I volumi dei tre oscillatori, del Noise Generator (solo rumore bianco) e dell’eventuale segnale esterno in sua sostituzione, sono controllabili attraverso il Mixer di pannello; da questo, i segnali sono convogliati al filtro multimodo – uno dei veri punti di forza dello strumento.

Il filtro è stato appositamente sviluppato da Schippmann per MFB e offre significativi comportamenti: LP 24 dB/Oct in stile Moog, 12 dB/Oct in stile vagamente Oberheim, 18 dB/Oct in stile Roland; questi ultimi due hanno pericolosissime – in senso positivo – interazioni tra cutoff e resonance. Detto in maniera ancora più esplicita, possono fare i buchi nella parete di fronte, se il musicista esagera con il livello del segnale in ingresso. La frequenza di taglio è controllabile attraverso il keyboard tracking (un led permette di sfruttare la bicolorazione per visualizzare i comportamenti 0 track- spento, half track – dimmed, full track – acceso); l’inviluppo dedicato ADSR può essere dosato in ampiezza e invertito in polarità. A proposito d’inviluppo: tanto quello sul filtro quanto il suo compagno sull’amplificatore brillano per efficacia, velocità e eccellente scalatura dei tempi di ADR; diciamo che l’impostazione è quella percussivo/dinamica… le soddisfazioni non mancano.

Il filtro può inoltre sfruttare un particolare percorso di modulazione, con amount Mod VCF dedicato, che permette di scegliere tra quattro sorgenti disponibili: LFO 1 e 2 per le modulazioni cicliche sub audio, VCO 2 e 3 per le modulazioni in banda audio. Il percorso di Feedback permette di ottenere con facilità distorsioni molto particolari.

Le modulazioni cicliche sono fornite dai due LFO ufficiali e dal terzo LFO subordinato; i moduli LFO 1 e 2 sono identici e prevedono la scelta della forma d’onda triangolare, rampa, sinusoide, dente di sega, quadra e sample & hold; i circuiti sono subordinabili al key reset per il ciclo di forma d’onda e alla key position per la frequency modulation; in aggiunta, vedremo in seguito, si può impostare il modo one shot.

A proposito di modulazioni: Dominion-X prevede la gestione simultanea di FM e Sync per gli oscillatori, tanto con segnali interni (VCO 1 come Master Sync e VCO 3 come Linear FM Modulator), quanto con segnali esterni collegati alle apposite prese. La Hard Sync può essere impostata nei confronti del VCO 2, del 3 o di 2 e 3 simultaneamente schiavizzati al VCO 1.

Il percorso di FM prevede l’ampiezza di modulazione e la selezione della destinazione per gli oscillatori 1,  2 o 1 e 2.

C’è un terzo MOD Osc che produce onde triangolari a bassa frequenza, con cui controllare in vibrato (con ampiezza regolabile) una possibile destinazione compresa tra: VCO pitch, VCO 2, VCO 2+3, VCF e VCA. Non male.

Bells and whistles – part I

Come semplice struttura di sintesi, Dominion-X presenta diversi punti d’interesse, ma quando alla ricetta di base si aggiunge il blocco di funzionalità concentrate attorno al display numerico, le cose diventano ancora più interessanti: in maniera non priva di complessità (è il prezzo che si paga, per avere un’interfaccia utente spartanamente economica o economicamente spartana, che dir si voglia…), si può configurare una nutrita serie di funzioni che hanno interessanti ricadute sull’intero strumento. con la key velocity, è possibile modificare bipolarmente:

  • il livello del VCA,
  • la frequenza di taglio del VCF,
  • la Resonance del VCF,
  • l’envelope amount (il Contour) del ADSR 1 nei confronti del filtro,
  • la velocità degli LFO (identificabili attraverso la posizione del dot nel display numerico a tre cifre…);
  • la simmetria/shape delle forme d’onda generate dai tre oscillatori (ancora una volta, torna in auge il dot del display per identificare quale oscillatore è influenzato dalla modulazione;
  • la contrazione/dilatazione di attack, decay e release per i due ADSR (sempre con selezione a colpi di… dot).

In aggiunta, si può definire il canale MIDI di ricezione, il comportamento del glide (time constant, interval constant, always glide, legato glide), il comportamento degli LFO sotto reset (one shot, loop, reset/no reset) e – finalmente – si accede alle memorizzazioni di parametro.

