Lavoriamo con un virtual instrument di batteria – Seconda parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

La scorsa volta ci eravamo lasciati parlando dei meccanismi di generazione timbrica propri di un prodotto di “virtual drum”, basati essenzialmente sull’adozione di campioni e sui “modi di suonare” un prodotto del genere.

Per proseguire il nostro viaggio, vorrei “rientrare in carreggiata” riprendendo proprio dalla generazione timbrica, parlandovi un po’ più nel dettaglio dei KIT di batteria offerti da EZDrummer e Addictive Drums.

di Antonio Antetomaso

In entrambi i casi i prodotti vengono installati assieme ad uno o più kit di base, ma è possibile acquistare a parte delle estensioni, ciascuna delle quali offre un kit più o meno vicino al genere musicale di interesse del musicista. Non è finita: dato che non è proprio comodo comodo programmare un groove utilizzando un MIDI controller, all’utente vengono offerti un certo insieme di MIDI styles, articolati in loop di base e fill raggruppati per genere musicale e velocità di esecuzione.

 

Come si usano? Niente di meglio che un bel video esplicativo:

L’intento di questi due video è quello di prendere due piccioni con una fava: mostrare come suonano i prodotti, facendovi ascoltare il kit di default; mostrare uno degli usi tipici, forse quello più semplice e immediato.

E’ il caso di fare un piccolo cenno alle espansioni acquistabili a parte che, fatto salvo per i nomi, offrono – più o meno – le stesse possibilità:

XLN ADDICTIVE DRUMS

  • INDIE ADPACK:  kit di batteria dalle sonorità squisitamente profonde e di carattere;
  • METAL ADPACK: per i veri rockers;
  • REEL MACHINES ADPACK: kit di batteria elettronica;
  • FUNK: avete un animo funky? Long Train Running è il vostro credo? Bene, questo è il kit che fa per voi;
  • MODERN JAZZ STICKS & BRUSHES: i miei due kit preferiti, dedicati al panorama jazzistico. Il primo dedicato al sound tipicamente ottenibile utilizzando le bacchette, il secondo a quello ottenuto mediante le spazzole;
  • RETRO: contiene campionamenti dei tipici kit Ludwig anni ’60 e ’70.

EZDrummer:

  • AMERICANA EZX: dedicato a sonorità tipicamente country;
  • CLAUSTROPHOBIC EZX: ideale per generi come R&B e Urban;
  • DRUMKIT FROM HELL: un remake del primo kit di batteria virtuale realizzato da Toontrack anni or sono;
  • ELECTRONIC EZX: kit di batteria elettronica;
  • FUNKMASTERS EZX: due kit dedicati al panorama funk;
  • JAZZ EZX: dedicato al panorama jazzistico;
  • LATIN PERCUSSION EZX: dedicato alle percussioni. Per un sound decisamente latino;
  • METAL MACHINE EZX: Let’s rock !!!
  • METALHEADS EZX: dedicato al metal e basato sulle sonorità del batterista dei Meshuggah, Tomas Haake  (http://www.meshuggah.net/);
  • NASHVILLE EZX: un kit che si adatta tanto al Country, quanto all’R&B e all’Urban music;
  • NUMBER 1 HITS EZX: dedicate al panorama dance, house e techno;
  • THE CLASSIC EZX: le sonorità tipiche dei dischi rock anni ’70;
  • TWISTED KIT EZX: un kit ibrido davvero singolare, basato sull’esperienza del batterista di Tom Waits;
  • VINTAGE ROCK EZX: le classiche sonorità Ludwig anni 70.

Come si può vedere, il parco di espansioni di Toontrack è visibilmente più nutrito rispetto a quello di XLN Audio, anche se molte sono in comune (come tipologia) tra i due prodotti.

Dicevamo che oltre a kit e loops, sono altre le prerogative di un prodotto di virtual drum. Come si può, infatti, pensare di non avere la possibilità di regolare i singoli volumi dei vari componenti? E, difatti, un tipico prodotto del genere offre tra le tante cose un mixer virtuale con cui equalizzare/dosare i volumi dei microfoni idealmente posizionati sopra ciascun componente della batteria. Anzi: per  ciascun componente del kit selezionato, a volte sono disponibili più microfoni, ciascuno dei quali separatamente regolabile all’interno del missaggio finale. Diamo un’occhiata a come i nostri due amici realizzano ciò:

Come si nota, benché entrambi funzionali, la parte di mixing offerta da EZDrummer è assai più limitata rispetto a quella di Addictive Drums, dove è possibile selezionare per ogni componente la ripresa microfonica desiderata e regolare di fino l’equalizzazione e l’accordatura.  EZDrummer si limita a far regolare volume e panning di ciascun componente, fissando ad 1:1 il rapporto tra numero di componenti e numero di microfoni ed offrendo in più una sola ripresa panoramica.

In merito ad ulteriori possibilità offerte, il nostro amico EZDrummer ci lascia qui salutandoci, mentre Addictive Drums ha ancora la sezione effetti da farci assaporare, anche essa decisamente funzionale ed efficace:

 

Due gli effetti inseribili nel mixaggio, entrambi riverberi e ciascuno finemente “tunabile”. Se volete short modulations o altro per timbriche decisamente più esotiche dovete invece lavorare con quanto vi offre la vostra DAW.

