MATH4ANALOG – Introduzione

Written by Domenico Nocera on . Posted in Tutorial

Sgombriamo subito il campo da equivoci: questa serie di dispense non ha l’obiettivo di mettere in relazione la musica con la matematica, né di addentrarsi in collegamenti fra armonia e calcolo, melodia e numeri e via dicendo. La classe delle speculazioni semantiche sui rapporti fra matematica e musica è già abbastanza densa, e per togliervi curiosità e dubbi sull’argomento vi rimando immediatamente ai classici del settore come i fondamentali tomi di Musimathics di Loy, o Concerto Pitagorico di Peres, o anche – in ultimo, molto più modestamente – un mio piccolo saggio del 2010 sulla Sezione Aurea e le sue applicazioni sia nella musica che nell’arte e nell’analisi finanziaria.

Di Domenico Nocera*

Dunque cosa vogliamo esplorare con le puntate di Math4Analog? Molto cinicamente in questa sede ci interessa affrontare i nodi teorici dell’aritmetica, dell’algebra e della fisica che realmente servono per meglio comprendere il funzionamento di un sintetizzatore, nel caso specifico di un sintetizzatore analogico.

Comprendere i principi del calcolo e della fonomeccanica che stanno alla base della sintesi analogica è a mio avviso – si lo so, sono un matematico e il mio giudizio è di parte! – assolutamente necessario non solo per dominare meglio il mondo dei cavetti e dei knobs, ma per aggiungere al nostro armamento creativo la coscienza di ciò che stiamo facendo mentre spippoliamo, in modo da aprire volontariamente nuove porte a nuovi suoni e nuove combinazioni, e non scoprirle per caso armeggiando su bottoni e manopole.

Non si spaventino coloro i quali bigiavano regolarmente a scuola in occasione dei compiti di matematica, né si sentano esclusi quelli che non hanno mai studiato fisica né alle superiori né all’università. Di calcolo e di numeri non ce ne saranno poi così tanti, o almeno non saranno così complessi da essere inaffrontabili. Certo è che vedremo formule, piccole stringhe di programmazione, semplici calcoli aritmetici, qualche fondamento di fisica e di acustica… ma magari è una buona occasione per digerirli un po’ meglio di quanto vi sia capitato in passato, no?

Per quanto riguarda le “esercitazioni” potrete senz’altro usare il vostro synth o plug-in preferito, ma visto che vogliamo addentrarci nella più intima struttura della generazione sonora (e le macchine fanno tutto tranne che essere esplicative su questo) avremo bisogno di qualcosa di più fine. Ho scelto dunque SuperCollider, ambiente molto versatile e potente che ci permetterà di lavorare il suono con espressioni logiche tipiche dei linguaggi di programmazione. SuperCollider è assolutamente Open Source, e via via che lo utilizzeremo vi saranno forniti dettagli precisissimi su come usarlo, ma nel frattempo potete scaricarlo, installarlo e iniziare a prenderci la mano.

Partiremo con brevi ma importanti nozioni sull’acustica e sul “fenomeno” suono, per stabilire quali e quanti siano – pochissimi! – i parametri fondamentali del suono sui quali possiamo intervenire con le nostre macchinette. Avremo bisogno di mettere le basi per un minimo di calcolo trigonometrico in quanto le nostre amate onde sonore sono in sostanza fenomeni ciclici e periodici.

Un po’ di algebra per i logaritmi necessari alla valutazione delle pressioni sonore in deciBel, una spruzzatina di analisi matematica per capire quanto sia stato importante nella nostra vita un signore che si chiamava Fourier et voila’! la prossima volta che vi chiederanno “cosa fai con quelle manopoline?” non vi limiterete a rispondere “girando questa fa questo bzzzzz bzzzzz, senti?” ma potrete spingervi in un “sto modulando il periodo delle pulsazioni dell’onda quadra” che fa molto più (s)knobber :)

 

 *Musicista, compositore, direttore del “Centro Musicale Soundy”, insegnante di Matematica, proud member of “Meet The Knobbers” FB Community.

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Comments (11)

  • Giorgio

    |

    Finalmente l’argomento che da tanto vorrei approfondire! Seguo con infinito interesse 😀 ! Non vedo l’ora!!

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  • Mauro

    |

    Argomento molto interessante.
    Tempo permettendo consiglio di non liofilizzarlo troppo. Di mezze trattazioni ce ne sono già abbastanza.

    Ottimo!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      giro i complimenti e i suggerimenti all’autore!!! :-)

      Reply

  • Alez22

    |

    Da buon studente di ing. elettronica è l’approccio che ho io con la musica elettronica questo! può aprirti un mondo!

    Reply

  • marco

    |

    Seguirò senz’altro la serie, ma…
    vuoi mettere spippolare le manopoline con scrivere:
    \ strumento, \ atari2600,
    \ dur, Pseq ([0.25, 0.25, 0.25, 0,45], inf),
    \ amp, 0,8,
    \ tone0, Pseq ([Pseq ([ 2, 5], 32), Pseq ([3, 5], 32)], inf),
    \ tone1, 14,
    \ freq0, Pseq ([Pbrown (28, 31, 1, 32),
    Pbrown (23, 26 , 3, 32)], inf),
    \ freq1, Pseq ([Pn (10, 16), Pn (11, 16)], inf)

    ;))

    Reply

      • marco

        |

        certo! comunque se spippoli le manopoline sapendo quello che stai facendo a livello elettronico c’è più gusto 😉

        Reply

  • Lorenzo

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    si preannuncia interessante, da studiando matematica sono molto incuriosito.
    :)

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  • synthy

    |

    bellalì. yuk yuk

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