KORG MS-20mini (e non): il mistero dell’Envelope Generator 2

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Quando ci siamo imbarcati nell’avventura del confronto new/old tra la nuova edizione MS-20mini e le vecchie apparecchiature vintage, ci siamo resi conto di quanto fosse necessaria una sorta di riverniciata generale alle conoscenze sul funzionamento del KORG MS-20 originale. Per questo motivo, abbiamo pubblicato una serie di pagine in cui si riprendeva, con pericolosa ossessività, ogni sezione dell’apparecchio al fine di verificarne i comportamenti.

Di Enrico Cosimi

MS-20mini panel

La cosa divertente è che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, era effettivamente la prima volta che – in trentacinque anni di disponibilità tecnologica – ci capitava di poter passare serate sul MS-20 (grazie anche alla cortese signorilità di Mario Bianco, che non ha esitato a spalancare il suo caveau per estrarre analogici tesori…) e, nel corso di queste serate di apprendimento, è saltato agli occhi un curioso funzionamento dell’Envelope Generator 2.

Colti da insane curiosità, abbiamo fatto un giro tra amici e conoscenti… per scoprire che anche altri musicisti erano, da tempo, perplessi rispetto all’apparente realtà Attack-Decay-Sustain-Release.

Era troppo: non potevamo trattenerci dal perdere ore sul suo funzionamento. Ecco i risultati…

MS-20mini patch

La struttura

Nel KORG MS-20, tanto quello antico quanto quello nuovo, ci sono due generatori di inviluppo:

  • un Envelope Generator 1, costituito da Initial Delay, Attack Time e Release Time, che è permanentemente collegato alla frequency modulation dei due oscillatori audio e che può logicamente, essere patchato nei punti desiderati del circuito;
  • un secondo Envelope Generator 2, costituito da Hold Time, Attack, Decay, Sustain e Release, permanentemente collegato all’amplitude level del VCA e alle Cutoff Frequencies dei due filtri High Pass e Low Pass; anche questo può essere patchato dove ritenuto più opportuno, anche se la patchbay offre solo la versione invertita del segnale.

Tralasciamo per un momento EG1, la cui unica peculiarità è di prevedere, in cima all’Attack Time, un segmento di full level assimilabile al Sustain e di durata pari alla persistenza del Gate On, per concentrarci sulle caratteristiche di EG2.

 

EG2 su VCA

Il comportamento è quello naturale: i tre tempi di A, D e R, più il prolungamento artificiale di Gate/Trig On attraverso Hold Time, agiscono come correttamente deve essere e si dispongono ordinatamente ai lati del Sustain Level.

Variando quest’ultimo, il livello, cioè il volume, cioè l’ampiezza del Voltage Controlled Amplifier seguirà fedelmente verso il basso (quando il Sustain è a zero) o verso il massimo consentito (quando il Sustain è a 10); l’escursione dell’inviluppo è compresa unipolarmente nel range 0/+5V.

Meraviglioso, degno di applauso.

Le cose cambiano quando ci si sposta sul controllo dei due filtri.

MS EG 2 Rev

EG2 su HPF e LPF

In questo caso, l’inviluppo, pur mantenendo la stessa struttura di prima, è abilitato a lavorare in maniera bipolare, cioè “a cavallo” dell’asse zero Volt e, cosa ancora più inaspettata (e non documentata nella manualistica), il controllo di Sustain lavora in maniera invertita.

Ovvero: quando l’inviluppo è posizionato sulle regolazioni A = 0, D = 5, S= 5, R = 5, si ha il normale comportamento ADSR che permette la costruzione di timbriche percussive, con una buona persistenza di filtro “mezzo aperto” durante il segmento di staticità intermedio e una buona caduta sul rilascio finale.

Il problema esce fuori quando si sposta il controllo di Sustain, perchè il doppio compito cui è chiamato (regolazione sul VCA Gain e regolazione sull Cutoff Frequency) rende difficile seguire con attenzione ciò che succede “dentro” al filtro. Per questo motivo, sarà meglio collegare EG1 alla gestione del VCA, in modo da lasciare EG2 al solo controllo dei filtri.

Dicevamo: se, nella normale gestione di Cutoff, si sposta il valore di Sustain, succede una cosa particolare… tutto il voltaggio emesso dall’inviluppo è fatto traslare verso l’alto o verso il basso. Di base, l’uscita del circuito EG2 applicata al filtro è tenuta “a cavallo” dell’asse zero, lavorando quindi in bipolarità con un’escursione pari a +/-2.5V picco picco.

Quando si ruota il Sustain control in senso antiorario, tra 5 e 0, si trasla la traiettoria d’inviluppo verso i valori positivi: è facile ascoltare come la frequenza di taglio “apra” e si sposti verso l’alto. Quando si ruota il Sustain control in senso orario, tra 5 e 10, si trasla la traiettoria d’inviluppo verso i valori negativi (facendola partire da “più in basso”) e, in questo caso, la frequenza di taglio si chiude e si sposta verso il basso.

Il comportamento è facilmente verificabile con un minimo di Peak caricato nella struttura di filtraggio.

Schermata 03-2456376 alle 20.25.18

A questo punto, due sono gli interrogativi che sgorgano dall’animo esulcerato:

  • perchè non documentare il comportamento nella manualistica che, dal 1978, accompagna l’apparecchio? (in essa, si fa riferimento al solo comportamento “normale” nei confronti del VCA).
  • perchè decidere di invertire l’andamento di Offset del potenziometro Sustain?

Probabilmente, non lo sapremo mai, ma l’importante è averlo capito. :-)

 

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