Elektron Analog 4 Four Voice Analog Synthesizer – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Senza troppa fatica, Elektron si è conquistata una credibilità a prova di bomba che l’ha resa uno dei marchi di riferimento all’interno della produzione elettronica hardware oriented: musicisti di tutto il mondo hanno imparato ad apprezzare, dalla SID Station in poi, la versatilità degli apparecchi Elektron e l’impostazione priva di fronzoli, che li rendono – di fatto – micidiali macchine per la produzione e la performance. Dopo parecchia attesa, è arrivato finalmente il nuovo Analog 4, un sistema che integra step sequencer a quattro tracce, altrettanti sintetizzatori analogici, effetti, gestione dell’audio esterno e generazione di CV/Gate per il controllo di altre apparecchiature analogiche. Il risultato è di prim’ordine.

Di Enrico Cosimi

A4 01

Al primo impatto, Analog 4 colpisce per la densità hardware: come da tradizione Elektron, il pannello comandi è ben inzeppatto di controlli e l’insieme pesa quei sani due chili e mezzo che incutono rispetto per la solidità hardware; alimentazione esterna, breve manuale di primo approccio e lussuosa confezione in nero tipografico completano il tutto. Non rimane che collegare l’apparecchio, scaricare il manuale di riferimento in pdf e partire per un giro…

Prima di partire, provvediamo ad aggiornare il firmware alla nuova versione 1.3 – liberamente scaricabile dal sito – che risolve alcuni piccoli bachi e fortifica le prestazioni generali dell’apparecchio. Adesso, possiamo partire.

Inutile dire che, vista la complessità dell’apparecchio, saranno necessari diversi appuntamenti; questa prima parte è dedicata, oltre che al primo approccio, alle funzionalità “di sintesi”. 

Analog 4 in breve

Lo strumento, lo accennavamo in apertura, offre la convivenza di quattro sintetizzatori analogici liberamente programmabili dal musicista, posti sotto altrettante tracce di step sequencer (altrettanto programmabile); oltre alle quattro tracce melodico/timbriche, ce ne sono una quinta dedicata all’automazione degli effetti incorporati e una sesta con cui controllare l’emissione di CV e Gate programmabili.

L’interfaccia utente è quella tipica Elektron: la fila dei 16 tastoni step on/off sulla parte bassa dell’apparecchio confina con la nuova entry one octave button keyboard (con cui suonare i sintetizzatore, programmare i valori d’intonazione degli step, lavorare durante le procedure di programmazione e editing timbrico). Nella parte centrale della struttura, sono localizzati i tasti di funzionamento Rec, Play, Stop; l’accesso alle locazioni di memoria, come ai diversi modi operativi, è garantito da una significativa dotazione di selettori dedicati. A destra del display alfanumerico, dieci encoder A-J permettono di intervenire velocemente sui parametri significativi; la programmazione timbrica – come vedremo – è organizzata attraverso page select per Osc 1, Osc 2, Filters, Amp, Env, LFO; la stessa tecnica permette di raggiungere le pagine operative di CV A-D, Env, LFO, Performance, Arpeggio, Note. Buona parte dei controlli ospita un parametro alternativo in doppia fila, reso raggiungibile attraverso tasto Function – occorre un minimo di attenzione durante le fasi di programmazione, ma la densità di parametri è esaltante.

Per finire, sulla cornice destra del pannello comandi, sono localizzati tastoni con cui selezionare – o mettere in Mute – le diverse tracce, sia durante le fasi di editing che di performance. Come per le precedenti macchine Elektron, anche questo pannello comandi è fatto per essere suonato.

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Le connessioni comprendono: Headphone Out, Stereo Output Left & Right, Stereo Input Left & Right, CV AB Out, CV CD Out, MIDI In, MIDI Out/Sync A, MIDI Out/Sync B, USB Port e DC In.

Ancora una parola a proposito di struttura analogica: Analog 4 è zeppo di componenti SMD che generano in maniera full hardware gli oscillatori, il filtro transistor ladder, il filtro multimodo (realizzato correttamente con componenti operazionali), l’amplificatore… non c’è trucco, non c’è inganno. La parte digitale è limitata al controllo dell’intonazione, alla gestione di inviluppi e LFO e, ovviamente l’automazione/programmazione delle sequenze.

