C’era una volta il campionatore – L’appetito vien mangiando

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Dove eravamo rimasti? Ah, si: cosa tirare fuori dal nostro campionatore – un E4XT Ultra di E-MU – una volta che gli abbiamo dato in pasto tre forme d’onda semplici semplici. Alcune idee che più espresse non si può.

Di Jacopo Mordenti

Prendiamo il multisample dell’onda quadra e processiamolo con uno dei filtri passabasso a disposizione: perché non con quello con pendenza pari a 36 db per ottava, per dire? Regoliamo il cutoff su valori molto modesti per poi fiondarci sulla matrice di modulazione: da una parte facciamo sì che il cutoff sia modulato dall’apposito inviluppo, dall’altra che la  risonanza risponda alla modulation wheel. Portiamoci poi nella pagina di editing del suddetto inviluppo per mettere mano agli stadi di esso e definire così la traiettoria del cutoff: attacco inesistente, decadimento rapido, sustain discreto… e il nostro synthbass si direbbe pronto.

Passiamo al multisample della dente di sega: il gioco qui lo imbastiamo ricorrendo a un filtro particolare quale il Vocal Ah-Ay-Ee, con cutoff modulato dal solito inviluppo dedicato e risonanza modulata dal primo degli LFO disponibili. Alla ricerca di un pad suggestivo, è bene regolare l’inviluppo del filtro – così come quello dell’ampiezza – su valori rilassati; quanto all’LFO scandagliamo le varie forme d’onda a disposizione fintanto che non troviamo quella con – come dire? – la giusta ritmicità. Due suggerimenti per inspessire il timbro risultante: giocare con il chorus che EOS mette a disposizione fra i parametri d’intonazione della Voice, nonché duplicare la Voice fin qui confezionata avendo l’accortezza – da un lato – di trasporre il duplicato di una quinta sopra (o sotto: de gustibus), dall’altro di alterare le intonazioni fini di entrambe le Voice per creare ulteriori battimenti.

Infine, il multisample della triangolare: tiriamolo per i capelli con il filtro Contrary Bandpass, con cutoff modulato dall’LFO e risonanza statica ma pronunciata. Regoliamo l’LFO su velocità relativamente modeste, optando magari per una forma d’onda strategica come sine+noise; non contenti, tramite matrice di modulazione facciamo sì che la velocità di esso risponda con una certa discrezione alla modulation wheel.

Una spolverata di portamento, un’altra del chorus di cui sopra… e ci siamo. Più carne al fuoco? Creiamo un duplicato della Voice e trasponiamolo un’ottava sotto, alterandone l’intonazione fine quanto basta per percepire qualche ulteriore battimento.

Dalle parole… alle orecchie:

Bene, bravo, bis? Macché: i margini di miglioramento sono ENORMI. Non solo – e non tanto – in termini di programmazione all’interno dell’E4XT Ultra – che pure ha tanto, tanto, tanto da offrire – ma anche e soprattutto in termini di campionamento a monte del campionatore. Come nutrire l’appetito via via crescente?

 

Ad esempio…

Nulla vieta di campionare forme d’onda meno ortodosse: non vi stuzzica l’idea di acquisire una forma d’onda che avete disegnato in prima persona, a colpi di mouse? Sostituite il predetto Charlatan con Synthetic (gratuito, scaricabile qui, e sarete già sulla buona strada.

Nulla vieta di campionare sintetizzatori hardware: sostituite VSTHost con una DAW che gestisca audio e MIDI (come MuLab, funzionale già nella versione gratuita e portable  e approntate il cablaggio del caso verso il mondo esterno. Visto mai che si finisca col riesumare macchine ingiustamente finite nel dimenticatoio?

Nulla vieta di campionare un numero maggiore di note per ottava (tre? Quattro? Dodici?!), o di concepire layer dinamici (da ppp a fff è tutta una via di mezzo), o di estendere la durata del campionamento (così da cogliere eventuali evoluzioni timbriche). Un’unica accortezza: stabilite le VOSTRE regole del gioco PRIMA di cominciare a lanciare i dadi, pena il dovere fare i conti con carichi di lavoro insostenibili e frustranti marce indietro.

Nulla vieta di familiarizzare con i meccanismi propri del campionatore ricorrendo a del software: Shortcircuit  non avrà una grafica da urlo, ma – a gratis – ha tutto quello che serve per rompere il ghiaccio mentre monitorate i mercatini dell’usato per  un carrarmato d’altri tempi.

Nulla vieta di automatizzare il processo di acquisizione e – soprattutto – quello di creazione dei punti di loop: programmi come Sample Robot  e Extreme Sample Converter, entrambi per piattaforma Windows, consentono di risparmiare tempo e, peraltro, di gestire al meglio il materiale di turno, permettendone la conversione in più formati. La gratuità, ahimé, stavolta non è dalla nostra: se però la febbre del campionamento non vi passa più, l’investimento si fa ragionevolissimo.

Un ultimo suggerimento: DIVERTITEVI. Con pazienza, cura, metodo… ma DIVERTITEVI. I mezzi di cui disponiamo oggi – per un piatto di lenticchie, se non del tutto gratuitamente! – probabilmente farebbero impallidire quanti hanno sudato sette camicie nei decenni passati: conosciamoli, usiamoli… e divertiamoci.

 

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Comments (2)

  • Antonio Antetomaso

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    Bene, bravo, BIS, eccome!! Ma non per le possibilità del campionatore…
    Complimenti davvero sentiti.

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  • Jacopo Mordenti

    |

    Grazie Antonio, spero che questi articoli forniscano lo spunto per massimizzare quanto un po’ tutti abbiamo – o possiamo avere – a disposizione, a volte persino gratuitamente.

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