Doepfer Dark Energy MkII… quale è il migliore?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Come al solito, quando uno strumento importante giunge ad una revisione significativa, ci si pone di fronte al dubbio: ma è meglio la nuova versione o era meglio lo strumento originale? L’unico modo per trovare la risposta giusta consiste nel verificare, in base alle proprie necessità, funzionalità, timbriche, caratteristiche dei due apparecchi. Complice la consueta disponibilità di Alex Cecconi di New Groove, siamo riusciti a mettere a confronto diretto il venerabile Doepfer Mk I CEM based e il nuovo MkII, interamente realizzato con componentistica discreta. Le sorprese non sono mancate…

Di Enrico Cosimi

de mk2

Non rifaremo ex novo la storia delle modifiche e delle differenze tra le due versioni: per queste informazioni, potete tranquillamente dragare nell’archivio di ACM e trovere tutto quello che vi serve; concentriamoci sul confronto diretto.

Mk i versus Mk II

Partiamo dalle conclusioni: sono due strumenti molto diversi, suonano in maniera molto diversa, alla fine, sono tutti e due indispensabili, complementari e – quando li fate lavorare in unisono – creano un impatto sonoro assolutamente irresistibile.

Il Mk I è più grasso e ingombrante: il suo low pass tende a riempire il mixaggio in maniera più imponente, specie sulle timbriche percussive e sui fraseggi bass synth; la possibilità di modulare in FM lineare il filtro, specie quando è in auto oscillazione, garantisce l’accesso a sonorità complesse che – semplicemente – non possono essere realizzate con la versione Mk II.

de IMG_1352

Al contrario, il filtro multimodo/state variable della versione MkII può suonare in tutti i modi possibili e immaginabili: fatta salva la limitazione (ma è un criterio assai opinabile…) del comportamento 12 dB/Oct, ci sono i classici quattro modi BP, BR, LP e HP che – letteralmente – rendono lo strumento a quadruplice personalità… Si può passare dai bassi low pass aggressivi, con una stecca negata al Mk I (maggior penetrazione sonora, maggior aggressività e personalità più acidella…), agli high pass vetrosi, fino ai comportamenti band pass di piacevole selettività e band reject (che, in tutta onestà, continua ad essere il modo che, personalmente, riteniamo meno utile… swoosh swoosh…).

Rispetto alla prima versione, Dark Energy Mark II è “più moderno” timbricamente, maggiormente configurabile e, specie nel comportamento high pass con inviluppo invertito, può riservare dinamiche sorprese. La differente scelta delle forme d’onda (clipped saw invece della triangolare) non pesa più di tanto sulla valutazione – il cuore del sistema è il filtro discreto a stato variabile.

de filter sweep

 

Diverso il discorso sulla risposta dell’amplificatore: la scala esponenziale, contrapposta al comportamento misto lin/exp della prima versione, è molto più adatta a generare timbriche percussive. Ancora una volta, la stecca altrove evocata in queste pagine, esce fuori in tutta la sua cattiveria. Occhio… 😉

de rnd seq

Anche se manca la FM lineare, la possibilità d’ìnversione sul segnale ADSR (o, alternativamente, su quello prodotto dal secondo LFO) torna molto utile per modulare la cutoff frequency del filtro; a proposito: il filtro fischia di brutto e può mettere a dura prova i vostri tweeter.

Connettività analogica, MIDI e USB sono perfettamente allineate con gli standard precedentemente stabiliti da Doepfer; attenzione a non mandare MIDI Garbage all’apparecchio durante le procedure di accensione, perchè molti parametri interni sono gestiti esclusivamente a colpi di program change… Se lo strumento inizia a comportarsi in maniera strana, se l’arpeggiatore incorporato nella MIDI Interface inizia a dare i numeri, probabilmente avete mandato qualcosa di proibito all’apparecchio. Da questo punto di vista, snobismo a parte, è meglio lavorare in punta di CV/Gate.

de mk1 mk2

Le soddisfazioni sono assicurate.

Conclusioni? Se potete, comprateli tutti e due, il vecchio e il nuovo.