 

Organizzazione gerarchica

Analog 4 può essere gestita a diversi livelli, facendo riferimento a una precisa piramide gerarchica:

  • Kit; un kit contiene fino a quattro Sound, ciascuno dei quali è assegnato alla traccia corrispondente di programmazione; oltre ai quattro suoni, sono inclusi nel Kit le regolazioni per gli effetti e per la generazione CV/Gate. L’apparecchio gestisce 128 Kit; ogni Kit è collegato a un Pattern.
  • Sound; l’insieme dei parametri di programmazione analogica che definiscono il funzionamento di ciascuno dei quattro sintetizzatori presenti nell’apparecchio. Ci sono 128 locazioni Sound disponibili; ogni traccia fa riferimento a un Sound.
  • Bank; ci sono 8 banchi – raggiungibili con altrettanti selettori di pannello – ogni banco contiene 16 Pattern – raggiungibili con i 16 tastoni/step della parte bassa di pannello.
  • Pattern; 16 Pattern per ciascuno degli 8 Bank… 128 Pattern pronti all’uso. Il Pattern contiene tutte le informazioni di sequenza , lo stato dei parametri eventualmente messi al sicuro (lock) da manipolazioni indesiderate, le lunghezze individuali delle tracce, la time signature, i dati delle Synth Track, della FX Track, delle CV/Gate Track.
  • Chain; una catena è una sequenza di Pattern precedentemente programmati; la Chain può ospitare fino a 256 Pattern slot individuali.
  • Song; se necessario, si possono concatenare Bank e Chains per creare Song di playback/performance.

Le tracce, ormai dovrebbe essere chiaro, possono essere di diverso tipo:

  • Synth Track; traccia 1, 2, 3 e 4 contengono  le note e i parametri di programmazione dei quattro sint analogici presenti in Analog 4;
  • FX Track; contiene i parametri degli effetti Wideshift Chorus, Saturator Delay, Supervoid Reverb;
  • CV Track; i parametri di controllo analogici per apparecchiature esterne.

 

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La struttura di sintesi

Ciascuno dei quattro sintetizzatori ha una struttura autonoma, completa e funzionale – tale da fare invidia a diverse apparecchiature hardware apparentemente più dedicate.  Ogni blocco funzione, ogni pagina, è raggiungibile attraverso i selettori dedicati e, con l’azione combinata di mini tastiera ed encoder, velocizza le operazioni di editing.

All’interno della pagina Sound Settings, è  è regolabile il funzionamento di ciascuno dei quattro sintetizzatori in Oscillator Drift (la percentuale di imprecisione nell’intonazione), Legato Mode On/Off e Portamento (per il Pitch Slide tra una nota e l’altra in modalità On, Off o Legato). In aggiunta, si può interpretare la Key Velocity ricevuta dalle porte MIDI in maniera lineare, logaritmica o esponenziale prima di applicarla al Volume. La Key Velocity può raggiungere cinque diverse destinazioni, ciascuna dosabile in intensità bipolare. La lista delle destinazioni è riportata più in basso.

Con la stessa logica pentadestinazionale (bello, eh?) si possono gestire Pitch Bend, Modulation Wheel, Breath Controller, Channel Aftertouch.

Detto questo, scendiamo a livello delle componenti vere e proprie dei quattro sintetizzatori.

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Oscillator 1 & 2

Può essere accordato per 128 semitoni (Coarse e Fine), premendo sull’encoder mentre lo si gira, si sfruttano i salti di ottava. In aggiunta all’accordatura Fine, si può sfruttare il Linear Detune in Hertz, che rimane costante lungo tutta l’estensione e – accuratamente dosato – può conferire notevole animazione al segnale. Il tracking “di sequencer” può essere sganciato, facendo eseguire all’oscillatore solo la frequenza definita con i parametri di intonazione (utile per realizzare timbriche percussive che non hanno bisogno di andamento melodico variabile). Il livello di uscita può essere portato alla saturazione nel Filter Mixer.

