Frankfurt MusikMesse – a spasso tra le macchine…
Ancora una volta, catturiamo qualche immagine tra le migliaia possibili all’interno dei padiglioni del MusikMesse. Il materiale è (veramente) tanto, a parte i soliti piagnucolosi di professione che si lamentavano già venticinque anni orsono, questa volta per gli elettronici è andata bene…
Di Enrico Cosimi
Diciamo che ci saranno parecchie cose sui cui discutere per il resto dell’anno…
Tags: Frankfurt MusikMesse
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Comments (34)
maurizio
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Dopo aver visto tutto questo paese di Bengodi…per studiare e sperimentare con la sintesi analogica, cosa scegliere tra volca keys, rocket e minibrute?
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maurizio
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Microbrute pardon
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Attilio De Simone
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Microbrute
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miXio
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La ricerca spasmodica dello strumento “analogico più analogico di tutti” è da feticisti. Il musicista analogico è “feticista”.
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Enrico Cosimi
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al peggio non c’è mai limite…
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Attilio De Simone
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Alla fine bisogna avere sempre in mente un solo obiettivo: la musica. Gli strumenti sono solo un mezzo tramite il quale realizzare i progetti musicali. Chi si fossilizza solo su un aspetto perde di vista l’unico obiettivo reale. Penso che ormai si possa lavorare con tutti i mondi, analogico digitale e virtuale, e che ognuno di essi sia in grado di offrire qualcosa che gli altri mondi non possono offrire. L’analogico è bello per certe cose e il digitale e il.virtuale sono belli per altre cose e tutti insieme possono consentire di realizzare qualcosa di interessante.
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maurizio
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Scusate ma….chiedevo solo un suggerimento “didattico”…non mi interessa certo “l’analogico più analogico”…comunque grazie
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Attilio De Simone
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Non mi sembra che il tema “analogico più analogico” fosse rivolto a te. Comunque ti ho risposto: tra i tre strumenti da te citati, sicuramente quello più completo proprio dal punto di vista “didattico” è il microbrute.
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Enrico Cosimi
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microbrute, senza problemi…
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riccardo
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che ne pensi del Macbeth Elements? Sembre che abbia il filtro giapponese. Gli oscillatori seguono le stesse specifiche dell’EMS Synthi? Grazie
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Enrico Cosimi
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cosa è il filtro giapponese? 😀
l’impatto estetico è molto EMS, ma la circuitazione è originale Macbeth e il suono è diverso da quello del vecchio AKS/VCS-3; per certi versi, lo strumento è molto più potente e versatile.
peccato per i 4000 euro richiesti e per la scarsissima produzione numerica…
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Enrico Cosimi
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ah, il filtro, comunque, è a diodi come quello dell’AKS…
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Riccardo
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Che intendi per la circuitazione è originale macbeth. Quanto si discosta dal EMS. Grazie
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Riccardo
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Il filtro dovrebbe essere o un Minisonic o Roland System 100 diode Ladder. Da cosa si differenziano. Grazie
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Enrico Cosimi
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ken macbeth non copia circuiti di altri; progetta i propri strumenti in base alle sue esigenze e alle sue capacità. una volta chiarito questo, è evidente l’operazione “nostalgia” innescata usando i multigiro sulle frequenze e i pomelli made in GB, ma le similitudini si fermano a quel punto…
di sicuro, NON si tratta di un clone EMS…
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riccardo
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Lo descrivi come un pioniere che apre ad altre frontiere come devono essere sembrati, nel loro tempo, Oberheim – Moog – Smith. Cosa si differenzia dai Doepfer, Verbos, make noise. Grazie
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Enrico Cosimi
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beh, addirittura un “pioniere” mi sembra esagerato…
è uno che si sviluppa i circuiti in base alle proprie competenze/convenienze, con l’accortezza di configurarli esteticamente in maniera da ricordare più o meno cose che riteneva importanti nella propria adolescenza (a tal proposito, c’è parecchia documentazione in giro…)
Mark Verbos si è ispirato ai circuiti Buchla dei vecchi System 100 e 200, per la gioia degli appassionati; (quasi) la stessa cosa può essere detta per Toni Rolando di MakeNoise.