Terminiamo con i giudizi sui due prodotti: entrambi assai validi e stabili dal punto di vista software,  eccellenza anche nell’usabilità; l’interfaccia è davvero ben concepita. Qualche punto a favore per EZDrummer che, come avrete capito, è decisamente un prodotto plug and play; con poco sforzo si riescono ad avere risultati più che soddisfacenti. Il parco espansioni poi è davvero ampio, difficile se non impossibile non trovare quello di cui si ha bisogno.

Da un punto di vista timbrico, a mio avviso Addictive Drums suona decisamente meglio, provare per credere. Inoltre esso offre molti più controlli per sagomare il suono in base alle proprie necessità, senza contare la sezione effetti embedded. Non posseggo una batteria elettronica quindi non saprei dirvi come si comportano i due prodotti in merito alla sensibilità e al tocco con uno strumento del genere. Vi segnalo però i due video di seguito per darvi un’idea:

 

 

Il prezzo? Beh, equo e proporzionale alle caratteristiche dei prodotti direi: 119 euro per EZDrummer e 179 euro per Addictive Drums. Anche il prezzo delle espansioni è leggermente diverso, da una media di 69 euro per EZDrummer a una media di 59 euro per Addictive Drums.

Bene amici, è tutto. Vi lascio con un ultimo video che mostra come sono solito programmare una traccia di batteria utilizzando un controller MIDI.

 

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Comments (5)

  • Daniele

    |

    Interessante a livello pubblicità dei prodotti, ma io cercavo qualcuno che potesse esprimere opinioni sul “come” approssimare al suono reale un suono campionato trattato via vsti, che era nelle premesse del titolo dell’articolo (almeno così avevo capito).
    Fare suonare un Kick “al meglio” di quello che il prodotto può consentire non è un problema, ma farlo suonare “vicino al reale” potrebbe esserlo.
    In pratica, posto uno stem di un kick prodotto via ezdrummer o altro (io ad esempio preferisco bfd3), cosa si deve fare per renderlo “più vero” come se si fosse registrato un vero kick ?
    Io di solito noto una certa mancanza di body e di aria, per cui uso una equalizzazione “forzata” che cerca di darmi queste caratteristiche, ma è ovvio che dipende strettamente dal campione che si usa e dalle impostazioni software.
    Avevo pensato di usare curve di preset di equalizzazione provenineti da registrazioni di strumenti veri, ma mi pare un controsenso perchè le frequenze necessarie potrei non averle nel campione.
    Poi pensavo ad un retrigger di sostegno, ma debbo ancora provare.
    Insomma ero cursioso di capire se ci sono workflow noti o più o meno standardizzati al riguardo, ma non solo per la batteria ma per qualsiasi virtual instrument genericamente parlando.
    Mi scuso per la prolissità.
    Saluti

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      di solito, il problema è avere un modello “reale” di riferimento che non sia un ascolto già mixato (altrimenti, si sente il suono con tutta la catena di processori che arriva fino al mastering 😉 )…

      poi, i punti critici sono sempre quelli: livello/ampiezza ben sfruttato, campione tagliato giusto (senza troppa aria in testa), equalizzazione curata a seconda delle necessità

      ho paura che non esistano ricette pronte all’uso… 😉

      Reply

      • Attilio De Simone

        |

        Ciao Daniele, come giustamente dice il nostro “faro”, il problema è comprendere che punto di riferimento hai come suono “reale”. Il suono di percussioni che senti in uno studio o una sala prove? Oppure il suono registrato su un disco che usi come punto di riferimento?
        Nel caso del suono reale, hai degli elementi (quali il tuo posizionamento durante l’ascolto, le rifrazioni della stanza, la tecnica dell’esecutore e la sua forza, ecc.) che sono non replicabili nemmeno con la migliore ripresa. Se poi fai riferimento a registrazioni professionali, considera che il suono che percepisci è frutta di una serie lunghissima di passaggi: tecnica di ripresa, numero di microfoni impiegati per la ripresa, tecnica di registrazione, qualità di conversione A/D, impiego di effetti hardware di compressione, equalizzazione e riverberazione, tecnica di missaggio e convivenza del suono di batteria con altri suoni. Insomma, i fattori sono tantissimi. Non esiste una ricetta comune. Ognuno ha il suo suono in testa che é frutto della sua esperienza e deve capire cosa fare per ottenerlo.

        Reply

      • Daniele

        |

        Lo supponevo ed è anche logico che sia così.
        Debbo lavorare di più e meglio sulla “generazione” del suono fatta via virtual instrument per renderlo più “vicino” a quello che voglio, tenendo presente che poi durante i vari processi “perdero'” questo suono originario.
        Potrebbe forse aiutarmi avere un “parco” di registrazioni di strumenti reali singoli a cui fare “ispirare” le mie orecchie di tanto in tanto per non farmi fregare dal mio cervello.
        Proverò a fare qualche test.
        Grazie

        Reply

        • Attilio De Simone

          |

          Hai provato la libreria per il Kontakt Abbey Road drums? Ha vari set di batteria acustica suddivisi per decenni che dovrebbe restituire più o meno tutte le sonorità di riferimento per ogni decennio. Praticamente per ogni decennio hanno preso il kit di batteria più usato e lo hanno ripreso utilizzando le apparecchiature di ripresa e registrazione di quel periodo. Il suono è credibile.

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