 

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Comments (25)

  • David

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    Ecco il confronto tanto atteso! Sono due strumenti estremamente complementari tra loro, l’ideale sarebbe averli entrambi dato che non c’e’ un “vincitore” essendo mooolto diversi…scegliere in base alle proprie esigenze e’ la cosa piu’ saggia… o comprarli entrambi soldi e “CEM” permettendo!

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  • Enrico Cosimi

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    esatto… alla fine, servono tutti e due per avere un panorama timbrico più ampio; ovvio che il CEM “d’annata” può essere un problema per la sopravvivenza del MkI, comunque, così come ci sono ancora Prophet 5 che girano da quasi 35 anni senza problemi, non è che il CEM debba per forza scoppiare da un momento all’altro…

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  • lorenzo

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    io ero indeciso se comprare l’uno o il due, un mio amico mi aveva parlato meglio del primo che del secondo ma solo per una questione connessa alle mie esigenze, avere bassi grassi e profondi.
    Alla fine di tutto ciò indovinate… ho preso un sh 101…. ahahahah
    cheers.

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      di sicuro, una macchina con una buona timbrica… :-)
      peccato per il midi e usb

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  • Lorenzo

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    Nom tocchiamo questo tasto… Tra un paio di mesi misa proprio che arriverà una scatoletta blu!
    Sono decisemte eccitato… Non vedo l’ora che arrivi!!!

    Reply

  • Riccardo

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    Tutti e due i DARK energy come si contrappongono o sono simili al minitaur . Grazie

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  • Enrico Cosimi

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    il mkI è quello che ci si avvicina di più; calcola che però Minitaur ha DUE oscillatori e nasce per fare SOLO i bassi, mentre il Dark Energy può suonare in tessiture molto più acute…

    anche dal punto di vista della struttura di sintesi, ci sono notevoli differenze tra le due macchine 😉

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    • riccardo

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      I dark Energy invece come si contrappongono al minibrute. Grazie

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      • riccardo

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        Inoltre, ho visto il video e mi puoi dire come sono i collegamenti tra i due energy e il time. Grazie

        Reply

        • Enrico Cosimi

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          i collegamenti sono molto semplici:

          Dark Time Gate Out – Multiple In (per sdoppiare il Gate)
          dal Multiple, i DUE cavi Gate raggiungono i Gate In di DE 1 e DE2

          Dark Time CV 1 Out – Multiple In (per sdoppiare il CV di pitch…)
          dal Multiple, i DUE cavi CV1 raggiungono gli ingressi Pitch del DE 1 e DE 2

          Dark Time CV 2 Out – Multiple In (per sdoppiare il CV di Cutoff)
          dal Multiple, i DUE cavi CV 2 raggiungono gli ingressi Cutoff del DE 1 e DE 2

          i segnali del DE 1 e DE 2 vanno nel mixer e sono leggermente panpottati a sinistra (DE1) e a destra (DE2)

          :-)

          Reply

      • Enrico Cosimi

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        la differenza fondamentale è che il minibrute usa un filtro Steiner, che ha il suono diverso da tutti gli altri filtri commerciali (moog transistor ladder, oberheim state variable, eccetera…); in più, nel minibrute, ci sono degli accorgimenti particolari sull’oscillatore (metallizzazione della triangolare, ottenuta attraverso wavefolder) e sul percorso audio (“brutalizzazione” ottenuta mandando in feedback l’uscita di segnale con un nuovo filtraggio recursivo…) che rendono lo strumento timbricamente differente da molte altre cose

        intendiamoci: volendo e potendo, tutto si può riprodurre su un sistema modulare di generose dimensioni, ma sicuramente finisci per spendere più dei 600 euro richiesti per il minibrute…

        i dark energy sono molto più “tranquilli” nella struttura, sono più aperti e semi modulari, cioè prevedono punti di ingresso e uscita lungo il circuito audio e di controllo che – semplicemente – non sono presenti nel minibrute; quindi l’impostazione è molto differente: da un certo punto di vista, puoi smanettare di più sul dark energy, ma puoi divertirti di più a suonare sul minibrute.