L’oscillatore genera Saw, Transistor Pulse, Pulse, Triangle; in alternativa alle forme d’onda interne, si può sintonizzare l’oscillatore su una delle due porte External Input, per abilitare il passaggio ai segnali audio provenienti dall’esterno e destinati alla struttura di filtraggio. La simmetria delle due onde impulsive è regolabile a piacere tanto in maniera statica che automatizzata attraverso PWM (con tanto di controllo Speed dedicato alla velocità della modulazione). Non manca un sub oscillatore, che fornisce onda quadra a 1 o 2 ottave inferiori.  In aggiunta a tutto questo, l’Oscillator offre la generazione indipendente di Noise, con Tune/Filtering, Fade In/Out per l’inviluppo e Level regolabili. Se cercate il sizzle della retina nel vostro snare analogico, questa potrebbe essere la strada giusta.

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Non è tutto: è possibile abilitare la Amplitude Modulation tanto sull’Oscillator 1 e/o 2 (come sorgente di modulazione, si usa l’onda impulsiva generata dall’Oscillator 2 e viceversa – non è violento come il Ring Mod, ma è violento in maniera diversa).  I due oscillatori possono lavorare in sincronizzazione hard, (1 su 2, 2 su 1 o Metal, cioè crossmodulation); la quantità di sincronizzazione è variabile tra il classico hard sync che resetta il ciclo e un più morbido soft sync che si limita a forzare la frequenza senza variare la forma d’onda dell’oscillatore schiavo.  C’è un AutoBend incorporato che permette di sfruttare un generatore di rampa, a velocità e polarità variabile, per inflettere l’intonazione dei due oscillatori o del singolo oscillatore sotto sync.

Il ciclo degli oscillatori – che, ricordiamo, sono analogici – può essere resettato con il Gate di tastiera/sequencer; in questo modo, l’energia accumulata nella percussività iniziale è costante e ripetuta in egual misura su tutte le note che compongono il fraseggio.

Un generatore di Vibrato, cioè di frequency modulation, può essere gestito in Fade In/Out, Speed e Depth.

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Filter Low Pass & Filter State Variable

Ci sono 2 filtri, Low Pass Ladder Filter e Multi Mode/State Variable, collegati in serie e separati da uno stadio di Overdrive; il primo filtro lavora a 24 dB/Oct, il secondo – giustamente – lavora a 12 dB/Oct. I parametri sono di facile comprensione.

Il primo filtro è regolabile in Frequency, Resonance, KeyTracking, Envelope Depth bipolare; il secondo filtro offre le stesse regolazioni  – ci mancherebbe… – ma, in più, prevede la possibilità di selezionare il modo operativo (Low 2, Low 1, Band, High 2, High 1, Notch, Peak). La natura squisitamente analogica dello State Variable rende “più piatto” il filtro in condizione singolo polo, che può tornare utile per equalizzare il segnale prodotto dal Synth. Il modulo Overdrive intercalato tra i due filtri può essere regolato in intensità del trattamento. Attenzione! Il parametro è bipolare e permette di gestire un trattamento energico a valle del primo filtro (escursione positiva di parametro) o un trattamento più morbido e povero di acute (escursione negativa di parametro).

E’ inutile ricordare che, non aprendo l’Envelope Amount sul secondo filtro, si può usare il Multi Mode come super enfatizzatore armonico, specie con elevate quantità di Resonance (il KORG MS-20 non è passato invano…).

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Amplitude

E’ possibile regolare l’inviluppo ADSR dedicato, con selezione tra 12 possibili accoppiamenti di curve disponibili (lineare, esponenziale, logaritmica, compressa, distorta, con o senza restart forzato sull’articolazione).

Oltre alla regolazione di Pan Position, la pagina ospita anche le mandate individuali per i moduli (comuni a tutti e quattro i Synth) di Chorus, Delay e Reverb.

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Envelope 1 & 2

Due inviluppi disponibili – oltre a quello dedicato al VCA: il primo è collegato alla frequenza di taglio dei filtri (ma può anche essere ruotato su altri parametri), il secondo è liberamente disponibile. La struttura è sempre quella ADSR, con Shape regolabile.

In aggiunta, caratteristiche negate all’inviluppo di ampiezza, si possono dosare i parametri di Envelope Gate Lenght (per alternare i comportamenti legato/staccato) e Depth A/Depth B: ciascun envelope, infatti, può raggiungere, con intensità indipendente, due diverse destinazioni di modulazione. Nel caso del primo inviluppo, come detto in precedenza, le destinazioni diventano tre, vista la connessione hardwired alla frequenza di taglio dei filtri.

