Intellijel Metropolis Step RYK M-185 Sequencer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Con “step sequencer”, ci si riferisce ad un apparecchio in grado di memorizzare – in diverse tecnologie – un numero ridotto di note (una per ciascun passo) che sono poi ripetibili a discrezione del musicista. Lo step sequencer “classico” è, quindi, una macchina con 8, 16 o 24 note facilmente gestibili nel loro valore isoritmico e ipnotico. Generazioni di musicisti elettronici hanno affinato le loro unghie su apparecchi ormai mitizzati in decenni e decenni di pratica. Ora, nel panorama Euro Rack, è il momento di accogliere il nuovo Intellijel Metropolis, che incarna diverse idee sfiziose…

Di Enrico Cosimi

Intellijel Metropolis

In origine, c’era una customizzazione RYK M-185 costruita per dotare lo storico Roland System 100m di un nuovo step sequencer meno banale di quello “ufficiale”… successivamente, le idee del M-185 sono confluite nel progetto Metropolis, portando il tutto a un livello di complessa interazione.

Metropolis, è costruito per il montaggio Euro Rack, con possibilità di programmare otto step di nota, articolati in CV e Gate, e in grado di rendere meno banali le cose sfruttando un complesso meccanismo di riconfigurazione ritmica. Tutto questo, ovviamente, ha un prezzo a parte il costo vero e proprio del modulo: la struttura è molto grande (specie se rapportata ai soli 8 step programmabili) e obbliga ad una serie di salti mortali per l’impiego meno caratterizzato: come dire che non esiste lo step sequencer perfetto e, probabilmente, se scegliete Metropolis è perché non vi interessa fare (solo) I Feel Love. Che, comunque, viene benissimo anche su Metropolis…

 

Funzionamento in breve

Otto stadi programmabili attraverso slider con illuminazione incorporata, ciascuno con generazione di gate indipendente e – attenzione – Pulse Count regolabile; in questo modo, ogni step può durare da 1 a 8 volte più degli altri, fatta salva l’unità di misura scelta, arbitrariamente, dal musicista e confermata a colpi di Clock Divider.

Ciascuno step, può interpretare l’eventuale proliferazione di Pulse Count come semplice prolungamento legato di durata, come ripetizione allineata ritmicamente, come singolo innesco seguito da pause, come gate off per pausa incondizionata.

Infine, ogni step può essere skippato/saltato o può abilitare lo Slide, cioè il portamento constant time (in tecnica TB-303, per intenderci) con cui arricchire la pronuncia del groove.

Nella parte sinistra del pannello comandi trovano posto tutte le funzioni programmabili per la configurazione generale del modulo; come è facile immaginare, la cosa più semplice è gestire la sequenza di step… tutto il resto richiede un minimo di pratica.

 

Comportamenti meno convenzionali

Di base, Metropolis può leggere gli otto step e le relative moltiplicazioni di Pulse lavorando con il suo clock interno o gestendo un impulso di sincronizzazione ricevuto dall’esterno. Si può valutare il segnale di clock mantenendone la simmetria originale, o lo si può interpretare differentemente per ottenere un andamento più swingato.

Le cose iniziano a farsi interessanti quando parliamo di Clock Divider: in questo modo, si può suddividere la densità di clock ricevuto prendendo in esame tutti gli impulsi (nessuna divisione), lavorare con un fattore di divisione paro compreso tra 2 e 32, lavorare con un fattore di divisione disparo compreso tra 1 e 31, generare un impulso di clock allineato con l’inizio del treno di impulsi esterni (per avere solo uno Start di partenza…).

I dati programmati in sequenza possono essere trasposti d’ottava a monte della quantizzazione, oppure sono shiftabili di +/-4 ottave dopo la quantizzazione; la quantizzazione è regolabile in base a una root key selezionabile.

L’escursione degli slider di step può essere dosata su 1, 2 o 3 ottave; due o più unità Metropolis possono essere collegati in staffetta usando la presa Sync Out opportunamente regolata su Sync Last; in questo modo, quando il primo sequencer termina il proprio giro, fa partire il comando che innesca il playback nel secondo sequencer, che poi fa partire il terzo, che fa partire il quarto…

Il Reset può essere immediato, azzerando il conto degli step in playback e ripartendo da 1, o rimandato all’impulso di clock successivo; quest’ultima possibilità permette di partire sempre dal primo step se si lavora con vecchie strutture DAW non troppo flessibili.

L’avanzamento della sequenza – ricordiamo che, nonostante le moltiplicazioni di Pulse, gli step sono solo 8… – può avvenire in avanti, indietro, avanti e indietro, random, con avanzamento browniano; tutti gli avanzamenti possono o non possono tenere conto delle variazioni di Pulse.

A proposito di moltiplicazione di Pulse: chi decide se deve esserci un Gate Out per ciascun multiplo? Con il comando Step/Div, si può definire la densità di Gate On; con otto ripetizioni, si può avere articolazione una ripetizione si e una no, oppure ogni tre ripetizioni (e, a quel punto, partono le costruzioni ritmiche meno comuni…).

La regolazione degli slider può essere sottoposta a quantizzazione con una trentina di scale diverse.

 

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