Bitwig FM4: un approccio diverso alla FM Lineare – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Recording, Software, Tutorial

Eccoci al dunque: matrice di modulazione e strutture generiche di trattamento/controllo.

Di Enrico Cosimi

Schermata 04-2456750 alle 14.14.48

La Modulation Matrix

È il vero cuore del meccanismo di FM: permette, infatti, di collegare tutti i modulanti desiderati a tutti i portanti disponibili, rendendone progressivamente più complesso il risultato timbrico.

Nell’immagine qui sopra, è riprodotta una condizione oggettivamente poco sensata nella quale tutti e quattro gli operatori 1, 2, 3, 4 sono portati a lavorare con percorsi di feedback individuale. Limitando ad un valore più basso di 100 l’intensità del procedimento, il singolo operatore produce un’onda dente di sega (come dire C:C = 1:1…); esagerando, si raggiunge il caos timbrico.

La Modulation Matrix deve essere decifrata in questo modo:

  • Ciascuna riga orizzontale, dall’alto verso il basso, corrisponde ai buss di modulazione che confluiscono all’ingresso FM dell’operatore 1, 2, 3 e 4.
  • Ciascuna colonna verticale, da sinistra verso destra, corrisponde all’intensità, cioè all’indice di modulazione concesso per gli operatori 1, 2, 3, 4, e N(oise Generator) verso le quattro destinazioni previste.

In questo modo, quando nella prima casella in alto a sinistra, all’angolo tra prima riga e prima colonna, si dragga il valore numerico fino a raggiungere 100, si sta collegando l’uscita dell’operatore 1 al suo stesso ingresso di modulazione, creando – di fatto – un regime di Feedback Modulation.

La stessa cosa è follemente realizzata – sempre nell’immagine qui sopra – nei confronti di 1 su 1, 2 su 2, 3 su 3 e 4 su 4…

Schermata 04-2456750 alle 14.22.28

Nell’immagine qui sopra, l’uscita di modulazione dell’operatore 2 è collegata all’ingresso di FM dell’operatore 1, che viene modulato con la massima intensità possibile.

Schermata 04-2456750 alle 14.25.36

Nell’immagine qui sopra, l’operatore 4 modula (a 25/100) l’intonazione dell’operatore 3; l’operatore 3 modula (a 50/100) l’intonazione dell’operatore 2; l’operatore 2 modula (a 100/100) l’intonazione dell’operatore 1.

In aggiunta, il Noise Generator (N) rende caotica (in maniera minima, pari a 5/100) l’intonazione dell’operatore 4.

Attenzione! In tutti i casi proposti, il risultato timbrico varierà sensibilmente in base

  • alle frequenze degli operatori;
  • alle regolazioni di Mod Level individualmente impostate sulle cinque sorgenti sonore;
  • ai volumi di uscita delle cinque sorgenti.

 

Schermata 04-2456750 alle 14.46.42

Il Noise Generator N

Produce rumore colorabile attraverso filtraggio Low Pass; la frequenza di taglio Cutoff lavora tra 1.9 Hz e 19.000 Hz; il punto di taglio è enfatizzabile con Q/Resonance fino all’auto oscillazione.

Il segnale prodotto dal circuito può essere impiegato come semplice sorgente sonora (agendo sul Mixer verticale di uscita) o come sorgente di controllo, agendo sul comando Mod.

In aggiunta, è possibile pompare l’uscita del segnale con il controllo Drive, che agisce tra 0 e +48 dB.

 

Schermata 04-2456750 alle 14.50.12

Sorgenti di modulazione

Oltre alle cinque sorgenti sonore principali (Op 1, 2, 3, 4 e Noise), FM4 possiede diverse sorgenti per il controllo dei parametri significativi. È possibile dividere:

  • i quattro generatori d’inviluppo (un Amplitude Envelope Generator – AEG comune allo strumento – e tre EG2, 3, 4 liberamente assegnabili);
  • il PLFO – Polyphonic Low Frequency Oscillator, per la creazione di comportamenti ciclici di controllo;
  • le sorgenti di controllo ricevute via MIDI: Key Velocity – VEL, Key Number – KEY, Modulation Wheel – MW, Channel Aftertouch – AT, Track Timbre – TMB.

Cliccando sulla miniatura punto e freccia, si apre la visualizzazione evidenziata delle destinazioni raggiungibili.

 

Envelope Generator 2, 3, 4

Sono dotati di regolazioni indipendenti per Attack, Decay, Sustain e Release; in aggiunta, possono essere scalati unipolarmente attraverso controllo Depth. Tanto i quattro stadi, quanto l’ampiezza d’uscita Depth sono eleggibili come destinazioni di modulazione.

 

Polyphonic Low Frequency Oscillator – PLFO

Come per il modulo già incontrato in Polysynth, anche in questo caso è possibile regolare la forma d’onda generata (sine, triangle, square, saw, ramp, stepped S&H) e la frequenza; quest’ultima può essere espressa in valori assoluti (da 0.10 a 50.1 Hz) o in valori musicali dritti, terzinati o puntati (da 2/1 a 1/64).

Il ciclo della forma d’onda può essere invertito, resettato al Nota On, spostato in Phase e gestito in ampiezza d’uscita.

Frequenza, fase e ampiezza d’uscita sono modulabili.

Schermata 04-2456751 alle 12.31.32

Parametri globali

Oltre alle consuete logiche di assegnazione FX (per i processori di segnale esterni), Note FX (per i trattamenti di arpeggio e per i controlli sui codici MIDI ricevuti), è possibile definire il comportamento polifonico/monofonico (attraverso il selettore Mono) e regolare il volume di uscita, con il controllo Output.

In aggiunta, si può innescare il comportamento di Glide indifferenziato o specificare la sua subordinazione all’esecuzione legata con il tasto FG (Fingered Glide).

Gli inviluppi possono lavorare in Single Trigger previa selezione del comportamento ST.

 

 

Tags: ,

Trackback from your site.

Comments (2)

  • Chris Faux

    |

    Grazie per aver decifrato il funzionamento, una delle cose che ho apprezzato in FM4 è che sembra abbiano fatto molta attenzione agli indici di modulazione, quindi anche se si spinge al massisimo (100) l’intensità, il suono che risulta è molto armonico e musicale. Tutto il contrario di ciò che avverrebbe in un qualsiasi sintetizzatore FM

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      diciamo che sono partiti col piede giusto…
      tutto sta a vedere come continueranno a supportare il programma

      Reply

Leave a comment

Inserisci il numero mancante: *

ga('send', 'pageview');