E’ facile suggerire due diverse curve d’inviluppo per i filtri Ladder e Multi Mode, tanto per giocare nella miglior tradizione Anni 70.

Destinazioni di modulazione? E’ presto detto: Osc 1 o 2 Pitch, Linear Detune, KeyTrack, Level, Waveform, SubLevel, PW, PWM Speed, PWM Depth, Noise SH, Fade, Level; Osc 1 & 2 Pitch, AM, Sync Mode, Bend Depth, Note Slide Time, Vibrato Fade, Speed Depth; Filter 1 o 2 Freq, Res, Env Depth, Overdrive; Filter 1 & 2 Freqs; Amp Attack, Decay, Sustain, Release, Chorus Send, Delay Send, Reverb Send, Pan, Volume, Accent Level.

Niente male.

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LFO 1 & 2

Come è facile immaginare, la velocità dei due oscillatori a bassa frequenza è sincronizzabile con il clock di sistema o con il MIDI Clock ricevuto dall’esterno; il parametro di Speed lavora in bipolarità, rovesciando il profilo della forma d’onda generata e “atterrando” sugli accenti forti della battuta in base al valore selezionato; in aggiunta, si può agire con il Multiplier che – come è logico… – moltiplica la frequenza di navigazione (l’escursione è mostruosa, da 1x a 512x, fino a 1k o 2k, e permette infinite costruzioni timbriche di andamento piacevolemente ipnotico, a incastro ritmico o ossessivamente percussive.

Il segnale prodotto da ciascun LFO è controllabile in Fade In/Out, regolabile nella Start Phase, innescabile in base a diversi algoritmi (freerun, key trig restart, hold at gate, oneshot, half cycle one shot). Che forme d’onda possono essere generate? Triangle, Sine, Square, Saw, Exp Saw, Ramp, Random.

Come per i due generatori d’inviluppo, anche nel caso dei due LFO si possono gestire simultaneamente due diverse destinazioni con intensità indipendenti. L’elenco delle destinazioni è quello precedentemente riportato per gli inviluppi, con in più la possibilità d’intervenire su Env Filter A, D, S, R, Depth A, Depth B.

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Gli effetti

Come accennato in precedenza, ci sono tre processori effetti che lavorano su tutti e quattro i segnali generati autonomamente da Analog Four o – in alternativa – su tre synth e una coppia di segnali esterni.

Il Wideshift Chorus permette l’animazione del segnale passante attraverso una linea di ritardo particolarmente corta, che è modulata da un LFO dedicato; il segnale prodotto dal chorus è filtrato in due moduli HP e LP e la sua uscita – oltre a confluire nel bus stereo –  può essere mandata, in proporzioni lasciate alla discrezione dell’utente, all’interno del Delay e del Reverb.

Il Saturator Delaypuò essere regolato per fare ribattuti  compresi tra 1 e 128 centoventottesimi; il suo segnale può essere fatto rimbalzare sui due canali stereo o mantenuto fermo in un preciso angolo definito dal musicista; Feedback, filtraggio HP e LP, Overdrive sono regolabili liberamente.

Anche in questo caso, è prevista la possibilità di controllare in cascata gli effetti, inviando il segnale elaborato dal Delay all’interno del Reverb (oltre che sul bus di uscita stereo).

Il Supervoid Reverb è dotato di Predelay, Decay Time, Shelving Freq & Gain (per isolare il decadimento delle basse frequenze da quelle acute), HP e LP. Si possono raggiungere cavernosità caotiche o stretti ambienti claustrofobici.

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Il lettore sopravvissuto fino a questo punto avrà sicuramente notato, nella lista delle destinazioni di modulazione,  la mancanza di parametri relativi agli effetti… come è possibile? Semplice: ci sono due FX LFO appositamente dedicati al controllo/automazione ritmica dei parametri significativi per i tre effetti.

I parametri sono praticamente gli stessi degli LFO “ufficiali”: stessa capacità di sincronizzazione, stesso ampio range di frequenza, stesso corredo di forme d’onda e modi d’emissione, stesso doppio bus di uscita per il controllo di due destinazioni each one.

La GAS sale.

La prossima volta, ci occuperemo dei parametri relativi a… tutto il resto!