 

Bells and whistles – part II

Dominion-X permette di trascrivere, in quattro banchi da 32 locazioni cadauno, l’intera programmazione realizzata sul pannello comandi: tutto, ma proprio tutto, quello che il musicista imposta per realizzare il proprio suono e documentabile e utilizzabile in un secondo tempo; ovviamente, con un solo cursore di Value, occorre fare qualche salto mortale per muoversi tra banchi e locazioni numeriche: lungo la corsa del potenziometro, si passa prima nella condizione Pot, corrispondente ai valori fisici dei controlli di pannello (il modo manual di altri fabbricanti…), poi si passano in rassegna tutte le 32 locazioni del banco A, poi si seleziona il banco B, C o D e – dopo la selezione/Enter, si può accedere alle rispettive sezioni da 32 memorie ciascuna.

Controllo analogico

Oltra al MIDI, Dominion-X può essere gestito attraverso i controlli analogici di CV e Gate; si può pilotare l’intonazione 1V/Oct di tutti e tre gli oscillatori simultaneamente, o intervenire indipendentemente sulle tre intonazioni; i due inviluppi possono essere innescati da una tensione di Gate esterna pari a 5V (attenzione: 5 volt sono tanti da raggiungere su un Gate… ad esempio, il Dark Time non ce la fa e richiede una preamplificazione o un offsett di tensione aggiuntiva…).

La frequenza di taglio del filtro e l’ampiezza dell’amplificatore possono essere controllati in tensione; allo stesso modo, si possono sostituire i segnali di master sync (VCO 1)  e modulator FM (VCO 3), entrando negli ingressi Sync e FM VCO con due segnali ricevuti da apparecchi esterni.

La gestione dell’insert effect post mixer/pre filter è demandata al jack TRS sul pannello posteriore; l’ingresso per l’eventuale segnale audio esterno, che prendeil posto del Noise, è invece allineato con le altre connessioni analogiche.

Cliccando sulle quattro fotografie sottostanti, sarete proiettati nel canale YouTube che contiene “fantastici” video dedicati alle capacità operativi di Dominion-X.

Questo video (qui sopra) è dedicato alle peculiarità di shape delle singole forme d’onda ed ai comportamenti del filtro.

In questo video, c’è una breve panoramica dei preset contenuti all’interno dell’apparecchio; i preset sono 128, il video non può ovviamente contenerli tutti, quindi ne ascolterete solo tre o quattro. Ecco.

Come si comporta Dominion-X quando si smanetta sui comandi di pannello? Cliccate qui sopra, fatevi trasportare dentro YouTube e il mistero sarà sciolto…

E se volessimo utilizzare Dominion-X con un bel sequencer analogico? …magari sfruttando CV e Gate? Eccovi accontentati.

 

In uso

Dominion-X suona tanto, sicuramente più di quanto costa; il classico timbro MFB c’è tutto, frutto degli oscillatori ultraprecisi (se necessario), ma carnosi quando richiesto e – in questo caso – frutto del potente filtro multimodo messo a punto da Carsten Schippmann per l’apparecchio. Tutto questo, unito alla velocità degli inviluppi, sposta il tiro sul versante percussivo/dinamico/ritmico/electro-producer dell’intera faccenda; ma ciò non toglie che, spremendo le funzionalità di Modulation/Shape dei singoli oscillatori, aggirando le convenzioni e ricorrendo all’accoppiata FM e Feedback, si possano ottenere sonorità molto complesse, quasi inaspettate in un tabletop di queste dimensioni.

Le connessioni analogiche rendono ancora più versatile l’apparecchio. Consigliato.

In chiusura, il consueto ringraziamento a Alex Cecconi di New Groove, per aver cortesemente fornito l’apparecchio.

 

 

Tags: , , ,

Trackback from your site.

Comments (20)

  • Riccardo Galatolo

    |

    Buongiorno Prof.
    per “velocità degli inviluppi” intendi attack del tipo: “azz-è-partito-un-cono-del-monitor-e-si-è-schiantato-sulla-parete”?
    roba tipo Minitaur per intenderci?
    sub frequenze telluriche a parte ovvio… 😉

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    mi riferisco tanto allo “snap” degli inviluppi (cioè, la capacità di creare transienti molto veloci), quanto alla scalatura dei tempi, che specie sul decay, sono ben calcolati lungo la corsa del potenziometro…

    Reply

  • Riccardo Galatolo

    |

    insomma:
    bassi percussivi-kick-snare a gogò! 😀
    sembra un bel mostriciattolo…
    vabbè…un’altro aggeggio su cui riflettere al momento che le finanze si riprendono!