Doepfer ha un catalogo talmente sterminato che puoi trovarci dentro di tutto, a parte le cose più estreme e peculiari.
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Riccardo
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Vuoi dire che Verbos e Rolando riproducono i circuiti dei vecchi Buchla con arricchimenti personali? grazie
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Enrico Cosimi
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mah…
bisognerebbe aprire un verbos e un makenoise per metterli a confronto con un equivalente circuito buchla, prima di affermare qualcosa di definitivo
di sicuro, provato il makenoise e provato il buchla sugli stessi comportamenti – oscillatore, quadruplo inviluppo, quadruplo vca/lopass – le differenze timbriche escono fuori
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Riccardo
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Al pari dello skylab , Verbos e make cosa propongono secondo te. Grazie
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Enrico Cosimi
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skylab è MOLTO più denso: verbos ha solo pochi tipi di modulo (osc, filtro, ampli, multi env e sequencer…)
makenoise ha diversi sistemi pre configurati; se vai sul suo sito, trovi un sacco di suggerimenti! 😉
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Riccardo
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Hai fatto una comparazione tra shared System e skylab? Grazie
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Riccardo
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In un tuo articolo di gennaio 2012 in Accordo 4.2 su buchla Skylab un certo Astralis aveva affermato: dopo aver visto di persona come sono fatti i moduli buchla 200e non spenderei mai una cifra del genere, disponibilità economiche permettendo naturalmente. peccato perchè le funzioni sono davvero interessanti. Affermazione pesante. Che ne pensi. Grazie
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Enrico Cosimi
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scusa, Riccardo, ma che c’entra questo con la gallery delle macchine presenti a Francoforte?
questi sono i commenti relativi a quanto riportato nell’articolo… 😀
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Riccardo
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Mi dispiace, pensavo di poter seguire il filo del mio interesse senza interferire troppo in questa gallery. Proseguirò in un altro dei tuoi articoli che è più attinente a quello che mi interessa chiederti. Grazie
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Enrico Cosimi
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buchla, come marchio commerciale, ha avuto un periodo nero relativamente alla tenuta di funzionamento e di realizzazione che si è concluso solo da un paio d’anni a questa parte, quando nuovi finanziatori sono entrati nella struttura, realizzando BEMI, il nuovo marchio; certe macchine modulari prodotte fino al 2009 hanno grossi problemi – un mio conoscente ha letteralmente buttato dalla finestra quasi 40.000 dollari in due sistemi inutilizzabili
per fortuna, è un periodo che ora sembra essere lasciato alle spalle
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riccardo
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Grazie.
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Enrico Cosimi
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prego!
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Riccardo
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Hai aggiornamenti del polymath? Grazie
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Enrico Cosimi
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no, tom carpenter non esponeva…
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Riccardo
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Penso che come me avrai visto i suoi video sul sito polymath. Per la sua pasta timbrica e qualità dei suoi componenti a quale filone di Synth si colloca. Grazie
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Enrico Cosimi
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sinceramente, non è una macchina che mi interessi particolarmente… fatta eccezione per l’Odissey e per altri bifonici storici (o recenti), sono allergico alle strutture “parafoniche” o con limitate funzionalità polifoniche
(per di più, non mi convince neppure esteticamente)
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fabuloso
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anzitutto grazie per il goloso servizio fotografico
domanda: hai avuto modo di provare il numa organ2? il motore sonoro è sempre quello made in KeyB?
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Enrico Cosimi
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il motore è sempre made in KeyB; purtroppo, l’ambiente era abbastanza disturbato e non c’è stato modo di provarlo approfonditamente… così “a fior di cuffia”, sembra suonare molto bene
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