 

 

 

 

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Comments (34)

  • Edoode

    |

    Cercando buoni suoni percussivi, consiglierebbe comunque l’analog four o piú semplicemente il machinedrum sps-1 mk2?
    Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      analog four è un sintetizzatore, machinedrum è una batteria elettronica… 😉
      probabilmente, potrebbe risultare più pratica per fare certe timbriche

      Reply

  • kla

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    ciao :)
    è possibile un confronto con il quattro voci TETRA di Dave Smith?
    grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      è un suggerimento mooooolto interessante: apparentemente, Analog Four è concepito per lavorare sotto sequencer interno, mentre Tetra sembrerebbe più “uno strumento da suonare con le mani” e, solo dopo, ci si rende conto che c’è lo step sequencer incorporato…

      comunque, prima ancora di confrontare le due strutture di voce, mi sembra evidente che la quantità di controlli presenti sul pannello di Analog Four renda ovvia la sua impostazione alla “performance di pannello”, con un margine di manovra molto più ampio di quello concesso in Tetra, dove – oggettivamente – i controlli da muovere sono pochissimi e non c’è traccia di strutture dedicate al pur potente step sequencer interno

      insomma: da una parte (AnFour) tutto è stato pensato per lo smanettamento SULLE sequenze che girano; dall’altra (Tetra), mi sembra che la filosofia sia leggermente diversa

      comunque, appena ho un attimo, metto a confronto le due strutture di sintesi….. 😉

      Reply

      • Andreag

        |

        Lo consiglieresti come PRIMO synth a una persona che per 3 anni ha usato solo ableton??

        Reply

  • Andreag

    |

    Lo consiglieresti come PRIMO synth a una persona che per 3 anni ha usato solo ableton??

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      Oh, mamma! Di sicuro, con la Analog 4 ti puoi togliere TANTE soddisfazioni, ma devi mettere in conto che è uno strumento professionale, zeppo di prestazioni e di funzioni; quindi, non aspettarti di padroneggiare tutto subito: fatti un giro sui vari video che ci sono su YT…

      Comunque, Elektron è una garanzia per un certo tipo di performance 😉

      Reply

      • Andreag

        |

        Grazie per avermi risposto.di video ne ho già visti diversi e mi ha colpito molto,sembra una macchina dalle mille possibilità.non ho capito una cosa però : questo e’ un synth ma nei video che ho visto su you tube viene usato per creare tracce complete con anche parti ritmiche (kick,Clap,hihat)…quindi chiedo se possibile anche campionare o questi sono generati utilizzando gli oscillatori della elektron??

        Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    questa è la cosa più “ambigua” della A4: al suo interno, oltre alle tracce di sequenza e agli effetti, ci sono SOLO quattro sint analogici, che possono essere usati tanto per fare fraseggi, quanto per fate timbriche percussive… ma sempre QUATTRO rimangono; quindi, se li usi per fare cassa, snare, hihat e clap, poi non ti rimane più niente 😉

    insomma, occorre ragionare con calma al momento dell’orchestrazione; vero è che, usandola insieme ad Ableton Live, si può trasferire, volta per volta, il suo segnale sulle tracce audio ed effettuare infinite sovrapposizioni 😉

    Reply

    • Andreag

      |

      Penso che usarlo in questo modo sia la cosa migliore anche perché per il momento mi servirà solo in studio.lei ha già avuto occasione di provarlo?

      Reply

  • Manfredo

    |

    prof. Enrico, mi piacerebbe sapere se le note impostate nella traccia del sequencer possono essere trasportate da una tastiera collegata al midi in?

    grazie e complimenti per l’articolo

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    ringrazio per il “prof” :-)

    mi sembra di si: per sicurezza, meglio controllare sul manuale pdf…….

    Reply

  • pier

    |

    per aggiornare il software interno bisogna scaricare os dal sito elektron e poi inviarlo all A4 trammite usb giusto? come faccio a spedire “concretamente” l aggiornamento?esiste una cartella apposita dove mettere os? (so che poi bisogna andare nel global per ricevere)

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      meglio chiedere all’assistenza soundwave 😉

      Reply

  • Manuel

    |

    Buongiorno, sono molto indeciso tra questo analog four ed un access virus TI 2….saprebbe darmi un consiglio?