    😉

    Reply

  • simone gionchi

    |

    ciao mi sapresti dire se posso collegare per esempio un suono di una drum machine dentro il domininio x permodificarlo?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      dunque, ci sono diverse possibilità:

      a) la drum machine può essere collegata all’ingresso audio del Dominion X e si può lavorare sul filtro del sint per alterare il timbro (aprendo/chiudendo e sottoponendolo a modulazioni varie generate dal sintetizzatore stesso)
      b) se la drum machine è in qualche modo “allineata” con un generatore di gate, cioè se “articola le note”, si può usare simultaneamente l’audio della drum machine per dar da mangiare al filtro del Dominion X – come sopra – e, contemporaneamente, si può utilizzare il gate (potrebbe anche essere la serie dei codici MIDI nota on, eh?) per far partire gli inviluppi del Dominion e quindi usare il sint per “tagliare/risagomare” il segnale della drum machine accorciandolo con gli inviluppi

      ovvio che, trattandosi di segnali percussivi – che sono già corti di loro – non è che ci sia tanto margine per ritagliare e accorciare, ma si può comunque sperimentare e far uscire cose interessanti; tieni presente che, lavorando con tensioni analogiche, Dominion X ha bisogno di molto livello al gate in, altrimenti non parte

      di quale drum machine stiamo parlando?

      Reply

  • simone gionchi

    |

    ho il dominion x e la vermona drm1 senza la trigger outboard ma con ogni uscita diversa per ogni suono.è il primo synth che ho onestamente quindi non ne so molto pero’ ho collegato per esemprio il clap nell’insert del dominion e non riesco a sentirlo…sento sempre il synth.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Dunque dunque: le connessioni da fare sarebbero queste…

      a) Vermona Audio Out – Dominion X Audio In
      b) Vermona Trigger Out – Dominion X Gate In

      E già su questo, ci sarebbe da discutere perchè – come scrivevo nel testo – Dominion X richiede 5 Volt di Gate per innescare i propri inviluppi, altrimenti non partono e tu non senti niente; ora, 5 Volt sono TANTE da realizzare e molto spesso le apparecchiature analogiche moderne tirano fuori 1,7 o 2,5 Volt, ma non arrivano quasi mai a 5 Volt.
      Quindi, dovresti trovare un sistema per “preamplificare”, o meglio per rinforzare la tensione del Gate/Trig Out in uscita alla Vermona.

      Fermiamoci qui, perchè tanto mi hai detto che la tua Vermona NON ha le uscite di Gate/Trigger.

      Nel tuo caso, quindi, devi fare una cosa ancora più complicata:

      a) collegare l’uscita separata dello strumento Vermona che vuoi filtrare e infilarlo nell’audio input del Dominion X

      b) prima di collegarlo, avere cura di SDOPPIARLO con un multiplo, una patchbay, un qualcosa…, e mandarne una copia all’iingresso di Gate del Dominion

      c) anche in questo caso, il segnale audio sarà TROPPO BASSO per triggerare gli inviluppi del Domionion X, quindi dovrai procurarti un sistema per preamplificarlo…

      … potresti usare un canale del mixer audio, mettere a manetta il preamp e prelevare il segnale così preamplificato da una direct out che poi collegherai all’ingresso GATE del Dominion. Forse, se sei fortunato, riesci a raggiungere i 5 V richiesti dal sintetizzatore

      Nel mio caso, ho risolto passando la tensione di Gate prodotta dal sint analogico che volevo controllasse il Dominion attraverso un modulo Q118 Audio Interface del modulare DotCom

      http://www.synthesizers.com/q118.html

      con questo, ho moltiplicato 100x il segnale originale e sono riuscito a raggiungere la tensione di Gate richiesta, ma non è che ti puoi comprare un modulare per questo scopo…

      per quanto… 😉

      fammi sapere, in bocca al lupo!

      Reply

  • simone gionchi

    |

    grazie mille per la risposta!… penso sia troppo complicato in effetti pero’ quindi se mi compro il q118 potrei prendere l’uscita audio del vermona inserirla nel’input del q118 e dal suo gate nel gate del dominion??

