Korg Gadget – uno sguardo da vicino – quinta parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Recording, Software

 Siamo arrivati all’ultima puntata del nostro viaggio. Procediamo senza indugio all’analisi degli ultimi della lista, non di certo per il loro valore. Sono rimasti da analizzare i synth ibridi di Korg Gadget: Marseille, Wolfsburg, Chiang Mai e Kingston.

Di Antonio Antetomaso

xCopertina 

Terminata l’analisi, passeremo “quinci a veder le stelle” ovverosia ai giudizi finali e per i fedelissimi ci sarà un piccolo omaggio di commiato. Sotto a chi tocca!

MARSEILLE

xFigura1 

Dopo tanto analogico, un po’ di sani campioni ci volevano dai!! Si poteva mai rinunciare a timbriche come il piano dell’M1 o l’FM piano della DX7? E no che non si poteva, ragionate? Ecco quindi a voi Marseille,  giusto in tempo per rispondere a questa domanda.

Semplice ed efficace, queste le due parole che meglio descrivono questo gadget: l’utente non deve fare altro che selezionare la timbrica desiderata scorrendo l’abbondante elenco al centro dell’interfaccia, magari ricercando per categoria usando i pulsanti sulla sinistra.

Selezionata la patch desiderata, si possono aggiungere e dosare sapientemente due effetti nello stesso modo con cui era possibile fare ciò per gli altri gadget, regolare il volume e modulare il risultato finale con un inviluppo ADSR sull’amplificatore.

Icing on the cake, un pulsante “chord” con cui eseguire accordi pigiando su un tasto solo. Ah dimenticavo….gli accordi sono costruiti sulla base della scala selezionata mediante il pulsante “scale”. Solito video esplicativo per farvi “assaggiare” qualcosa.

 

WOLFSBURG

xFigura2

Apparentemente sembra un synth virtual analog, in realtà le forme d’onda offerte dai suoi oscillatori sono state ricampionate usando il digitale. Il risultato, unito alle due unità effetto, alla matrice di modulazione ed alla generosa sezione di filtraggio contribuisce ad offrire timbriche dinamiche e poderose, provare per credere.

Due le sezioni previste per operare sul gadget. La prima, quella in figura, offre:

  • Due oscillatori capaci di fornire onda triangolare, dente di sega, quadra e impulsiva regolabile in ampiezza (niente PWM però). Di ciascun oscillatore è regolabile il pitch, il volume e il livello di detuning rispetto all’altro.
  • Una interessante sezione “Oscillator common”, attraverso la quale decidere se far suonare i due oscillatori in monofonia (non ho ben capito la differenza tra mono1 e mono2) o in polifonia. Presente un generatore di rumore regolabile in ampiezza, un potenziometro per regolare il livello di uscita del mix dei due oscillatori e uno per regolare il portamento.
  • Un filtro multimodo risonante (LP24, LP12, BPF, HPF) modulabile attraverso l’inviluppo presente nella sezione “MOD”.
  • Un amplificatore dotato di inviluppo ADSR.
  • Una doppia sezione effetti, ciascuno dei quali è regolabile in due parametri, in base alla tipologia di effetto selezionata (as usual).

 

xFigura3 

La oltremodo ricca sezione “MOD”, presentata nella figura di sopra, offre:

  • Due e dico DUE LFO, ciascuno regolabile in velocità, sincronizzabile al clock e resettabile al trigger di nota. Forme d’onda offerte: triangolare, dente di sega, quadra, S&H.
  • Un inviluppo ADSR.
  • La stessa sezione effetti di cui sopra (uhm…ma potenziare la modulation matrix invece?).
  • Una modulation matrix a quattro slot ed altrettanti potenziometri per regolare il livello di incidenza della sorgente di modulazione sulla destinazione. Le sorgenti di modulazione sono innumerevoli e si estendono oltre quelle disponibili ed immediatamente visibili sul pannello , ma ancor di più sono le destinazioni di modulazione.

Diciamo che se siete alla ricerca di timbriche complesse ed esoteriche, Wolfsburg non vi lascerà deluso, parola mia. E per convincervi, solito video. Prestate attenzione alla quarta scena, piccola citazione di un brano trance che avrò ballato nelle feste di liceo almeno 100 volte!! Lo riconoscete?

 

CHIANG MAI

xFigura4

Vi piacciono le atmosfere orientali? Bene, avvicinatevi con decisione a questo gadget basato sulla sintesi VPM (Variable Phase Modulation). Tale tecnica di sintesi, per farvela breve, è simile alla sintesi FM, nel senso che si basa sempre sul concetto di un oscillatore carrier modulato in qualcosa da un oscillatore “modulator”. In tal caso però, non è la frequenza, ma la fase ad essere modulata.

Anche per Chang Mai due sezioni offerte. La prima consente di agire sugli oscillatori e sul filtro.

Due gli oscillatori previsti. Di ciascuno di essi è possibile regolare la forma d’onda di base ed il volume, ma, cosa più importante, è possibile intervenire in modo “semplice” sulla modulazione di fase ad opera dei controlli seguenti:

  • HARMONICS: regola la frequenza del modulatore, per multipli (armoniche) della frequenza dell’oscillatore carrier.
  • DEPTH: regola l’intensità di modulazione.
  • ENV: regola il livello di incidenza dell’inviluppo sull’intensità di modulazione di fase ad opera dell’oscillatore modulatore.