    Grazie per la recensione.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      sono due prodotti diversi come “filosofia”. Analog 4 è un full analog a quattro voci che esiste per lavorare a stretto contatto con il sequencer di bordo; il Virus TI2 (a parte che è digitale virtual analog…) è un sedici parti/sedici timbri con funzioni enormemente più complesse (ovviamente, in digitale è tutto più facile…).

      La prima macchina è uno standard della produzione elettronica per la performance live; la seconda è uno standard nel mondo dei virtual analog.

      Dipende da quello che ci si deve fare… :-)

      Reply

  • Manuel

    |

    Grazie per aver risposto! :-) Diciamo che userei la macchina per produrre musica elettronica ma non mi interessa la prestazione live almeno per il momento. Vorrei appunto ricavare solo dei synth di ogni genere dai piu semplici e banali ai piu complessi per comporre dei brani con cubase. Non sono un dj profesionista sono solo un appassionato smanettone pero vorrei qualcosa di davvero eccezionale. Ma dunque a livello di complessitá del suono è migliore il virus? Vorrei usare l’apparecchio come strumento di base è vero ci sono anche i vst ma poter ricavare e automatizzare manualmente con una macchina fisica trovo sia piu comodo e piacevole e qui entra in gioco la qualita del suono vorrei veramente qualcosa di buono.

    Reply

  • Attilio De Simone

    |

    Secondo me devi ascoltare bene le macchine che ti interessano. Da quello che comprendo, non conosci bene il suono analogico. Allora conviene che vai presso un negoziante che ha a disposizione tutte le macchine che ti interessano, ti porti dietro le tue cuffie di riferimento e te le studi per bene per qualche ora. Così potrai prendere la decisione migliore. Se parli di qualità del suono tutte le macchine che hai citato godono di ottimi requisiti, allora devi scegliere qualcosa che sia attinente con quello che cerchi.

    Reply

    • Manuel

      |

      Grazie per i consigli. Sei stato molto gentile.
      Hai ragione se le provo é meglio.
      Anche perché hanno un sistema di interfaccia uomo-macchina diverso.
      Il metodo di lavoro cambia.

      Grazie ancora è una buona estate!

      Reply

  • francesco

    |

    Complimenti per l’articolo, davvero bello e esaustivo.

    Io ero indeciso, o sono indeciso…l’indecisione l’ho avuta da quando ho visionato la elektron drum . Io ero proiettato verso un acquisto che oscilla sui 500 euro, non volevo spendere troppo. E quindi ero sicuro di acquistare la Roland tr8 … Ma in effetti aprendo gli occhi, ho notato che si tratta di una trovata forse più commerciale. Una drum digitale … Poi ho visto la elektron che davvero fuori mio budget , ma che mi ha fatto incuriosire molto..

    La mia domanda è , vale davvero i soldi che si spendono 1200/1400€ .

    La differenza con la roland è cosi tanto evidente?

    In alternativa conoscete qualche drum analogica di buon livello che non superi gli 800 euro ?

    grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la domanda è sulla analog four o sulla analog rytm? :-)

      in tutti e due i casi, per costruzione e ricerca timbrica adottata, i prodotti elektron hanno sempre un buon rapporto qualità/prezzo

      Reply

  • Naton

    |

    Salve sig. Enrico vorrei un informazione…nel analog 4 in un pattern quanti suoni possono essere inseriti ? Ha un massimo di 4 suoni k sarebbero le 4track o per ogni pattern si possono inserire svariati suoni ?! La ringrazio in anticipo… Complimenti per l articolo

    Reply

      • Naton

        |

        Mi scusi se la disturbo nuovamente XD le faccio un esempio per esprimi meglio :) io possiedo una korg emx 1 la quale mi permette su ogni singolo patter di inserire 9parti drum (kick snare clap hit-hat ecc) e 5 party synth e quindi in un patter di poter creare un batteria completa e anche una parte synth completa…quindi sull analog four potrei inserire ad esempio in un patter un kick uno snare un basso e un clap e basta?!?!?! Xk alcuni video k ho visto per provare a capire facevano intendere k potessero essere inseriti solo 4 suoni e altri mentre k per ogni pattern ai 4tracj le quali per ogni uno all intero si può mettere più dI un suoni…sono un po’ confuso XD la ringrazio per avermi risposto

        Reply

        • Enrico Cosimi

          |

          A4 contiene quattro sintetizzatori; ogni sintetizzatore può fare UN SOLO SUONO ALLA VOLTA, quindi poi vere QUATTRO SUONI DIVERSI SIMULTANEAMENTE, cioè eseguibili “uno sopra all’altro” (cassa su hihat su snare su tom, per dire).