        però, può essere vero anche il contrario, nel senso che se ti diverte suonare sulle due ottave e, simultaneamente controllare il pannello comandi, il minibrute è un imbattibile concentrato di funzioni, così come il dark energy è un imbattibile concentrato di prestazioni semi modulari – specie se valutato in rapporto al prezzo richiesto

        poi, si aprirebbe il discorso delle differenze timbriche tra dark energy 1 e 2, ma questo (considerando anche il fatto che il DE 1 è ormai fuori produzione) lo tralascerei, rimandandoti alla lettura delle rispettive prove… 😉

        Reply

        • riccardo

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          quindi, possedendo il minibrute e il minitaur, se volessi acquistare i due energy potrei avere in ambiente live una varietà enorme di potenzialità. Grazie

          Reply

  • Enrico Cosimi

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    si si, avresti un notevole panorama timbrico a disposizione;
    comunque, calcola che il DE mark I è diventato difficile da reperire…

    Reply

    • riccardo

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      l’ho trovato, e mi interessava avere un parere da te. Quali potrebbero essere i possibili setup avendo: minibrute. minitaur, i due energy e il time.Grazie

      Reply

  • Enrico Cosimi

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    possono essere tantissimi…

    i due DE sotto il dark time (uno per canale), il minibrute come macchina autonoma e/o come controller per il minitaur

    un secondo DT sincronizzato per il minitaur

    una seconda master per suonare il minitaur

    i due DE, e il minitaur sotto sequencer dal computer e il minitaur sotto DE…….

    Reply

    • Riccardo

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      Quando dici secondo DT per il minitaur ti riferisci nell’utilizzare 2 DT? Come master uso 61 SL mkII, ma non ho capito l’ultima frase. Grazie

      Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    mi riferisco al fatto che il DT ha due canali indipendenti da 8 step, che esauriresti per controllare simultaneamente DE 1 e DE2, dal momento che il minitaur NON ha tastiera, o ti procuri una seconda master keyboard (per non impegnare la tastiera del minibrute), o ti procuri un secondo DT da dedicare esclusivamente al minitaur… 😉

    comunque, come puoi immaginare, non ci sono soluzioni “giuste” e soluzioni “sbagliate”… dipende da quello che vuoi fare!

    Reply

    • riccardo

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      ho ricevuto e smanettato il DE 1. E’ sorprendente nella sua semplicità di manipolazione e che bel suono tanto da avvicinarsi al Minitaur ma è diverso. Ho notato che con la master ti permette di controllare VCO F/PW, VCF F, VCA solo con il modwheel e devi intervenire solo sullo strumento senza altri controlli in remote. Come mai? Grazie

      Reply

  • Enrico Cosimi

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    perchè è un sint analogico e i suoi comandi di pannello, non essendo quantizzati attraverso ADC e DAC, non sono convertiti o controllabili attraverso MIDI CC… 😉

    Reply

    • Riccardo

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      Avevo pensato di collegare il DE e il Minutar sotto DT e il minibrute da solo. Che ne pensi?

      Reply

      • Enrico Cosimi

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        mi sembra una buona idea, in questo modo puoi usare il minibrute direttamente dalla sua tastiera e puoi “spremere” il suo arpeggiatore…

        Reply

        • Riccardo

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          Ho visto i video del GRP A4, un mostro, ma, soprattutto il video con la Miami e il DT che forniva loro il midi clock. Mi domandavo se ci fosse una somiglianza tra il DT e il sequencer dell’A4.

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          • Enrico Cosimi

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            qualche somiglianza c’è: sono tutti e due 16×1/8×2, tutti e due lavorano con la definizione di step last/normal/skip, tutti e due possono essere controllati internal/ttl/MIDI, tutti e due hanno la quantizzazione disinseribili e il range regolabile; ah, tutti e due hanno la pw regolabile.

            le somiglianze finiscono qui, nel Grp A4 (e prima ancora nel precedente A8) c’è il motore di ripetizione/permutazione degli step che, per il periodo, è un unicum…

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          • Riccardo

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            Sul sito ho letto che faranno un sequencer stand alone. Sai se sará lo stesso montato sul’A4?

            Reply

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