Il filtro è un passa basso risonante, la cui (sola) frequenza di taglio è modulabile ad opera dell’inviluppo o dell’altezza di nota.

xFigura5

La seconda sezione offre due inviluppi ADSR per comandare filtro e amplificatore, un effetto chorus e un effetto delay e il volume.

Se vi occorrono campane, campanelle e affini, questo synth è quello che fa per voi, aprite le orecchie. Anche qui, la citazione è d’obbligo.

 

KINGSTON

xFigura6

La vera chica, diciamocela tutta signore e signori, di Korg Gadget. Un mini synth capace di riprodurre praticamente tutti i suoni dei videogiochi retro con i quali siamo diventati adulti e che ancora rimpiangiamo!!

Un solo oscillatore offrente onda triangolare, quadra, impulsiva regolabile ma tarate in modo da riprodurre tutti e dico TUTTI i suoni dei computer vintage e dei vecchi apparati COIN-OP. E’ possibile regolare l’amplificatore mediante un inviluppo ADSR e trasporre il timbro, ma la vera chicca sono le sezioni RUN e JUMP. Il nome singolare dovrebbe lasciar intendere l’arcano. La sezione RUN modifica il suono in modo da produrre una timbrica particolarmente adatta alle “corse” del pupazzetto del nostro videogioco. La sezione JUMP….stessa cosa, ma per i salti!!

Da sbellicarsi dalle risate, credete a me. E come se non bastasse ogni sezione offre parametri per decidere il “tipo di corsa” o il “tipo di salto”. A rendere le cose un pochino più serie c’è la sezione “effetti”, offrente un solo effetto regolabile come al solito in due parametri. Video!

 

Conclusioni

E giungiamo ai tanto agognati giudizi finali, al solito strettamente soggettivi ma (credo) condivisibili. Ve la butto lì…da uno a dieci: nove meno meno. Intendiamoci, l’app vale davvero, anche al prezzo che costa (25 euro e spicci). E’ divertente, immediata, convincente e capace di regalare davvero tante soddisfazioni. I gadget, anche se non privi di “cose potenzialmente migliorabili” come abbiamo potuto constatare insieme nel corso delle varie puntate, sono davvero ben concepiti e suonano tutti bene, nessuno escluso.

Non mi sento di dare 10 per due ragioni:

  1. La non completa compatibilità con Audiobus che ormai è diventato uno standard de facto. E’ possibile solo usare l’app come sorgente di Audiobus, ma, ahimè, non come destinazione. Se pensavate di usare Gadget per registrare una traccia del vostro synth hardware o di un’altra app (es. Sunrizer o la CMI app di Peter Vogel) avete fatto male i vostri conti.
  2. L’implementazione parziale del protocollo MIDI: con dei synth di questa manifattura, è dura rinunciare ad un completo controllo mediante una superficie MIDI esterna, sia essa a tastiera o no.

Naturalmente non possiamo non essere ottimisti, dato che siamo alle primissime versioni e, girovagando in rete, sembra che Korg sia a conoscenza di questi limiti e che sia interessata ad accontentare tutti nei prossimi aggiornamenti.

E il meno meno? Beh, che dire, derivano dalle scelte non proprio a mio avviso condivisibili relative ai gadget, delle quali abbiamo parlato nel corso delle puntate e da un altro paio di aspetti fastidiosi:

  1. L’organizzazione in scene appare anch’essa incompleta, se si pensa al modello di Ableton Live!: è possibile riprodurre una scena alla volta come Live ma non si può scegliere di lanciare una clip di una scena e una di un’altra. Detta in altre parole, l’unità di lancio è la scena, non la singola clip.
  2. L’interfaccia della parte DAW non è particolarmente precisa e sensibile. A volte il “mute” e il “solo” delle varie tracce non parte proprio a tempo e le superfici di controllo dei vari gadget non sono sempre immediatamente rispondenti (provate a suonare London con i pad virtuali e mi darete ragione). Come pure, avviata la registrazione e atteso il preconteggio iniziale, la prima nota viene quasi sempre mangiata e tocca aspettare un intero ciclo prima di iniziare a registrare.

Anche qui, si tratta di peccatucci veniali che c’è ragione di credere siano sistemati nelle prossime release. Ciò non toglie, ripeto, che l’app vale tutti i soldi che costa e che saprà davvero regalarvi dei bei momenti, credete a me.

Vi lascio con una mia piccola performance per darvi la prova definitiva delle potenzialità di questo giocattolo. Vogliate perdonare le piccole imprecisioni, suonare ed armeggiare mentre si registra il video attraverso un collegamento WI-FI è una discreta punizione.

Buon ascolto e alla prossima.

 

 

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Comments (3)

  • Alberto Battaglia

    |

    Salve Antonio, ciao a tutti, aggiornamento disponibile per Korg Gadget, le novità sono Molto interessanti, modalità landscape, possibilità di salvare il progetto come Ableton Project, controllo midi, e un paio di gadget nuovi, praticamente due sampler che aprono la possibilità di creare nuovi campioni. Purtoppo sono acquistabili separatamente e costano un Botto, ma dato l’aggiornamento penso sia un prezzo quasi accettabile. Saluti

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      • Antonio Antetomaso

        |

        Visto stamattina…. stentavo a crederci. Ci avevo perso le speranze.
        Le due features che mi piacciono di più sono il MIDI finalmente completo e l’export su Live!.
        Grazie.

        😀

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