          è probabile che, cambiando velocemente il preset durante l’esecuzione, si possa alternare la timbrica, ma sempre quattro SIMULTANEAMENTE rimangono

          Reply

  • Marco

    |

    Buongiorno Enrico,
    volevo sapere se si può utilizzare, ad esempio, la prima traccia per pilotare uva midi una tr707.
    Nel senso, posso utilizzare il sequencer del four con la 707 utilizzando tutti i suoni della drum? Credo di aver capito che non posso mettere due suoni sovrapposti nella stessa track, giusto?
    Quello che cerco e’ un sequencer in grado di scrivere e pilotare una 707 via midi e via cv/gate un sh.
    L’analog mi andava perfetto, e avrei ancora tre synth mono da usare.
    Quello che mi frena nell’acquisto e’ propio il discorso del midi…
    Attendo una sua risposta
    grazie
    Marco

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      secondo me, fai prima a prendere un sequencer “a matrice” dove scrivere gli on/off MIDI da mandare alla 707; il BeatStep Pro, ad esempio, ti offre 16 linee parallele da 16 step ciascuna… hai voglia a programmare pattern dentro la 707!!! 😉

      Reply

  • Simone

    |

    Salve Enrico,
    ho comprato A4 da poco e vorrei utilizzarlo sia live che in studio. Per il live volevo sapere come poter fare per impostare una configurazione che comprendesse A4, Ableton e un Volca Bass (ovviamente tutto in sincro) e per registrare in studio se conviene uscire da A4 con OutR e OutL entrando nella scheda audio in due entrate separate con Jack “mono” TS.. per riassumere: come si fa per fare in modo che Ableton mandi il clock ad A4 per suonare live ed esemplificare il lavoro in studio?
    Grazie in anticipo
    Simone

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      premesso che ho venduto la Analog Keys da qualche mese, e quindi non posso aiutarti con un confronto diretto sulla macchina, devi verificare:

      a) ableton è sempre il master e deve mandare il midi clock e tu devi poter prelevare quel midi clock da una uscita dell’interfaccia che usi sul computer
      b) il midi clock generato da ableton e trasmesso dall’interfaccia deve raggiungere la Volca e la Elektron; per questo compito, ti serve un midi thru box OPPURE devi verificare, ma è abbastanza seccante, la possibilità di convertire una porta MIDI della Elektron in formato THRU
      c) a questo punto, il collegamento è: computer MIDI Out – Elektron MIDI IN; Elektron THRU Out – Volca MIDI In.

      per quello che riguarda la cattura dell’audio da Elektron, ti conviene scaricarti OVERBRIDGE, è gratuito, e usare direttamente il cavo USB per trasferire l’audio tra macchina e computer; tra l’altro, potresti verificare che Overbridge trasmetta ANCHE il clock, semplificando ulteriormente le procedure di sincronizzazione tra i tre apparecchi…

      Reply

  • Mik

    |

    Salve Prof., sapendo che la versione Keys sarebbe più adatta ad un utilizzo in stile tastierista, il Four mi fa gola perchè è compatto e con un midi controller sembra praticamente identico al Keys (tranne per le uscite separate). Secondo lei è cosi? La mancanza del manopolone Sound Selection mi fa pensare che la sua natura sia più da sequencer. Grazie.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      loro stessi dicono che il keys lavora meglio sulle basse, non ho avuto modo di provarli A/B, ma se lo dicono loro…

      Reply

      • masterbutz

        |

        Mi scusi, professore, ma alle volte non capisco, come si fa a dire ke il keys “lavora meglio sulle basse” quando la parte hardware è la stessa? O non è la stessa? Come dire che un DSI OB-6 Modulo e Keys suonano diversi.

        Grazie.

        Reply

        • Enrico Cosimi

          |

          Santità,
          non è la stessa parte hardware: per la Analog Keys hanno ingegnerizzato una nuova scheda analogica che (loro testuali parole) “rende molto meglio sulle basse frequenze”. :-)

          Reply

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