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    sicuramente, in quel modo funziona (io l’ho usato così e sono ancora vivo), però – mi chiedo – vale la pena di comprare un modulo q118, un cabinet e un alimentatore per arrivare al risultato?

    non è meglio aggiornare la vermona con la scheda trig/gate out e verificare che tiri fuori il 5 volt richiesto?

    Reply

  • marco

    |

    Enrico, ma in rete si era piu’ volte rumoreggiato circa la collaborazione con Schippmann per il filtro e sembrava che in realtà questa collaborazione si fosse interrota in uno stadio preliminare del progetto e che quindi il Dominion-X monti un filtro made-in-MFB.

    ti risulta?

    quando dici che ti sarebbe piaciuto vedere la circuitazione interna dei VCO, come mai? :-)

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Ciao Marco,
      quando ho fatto la recensione del Dominion, in rete circolava – sul sito MFB – la dichiarazione che attribuiva a Schippmann la progettazione del filtro, che è un BEL filtro; poi, mi è arrivata una segnalazione che smentiva la cosa, dandola come abortita per non raggiunti accordi commerciali… come sia sia, Dominion ha un gran bel filtro…

      dicevo che mi sarebbe piaciuto vedere la circuitazione perchè lo strumento è chiuso con delle brugole che non mi andava di “forzare” con chiavi inadatte… quindi, mi sono dovuto tenere la curiosità. :-)

      a presto!

      Reply

  • Manfredo

    |

    Innanzi tutto un complimento per l’ennesima ppprofessinalissima recensione.
    Io sono un possessore del synth in questione.
    Bellissimo, ma ho notato alcune pecche.
    Al momento di salvare un preset, seguendo le istruzioni del manuale, che dice:
    ————————-
    SAVING PRESETS
    ————————-
    Press Store to save an edited sound. The right display dot will light up. In case you want to store the sound to another memory location, select the desired bank and location as described earlier. Press Store twice (center and left display dots will light up) to complete the procedure

    in realtà, quando premo store, la prima volta, i led non cambiano, ma rimangono sempre accesi tutti e tre, idem quando premo store 2 volte per memorizzare.

    Poi ho notato che non ha quel famoso sequencer interno coe è riportato sulle informazione del sito web.

    Domanda: E’ così solo il mio?

    Grazie anticipatamente della risposta.

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    Molto spesso, parlo per esperienza personale, quando si scrive un manuale utente NON si ha ancora a che fare con la versione definitiva hardware/software…

    questi significa che, alla fine, possono esserci sottili – e meno sottili – differenze tra quanto recita il manuale e quello realmente ottenibile dallo strumento.

    la presenza di uno step sequencer interno mi giunge nuova: sicuro che la pagina web si riferisse PROPRIO a quel modello e non a una delle varie versioni possibili?

    a presto

    Reply

    • Manfredo

      |

      Le riporto quello che è scritto sulla pagina web del loro sito …
      DOMINION X offers 128 programmable patches for your personal sound creations. To support sound programming without an attached keyboard, different demo sequences are available.

      Reply

      • Enrico Cosimi

        |

        ma la “demo sequence” è una serie di cortissimi fraseggi non modificabili, uno per suono, per ascoltare le patches senza tastiera; non è un sequencer vero e proprio; è come la “preview” di certe macchine Roland…

        Reply

  • Manfreedo

    |

    Si lo so che è un preview, e dovrebbe servire solamente per ascoltare le patch create senza tastiera, ma il bello è che io non le ho trovate.

    Spero solamente in un novo firmware che risolvi il tutto, anche se ho visto che il Sig. Manfred, oltre tutto ha lo stesso mio nome, pensa a produrre nuove macchine lasciando indietro le altre …. :(

    Comunque grazie delle risposte

    Reply

  • Antonio

    |

    Ciao…. Sono un ignorantone ma vorrei imparare…
    Allora io uso ableton x fare musica e il push come controller xo vorrei sapere se con una vermona drm1 posso modificare i suoni (tipo kick hit hat) o come posso fare per rendere il mio live set piu vivo e divertente…
    Grazie e scusate la mia ignoranza!!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      puoi mettere la vermona sotto controllo MIDI di Ableton e, mentre suoni, puoi lavorare sui controlli di pannello della DRM…

      Reply

Leave a comment

Inserisci il numero mancante: *

ga('send', 'pageview');